Sottomissione ultimo capitolo
di
mastercam
genere
dominazione
Passarono alcune settimane da quell’episodio, Fanny svolse il suo lavoro in classe e nell’ufficio del Preside, poi un giorno…
“Venga Fanny” era il preside che la invitava ad entrare nel suo ufficio “chiuda la porta a chiave”
Fanny chiuse a chiave la porta, sapeva perfettamente che quando il preside le chiedeva di farlo era perchè voleva fare sesso con lei.
Eseguì e si avvicinò alla scrivania come faceva di solito per offrirsi alle voglie di quell’uomo.
“Si spogli completamente…” le chiese
Lei rimase turbata e perplessa, non le aveva mai chiesto di spogliarsi completamente, di solito si limitava a sollevare la gonna o ad abbassare i pantaloni e subito era pronta per lui, ma quella volta fu diverso.
Senza parlare Fanny cominciò a togliere la giacca e la camicia, poi levò il reggiseno, passò a sbottonare la gonna che fece cadere, poi tolse le calze e le mutandine. Rimase completamente svestita di fronte a lui.
“Si metta in posizione” le chiese il preside. Fanny sapeva che doveva piegarsi sulla scrivania offrendo il culo alla sua vista ed ai suoi voleri.
L’uomo si portò dietro di lei e divaricandole le natiche, come era solito fare, la sodomizzò.
“Aaahhh” alitò Fanny ormai abituata a quel genere di penetrazioni da parte di quell’uomo, adagiò i gomiti sulla scrivania e attese che lui cominciasse a montarla.
Così avvenne, l’uomo prese a fare avanti e indietro dentro di lei, questa volta cominciando a passarle le mani dappertutto, sulla schiena, sui fianchi, davanti afferrandole il seno a piene mani, come se volesse godere delle sue forme. Fanny era meravigliata dell’atteggiamento che l’uomo stava avendo in quell’occasione, poi mentre continuava a sodomizzarla le disse “Prendi quella busta…” indicandole una busta gialla che stava sulla scrivania.
Fanny vide la busta e la prese, recava l’intestazione del Ministero.
“Cos’èèèè…” chiese affannata mentre l’uomo continuava a scoparla.
“Aprila…” le disse e Fanny aveva notato che continuava a darle del tu.
Fanny ragionò un istante…una busta del Ministero…sicuramente tutti quei mesi a soddisfare le voglie del Preside stavano dando un risultato, una promozione, un nuovo incarico.
Prese la busta ed iniziò ad aprirla, era affannata sia per lo sforzo della sodomizzazione che stava subendo sia per l’emozione di dover scoprire il contenuto della busta.
Ne tirò fuori il contenuto… ci mise un po’ a capire di cosa si trattava…le si gelò il sangue!
C’erano cinque foto e un foglio…cominciò ad osservare le foto, c’era lei! in una era in ginocchio con i pantaloni abbassati ed il culo esposto con un ragazzo dietro di lei che con il cazzo ben in mostra si accingeva a scoparla mentre sorridendo allo scatto indicava il suo culo… un’altra sempre in ginocchio circondata dai ragazzi mentre veniva scopata e stava spompinando uno di loro…le bastò vederne un’altra con lei piegata sulla cattedra e uno di loro dietro che la stava scopando…poi uno scatto ravvicinato che faceva vedere chiaramente che la stava inculando.
Fanny capì che si trattava di foto che le erano state scattate quando era stata presa dai ragazzi in classe!
“Hai visto…” le disse il preside che continuava ad incularla “che puttana che sei? in classe…ti sei fatta fotografare…”
Fanny prese il foglio e cominciò a leggere “La S.V. Fanny …. resasi responsabile…atti osceni….con effetto immediato… licenziata…”
Un momento di vertigine prese Fanny, si irrigidì, voleva togliersi da quella posizione, il preside la stava inculando sapendo che sarebbe stata licenziata.
L’uomo immaginando la reazione di Fanny la fermò con tutto il suo peso cominciando ad accelerare il ritmo.
Fanny era sempre più rigida, nella sua testa scorrevano le immagini di quelle foto… e la lettera… “effetto immediato”…”licenziata”…
Stava per scoppiare in lacrime quando sentì riversarsi dentro di lei lo sperma di quell’uomo. Non riuscì ad evitarlo, si stava svuotando nel suo culo per l’ennesima volta. Aveva le lacrime agli occhi, lo senti uscire, lo vide allontanarsi leggermente e non potendo fare altro si accasciò in ginocchio per terra, completamente nuda, vinta, umiliata!
Voleva ad ogni costo riuscire a non piangere, abbassò lo sguardo per trattenersi, sentiva colarle lo sperma lungo le cosce… rimase così un paio di minuti, poi si riprese e cominciò a rivestirsi.
Vide l’uomo che la osservava.
“Poteva dirmelo prima di…” ebbe il coraggio di dire Fanny.
“Prima di cosa?” le chiese lui “di incularti?? e tu mi avresti permesso di farlo sapendo che eri stata licenziata??”
“Ma è venuto…anche dentro…” replicò lei quasi in lacrime per essere stata umiliata in quel modo.
“Una puttana…che si fa scopare in classe…ti rendi conto? sei stata troppo imprudente per soddisfare le tue voglie da troia! era quello che ti meritavi… che ti venissi dentro, per l’ultima volta…” le disse il preside e visto che Fanny si era rivestita la fece uscire.
Fanny sconvolta andò via subito per tornare a casa, mai più avrebbe potuto mettere piede in quella scuola.
Non dormi per tre notti di fila, era agitatissima, poi decise di raccontare tutto al marito.
La reazione di lui non fu delle migliori.
“Ti sei fatta scopare in classe? ma non pensavi alle conseguenze possibili? sì maggiorenni, ma sempre in classe… non credo che riuscirei a sopportare la vergogna che mi hai messo…”
“Tu parli di vergogna per te? e per me, non dici niente??” cercò di replicare lei
“Sei tu che hai fatto quelle cose, ti ho perdonato e ti ho concesso qualsiasi cosa, ma questa volta non ci riesco, mi dispiace…” terminò lui.
Passarono diversi giorni durante i quali Fanny rimase chiusa in casa, aveva paura ad affrontare il mondo esterno.
Provò solo 2 settimane dopo ed il risultato fu drammatico.
Come uscì di casa le sembrò che tutti la guardassero, che tutti sapessero.
Sia gli uomini che le donne la scrutavano, la additavano… probabilmente tutti sapevano.
Cercò di ascoltare i commenti che facevano su di lei mentre passava. Alcuni erano impercettibili, altri riuscì a sentirli…
“Che troia!…” sentì una donna dire a bassa voce ad una sua amica
“Puttana…” la apostrofò un’altra
“In classe si faceva scopare…” sentì un uomo che spiegava la situazione ad un altro
Passando vicino ad un bar vide un paio di uomini che guardandola fissa si toccavano il pacco facendole intendere di volerla scopare.
La situazione era terribile, vergognosa, impossibile da sopportare.
Ma l’episodio che la fece decidere fu quando una sera in chiusura di un negozio di ortofrutta il ragazzo di colore che serviva i clienti la fece entrare nel retro bottega per prendere della frutta fresca e abbassandosi di colpo i pantaloni fece svettare un sesso gonfio, pronto a possederla…
Fanny fu quasi tentata dall’inginocchiarsi per prenderlo in bocca e leccarlo, erano diverse settimane che per quanto accaduto non aveva rapporti, ma, quando sentì lui che le disse “tu sei la puttana che si fa scopare in classe…”, lo guardò fisso negli occhi e “vaffanculo, stronzo!” gli disse e scappò fuori dal negozio.
Tornò a casa, sconvolta, ancora una volta umiliata…andò davanti allo specchio, si guardò a lungo…
“Devo andare via da qui!”
AVVISO AI LETTORI:
tutte le lettrici e i lettori che hanno gradito le storie di Fanny sono invitati a scrivermi sulla mail mastercam63@tiscali.it per sapere se volete leggere altri episodi di una nuova vita di Fanny.
Tutti i suggerimenti, consigli, apprezzamenti o critiche sono bene accetti
“Venga Fanny” era il preside che la invitava ad entrare nel suo ufficio “chiuda la porta a chiave”
Fanny chiuse a chiave la porta, sapeva perfettamente che quando il preside le chiedeva di farlo era perchè voleva fare sesso con lei.
Eseguì e si avvicinò alla scrivania come faceva di solito per offrirsi alle voglie di quell’uomo.
“Si spogli completamente…” le chiese
Lei rimase turbata e perplessa, non le aveva mai chiesto di spogliarsi completamente, di solito si limitava a sollevare la gonna o ad abbassare i pantaloni e subito era pronta per lui, ma quella volta fu diverso.
Senza parlare Fanny cominciò a togliere la giacca e la camicia, poi levò il reggiseno, passò a sbottonare la gonna che fece cadere, poi tolse le calze e le mutandine. Rimase completamente svestita di fronte a lui.
“Si metta in posizione” le chiese il preside. Fanny sapeva che doveva piegarsi sulla scrivania offrendo il culo alla sua vista ed ai suoi voleri.
L’uomo si portò dietro di lei e divaricandole le natiche, come era solito fare, la sodomizzò.
“Aaahhh” alitò Fanny ormai abituata a quel genere di penetrazioni da parte di quell’uomo, adagiò i gomiti sulla scrivania e attese che lui cominciasse a montarla.
Così avvenne, l’uomo prese a fare avanti e indietro dentro di lei, questa volta cominciando a passarle le mani dappertutto, sulla schiena, sui fianchi, davanti afferrandole il seno a piene mani, come se volesse godere delle sue forme. Fanny era meravigliata dell’atteggiamento che l’uomo stava avendo in quell’occasione, poi mentre continuava a sodomizzarla le disse “Prendi quella busta…” indicandole una busta gialla che stava sulla scrivania.
Fanny vide la busta e la prese, recava l’intestazione del Ministero.
“Cos’èèèè…” chiese affannata mentre l’uomo continuava a scoparla.
“Aprila…” le disse e Fanny aveva notato che continuava a darle del tu.
Fanny ragionò un istante…una busta del Ministero…sicuramente tutti quei mesi a soddisfare le voglie del Preside stavano dando un risultato, una promozione, un nuovo incarico.
Prese la busta ed iniziò ad aprirla, era affannata sia per lo sforzo della sodomizzazione che stava subendo sia per l’emozione di dover scoprire il contenuto della busta.
Ne tirò fuori il contenuto… ci mise un po’ a capire di cosa si trattava…le si gelò il sangue!
C’erano cinque foto e un foglio…cominciò ad osservare le foto, c’era lei! in una era in ginocchio con i pantaloni abbassati ed il culo esposto con un ragazzo dietro di lei che con il cazzo ben in mostra si accingeva a scoparla mentre sorridendo allo scatto indicava il suo culo… un’altra sempre in ginocchio circondata dai ragazzi mentre veniva scopata e stava spompinando uno di loro…le bastò vederne un’altra con lei piegata sulla cattedra e uno di loro dietro che la stava scopando…poi uno scatto ravvicinato che faceva vedere chiaramente che la stava inculando.
Fanny capì che si trattava di foto che le erano state scattate quando era stata presa dai ragazzi in classe!
“Hai visto…” le disse il preside che continuava ad incularla “che puttana che sei? in classe…ti sei fatta fotografare…”
Fanny prese il foglio e cominciò a leggere “La S.V. Fanny …. resasi responsabile…atti osceni….con effetto immediato… licenziata…”
Un momento di vertigine prese Fanny, si irrigidì, voleva togliersi da quella posizione, il preside la stava inculando sapendo che sarebbe stata licenziata.
L’uomo immaginando la reazione di Fanny la fermò con tutto il suo peso cominciando ad accelerare il ritmo.
Fanny era sempre più rigida, nella sua testa scorrevano le immagini di quelle foto… e la lettera… “effetto immediato”…”licenziata”…
Stava per scoppiare in lacrime quando sentì riversarsi dentro di lei lo sperma di quell’uomo. Non riuscì ad evitarlo, si stava svuotando nel suo culo per l’ennesima volta. Aveva le lacrime agli occhi, lo senti uscire, lo vide allontanarsi leggermente e non potendo fare altro si accasciò in ginocchio per terra, completamente nuda, vinta, umiliata!
Voleva ad ogni costo riuscire a non piangere, abbassò lo sguardo per trattenersi, sentiva colarle lo sperma lungo le cosce… rimase così un paio di minuti, poi si riprese e cominciò a rivestirsi.
Vide l’uomo che la osservava.
“Poteva dirmelo prima di…” ebbe il coraggio di dire Fanny.
“Prima di cosa?” le chiese lui “di incularti?? e tu mi avresti permesso di farlo sapendo che eri stata licenziata??”
“Ma è venuto…anche dentro…” replicò lei quasi in lacrime per essere stata umiliata in quel modo.
“Una puttana…che si fa scopare in classe…ti rendi conto? sei stata troppo imprudente per soddisfare le tue voglie da troia! era quello che ti meritavi… che ti venissi dentro, per l’ultima volta…” le disse il preside e visto che Fanny si era rivestita la fece uscire.
Fanny sconvolta andò via subito per tornare a casa, mai più avrebbe potuto mettere piede in quella scuola.
Non dormi per tre notti di fila, era agitatissima, poi decise di raccontare tutto al marito.
La reazione di lui non fu delle migliori.
“Ti sei fatta scopare in classe? ma non pensavi alle conseguenze possibili? sì maggiorenni, ma sempre in classe… non credo che riuscirei a sopportare la vergogna che mi hai messo…”
“Tu parli di vergogna per te? e per me, non dici niente??” cercò di replicare lei
“Sei tu che hai fatto quelle cose, ti ho perdonato e ti ho concesso qualsiasi cosa, ma questa volta non ci riesco, mi dispiace…” terminò lui.
Passarono diversi giorni durante i quali Fanny rimase chiusa in casa, aveva paura ad affrontare il mondo esterno.
Provò solo 2 settimane dopo ed il risultato fu drammatico.
Come uscì di casa le sembrò che tutti la guardassero, che tutti sapessero.
Sia gli uomini che le donne la scrutavano, la additavano… probabilmente tutti sapevano.
Cercò di ascoltare i commenti che facevano su di lei mentre passava. Alcuni erano impercettibili, altri riuscì a sentirli…
“Che troia!…” sentì una donna dire a bassa voce ad una sua amica
“Puttana…” la apostrofò un’altra
“In classe si faceva scopare…” sentì un uomo che spiegava la situazione ad un altro
Passando vicino ad un bar vide un paio di uomini che guardandola fissa si toccavano il pacco facendole intendere di volerla scopare.
La situazione era terribile, vergognosa, impossibile da sopportare.
Ma l’episodio che la fece decidere fu quando una sera in chiusura di un negozio di ortofrutta il ragazzo di colore che serviva i clienti la fece entrare nel retro bottega per prendere della frutta fresca e abbassandosi di colpo i pantaloni fece svettare un sesso gonfio, pronto a possederla…
Fanny fu quasi tentata dall’inginocchiarsi per prenderlo in bocca e leccarlo, erano diverse settimane che per quanto accaduto non aveva rapporti, ma, quando sentì lui che le disse “tu sei la puttana che si fa scopare in classe…”, lo guardò fisso negli occhi e “vaffanculo, stronzo!” gli disse e scappò fuori dal negozio.
Tornò a casa, sconvolta, ancora una volta umiliata…andò davanti allo specchio, si guardò a lungo…
“Devo andare via da qui!”
AVVISO AI LETTORI:
tutte le lettrici e i lettori che hanno gradito le storie di Fanny sono invitati a scrivermi sulla mail mastercam63@tiscali.it per sapere se volete leggere altri episodi di una nuova vita di Fanny.
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