Io schiava MAI - CAP. 1
di
Glorfindel
genere
dominazione
CAPITOLO 1
E' martedì mattina, sei giunta in ufficio da poco, accedi alla tua posta elettronica, c'è una mia mail, una delle tante, il primo sorriso della giornata.
La apri, poche parole ma bastano a far perdere un battito al tuo cuore:
"Sono in città, alloggio all'hotel Coppe, riparto dopodomani... "
“Lo conosco... è un palazzo storico, restaurato da poco ma non conosco nessuno che ci abbia alloggiato. Hai scelto proprio bene, da lì puoi raggiungere quasi tutto a piedi. Certo, se vuoi andare al castello di Miramare avresti bisogno di una macchina. Hai già qualcuno che ti fa da guida? Potrei liberarmi se vuoi.”
“Si, l'hotel non é affatto male, la stanza é molto confortevole ed il letto é proprio accogliente. Sinceramente non sono molto interessato alla parte turistica della città, speravo che scegliendo Trieste per questa piccola vacanza avrei inciampato in qualcosa di più coinvolgente e se sei in grado di farmi da guida in questo, allora, accetto volentieri”
“mmmhhhh più coinvolgente... sai, sono un po' fuori dal giro, gli anni passano e le abitudini cambiano. Come guida turistica comunque di solito suggerisco luoghi ameni, scorci originali, viste mozzafiato e tranquillità, del buon cibo e del buon vino... ormai saprai che sono una ragazza semplice; a me bastano una coperta stesa su un prato e una bottiglia di qualcosa di fresco da bere, poi magari un pasto rustico sotto una pergola verdeggiante. Sei tu quello che alloggia in un palazzo del '700! Sai, non credo di essere mai stata in un albergo che possa vantare quell'età”
“Bene, per l'inizio serata abbiamo gusti molti simili, adoro il buon vino almeno quanto odio quello dozzinale e il cibo semplice é l'unico che mi piaccia, ristoranti di lusso dove ti portano micro assaggini di ricette degne di mago Merlino in un ambiente pieno di persone impettite non fanno per me. Un buon agriturismo che lasci un minimo di intimità mentre degusti piatti semplici lo preferisco molto quindi. Se mi inviti a cena potrei poi concederti di visitare la suite di un palazzo settecentesco ma solo una sbirciata e ricorda che non mangio pesce”
“Va bene, nemmeno io amo il pesce. E conosco il posto giusto, sul carso... hanno cambiato gestione di recente e fanno di tutto, pure la pizza. Ma quello che è impagabile è il giardino! c'è un glicine che forma un pergolato meraviglioso, luci soffuse e chiacchiericcio silenzioso... e se dovesse essere chiuso ne conosco almeno altri 2 di simili! Tra l'altro essendo sull'altipiano è un po' più fresco della città la sera, quindi si sta benissimo con questa calura. Da lì poi ti porto a vedere la città dall'alto! Uno di quei posti dove i giovani triestini vanno a pomiciare (si dice anche da voi, vero?), ma non farti strane idee. E' solo per il panorama. Sono proprio curiosa di vedere come hanno restaurato, sai... non amo gli architetti e a volte fanno delle gran bestialità, quindi sono curiosa di vedere come hanno trattato una delle nostre perle”
“Si, si dice pomiciare anche da noi e accetto volentieri pur non dovendomi fare strane idee. Sono molto curioso di scoprire i panorami che mi mostrerai questa sera... Troverei adeguato venirti a prendere ma so che non è fattibile, raggiungi l'albergo o preferisci un altro posto per farmi, finalmente, vedere i tuoi occhi verdi e luccicanti???”
“Ti faccio camminare un po', ma non tanto, non ti preoccupare! Dall'albergo vai verso il mare. Poi giri verso sinistra. Arriverai in un attimo in Piazza Unità d'Italia, che per noi è solo Piazza Unità. Non ti preoccupare, la riconosci di sicuro, è la più grande piazza europea che si affaccia sul mare. E lì ti mancherà il fiato perché è bellissima.
Attraversi la strada e in riva, su un muretto che s'affaccia alle scale che portano all'acqua ci sono le statue delle ricamatrici... mi troverai in mezzo a loro. Non sarà difficile distinguermi, loro sono in bronzo... io ... in carne, ossa e curve!”
“Loro attendono gli uomini che rientrano dal mare in eterno, io non vorrei far attendere altrettanto te quindi direi che è meglio decidere un orario a seconda dei tuoi impegni. Ma sei proprio sicura??? Sai, sto facendo fatica a trattenere quella parte di me che sai già per mail, non so se riuscirò ad evitare di tentare di irretirti dopo aver incontrato il tuo sguardo...”
“Te l'ho pur detto che sono curiosa di conoscerti! E ti ho anche detto che ho un caratteraccio... quindi puoi provare, ma non credere che avrai vita facile! Ti va bene alle 7? Così ti faccio fare prima un giro turistico in macchina e poi andiamo a mangiare. Sai, la fame inizia presto nei morbidi... ;)”
“Non sono abituato a farmi portare, di solito guido io, sei sicura che posso fidarmi??? L'ora mi va benissimo, non ho altri impegni in programma, sono completamente libero di assecondare la tua morbidezza... ...e se mai volessi farmi un dono potrei gradire che non indossassi l'intimo ma non rispondermi, fai quello che credi, io non ti chiederò nulla a riguardo, sono curioso di sapere se avrò la possibilità di scoprirlo con i miei occhi...”
“Tranquillo, sono un'ottima guidatrice, a patto di non essere disturbata da mani invadenti... Ci vediamo lì, allora, ho giusto il tempo per andare a mettermi qualcosa di consono per la serata... uno scafandro! :D”
Certo il mio culo a trovare parcheggi è proverbiale... sono anche in anticipo... Chissà se ci riconosceremo. Certo, se mi metto vicino alle ricamatrici non può non vedermi. Speriamo non ci siano troppi turisti, che sono sempre lì a fotografare le statue. Beh, stasera vorranno fotografare anche me! Questo vestito bianco e rosso mi sta da Dio! Non mi resta che aspettare che arrivi.
1.75cm, fisico asciutto, occhi scuri, capelli corti, rasati sui lati e dietro, poco più che un dito sopra, un accenno di gel, giusto per farli stare un po' spettinati che sono così lisci che al naturale sembrerei Riky Canningam (quello di Happy Days), scuri come gli occhi ma con qualche leggera spruzzata di bianco qui e la. Giacca blu scuro, aperta, camicia bianca con righe verticali blu, gli ultimi bottoni slacciati che fa un gran caldo e non è colpa solo del tempo. Jeans, blu scuri ma di un tessuto morbido, compatto e con una spruzzata di bianco in giro per la trama. Scarpe di pelle, nere, classiche. Semplice e sportivo... Ed ecco il brutto degli appuntamenti al buio, vicino alle statuette ci sono diverse persone, ragioniamo... Scartiamo quelli visibilmente in coppia o in gruppo, osservo qualche secondo, le papabili sono tre e la vita deve avere qualcosa in sospeso con me, tutte e tre potrebbero rientrare nella tua descrizione ma poi osservo meglio... Non scherzavi, gli occhi, beh, una ha degli occhi che si fanno veramente notare. Potrei chiedere semplicemente il nome ma sarebbe un'entrata misera, vediamo se riesco a fare una figuraccia storica.
Mi avvicino, la punto, sguardo nello sguardo, sorriso accennato:
"Avevi ragione, sono rimasto senza fiato, è un piacere conoscerti G"
“Guarda che io mi riferivo alla piazza, non ai miei occhi..." sorrido maliziosa. Beh, considerando che è un appuntamento al buio non mi è andata male”
Io non dò la mano... non agli amici. Mi alzo leggermente sulle punte (e per fortuna che ho i miei adoratissimi zoccoli di legno coi tacchi, che almeno non faccio troppa fatica) e appoggiandomi al suo fianco con la mano sinistra e sulla spalla con la mano destra, gli stampo due baci sulle guance. Perplesso, lo vedo perplesso. Ma mi sembra ovvio avere la confidenza sufficiente da salutarsi così, quindi non mi giustifico:
"Andiamo? Ho parcheggiato vicino, ma prima ti faccio fare un giro a piedi qui nel ghetto, passiamo in quello che una volta era il quartiere delle prostitute, nell'epoca in cui Trieste era un grande porto pieno di marinai, adesso è stato riqualificato, e poi prendiamo la mia scatoletta per scalare l'altipiano e andare al fresco..."
Mentre parlo lo prendo a braccetto e lo trascino verso la piazza. Non gli dò il tempo di replicare. Come potrei, quando sono nervosa io parlo a ruota libera e tendo a schivare lo sguardo, e ora sono nervosa.
E poi tanto è ipnotizzato dal mio corpo, fasciato in questo vestitino morbido, senza maniche con la scollatura rotonda, più ampia sulla schiena, a lasciar libero il collo, che con questo caldo è nudo perché ho raccolto i capelli con uno spillone. Gli orecchini lunghi, poi, dondolano ad ogni passo e sembrano l'orologio di un ipnotizzatore che vuole convogliare l'attenzione. Mi muovo mentre parlo, un po' indico i palazzi, un po' giro la testa a destra e sinistra. No, non ha possibilità di replica. Sono sicura che sta cercando di capire se ho soddisfatto la sua richiesta di essere senza intimo... Ovvio che il mio bel reggiseno a balconcino ce l'ho, non potrei star senza, ma gli slip... eh... chi può dirlo!
Mi travolge, spontanea e vitale, si appoggia al mio corpo per salutarmi con labbra morbide e poi parte come un uragano, mi prende, mi trascina, parla, parla e non si ferma mai. Mi indica palazzi, mi mostra la città che ama mentre io ascolto in silenzio seguendo il sensuale movimento dei suoi orecchini che circondano come in una danza il collo nudo, esposto, attraente. Mi lascio portare, non provo nemmeno ad intervenire mentre sorrido del suo palese nervosismo, sono più bravo di lei a nascondere le emozioni. Mi nutro del suo essere frizzante ma non sono gran ché nel fare il passivo, inizio a muovermi in modo tale che nel suo piroettare qui e la faccia sempre più fatica a schivare il mio sguardo. Riflessi verdi mi abbagliano come luce solare, non mi interessa ciò che ci circonda ma può tornarmi utile visto che non si decide a farsi fermare:
"E il castello di Miramare è quello laggiù?"
Faccio apposta a non far capire dove indico:
"Dove?"
Colgo l'occasione, appena dietro di lei le poggio le mani, leggero, sui fianchi, aveva ragione, sembrano fatti apposta per essere afferrati.
Mi avvicino alla sua schiena, non in modo volgare, la struscio appena, quello che basta per sentire il suo profumo e allungo una mano, sfiorando l'orecchino alla sua destra, ad indicare non so dove e poi avvicino la bocca al suo collo, proprio sotto l'orecchio sinistro, abbastanza perché senta il mio respiro:
"Laggiù, sbaglio???"
Oh, ma anche i suoi occhi non sono male... hanno un che di magnetico. Con uno sguardo insistente ogni volta che giro la testa cerca i miei trasmettendo calma e profondità. ‘... e il castello di Miramare è quello laggiù?’ dice indicando vago l'orizzonte. Un brivido. Una scossa elettrica. Le sue mani sui miei fianchi, leggere ma decisa, a prendere un contatto con il mio corpo. Un attimo, mi ha preso alla sprovvista, il suo fiato sul mio collo. Lui non lo sa ma il castello io non lo vedo più. Sorrido:
"Sì, quello. Se vuoi vederlo da vicino c'è un bellissimo parco... ti porto dalla città in un giardino. Oppure andiamo a prendere il fresco... inizio ad avere fame"
Fame? ma quando mai, nervosa come sono ho un nodo allo stomaco.
Ho parlato ininterrottamente per mezz'ora per scaricarmi e ancora non è passata. Ondeggiando mi giro e lo prendo nuovamente a braccetto, per evitare altre sorprese, e in silenzio ci dirigiamo alla macchina. I nostri corpi sono attaccati. Ad ogni passo un leggero strusciare del mio corpo sul suo. Ad ogni passo sento aumentare la pressione del suo braccio verso il mio seno. Saliamo in macchina.
Apro i finestrini, accendo i Depeche. "Piacciono o disturba?" Non ascolto la risposta e parto.
CONTINUA... SE VUOI DIRE LA TUA glorfindel@email.com
E' martedì mattina, sei giunta in ufficio da poco, accedi alla tua posta elettronica, c'è una mia mail, una delle tante, il primo sorriso della giornata.
La apri, poche parole ma bastano a far perdere un battito al tuo cuore:
"Sono in città, alloggio all'hotel Coppe, riparto dopodomani... "
“Lo conosco... è un palazzo storico, restaurato da poco ma non conosco nessuno che ci abbia alloggiato. Hai scelto proprio bene, da lì puoi raggiungere quasi tutto a piedi. Certo, se vuoi andare al castello di Miramare avresti bisogno di una macchina. Hai già qualcuno che ti fa da guida? Potrei liberarmi se vuoi.”
“Si, l'hotel non é affatto male, la stanza é molto confortevole ed il letto é proprio accogliente. Sinceramente non sono molto interessato alla parte turistica della città, speravo che scegliendo Trieste per questa piccola vacanza avrei inciampato in qualcosa di più coinvolgente e se sei in grado di farmi da guida in questo, allora, accetto volentieri”
“mmmhhhh più coinvolgente... sai, sono un po' fuori dal giro, gli anni passano e le abitudini cambiano. Come guida turistica comunque di solito suggerisco luoghi ameni, scorci originali, viste mozzafiato e tranquillità, del buon cibo e del buon vino... ormai saprai che sono una ragazza semplice; a me bastano una coperta stesa su un prato e una bottiglia di qualcosa di fresco da bere, poi magari un pasto rustico sotto una pergola verdeggiante. Sei tu quello che alloggia in un palazzo del '700! Sai, non credo di essere mai stata in un albergo che possa vantare quell'età”
“Bene, per l'inizio serata abbiamo gusti molti simili, adoro il buon vino almeno quanto odio quello dozzinale e il cibo semplice é l'unico che mi piaccia, ristoranti di lusso dove ti portano micro assaggini di ricette degne di mago Merlino in un ambiente pieno di persone impettite non fanno per me. Un buon agriturismo che lasci un minimo di intimità mentre degusti piatti semplici lo preferisco molto quindi. Se mi inviti a cena potrei poi concederti di visitare la suite di un palazzo settecentesco ma solo una sbirciata e ricorda che non mangio pesce”
“Va bene, nemmeno io amo il pesce. E conosco il posto giusto, sul carso... hanno cambiato gestione di recente e fanno di tutto, pure la pizza. Ma quello che è impagabile è il giardino! c'è un glicine che forma un pergolato meraviglioso, luci soffuse e chiacchiericcio silenzioso... e se dovesse essere chiuso ne conosco almeno altri 2 di simili! Tra l'altro essendo sull'altipiano è un po' più fresco della città la sera, quindi si sta benissimo con questa calura. Da lì poi ti porto a vedere la città dall'alto! Uno di quei posti dove i giovani triestini vanno a pomiciare (si dice anche da voi, vero?), ma non farti strane idee. E' solo per il panorama. Sono proprio curiosa di vedere come hanno restaurato, sai... non amo gli architetti e a volte fanno delle gran bestialità, quindi sono curiosa di vedere come hanno trattato una delle nostre perle”
“Si, si dice pomiciare anche da noi e accetto volentieri pur non dovendomi fare strane idee. Sono molto curioso di scoprire i panorami che mi mostrerai questa sera... Troverei adeguato venirti a prendere ma so che non è fattibile, raggiungi l'albergo o preferisci un altro posto per farmi, finalmente, vedere i tuoi occhi verdi e luccicanti???”
“Ti faccio camminare un po', ma non tanto, non ti preoccupare! Dall'albergo vai verso il mare. Poi giri verso sinistra. Arriverai in un attimo in Piazza Unità d'Italia, che per noi è solo Piazza Unità. Non ti preoccupare, la riconosci di sicuro, è la più grande piazza europea che si affaccia sul mare. E lì ti mancherà il fiato perché è bellissima.
Attraversi la strada e in riva, su un muretto che s'affaccia alle scale che portano all'acqua ci sono le statue delle ricamatrici... mi troverai in mezzo a loro. Non sarà difficile distinguermi, loro sono in bronzo... io ... in carne, ossa e curve!”
“Loro attendono gli uomini che rientrano dal mare in eterno, io non vorrei far attendere altrettanto te quindi direi che è meglio decidere un orario a seconda dei tuoi impegni. Ma sei proprio sicura??? Sai, sto facendo fatica a trattenere quella parte di me che sai già per mail, non so se riuscirò ad evitare di tentare di irretirti dopo aver incontrato il tuo sguardo...”
“Te l'ho pur detto che sono curiosa di conoscerti! E ti ho anche detto che ho un caratteraccio... quindi puoi provare, ma non credere che avrai vita facile! Ti va bene alle 7? Così ti faccio fare prima un giro turistico in macchina e poi andiamo a mangiare. Sai, la fame inizia presto nei morbidi... ;)”
“Non sono abituato a farmi portare, di solito guido io, sei sicura che posso fidarmi??? L'ora mi va benissimo, non ho altri impegni in programma, sono completamente libero di assecondare la tua morbidezza... ...e se mai volessi farmi un dono potrei gradire che non indossassi l'intimo ma non rispondermi, fai quello che credi, io non ti chiederò nulla a riguardo, sono curioso di sapere se avrò la possibilità di scoprirlo con i miei occhi...”
“Tranquillo, sono un'ottima guidatrice, a patto di non essere disturbata da mani invadenti... Ci vediamo lì, allora, ho giusto il tempo per andare a mettermi qualcosa di consono per la serata... uno scafandro! :D”
Certo il mio culo a trovare parcheggi è proverbiale... sono anche in anticipo... Chissà se ci riconosceremo. Certo, se mi metto vicino alle ricamatrici non può non vedermi. Speriamo non ci siano troppi turisti, che sono sempre lì a fotografare le statue. Beh, stasera vorranno fotografare anche me! Questo vestito bianco e rosso mi sta da Dio! Non mi resta che aspettare che arrivi.
1.75cm, fisico asciutto, occhi scuri, capelli corti, rasati sui lati e dietro, poco più che un dito sopra, un accenno di gel, giusto per farli stare un po' spettinati che sono così lisci che al naturale sembrerei Riky Canningam (quello di Happy Days), scuri come gli occhi ma con qualche leggera spruzzata di bianco qui e la. Giacca blu scuro, aperta, camicia bianca con righe verticali blu, gli ultimi bottoni slacciati che fa un gran caldo e non è colpa solo del tempo. Jeans, blu scuri ma di un tessuto morbido, compatto e con una spruzzata di bianco in giro per la trama. Scarpe di pelle, nere, classiche. Semplice e sportivo... Ed ecco il brutto degli appuntamenti al buio, vicino alle statuette ci sono diverse persone, ragioniamo... Scartiamo quelli visibilmente in coppia o in gruppo, osservo qualche secondo, le papabili sono tre e la vita deve avere qualcosa in sospeso con me, tutte e tre potrebbero rientrare nella tua descrizione ma poi osservo meglio... Non scherzavi, gli occhi, beh, una ha degli occhi che si fanno veramente notare. Potrei chiedere semplicemente il nome ma sarebbe un'entrata misera, vediamo se riesco a fare una figuraccia storica.
Mi avvicino, la punto, sguardo nello sguardo, sorriso accennato:
"Avevi ragione, sono rimasto senza fiato, è un piacere conoscerti G"
“Guarda che io mi riferivo alla piazza, non ai miei occhi..." sorrido maliziosa. Beh, considerando che è un appuntamento al buio non mi è andata male”
Io non dò la mano... non agli amici. Mi alzo leggermente sulle punte (e per fortuna che ho i miei adoratissimi zoccoli di legno coi tacchi, che almeno non faccio troppa fatica) e appoggiandomi al suo fianco con la mano sinistra e sulla spalla con la mano destra, gli stampo due baci sulle guance. Perplesso, lo vedo perplesso. Ma mi sembra ovvio avere la confidenza sufficiente da salutarsi così, quindi non mi giustifico:
"Andiamo? Ho parcheggiato vicino, ma prima ti faccio fare un giro a piedi qui nel ghetto, passiamo in quello che una volta era il quartiere delle prostitute, nell'epoca in cui Trieste era un grande porto pieno di marinai, adesso è stato riqualificato, e poi prendiamo la mia scatoletta per scalare l'altipiano e andare al fresco..."
Mentre parlo lo prendo a braccetto e lo trascino verso la piazza. Non gli dò il tempo di replicare. Come potrei, quando sono nervosa io parlo a ruota libera e tendo a schivare lo sguardo, e ora sono nervosa.
E poi tanto è ipnotizzato dal mio corpo, fasciato in questo vestitino morbido, senza maniche con la scollatura rotonda, più ampia sulla schiena, a lasciar libero il collo, che con questo caldo è nudo perché ho raccolto i capelli con uno spillone. Gli orecchini lunghi, poi, dondolano ad ogni passo e sembrano l'orologio di un ipnotizzatore che vuole convogliare l'attenzione. Mi muovo mentre parlo, un po' indico i palazzi, un po' giro la testa a destra e sinistra. No, non ha possibilità di replica. Sono sicura che sta cercando di capire se ho soddisfatto la sua richiesta di essere senza intimo... Ovvio che il mio bel reggiseno a balconcino ce l'ho, non potrei star senza, ma gli slip... eh... chi può dirlo!
Mi travolge, spontanea e vitale, si appoggia al mio corpo per salutarmi con labbra morbide e poi parte come un uragano, mi prende, mi trascina, parla, parla e non si ferma mai. Mi indica palazzi, mi mostra la città che ama mentre io ascolto in silenzio seguendo il sensuale movimento dei suoi orecchini che circondano come in una danza il collo nudo, esposto, attraente. Mi lascio portare, non provo nemmeno ad intervenire mentre sorrido del suo palese nervosismo, sono più bravo di lei a nascondere le emozioni. Mi nutro del suo essere frizzante ma non sono gran ché nel fare il passivo, inizio a muovermi in modo tale che nel suo piroettare qui e la faccia sempre più fatica a schivare il mio sguardo. Riflessi verdi mi abbagliano come luce solare, non mi interessa ciò che ci circonda ma può tornarmi utile visto che non si decide a farsi fermare:
"E il castello di Miramare è quello laggiù?"
Faccio apposta a non far capire dove indico:
"Dove?"
Colgo l'occasione, appena dietro di lei le poggio le mani, leggero, sui fianchi, aveva ragione, sembrano fatti apposta per essere afferrati.
Mi avvicino alla sua schiena, non in modo volgare, la struscio appena, quello che basta per sentire il suo profumo e allungo una mano, sfiorando l'orecchino alla sua destra, ad indicare non so dove e poi avvicino la bocca al suo collo, proprio sotto l'orecchio sinistro, abbastanza perché senta il mio respiro:
"Laggiù, sbaglio???"
Oh, ma anche i suoi occhi non sono male... hanno un che di magnetico. Con uno sguardo insistente ogni volta che giro la testa cerca i miei trasmettendo calma e profondità. ‘... e il castello di Miramare è quello laggiù?’ dice indicando vago l'orizzonte. Un brivido. Una scossa elettrica. Le sue mani sui miei fianchi, leggere ma decisa, a prendere un contatto con il mio corpo. Un attimo, mi ha preso alla sprovvista, il suo fiato sul mio collo. Lui non lo sa ma il castello io non lo vedo più. Sorrido:
"Sì, quello. Se vuoi vederlo da vicino c'è un bellissimo parco... ti porto dalla città in un giardino. Oppure andiamo a prendere il fresco... inizio ad avere fame"
Fame? ma quando mai, nervosa come sono ho un nodo allo stomaco.
Ho parlato ininterrottamente per mezz'ora per scaricarmi e ancora non è passata. Ondeggiando mi giro e lo prendo nuovamente a braccetto, per evitare altre sorprese, e in silenzio ci dirigiamo alla macchina. I nostri corpi sono attaccati. Ad ogni passo un leggero strusciare del mio corpo sul suo. Ad ogni passo sento aumentare la pressione del suo braccio verso il mio seno. Saliamo in macchina.
Apro i finestrini, accendo i Depeche. "Piacciono o disturba?" Non ascolto la risposta e parto.
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