Io schiava MAI - Cap. 4

di
genere
dominazione

CAPITOLO 4

Il viaggio di ritorno scorre nel silenzio, non faccio nulla per avvicinarmi a lei che tiene gli occhi fissi sulla strada, è tesa, ha paura e lascio che cuocia un po' nel suo stato d'animo. Arriviamo, scendiamo, entriamo in albergo e prediamo l'ascensore, di nuovo soli, appartati. Mi avvicino, le carezzo il viso con una mano, i capelli: "Giulia, tu sei una donna eccezionale, mi piaci per mille motivi ma non voglio che tu abbia paura. Varcata quella porta, al suo interno, non ci sono pericoli per te. Non mi aspetto nulla, non voglio nulla, quello che sei, come sei è già abbastanza quindi sappi che qualunque cosa accadrà io non sarò mai deluso e soprattutto non perderò mai il controllo, questa sera la dedico a te, ti pongo al centro del mio mondo in questa notte, ti accompagnerò, guiderò ovunque vorrai andare e basterà un tuo cenno perché io mi fermi, rallenti o cambi strada. Con me non corri rischi ed in ogni caso, l'averti conosciuta oggi, sarà sempre uno dei ricordi più belli della mia vita" Le bacio le labbra dolcemente, con affetto mentre l'ascensore si apre, la porta della mia stanza davanti a noi, la apro, spalanco e le faccio spazio per entrare: "fidati di me Giulia"...

Varco la soglia. La stanza è splendida. Arredata in modo moderno, come tutto l'hotel. Qui il restauro è andato oltre le mie aspettative! Meraviglioso! Il letto è in un angolo. Ed è rotondo. Sopra un controsoffitto di lucette led che simula un cielo stellato. Uno splendore! Il sogno di ogni donna... Mi tolgo gli zoccoli in un istante e a piedi nudi sul parquet esploro l'ambiente, è una cosa che faccio d'istinto, è più forte di me. Se non dò un'occhiata in giro, non sono contenta. Torno davanti al letto. Mirko non si è spostato dallo specchio della porta, l'ha solo chiusa, si è sfilato le scarpe ed è rimasto lì a guardarmi da lontano. Che essere strano devo apparire ai suoi occhi! Allunga una mano e modifica le luci. Si spengono tutte tranne i led azzurri. La luce è delicata e soffusa. Ed è ancora più bello di prima. Come stare sul serio all'aperto sotto le stelle. Siamo uno di fronte all'altra. Non so cosa vuole che io faccia. Non so come dovrei comportarmi. Almeno nel suo mondo... perché nel mio... nel mio... nel mio so come muovermi. Mi avvicino. Mi metto in punta di piedi, appoggio le mani alle sue spalle e gli dò un bacio sulle labbra. Leggero. Appena appoggiato. Lo guardo negli occhi. Torno giù, sui piedi e sempre fissandolo intensamente gli sfilo la giacca. Inizio a sbottonare la camicia, lentamente, senza aiutarmi con la vista, solo le dita, che passando da un bottone all'altro sfiorano la pelle. Tutta aperta, gliela sfilo, facendo attenzione a non toccarlo questa volta. Appoggio quindi anche questa ad una sedia lì vicino. Poi inizio a sollevare il vestito per sfilarmelo dalla testa. Siamo vicinissimi. Forse 15 centimetri. Il mio seno quasi sfiora il suo petto. Ora scoprirò se mi sto comportando nel modo giusto…

Entra, chiudo la porta e ci sfiliamo le scarpe quasi contemporaneamente, comincia a girare nella stanza, controlla il territorio, lo analizza. Abbasso le luci, come a richiamarla a me, la luce soffusa la metterà più a suo agio, è così bella nel suo essere sensualmente istintiva. Si avvicina, resto immobile mentre mi bacia in modo delicato, mi toglie la giacca, sbottona la camicia, delicata, nei suoi gesti si sente tutta la sua insicurezza nell'essere li con me, la lascio fare senza intervenire poi la vedo afferrare il vestito per sfilarlo, sale centimetro dopo centimetro a svelare il mio bottino e proprio in quel momento distolgo lo sguardo da lei, con calma vado verso il letto dandole le spalle, questo ha minato le sue sicurezze, proprio mentre mi si stava donando l'abbandono come non mi interessasse, resta di ghiaccio. Mi siedo sul letto, comodo poi pianto ancora gli occhi nei suoi e con tono calmo:
"Avanti... Spogliati... completamente e poi resta immobile!"

Mi spiazza. Mi lascia lì, con le mani sul vestito appena appena alzato. Mi ignora per un lungo istante. Mi giro come una furia, pronta a dirgli quello che penso, quando si gira e si siede sul letto. Gli occhi nei miei e mi ipnotizza e di colpo la furia si è calmata. "Avanti... Spogliati... completamente e poi resta immobile!" Spogliarmi... lo stavo facendo. Ma non così... non mi piace mostrarmi. No, non è vero, mi piace mostrarmi, ma alle mie condizioni, non mi piace essere in mostra, non mi piace essere sotto esame. Sono a mio agio nuda, nonostante le imperfezioni e le morbidezze del mio corpo. Ma un conto è essere nuda affianco a qualcuno, farmi perlustrare dalle dita, dal naso, dalla lingua... un altro conto è essere esposta a questa distanza. Permettere al suo sguardo di indugiare su di me, sulle parti di me che non amo, di cogliermi nella mia interezza e osservare i particolari. "Avanti... Spogliati... completamente e poi resta immobile!" Deglutisco, sospiro. I pugni si sciolgono. Afferro il vestito e lo sfilo, lentamente, dalla testa. Lo getto sulla sedia. Slaccio il reggiseno che lo segue. E sono nuda. Con gli orecchini e lo spillone tra i capelli. Dovrò togliere anche quelli? Decido per il si. Sfilo gli orecchini e lo spillone, mi avvicino alla sedia e li appoggio al sedile. Ora sono veramente nuda. Inerme. Mi riposiziono alla stessa distanza dal letto. Ferma. Immobile. Offerta al suo sguardo. E attendo il nuovo ordine.

Quello che sto facendo è sbagliato con la donna che ho davanti, lo so bene, la sto mettendo a disagio, sto rischiando di spegnere il suo fuoco, forte, intenso ma instabile ma devo farlo, è fondamentale e devo osare per sapere cosa cerca. Si spoglia davanti a me, rabbia che passa nei suoi occhi come un fulmine ma sembra sopita per ora, è nuda, non aveva gli slip, mi fa piacere ma non mi stupisce più di un tanto per quanto sia significativo, molto significativo. Quello che fa poi mi colpisce davvero, toglie gli orecchini, si libera dello spillone mentre i capelli cadono liberi, affascinante, come lo sapeva??? Ora è veramente nuda, proprio come piace a me, solo lei senza nulla a sporcare la sua bellezza, sono affascinato. La osservo li immobile, devo riflettere e prendo tempo facendole pagare la sua scelta di assecondarmi. Avrei potuto godere di una notte semplice in sua compagnia, solo sesso, appagante, intenso, sarebbe stata un'esperienza indimenticabile ne sono certo ma sarebbe stata una scelta egoista. Se è li davanti a me, in questa scomoda situazione, è perché vuole che le faccia provare qualcosa di nuovo, vuole che le faccia incontrare le sue fantasie più nascoste e non voglio deluderla ma la conosco poco, devo muovermi con attenzione, cercare di capirla in poco tempo, con poca esperienza. Sto tirando una corda davvero troppo tesa, se sbaglio si romperà e sarà tutto rovinato ma se riesco suonerà una melodia paradisiaca per tutti e due. Va bene, vuoi sapere cosa significa essere schiava??? Non sei pronta, lo so ma forse, forse sei pronta ad un assaggio, il primo, quello fondamentale che ci dirà se fa per te o no. Mi alzo, non guardo più i suoi occhi ma solo il corpo esposto, osservo ogni curava, ogni anfratto, ogni imperfezione con calma. Mi avvicino ma mai abbastanza, sono lento, metodico, le giro attorno e scompaio alla sua vista per un tempo che deve sembrarle eterno. Il silenzio ci avvolge per lunghi minuti, non la tocco mai ma è ora di darle forza, mi avvicino ancora, mi sporgo alle sue spalle ma evito sempre il contatto, le labbra a sussurrarle in un orecchio, appena percettibile, come un segreto fra noi, come una parentesi nel nostro gioco: "Sei eccezionale, bellissima e mi stai stupendo, ti adoro" poi mi metto davanti a lei, ci sfioriamo appena e con tono perentorio: "In ginocchio! Sai cosa voglio!"...

Reggo lo sguardo. E' una sfida e una prova. Ed è un ordine. Lo so. Come sapevo che sarebbe arrivata questa richiesta. Ma si va ai miei tempi. Almeno in questo... per questo piccolo gesto... Resto con gli occhi fissi nei suoi e scendo in ginocchio. Senza toccarlo minimamente. Le mani si alzano a slacciare la cintura. Il mio verde perso nei suoi occhi scuri. Mi indaga mentre gli slaccio i pantaloni. Lo faccio con cautela e con calma assoluta. So cosa sto facendo e so come farlo. E ... non sarai molto diverso dagli altri uomini... ti piacerà quello che ti farò, sono presuntuosa in questo, sono sicura che ti piacerà... I calzoni finiscono a terra. I boxer seguono un istante dopo. I miei occhi nei tuoi. L'odore forte, potente, inebriante, del tuo desiderio mi avvolge. Non mi serve guardare per sapere che sei eccitato. Per sapere che non vedi l'ora che la mia bocca si avvicini. Per sapere che è tutta la sera che non aspetti altro. Ora, solo ora la mia mano si avvicina, ti afferra dolcemente, con due dita, non mi serve di più. Solleva dolcemente, perché c'è una cosa da cui voglio iniziare... Mi piego leggermente, piego la testa un po' da un lato e, sempre guardandoti negli occhi, tiro fuori la lingua e partendo dalla base, la passo su tutta l'asta, a saggiarne la lunghezza e verificare quanto mi stai desiderando. Arrivo fino alla punta e tengo la lingua appoggiata al glande, facendoti immaginare la successiva immissione nella mia bocca... ma non lo faccio. Torno a leccare l'asta. Torno a percorrere la tua lunghezza. Torno a inebriarmi del tuo profumo. Di nuovo il tuo glande sulla mia lingua. I miei occhi sempre incollati nei tuoi. E ancora un terzo passaggio... Più umido, più saliva sulla lingua, più voglia nella mia bocca... di averti nella mia bocca. Attendo un istante così, quasi da fotografare, da far sì che quest'immagine ti resti per sempre, poi con calma e decisione ti privo del mio sguardo e affondo la bocca attorno al tuo sesso. E scendo. Ti prendo, ti faccio mio. Più che posso, fino alla base non ce la posso fare, ma ti faccio sentire il fondo della mia bocca. E ti massaggio con la lingua. Poi sfilo piano, premendo con la lingua contro il palato. Muovendola poi quando arrivo al frenulo, per poi sfilarti completamente dalla bocca e appoggiare il glande alla lingua. I miei occhi di nuovo nei tuoi. Un lampo di luce... un guizzo... sei uomo anche tu, quindi... E torno a leccare l'asta come fosse un gelato... dalla base, alla punta. E ti assaggio di nuovo fino a quanto posso, fino al fondo della bocca... e annuso il tuo odore, me ne beo, mi inebrio. Ti venero. Venero il tuo sesso. Con passione, con tutta la passione che posso mettere in questo gesto, continuo il mio sapiente e attento lavoro di leccate e inserimenti... di titillamenti e leggeri risucchi. Le mie mani ormai sono sulle tue cosce, a tenerti fermo, a spingerti dolcemente verso di me. "Vuoi sederti?" sussurro guardandoti e leccandomi le labbra...

In piedi, nuda davanti a me, bella, desiderabile, ti desidero, troppo, perché? I tuoi occhi cambiano espressione, avevo incrinato le tue sicurezze chiedendoti di mostrarti, lasciarti esaminare ma ora, ora brillano di nuovo, ti piace quello che ti ho chiesto, ti mette a tuo agio, sei spavalda, vorrei sorridere ma il mio ruolo non me lo permette e resto impassibile ad attendere. E' tonata la gatta, sensuale nel muoversi, sicura in quello che fa, ti abbassi guardandomi, sfidandomi, non abbassi mai lo sguardo nello spogliarmi, neanche quando vedo la tua lingua fare capolino dalle morbide labbra, mi lecchi, dalla base alla punta e il mio cuore accelera attendendo il momento in cui mi ospiterai nella bocca ma non ti ho ancora vinta, vuoi il controllo, vuoi che ti desideri e ci riesci, continui a leccare, mi fai attendere, avrei voglia di prenderti la testa e spingermi in te ma se tu sei caparbia io non sono da meno e resisto, resisto fino a quando, finalmente, decidi di accontentarmi. Scivolo dentro di te, non tutto ma abbastanza da stupirmi, socchiudo gli occhi mentre sospiro, in silenzio, non puoi vedermi ora, mentre mi lascio andare ma solo per un istante, quando mi fai uscire continuando a leccarmi solo la cappella mi sono ricomposto o almeno credo ma i tuoi occhi che tornano a inchiodarsi ai miei, mi fanno pensare di essere stato beccato, che tipa che sei ma va bene lo stesso, sei brava ed è giusto che si veda nelle mie reazioni. Continui il tuo lavoro di leccate e affondi, è veramente difficile stare fermo, non dare sfogo a quello che provo muovendomi nella tua bocca, in quella splendida bocca che mi offri ma voglio farti fare tutto da sola, non voglio aiutarti e, decisamente, non hai bisogno di aiuto. Mi godo ogni istante, mi godo il tuo impegno, sei impeccabile, non cerchi scuse, le tue mani sono sulle mie cosce ed usi solo la bocca, è paradisiaco... "Vuoi sederti?" "eh? cosa? cacchio, il mio cervello se ne è andato in vacanza per un istante, voglio sedermi? boh, e chi ci pensava ma poi, perché no?" ok, ok, forse ti ho sottovalutata e questo mi intriga, siamo solo all'inizio e le cose si stanno facendo interessanti, tutto questo coinvolgimento vuol solo dire che posso osare di più. Prendo le tue mani, ti aiuto ad alzarti, ancora di fronte a me, sempre nuda, sempre irresistibile, ti rubo un bacio, solo un istante ma mi andava tanto e poi mi piace sentire il mio sapore sulle tue labbra. Indietreggio trascinandoti con me, mi stacco, a malincuore, dalle tue labbra e mi siedo, tu in piedi fra le mie gambe aperte, mi sdraio sul letto, le gambe piegate al di fuori del materasso, incrocio le mani dietro la testa e chiudo gli occhi...

Mi fai alzare? Perché? Sorrido nel realizzare che hai voglia di un mio bacio. Di un contatto più personale. E mi piace. Mi piace che mi desideri. Mi piace che non sono solo un oggetto del divertimento. Mi piace stringermi sul tuo corpo, sentire i tuoi muscoli che reagiscono al calore del mio corpo, agli sfioramenti delle mie dita... Ti metti comodo. Ora mi metto comoda anch'io. Afferro un cuscino e lo butto a terra, ai tuoi piedi, tra le tue gambe. Mi ci inginocchio e mi appoggio alle tue cosce. Tra le tue gambe... l'oggetto delle mie attenzioni, il centro del mio mondo. Orgoglioso della sua fisicità, del suo turgore, prepotente nella sua sicurezza, sfida il cielo con un piglio di superiorità. E fa bene... Mi avvicino con entrambe le mani. E lo accolgo tra esse, come se fosse il centro di una preghiera. Resta fuori un lembo di pelle alla base, davanti alla mia bocca. Da qui riparto. Da qui la mia lingua si incolla. Da qui inizia la mia scalata. Vediamo come affrontare questa sfida... La lingua sale piano, mentre anche le mani si muovono verso l'alto, a sfilare tutta questa prepotente erezione dalla copertura creata. La lingua si stacca, le mani tornano giù... con una leggera pressione, le dita allargate a circondarlo. La lingua si riattacca. Sale. In sincrono con le mani. Poi si stacca e le mani tornano giù. Piego la testa leggermente di lato, piego il busto e con la lingua vado a accarezzare i due gioielli che stanno qui sotto... mentre le mani continuano la preghiera attorno all'asta, premendo piano con la punta delle dita quando arrivano all'altezza del glande. La lingua si prende cura delle rotondità, coccola, soppesa, sposta, con dolcezza e con lentezza, con leggerezza e con cautela. Piano aspiro e con le labbra mi impossesso di uno di questi gioielli preziosi, e tenendolo in bocca lo succhio piano accarezzandolo con la lingua. Il tuo respiro è un po' accelerato, deduco che il massaggio ti stia piacendo. Te lo stai godendo, lì disteso, braccia dietro la testa... Mi dedico solo a te, forse non ti aspettavi questa dedizione, ma di sicuro non ti dispiace. Torno con la lingua su quel triangolino di pelle libero alla base dell'asta. E di nuovo salgo con le mani. Ma quando arrivo in cima apro leggermente la bocca e inizio un massaggio al glande fatto di pressioni e leggeri inserimenti. Infilo e sfilo, premo leggermente e lecco. Concentro tutte le mie attenzioni al glande, in questo momento per me è una parte per il tutto... Se mi impegno e ne ho voglia, potrei farti venire solo dedicandomi a lui, con questi piccoli inserimenti, con queste pressioni delle labbra, con queste lappate di lingua. Ma non è quello che voglio. Apro un po' di più le labbra e senza preavviso, senza togliere le mani, senza modificare il ritmo scendo di colpo imboccando quanta più parte di te riesco. Hai un sussulto. Non ti aspettavi il cambiamento. Ti piaceva il massaggio. Ma ora, il massaggio è più completo, più profondo... Il tuo sesso scorre nella mia bocca ed è venerato dalle mie mani, una si sposta e va ad accarezzare i gioielli, stringendoli piano, per poi spostarsi nella zona del perineo, subito dietro. E lì premo, dolcemente ma con fermezza, con le nocche, mentre la bocca scorre e l'altra mano la supporta. La tua asta è ormai ricoperta di umori: la mia saliva mescolata alle tue gustose goccioline. Aumento un po' il ritmo. Voglio farti venire.

Sei comoda nel prenderti cura del mio sesso, ti diverti a massaggiarlo, scorrerlo e non dimentichi neanche i testicoli, è piacevole sentirli entrare fra le tue labbra, sentire la tua lingua che li stuzzica ma poi torni al pene, sussulta sotto i tuoi colpi, lo stimoli in vari punti, con calma, attenzione, sei brava, di solito ci vogliono mesi per avere tanto e questa è una gradita sorpresa ma poi ti fai più audace, imbocchi appena la punta, la succhi, la stimoli e mi fa effetto, stare fermo è sempre più complicato ma ho deciso di godermi la tua maestria senza intervenire ed è quello che farò solo che poi ti schiudi, mi accogli, scivolo lubrificato in te e questo mi da i brividi, mentre massaggi con la bocca, con le mani, mi sciolgo, mi lascio andare, gemo perché tu sappia quanto lo apprezzo. Nel momento in cui le tue dita vanno a stimolare quel punto sensibile poco sotto il mio sesso mi rendo conto di essere vicino al limite, il desiderio di alzarmi, afferrare il tuo corpo invitante, palpare i tuoi seni mentre sono proprietario delle tue labbra è fortissimo ma non voglio disturbarti, sei eccezionale e non ho motivo di intervenire ma... Ma sono un gentiluomo e non mi piace rubare nulla, voglio che tutto mi venga donato, mi alzo a sedere, afferro il tuo viso, un bacio, ogni volta che ne ho la possibilità non riesco ad evitare di baciarti e mentre le labbra si sfiorano, sottovoce: "Stai per farmi godere, se vuoi che il mio seme vada sprecato é meglio che non usi più queste stupende labbra" libero il tuo viso e mi stendo di nuovo...

Le tue mani sul mio viso, inattese, a staccarmi dal mio gioco, a privarmi del tuo sesso, ad arrestare il mio ritmo... "Stai per farmi godere, se vuoi che il mio seme vada sprecato è meglio che non usi più queste stupende labbra" Sgrano gli occhi. Mi lecco le labbra. "Non è sprecato. Spero vorrai donarmelo, farmelo bere, farti assaggiare. Lo voglio nella mia bocca..." Torni a stenderti con un sospiro. Lo prendo come un segnale di via libera. Ci sarà tempo per avere altro da te, non è ora che voglio che tu sia attivo con il mio corpo. Ora voglio berti, godermi il tuo orgasmo, esserne artefice e bearmene... Le mani non si erano fermate che un istante. Un lungo incredibile istante in cui mi ero persa nei tuoi occhi, in cui la tua bocca ha assaggiato il tuo sapore dalla mia, in cui il mondo è rimasto con il fiato in sospeso. Ma ora... ora si muovono di nuovo, piano dapprima. Con lenti misurati movimenti. Sempre di venerazione. La mia bocca sulla punta del tuo sesso. Una mano saldamente alla base dell'asta, l'altra a tracciare piccoli cerchi sul tuo perineo. Affondo di nuovo attorno a te, di nuovo fino a dove posso, di nuovo a prendere tutto quello che riesco, di nuovo ad avvicinarmi il più possibile alla tua pelle, di nuovo ad annusare il tuo odore. Gemi e la mia lingua preme con forza il tuo sesso sul palato, stringendo l'apertura mentre ti sfilo piano, infinitamente piano. Mentre mi fermo a strofinare il tuo frenulo con la punta della lingua, orizzontalmente e velocemente per poi di nuovo affondare attorno a te, assaggiarti e impossessarmi di te. Mi sfilo ancora e con la lingua giro intorno il bordo del glande, quella specie di gradino che tanto mi piace seguire. Di nuovo sul frenulo e poi mi immergo ancora in te, attorno a te, di te, su te. Stringendo le labbra. Rendendo l'accesso più stretto. Gemi e sussulti. Ormai sei vicino, non mi sfilo più. Voglio sentire il tuo sapore, gustarlo appieno. Inizio a percorrere la lunghezza dell'asta un po' più velocemente, la mano allo stesso ritmo della bocca, mi muovo tutta per assecondare il movimento e essere sicura che tu ne goda completamente. I miei capelli mi oscillano intorno e ti solleticano la pancia mentre l'altra mano continua le piccole rotazioni con le nocche, dolcemente. La saliva mi cola dalla bocca, a inumidire la mano, a bagnare la tua voglia, a lubrificare lo scorrimento. Finché il tuo corpo ha uno spasmo. La tua mano arriva prepotente sulla mia testa solo ad appoggiarsi, per sottolineare che tu ci sei e il tuo getto caldo si riversa nella mia bocca, in gola... un lungo fiotto di te ... interminabile, abbondante, mi cola agli angoli della bocca... ma continuo il movimento, rallento, allungo l'ampiezza. Uso entrambe le mani, di nuovo. Inghiotto. E poi sempre rallentando comincio a ripulire quanto non sono riuscita a inghiottire, lunghe lappate al tuo sesso che soddisfatto ancora rilascia qualche goccia, fino a quando non lo sento perdere consistenza e rilassarsi. Sono eccitata, soddisfatta, tranquilla. Sì, tranquilla ed eccitata insieme, strano, ma io sono così... "Grazie per avermelo permesso, hai un buon sapore" sussurro...

Mentre mi scarico nella tua bocca gemo per il godimento che provo e tu continui, fino alla fine, il tuo lavoro è stato eccezionale e curi anche i dettagli, sussulto mentre le sensazioni si fanno troppo intense ma non mi oppongo, ti lascio fare come è giusto che sia e quando, alla fine, ti stacchi, sorridendo beatamente, ti tiro a me, al mio fianco sul letto, ti abbraccio, ti stringo, ti bacio teneramente, sono vuoto e sto bene mentre il tuo corpo nudo si struscia sul mio.

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scritto il
2025-03-10
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