Masturbazioni
di
Lucrezia
genere
masturbazione
E' un racconto che ho scritto qualche anno fa, mi rappresenta molto quindi è una piccola specie di biografia letteraria.
Prendetela per quel che è.
E' il racconto delle mie masturbazioni, presenti e passate, mentali perché tutto nasce dalla mente e ovviamente fisiche perché se rimanessero solo nella mente non sarebbero che voli senza ali.
Io mi masturbo da quando ero piccola, dai 14 anni circa e visto che ora di anni ne ho 28 a pensarci sono proprio 14 anni che lo faccio; una volta al giorno farebbero più di 5000 masturbazioni un numero impressionante ma non definitivo, infatti non voglio mica fermarmi.
Sicuramente non lo faccio tutti i giorni anche se nella settimana almeno un paio di giorni mi capita di dedicarli a questa piacevole pratica, e siccome non sempre mi masturbo per una volta sola quel numero probabilmente non è troppo campato in aria.
Vi confesso che facendo quel semlice calcolo non mi sono spaventata ma anzi compiaciuta.
Parlavo di fantasia oltre che di realtà, ma la fantasia sta nel fatto che quando mi masturbo mi immagino un mio mondo in cui sesso e dolcezza, amore e gentilezza sono parte di esso, ma la realtà è che anche quando scrivo queste storie mi masturbo, prima con la mente e poi con il corpo, godo a scrivere e godo nel pensare a ciò che scrivo, anzi, devo stare attenta a ciò che metto su Annunci69 o temo che mi censurerebbero.
Esagerata! Lo so lo sento che lo state pensando, ed in effetti un po' ho esagerato, ma a me piace esagerare!
Mi piace essere oscena, ma sono timida, mi piacerebbe essere esibizionista ma la mia timidezza me lo impedisce e questa dello scrivere è l'unica volta in cui mi concedo totalmente.
Quindi sarò quanto più oscena mi permetterà lo scrivere, spero di riuscire a trasmettervi così le emozioni che ora attraversano il mio corpo.
Ora sono in ufficio, davanti a me in una scrivania un po' defilata c'è una mia collega, è un tipo mentalmente un po' rigido, fa il filo al capo che non se la fila, tutto sommato è un tipo insignificante, non mi piace affatto. E io non piaccio a lei.
Lei non può vedere il mio PC e se sapesse cosa sto scrivendo credo che correrebbe di la a dirlo al "suo" capo, ma a me non me ne frega nulla, ora ho solo voglia di godere, se solo sapesse cosa mi passa per la mente adesso... ma a voi lo dico, mentre lo faccio.
Ho caldo, ho su un collant abbastanza leggero, 15 denari sotto la gonna a tubo, la poltroncina della scrivania da quattro soldi ha la seduta di stoffa abbastanza ruvida, sedendomi ho fatto in modo da strusciarci il culo così da far salire un poco la gonna, poi con un gesto "casuale" l'ho tirata giù, ma non troppo, ora è a metà coscia, lei mi ha visto nella manovra e mi ha fatto il suo solito scialbo sorrisetto di circostanza, per lei io sono solo un inutile corredo del "suo" ufficio.
Ora accavallo le gambe strusciandole tra di loro, la sensazione del nylon è piacevole e aumenta la sensazione di caldo nel mio corpo, se fossi sola mi sarei già toccata le cosce passandoci su la mano per ritirarla subito dopo puntado le unghie per darmi dei brividi.
Devo fermarmi un attimo scusatemi.
Ho l'affanno, ho voglia di stravaccarmi e allargare le gambe per passarci in mezzo la mia mano, stringere un poco, chiudere gli occhi e lasciarmi andare; ma non posso farlo, allora mi sporgo in avanti verso la scrivania e non vista struscio almeno il mio seno sul bordo della stessa.
Sento sotto la stoffa della camicetta il bordo del reggiseno che si arrotola, sento la curva del mio seno e penso di riuscire a far scendere almeno sotto il capezzolo il bordo del reggiseno a balconcino che porto sotto, sarà dura ma ci provo, più che altro perché mi piace la sensazione di sentire i capezzoli che si induriscono, lo faccio guardandola e fermandomi quando mi guarda, non voglio che mi veda farlo, che schiatti!
Ho la salivazione alta come direbbe Fantozzi, i seni mi fanno male, i capezzoli sono diventati sensbili, il reggiseno è sempre al suo posto ma ora struscio delicatamente le punte dei capezzoli sul bordo della scrivania, è un piacere sentire le scosse elettriche che si dipartono da essi.
E' piacevole sentire la durezza dei miei capezzoli che tentano di forzare il bordo di plastica della scrivania, puro inutile sforzo che però mi da sensazioni fantastiche e la voglia quasi incontrollabile di strizzarmeli con le dita, quasi mi va di andare in bagno a togliermi il reggiseno.
Ma no, non voglio muovermi, non voglio interrompere questa goduria, questo momento, se mi alzo si interrompe la magia, magari si alza lei per i suoi innumerevoli caffè, la macchinetta è davanti l'ufficio del capo; se esce mi tolgo il reggiseno qui!
Scavallo le gambe, mi sposto col culo sulla sedia, struscio le mie cosce una sull'altra, sento la figa pulsare, so che è bagnata ma vorrei allungare una mano per toccarmi e godere della sensazione di consapevolezza.
Mi tolgo una scarpa con fare languido mi accarezzo il piede e poi rimetto la scarpa, nell'operazione tirando su la gamba la gonna si è alzata un altro poco e allargando la coscia ho sentito il tallone del collant che strusciare sulle labbra della figa, chissà che non scopra così un nuovo modo di masturbarmi.
Si alza, cavolo esce se ne va, ovviamente non mi degna nemmeno di un cenno, esce e basta, meglio.
Ragazzi mi infilo le mani sotto la camicia a staccare i gancetti del reggiseno ma non sarà facile sfilarlo, la camicetta ha le maniche lunghe e dovrei toglierla per completare l'operazione, un momento e vi racconto.
Ecco fatto, cavolo che operazione, sono andata ad aprire un'anta dell'armadietto e seminascosta mi sono aperta la camicetta, sfilata una manica e tirato via il reggiseno dal braccio, poi mi sono ricomposta in fretta, la pausa caffè mica dura in eterno, ora il reggiseno riposa nella mia borsetta accanto agli slip che avevo tolto all'ora di pranzo nel bagno.
Ora sono più libera, più arrapata che mai, ora ho una voglia di scopare che la metà basterebbe, anzi no, non sarebbe mai abbastanza!
Riprovo a strusciarmi, che goduria, mi tocco i capezzoli da sopra la camicetta, chiudo gli occhi e mi godo la sensazione, mi passo le mani sulle coscie libere dalla gonna fino all'inguine, cazzo che scosse, cazzo che voglia.
Basta! La stronza starà per tornare, mi ricompongo un poco, poco però, tiro già la gonna giusto fino a metà coscia e mi metto a scrivere qui.
Eccola è tornata, decido che è il mio momento, mi sono rotta di questo gioco, sono nervosa ho un bisogno fisico di godere ora.
Mi alzo prendo la borsetta e gentilmente le dico che esco un attimo per andare in bagno, io sono superiore alla sua boria e gentilmente la metto sempre al corrente di quello che faccio, quindi esco.
Passo davanti alla macchina del caffè, ci sono due colleghi e il fantomatico capo, li guardo sorrido e passo oltre accentuando un poco lo sculettamento, se sapessero quanto sono arrapata e fradicia mi salterebbero addosso e io non solo non li fermerei ma allargherei oscenamente le gambe accogliendoli.
Scendo di un piano, sono nel centro commerciale, oggi c'è abbastanza gente e io mi beo di passare atraverso quel mare di gente arrapata e quasi nuda; ancheggio volutamente un po' di più, non sguaiatamente certo ma in modo da attirare un poco l'attenzione, ho voglia che mi guardino, sicuramente ho stampata in faccia la mia voglia, ho le labbra dischiuse e il respiro mi esce affannato e caldo.
Arrivo nel bagno dei visitatori, è affollato, così mi piace, entro subito dentro, sono fortunata a trovarne uno libero, mi tiro su la gonna rivoltandola in su, mi slaccio la camicetta liberando i miei seni, mi strizzo i capezzoli, mi metto la mano tra le gambe e godo a sentire il tallone del collant bagnato.
Allora prendo il bordo del collant e lo tiro, sento che spinge in su verso il clitoride, è una goduria ma voglio di più, tiro ancora, tiro come una pazza e il colant si strappa.
Cazzo! Cazzo un corno, magari ne avessi uno qui ora!
Prendo il collant e tirandolo lo strappo sulle cosce, lo tiro e si rompe, 15 denari non sono tanti, lo rompo, mi tolgo le scarpe e a pieid nudi nel cesso sporco mi strappo il collant di dosso, poi lo passo sulla figa fradicia, mi siedo sulla tazza sporca, mi passo il collant sui seni, sul volto aspirando il mio odore, poi un'idea folle, ne strappo un pezzo abbastanza grosso lo appallottolo con le mani e inizio a infilarmelo nella figa; con una mano mi allargo le labbra e con l'altra lo spino dentro, ansimo, godo di quest'improvvisato cazzo di stoffa.
Ne lascio un lembo fuori e mi sditalino il clitoride bagandolo con la mia saliva, sputandoci sopra, qualcuno bussa alla porta, e cazzo!
Con una voce rauca rispondo con un classico "occupato", pensi quel cazzo che gli pare.
Cazzo, cazzo, cazzo me lo ripeto dentro il cervello mentre mi distruggo il clitoride con il pollice e l'indice di una mano, poi all'improvviso godo, lo sguardo che muore, il respiro si fa forte e poi un rantolo, intorno a me non c'è più nulla, sento solo le scosse che salgono su dal mio bacino, non me ne frega più un cazzo di nulla.
Cazzo, ancora questa parola, ne sono ossessionata, probabilmente è ora di scopare Lucrezia, non puoi continuare così.
Mi alzo a stento per ricompormi, respiro affannoso ma più normale, mi chiudo la camicetta, guardo il pezzo di collant che ancora pende dalla figa, provo a togliermelo ma sento delle fitte venire da lì, ancora vogliosa?
Ma si chi se ne frega oggi va così, resta lì, sarà il mio segreto con quella stronza della collega, guardo l'ora, manco dall'uffico da 15 minuti.
Giù la gonna, una ripulita alla bell'e meglio, infilo le scarpe, cazzo io in un bagno schifido a fare certe cose, ci rido su, esco i pezzi del collant sono nella borsetta, non vedo nessuno di chi mi sta intorno, quasi scappo verso il piano superiore, un cestino e butto i resti del collant.
Sono su, il capo mi chiama, mi chiede dove mi sono andata a infilare, dice che la Paola, la chiama così con l'articolo davanti al nome, gli ha detto che ero uscita senza dirle dove andavo e che .... la stronza, glielo avevo detto eccome dove andavo.
Ok dico io, sono andata in bagno di corsa, ho avuto l'australiana ricorda? Purtroppo ho ancora delle scariche e devo correre in bagno, anzi ora che ci sono le dico pure che per la fretta ho rotto il collant, quindi se non le spiace, vorrei scendere cinque minuti a comprarne uno di ricambio, posso?
Sì, e allora vado, cinque minuti e sono da intimissimi, ne prendo uno da 20 denari, scuro, cinque minuti e sono già su, faccio vedere dal vetro la confezione nuova al capo sorridendogli maliziosa, non entro in ufficio, questa volta vado nel nostro bagno e mi cambio, guardo il pezzo di collant che spunta dlla mia figa, vorrei lasciarlo lì, ma no, non è igienico, lo sfilo piano, goduria sentirlo uscire ma ora no, non ho più le voglie, sono solo incazzata con la stronza.
Mi infilo quello nuovo, altre sensazioni, esco dal bagno ed entro nel mio ufficio, entrando saluto il capo con un ciao e un sorriso.
Tiè maledetta stronza ;-)
Prendetela per quel che è.
E' il racconto delle mie masturbazioni, presenti e passate, mentali perché tutto nasce dalla mente e ovviamente fisiche perché se rimanessero solo nella mente non sarebbero che voli senza ali.
Io mi masturbo da quando ero piccola, dai 14 anni circa e visto che ora di anni ne ho 28 a pensarci sono proprio 14 anni che lo faccio; una volta al giorno farebbero più di 5000 masturbazioni un numero impressionante ma non definitivo, infatti non voglio mica fermarmi.
Sicuramente non lo faccio tutti i giorni anche se nella settimana almeno un paio di giorni mi capita di dedicarli a questa piacevole pratica, e siccome non sempre mi masturbo per una volta sola quel numero probabilmente non è troppo campato in aria.
Vi confesso che facendo quel semlice calcolo non mi sono spaventata ma anzi compiaciuta.
Parlavo di fantasia oltre che di realtà, ma la fantasia sta nel fatto che quando mi masturbo mi immagino un mio mondo in cui sesso e dolcezza, amore e gentilezza sono parte di esso, ma la realtà è che anche quando scrivo queste storie mi masturbo, prima con la mente e poi con il corpo, godo a scrivere e godo nel pensare a ciò che scrivo, anzi, devo stare attenta a ciò che metto su Annunci69 o temo che mi censurerebbero.
Esagerata! Lo so lo sento che lo state pensando, ed in effetti un po' ho esagerato, ma a me piace esagerare!
Mi piace essere oscena, ma sono timida, mi piacerebbe essere esibizionista ma la mia timidezza me lo impedisce e questa dello scrivere è l'unica volta in cui mi concedo totalmente.
Quindi sarò quanto più oscena mi permetterà lo scrivere, spero di riuscire a trasmettervi così le emozioni che ora attraversano il mio corpo.
Ora sono in ufficio, davanti a me in una scrivania un po' defilata c'è una mia collega, è un tipo mentalmente un po' rigido, fa il filo al capo che non se la fila, tutto sommato è un tipo insignificante, non mi piace affatto. E io non piaccio a lei.
Lei non può vedere il mio PC e se sapesse cosa sto scrivendo credo che correrebbe di la a dirlo al "suo" capo, ma a me non me ne frega nulla, ora ho solo voglia di godere, se solo sapesse cosa mi passa per la mente adesso... ma a voi lo dico, mentre lo faccio.
Ho caldo, ho su un collant abbastanza leggero, 15 denari sotto la gonna a tubo, la poltroncina della scrivania da quattro soldi ha la seduta di stoffa abbastanza ruvida, sedendomi ho fatto in modo da strusciarci il culo così da far salire un poco la gonna, poi con un gesto "casuale" l'ho tirata giù, ma non troppo, ora è a metà coscia, lei mi ha visto nella manovra e mi ha fatto il suo solito scialbo sorrisetto di circostanza, per lei io sono solo un inutile corredo del "suo" ufficio.
Ora accavallo le gambe strusciandole tra di loro, la sensazione del nylon è piacevole e aumenta la sensazione di caldo nel mio corpo, se fossi sola mi sarei già toccata le cosce passandoci su la mano per ritirarla subito dopo puntado le unghie per darmi dei brividi.
Devo fermarmi un attimo scusatemi.
Ho l'affanno, ho voglia di stravaccarmi e allargare le gambe per passarci in mezzo la mia mano, stringere un poco, chiudere gli occhi e lasciarmi andare; ma non posso farlo, allora mi sporgo in avanti verso la scrivania e non vista struscio almeno il mio seno sul bordo della stessa.
Sento sotto la stoffa della camicetta il bordo del reggiseno che si arrotola, sento la curva del mio seno e penso di riuscire a far scendere almeno sotto il capezzolo il bordo del reggiseno a balconcino che porto sotto, sarà dura ma ci provo, più che altro perché mi piace la sensazione di sentire i capezzoli che si induriscono, lo faccio guardandola e fermandomi quando mi guarda, non voglio che mi veda farlo, che schiatti!
Ho la salivazione alta come direbbe Fantozzi, i seni mi fanno male, i capezzoli sono diventati sensbili, il reggiseno è sempre al suo posto ma ora struscio delicatamente le punte dei capezzoli sul bordo della scrivania, è un piacere sentire le scosse elettriche che si dipartono da essi.
E' piacevole sentire la durezza dei miei capezzoli che tentano di forzare il bordo di plastica della scrivania, puro inutile sforzo che però mi da sensazioni fantastiche e la voglia quasi incontrollabile di strizzarmeli con le dita, quasi mi va di andare in bagno a togliermi il reggiseno.
Ma no, non voglio muovermi, non voglio interrompere questa goduria, questo momento, se mi alzo si interrompe la magia, magari si alza lei per i suoi innumerevoli caffè, la macchinetta è davanti l'ufficio del capo; se esce mi tolgo il reggiseno qui!
Scavallo le gambe, mi sposto col culo sulla sedia, struscio le mie cosce una sull'altra, sento la figa pulsare, so che è bagnata ma vorrei allungare una mano per toccarmi e godere della sensazione di consapevolezza.
Mi tolgo una scarpa con fare languido mi accarezzo il piede e poi rimetto la scarpa, nell'operazione tirando su la gamba la gonna si è alzata un altro poco e allargando la coscia ho sentito il tallone del collant che strusciare sulle labbra della figa, chissà che non scopra così un nuovo modo di masturbarmi.
Si alza, cavolo esce se ne va, ovviamente non mi degna nemmeno di un cenno, esce e basta, meglio.
Ragazzi mi infilo le mani sotto la camicia a staccare i gancetti del reggiseno ma non sarà facile sfilarlo, la camicetta ha le maniche lunghe e dovrei toglierla per completare l'operazione, un momento e vi racconto.
Ecco fatto, cavolo che operazione, sono andata ad aprire un'anta dell'armadietto e seminascosta mi sono aperta la camicetta, sfilata una manica e tirato via il reggiseno dal braccio, poi mi sono ricomposta in fretta, la pausa caffè mica dura in eterno, ora il reggiseno riposa nella mia borsetta accanto agli slip che avevo tolto all'ora di pranzo nel bagno.
Ora sono più libera, più arrapata che mai, ora ho una voglia di scopare che la metà basterebbe, anzi no, non sarebbe mai abbastanza!
Riprovo a strusciarmi, che goduria, mi tocco i capezzoli da sopra la camicetta, chiudo gli occhi e mi godo la sensazione, mi passo le mani sulle coscie libere dalla gonna fino all'inguine, cazzo che scosse, cazzo che voglia.
Basta! La stronza starà per tornare, mi ricompongo un poco, poco però, tiro già la gonna giusto fino a metà coscia e mi metto a scrivere qui.
Eccola è tornata, decido che è il mio momento, mi sono rotta di questo gioco, sono nervosa ho un bisogno fisico di godere ora.
Mi alzo prendo la borsetta e gentilmente le dico che esco un attimo per andare in bagno, io sono superiore alla sua boria e gentilmente la metto sempre al corrente di quello che faccio, quindi esco.
Passo davanti alla macchina del caffè, ci sono due colleghi e il fantomatico capo, li guardo sorrido e passo oltre accentuando un poco lo sculettamento, se sapessero quanto sono arrapata e fradicia mi salterebbero addosso e io non solo non li fermerei ma allargherei oscenamente le gambe accogliendoli.
Scendo di un piano, sono nel centro commerciale, oggi c'è abbastanza gente e io mi beo di passare atraverso quel mare di gente arrapata e quasi nuda; ancheggio volutamente un po' di più, non sguaiatamente certo ma in modo da attirare un poco l'attenzione, ho voglia che mi guardino, sicuramente ho stampata in faccia la mia voglia, ho le labbra dischiuse e il respiro mi esce affannato e caldo.
Arrivo nel bagno dei visitatori, è affollato, così mi piace, entro subito dentro, sono fortunata a trovarne uno libero, mi tiro su la gonna rivoltandola in su, mi slaccio la camicetta liberando i miei seni, mi strizzo i capezzoli, mi metto la mano tra le gambe e godo a sentire il tallone del collant bagnato.
Allora prendo il bordo del collant e lo tiro, sento che spinge in su verso il clitoride, è una goduria ma voglio di più, tiro ancora, tiro come una pazza e il colant si strappa.
Cazzo! Cazzo un corno, magari ne avessi uno qui ora!
Prendo il collant e tirandolo lo strappo sulle cosce, lo tiro e si rompe, 15 denari non sono tanti, lo rompo, mi tolgo le scarpe e a pieid nudi nel cesso sporco mi strappo il collant di dosso, poi lo passo sulla figa fradicia, mi siedo sulla tazza sporca, mi passo il collant sui seni, sul volto aspirando il mio odore, poi un'idea folle, ne strappo un pezzo abbastanza grosso lo appallottolo con le mani e inizio a infilarmelo nella figa; con una mano mi allargo le labbra e con l'altra lo spino dentro, ansimo, godo di quest'improvvisato cazzo di stoffa.
Ne lascio un lembo fuori e mi sditalino il clitoride bagandolo con la mia saliva, sputandoci sopra, qualcuno bussa alla porta, e cazzo!
Con una voce rauca rispondo con un classico "occupato", pensi quel cazzo che gli pare.
Cazzo, cazzo, cazzo me lo ripeto dentro il cervello mentre mi distruggo il clitoride con il pollice e l'indice di una mano, poi all'improvviso godo, lo sguardo che muore, il respiro si fa forte e poi un rantolo, intorno a me non c'è più nulla, sento solo le scosse che salgono su dal mio bacino, non me ne frega più un cazzo di nulla.
Cazzo, ancora questa parola, ne sono ossessionata, probabilmente è ora di scopare Lucrezia, non puoi continuare così.
Mi alzo a stento per ricompormi, respiro affannoso ma più normale, mi chiudo la camicetta, guardo il pezzo di collant che ancora pende dalla figa, provo a togliermelo ma sento delle fitte venire da lì, ancora vogliosa?
Ma si chi se ne frega oggi va così, resta lì, sarà il mio segreto con quella stronza della collega, guardo l'ora, manco dall'uffico da 15 minuti.
Giù la gonna, una ripulita alla bell'e meglio, infilo le scarpe, cazzo io in un bagno schifido a fare certe cose, ci rido su, esco i pezzi del collant sono nella borsetta, non vedo nessuno di chi mi sta intorno, quasi scappo verso il piano superiore, un cestino e butto i resti del collant.
Sono su, il capo mi chiama, mi chiede dove mi sono andata a infilare, dice che la Paola, la chiama così con l'articolo davanti al nome, gli ha detto che ero uscita senza dirle dove andavo e che .... la stronza, glielo avevo detto eccome dove andavo.
Ok dico io, sono andata in bagno di corsa, ho avuto l'australiana ricorda? Purtroppo ho ancora delle scariche e devo correre in bagno, anzi ora che ci sono le dico pure che per la fretta ho rotto il collant, quindi se non le spiace, vorrei scendere cinque minuti a comprarne uno di ricambio, posso?
Sì, e allora vado, cinque minuti e sono da intimissimi, ne prendo uno da 20 denari, scuro, cinque minuti e sono già su, faccio vedere dal vetro la confezione nuova al capo sorridendogli maliziosa, non entro in ufficio, questa volta vado nel nostro bagno e mi cambio, guardo il pezzo di collant che spunta dlla mia figa, vorrei lasciarlo lì, ma no, non è igienico, lo sfilo piano, goduria sentirlo uscire ma ora no, non ho più le voglie, sono solo incazzata con la stronza.
Mi infilo quello nuovo, altre sensazioni, esco dal bagno ed entro nel mio ufficio, entrando saluto il capo con un ciao e un sorriso.
Tiè maledetta stronza ;-)
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