Un giorno al parco cittadino

di
genere
trio

Oggi non lavoro ma la cosa non mi dispiace per nulla, finalmente c'è il sole cosa rara in questo scorcio di primavera per noi udinesi.

Sabato scorso sono riuscita a ritagliarmi qualche ora di sole al mare ma poi sempre pioggia fino a questa tarda mattina con più di venti gradi e un buon sole che scalda.

Decido che non mi va di stare in casa, non oggi, domani forse ma oggi decisamente no.

Non mi va di vestirmi però, sono pigerrima, mi aggiro per la casa sola con una tazza di caffè in mano a tenermi compagnia, il sole sulla terrazza è forte e mi da la giusta carica.

E' un attimo, come spesso mi capita prendo la decisione e tak! Cambio espressione e vitalità; mi butto sotto la doccia poi mi asciugo al volo, canottierina a spalline fini blu indaco, pantaloncini sgambatissimi a righine coloratissime e infradito di plastica blue rosse, occhiali da sole e borsa di paglia e sono pronta per andare al mare, niente intimo tanto sulle rocce dello "Sbarco dei Pirati" non si usa.

Sono in auto col motore acceso, penso che non mi va di farmi settanta chilometri, prendo e mi dirigo verso il centro città, mi riprende la prigrizia, il sole è forte sotto il vetro della CMAX, mi piace questo effetto serra.

Arrivo a piazza Primo Maggio e trovo un fortunoso parcheggio tra quelli non a pagamento, esco dall'auto lasciandovi la borsa con le cose del mare, non mi serve, mi avvio a zonzo verso il parco Loris Fortuna, entro e mi siedo su una panchina, qualcun altro ha avuto la mia stessa idea perché c'è gente che passeggia o legge il giornale.

Io allungo le mie gambe nude e mi guardo i piedi, penso che devo andare dall'estetista almeno per rifarmi le unghie, mi guardo le mani e decido che dopo le telefonerò per un appuntamento, ora no, sto solo con me.

Rimanendo seduta sulla panchina faccio scivolare il sedere in avanti e poi allungo le gambe e porto le braccia dietro la nuca stiracchiandomi, è bella la sensazione di caldo alla pelle, ne ho molta esposta, la canottiera non nasconde molto, la pancia è libera fin sopra l'ombelico e il seno così stirato ha i capezzoli vicini al bordo della scollatura, inoltre le spalline fini non trattengono il mio seno che tende a scivolare ai lati.

Anche i miei pantaloncini non nascondono certo le mie gambe, ma nemmeno il mio bacino, guardandomi in basso mi accorgo che se non fossi completamente depilata oramai si vedrebbero i peli della mia micetta tanto si è abbassato il già basso orlo.

Dalla mia posizione di stiracchiamento mi guardo intorno, gli occhiali da sole danno un effimera parvenza di nascondiglio alla mia espressione sorniona.

Il parco si va riempiendo di gente che fa jogging, di ragazzi che hanno marinato la scuola e i soliti e immancabili vecchietti col giornale in una mano e il guinzaglio del cane nell'altra.

Non passo inosservata; qualcuno si gira a guardarmi passandomi davanti e io non faccio affatto finta di non accorgermi di loro ma anzi tengo un sorriso idiota sulla faccia.

Due ragazzi tentano un approccio e io non faccio nulla per farli desistere: "scusa hai del fumo?" - "no non fumo" - "vieni qui spesso? Non ti ho mai vista prima". Li lascio fare, sono simpatici anche quando contraddicono le loro stese frasi; si chiamano Marco e Fabio e hanno 19 e 22 anni, vanno a scuola ma oggi col sole non ne avevano proprio voglia; posso capirli benissimo.

Facciamo amicizia, chiacchieriamo del più e del meno, potrei essere la loro zia, madre non mi ci sento poi ho solo dieci anni più di loro, comunque complice il sole e l'atmosfera distesa decido che mi piacciono, mi dimentico di essere quasi nuda, anzi ripensandoci la cosa mi piaceva pure.

Mi è sempre piaciuto "stuzzicare" e l'idea di aver fermato questi ragazzi giovani con il mio essere lì in quel momento eccita il mio essere donna; non sono ancora da buttare via, anzi tutt'altro.

Vogliono offrirmi un caffè, accetto anche se non mi va di andare via, mi chiedono di andare sul colle del castello, un discreta arrampicata e non mi va molto ma poi ci ripenso, sono decisamente perversa nel mio pensare, camminando davanti a loro posso fargli ammirare il mio culo inguainato dai bassi pantaloncini penso, così mi alzo e dico loro: "andiamo!" un po' con un senso di sfida.

Usciamo dal parco camminando affianco, attraversiamo veloci la strada e poi piazza della Concordia, poi su per l'erta che porta in cima alla collina; io ho il passo veloce e loro fanno di tutto per starmi dietro più che al fianco, io ne sono lusingata, il mio culo ha fatto colpo ancora una volta.

Parliamo ancora, si scherza, chiedo loro che scuola frequentano in che anno sono, capisco che uno di loro è pluripetente ma non sono mica qui per giudicare, arriviamo su in cima, ci sediamo sull'erba del prato, a me del caffè non importa nulla, ho le gambe incrociate si apirà che sotto i pantaloncini ho solo il mio profumo?

Il più intraprendente dei due, il più giovane, mi chiede se per caso indosso un perizoma perché salendo non ha notato il classico segno degli slip sui miei pantaloni, io rido sorniona all'idea che mi ha squadrata, ma voglio capire se sta muovendosi piano o davvero non ha capito che non porto nemmeno quello, così gli chiedo perché pensa che ho il perizoma.

"Così mi chiedevo" mi risponde, io lo guardo e gli sorrido e poi: "no non lo porto", lui sorride ha capito.

Mi butto indietro con i gomiti poggiati sull'erba, ora il mio busto e tutto teso all'indietro e i seni di nuovo vorrebbero scappare dai lati della canottiera, sento i capezzoli pizzicare la stoffa leggera, so già che si vedono bene, quindi dopo un attimo guardo prima uno e poi l'altro da dietro gli occhiali e chiedo: "be che si fa?".

Così Fabio il taciturno, il più grande mi viene vicino con la testa e si appoggia alla mia spalla, io giro il capo verso di lui protendendo leggermente le labbra e parte il primo bacio.

Mentre ci baciamo sento un dito biricchino che percorre la pelle di un mio seno, io ho i brividi, mi stacco da Fabio e sospiro poi: "ma bene ecco un buon modo per passare la mattinata", lui sorride e sorrido anch'io, poi mi giro verso Marco che non si fa attendere e mi bacia in modo un po' più irruento ma pur sempre piacevole.

Due mani ora sulle mie cosce nude e calde, decisamente mi sto eccitando, è una vita che non limonavo su un prato come una ragazzina e con due ragazzi poi è la prima volta anche per me.

Mi stacco un attimo dalle loro bocche e chiedo loro se è il caso di andare avanti così pubblicamente, loro mi guardano un po' stupiti, non pensavano che mi fermassi così ed in effetti nemmeno a me va di fermarmi, così dopo un attimo in cui le loro mani sono arrivate al bordo interno dei mie pantaloncini, io ansimo una proposta: "ragazzi ho l'auto parcheggiata in piazza, vi va di fare un giro?"

Accettato entusiasticamente!

Ci mettiam a correre giù per la collina, quasi cadiamo, poi via di cora verso il parcheggio, l'eccitazione ci ha preso la mano e tutti e tre, corriamo come pazzi, arriviam oall'auto, io guido loro uno davanti e uno dietro di me, metto in moto e mi dirigo verso l'esterno della città, senza una meta precisa.

Fabio è al mio fianco, è girato verso di me e mi guarda, poi fa passare la mano sulle mie gambe, sulla mia pancia, sul mio seno e infine sulla mia bocca, io bacio le sue dita.

Marco da dietro con le braccia cinge il sedile e poi il mio corpo tutto assieme poi mi alza la conottiera sul seno che stringe forte, io apro la bocca e lascio uscire un sospiro, mi piace la sensazione di essere il loro gioco e gioco anch'io. Cambio marcia ma facendolo con la mano gioco con la leva del cambio come fosse un cazzo; la tocco, porto la mano in alto sul pomello e vi passo su il palmo, poi scendo sull'asta.

Fabio mi chiede se voglio altro che non la leva del cambio, io mi giro un attimo severa verso di lui poi con un dito sulle labbra gli faccio segno di stare zitto, poi aggiungo: "sssh non dire nulla, lascia parlare i sensi, se vuoi giocare fallo e basta, ma non chiedere."

Abbiamo passato Povoletto, andiamo verso i monti ma siamo decisamente senza meta, Fabio si sta segando mentre Marco da dietro mi pastrugna i seni, poi si mette in mezzo ai sedili e si stiracchia.

Io me ne accorgo e abbasso lo specchietto, lui si accorge del mio movimento e si porta le mani sul pacco, gioca con i pantaloni e poi lo vedo, la cappella esce dal bordo dei jeans, ha decisamente un cazzo fuori misura.

Lui continua a giocare con la sola cappella, la prende e la stringe, la massaggia come io sto facendo con la leva del cambio.

Il livello di eccitazione nell'auto è elevatissimo, io sto con i seni al vento ma sono l'unica che ancora non si masturba anche se ogni tanto smetto di torturare il cambio e mi tocco i seni con decisione.

Alla fine mi decido, allungo una mano verso il cazzo di Fabio e lo stringo alla base, anche lui è ben fornito ma soprattutto è duro e così prendo la decisione che ancora nessuno di noi a preso, vedo uno sterrato e mi ci fiondo con l'auto senza nemmeno cambiare marcia, venti o trenta metri e poi il motore si ferma.

Scendo dall'auto e vado davanti al cofano, loro mi guardano e io mi spoglio nuda mimando uno spogliarello, poi risalgo in auto, loro hanno già abbassato tutte e due i sedili, si tolgono le magliette e io sfilo via i loro jeans.

Marco ha il cazzo decisamente lungo e Fabio ce l'ha di marmo, li bacio e li lavo con la mia saliva, passo le mie mani aperte sui loro corpi, mi beo di tanta grazia poi continuo a giocare con i loro cazzi, con le mani e con la bocca passo da uno all'altro senza soluzione di continuità.

Marco viene per primo sulle mie mani, quindi stacco la boca dal cazzo di Fabio e mi lecco lo sperma di Marco dalle mani, poi riprendo il lavoro di bocca a Fabio e poco dopo sento l'inconfondibile sapore di sperma inondarmi la bocca.

Ci fermiamo un attimo a guardarci e sorridere, poi visto che Fabio è ancora in tiro decido di impalarmi su quell'arnese da sballo.

Sono lì che ondeggio il mio bacino in estasi e tra un bacio ad un seno da parte di Fabio e uno in bocca da parte di Marco, tasto il cazzo di quest'ultimo fino afarlo tornare duro, quindi gli offro il mio culo.

Voglio una doppia penetrazione, è la mia prima volta così e la voglio con questi due giovani e bellissimi maschi e Marco non se lo fa ripetere, mi entra dentro lentamente ma inesorabilmente, devo dire che è bravo, io sono aperta anche dietro ma non è certo come metterlo in figa, eppure lui ci riesce aspettando i movimenti miei e di Fabio, spiengendo quando sente che può affondare, insomma dopo due o tre minuti è tutto dentro, un attimo per prendere respiro e ora mi pompano decisi tutti e due, alternandosi perfettamente, capisco che è un gioco che hanno già sperimentato più volte. Sono bravi.

Bravissimi, vengo urlando e loro urlano con me, ridiamo e urliamo come tre scemi, poi ci fermiamo, ora si sono scaricati dentro di me ma io non mi muovo li voglio sentire ancora dentro, parliamo e ci raccontiamo i casi nostri personali, siamo nudi in un auto in mezzo alla campagna friulana, i loro cazzi mosci sono ancora dentro e fuori di me e non ci importa ma anzi ci piace, ci coccoliamo e ci baciamo e parliamo del più e del meno.

Scendiamo un attimo per rivestirci, poi accendo il motore e ripartiamo per tornare in città, ancora un po' e non ci incontreremo più forse. E invece una volta in piazza decidiamo di comune accordo di scambiarci i numeri di cellulare, chissà forse un giorno... bella giornata sì.

Lù.
scritto il
2015-07-27
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