Mariachiara
di
Inchiostro&Miele
genere
sentimentali
Oggi il mare è una tavola piatta, un immenso pavimento inconsistente. La spiaggia è deserta, passa qualcuno per poi scomparire in lontananza. Non penso che a Mariachiara: i suoi occhi ingenui ed una faccia di porcellana, i suoi capelli neri ed un fisico da ballerina. La conobbi qualche anno fa, per caso, e d'allora ogni estate la guardo con gli occhi di chi ritorna a casa dopo un lungo viaggio. Appena mi vede mi corre incontro, mi abbraccia, e dice "mi sei mancato". Non so lei cosa provi, non so io cosa provi, ma siamo legati da un affetto indistruttibile. Siamo un fratello ed una sorella, e non so se il nostro rapporto potrà mai cambiare forma. Non ho mai incontrato una ragazza come lei, è una persona spontanea che odia le maschere. Tante volte abbiamo litigato, e lei ha sempre avuto il coraggio di dirmi "mi fai schifo".
Le scrivo sul telefono quel pomeriggio. Ho voglia di vederla la sera e di abbracciarla forte. Ho voglia di dirle che è sempre nei miei pensieri, incessantemente. Non so se l'amore sia un egocentrico stronzo che s'impossessa di tutte le mie facoltà psichiche, ma quello che provo per lei la rende una presenza costante nella mia vita. Lei è un'abitatrice della mia mentre. Una talpa nascosta nel caldo rifugio del mio cervello.
Ci diamo appuntamento per le 8:30 sotto casa sua.
Passo quel pomeriggio a pensare cosa dirle e come dirlo. Penso dove portarla, vorrei un posto che raffiguri la fragilità del mio sentimento. Ho paura di come mi comporterei se vedessi il suo volto e le sue labbra chiedermi il bacio. Ho il terrore dei baci. I baci sono più intimi del sesso. Quando baci arrivi nell'animo dell'altra persona, non sono paragonabili a piaceri in zone periferiche del corpo. Ed ho sempre paura di fallire, ho sempre paura che baciandomi non mi trovi un anima.
Le 8:30 sono arrivate lentamente. Quando arrivo sotto da lei, Mariachiara è già pronta ma aspetta che la bussi. Al citofono risponde la mamma, "Mariachiara è pronta, ora scende". Due minuti dopo è giù con me. Appena la vedo ogni tensione si dissolve, lei mi si getta addosso e mi abbraccia forte. Ricambio debolmente l'abbraccio, non riesco ad esternare l'affetto che avrei voluto regalarle da anni. A lei non interessa, lei mi abbraccia forte.
"Dove andiamo?" mi chiede con il volto curioso di una bambina.
"Non lo so, ti va di camminare sul lungomare? Ci prendiamo un birra e ci sediamo su un muretto" le propongo.
"Una serata da cinquantenni innamorati, insomma" dice ridendo.
"Dai, perché è così male?"
"Ti dico io cosa facciamo, andiamo a berci qualche birra sui muretti, poi, quando siamo belli brilli, ci lanciamo a mare. Che te ne pare?"
"Perfetto" risposi.
Al bar cerco di offrirle da bere, ma lei rifiuta categoricamente. Non c'è modo di convincerla. Ci prendiamo due Heineken grandi e ci sediamo sui muretti. Seduti lì si riesce a scorgere il mare, ad ascoltare il carillon delle onde.
"Allora, quando sei arrivata?" le chiedo.
"Sono arrivata questa mattina, verso le 8. Quest'anno mi sono trasferita un pò tardi, perché ho avuto l'esame di maturità. Pensa, ho portato una tesi su Haruki Murakami, sul libro Norwegian Wood, l'hai letto?"
"Si, mi scrivesti milioni di messaggi finché mi hai praticamente costretto a leggerlo"
"Ah, è vero" dice divertita "andiamo però è bellissimo, non puoi dirmi che non facevo bene a tormentarti"
"Effettivamente era bello, lo sai che tu somigli un pò a Naoko? Siete entrambe schizzate"
"Non è vero, io sono più carina, e poi non ho crisi"
"Si che le hai" dico serioso.
Mi guarda negli occhi, prova a fare l'offesa, ma poi scoppia a ridere. Rido anche io.
"Sai che un giorno moriremo?" mi dice.
"Tu morirai, io no" le dico ridendo.
"Andiamo, sii serio. Non ci pensi mai a tutto questo? Un giorno non potremmo più prendere la birra e parlare di Naoko. Saremo due morti, e forse moriremo senza neanche ricordarci l'uno dell'altra. È tristissimo".
"Io ti ricorderò sempre, e poi io non credo nella morte."
"Che significa che non credi nella morte?"
"La morte non esiste, non è mai esistita. Noi siamo qui, ora, e lo saremo per sempre. Quest'attimo nessuno potrà mai cancellarlo. Tu sei dentro di me, e lo sarai per sempre. Non importa se dovessimo dimenticarci o meno. Quello che diventeremo è frutto di quello che siamo. La morte esiste solo se la lasci entrare nella tua vita, se lasci che la paura di morire non ti consenta di vivere."
Rimaniamo in silenzio a guardarci, lei mi abbraccia, e per la prima volta riesco a stringerla come vorrei. Lei lo percepisce, perché la sento tremare. Sento che si lascia andare tra le mie braccia. Sento che non ha paura di mostrare le sue debolezze. Piange ed io la stringo più forte. La stringo per tutte le volte che non c'ero riuscito. La stringo forte affinché un giorno sarà più difficile cancellare quell'istante.
"Andiamo a fare il bagno, voglio divertirmi, basta parlare di morte" mi dice.
Corriamo verso riva come chi non ha mai visto il mare. Emozionati come chi ha vissuto tutta la vita in città ed un giorno vede la neve.
Entriamo con tutti i vestiti, con i cellulari ed i soldi nelle tasche. Ci schizziamo e lasciamo al mare tutte questi oggetti, che se li porti e li lasci sprofondare negli abissi, a noi ormai non servono più. Solo quando si vive un emozione del genere si capisce quanto tutto il resto sia futile, quanto l'unica cosa che conti nella vita siano le persone.
Mentre lei mi schizza le corro incontro, la prendo in braccio e la lancio nel mare. Lei ride, si dimena, e quando esce con la testa fuori la bacio.
Le scrivo sul telefono quel pomeriggio. Ho voglia di vederla la sera e di abbracciarla forte. Ho voglia di dirle che è sempre nei miei pensieri, incessantemente. Non so se l'amore sia un egocentrico stronzo che s'impossessa di tutte le mie facoltà psichiche, ma quello che provo per lei la rende una presenza costante nella mia vita. Lei è un'abitatrice della mia mentre. Una talpa nascosta nel caldo rifugio del mio cervello.
Ci diamo appuntamento per le 8:30 sotto casa sua.
Passo quel pomeriggio a pensare cosa dirle e come dirlo. Penso dove portarla, vorrei un posto che raffiguri la fragilità del mio sentimento. Ho paura di come mi comporterei se vedessi il suo volto e le sue labbra chiedermi il bacio. Ho il terrore dei baci. I baci sono più intimi del sesso. Quando baci arrivi nell'animo dell'altra persona, non sono paragonabili a piaceri in zone periferiche del corpo. Ed ho sempre paura di fallire, ho sempre paura che baciandomi non mi trovi un anima.
Le 8:30 sono arrivate lentamente. Quando arrivo sotto da lei, Mariachiara è già pronta ma aspetta che la bussi. Al citofono risponde la mamma, "Mariachiara è pronta, ora scende". Due minuti dopo è giù con me. Appena la vedo ogni tensione si dissolve, lei mi si getta addosso e mi abbraccia forte. Ricambio debolmente l'abbraccio, non riesco ad esternare l'affetto che avrei voluto regalarle da anni. A lei non interessa, lei mi abbraccia forte.
"Dove andiamo?" mi chiede con il volto curioso di una bambina.
"Non lo so, ti va di camminare sul lungomare? Ci prendiamo un birra e ci sediamo su un muretto" le propongo.
"Una serata da cinquantenni innamorati, insomma" dice ridendo.
"Dai, perché è così male?"
"Ti dico io cosa facciamo, andiamo a berci qualche birra sui muretti, poi, quando siamo belli brilli, ci lanciamo a mare. Che te ne pare?"
"Perfetto" risposi.
Al bar cerco di offrirle da bere, ma lei rifiuta categoricamente. Non c'è modo di convincerla. Ci prendiamo due Heineken grandi e ci sediamo sui muretti. Seduti lì si riesce a scorgere il mare, ad ascoltare il carillon delle onde.
"Allora, quando sei arrivata?" le chiedo.
"Sono arrivata questa mattina, verso le 8. Quest'anno mi sono trasferita un pò tardi, perché ho avuto l'esame di maturità. Pensa, ho portato una tesi su Haruki Murakami, sul libro Norwegian Wood, l'hai letto?"
"Si, mi scrivesti milioni di messaggi finché mi hai praticamente costretto a leggerlo"
"Ah, è vero" dice divertita "andiamo però è bellissimo, non puoi dirmi che non facevo bene a tormentarti"
"Effettivamente era bello, lo sai che tu somigli un pò a Naoko? Siete entrambe schizzate"
"Non è vero, io sono più carina, e poi non ho crisi"
"Si che le hai" dico serioso.
Mi guarda negli occhi, prova a fare l'offesa, ma poi scoppia a ridere. Rido anche io.
"Sai che un giorno moriremo?" mi dice.
"Tu morirai, io no" le dico ridendo.
"Andiamo, sii serio. Non ci pensi mai a tutto questo? Un giorno non potremmo più prendere la birra e parlare di Naoko. Saremo due morti, e forse moriremo senza neanche ricordarci l'uno dell'altra. È tristissimo".
"Io ti ricorderò sempre, e poi io non credo nella morte."
"Che significa che non credi nella morte?"
"La morte non esiste, non è mai esistita. Noi siamo qui, ora, e lo saremo per sempre. Quest'attimo nessuno potrà mai cancellarlo. Tu sei dentro di me, e lo sarai per sempre. Non importa se dovessimo dimenticarci o meno. Quello che diventeremo è frutto di quello che siamo. La morte esiste solo se la lasci entrare nella tua vita, se lasci che la paura di morire non ti consenta di vivere."
Rimaniamo in silenzio a guardarci, lei mi abbraccia, e per la prima volta riesco a stringerla come vorrei. Lei lo percepisce, perché la sento tremare. Sento che si lascia andare tra le mie braccia. Sento che non ha paura di mostrare le sue debolezze. Piange ed io la stringo più forte. La stringo per tutte le volte che non c'ero riuscito. La stringo forte affinché un giorno sarà più difficile cancellare quell'istante.
"Andiamo a fare il bagno, voglio divertirmi, basta parlare di morte" mi dice.
Corriamo verso riva come chi non ha mai visto il mare. Emozionati come chi ha vissuto tutta la vita in città ed un giorno vede la neve.
Entriamo con tutti i vestiti, con i cellulari ed i soldi nelle tasche. Ci schizziamo e lasciamo al mare tutte questi oggetti, che se li porti e li lasci sprofondare negli abissi, a noi ormai non servono più. Solo quando si vive un emozione del genere si capisce quanto tutto il resto sia futile, quanto l'unica cosa che conti nella vita siano le persone.
Mentre lei mi schizza le corro incontro, la prendo in braccio e la lancio nel mare. Lei ride, si dimena, e quando esce con la testa fuori la bacio.
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