Preda di guerra 2: Lo stupro di gruppo
di
Prick
genere
dominazione
IL PRIMO STUPRO DI GRUPPO
Yazeed fece un passo indietro e diede un ordine alle guardie. Le afferrarono le braccia e la trascinarono verso una lunga sbarra orizzontale, un forte colpo allo stomaco precludeva la resistenza da parte di Diana le assicurarono le mani con le manette alla barra. Poi i due uomini le afferrarono le gambe ben tornite e le piegarono all'indietro fino a che le gambe furono un piede sopra e parallele al pavimento. Un ordine acuto al traduttore lo mandò ad aiutare le due guardie legando una corda intorno ai suoi piedi e poi alle estremità della barra in modo che le cosce fossero ben divaricate. Adesso Diana era appesa al soffitto, le sue braccia sostenevano tutto il suo peso, con le gambe aperte e legate come una "L" dietro di lei. Mentre malediva le guardie irachene, una di loro portava una bottiglia di liquido limpido alla sua bocca mentre la seconda guardia usava le dita per chiuderle il naso. Mentre Diana deglutendo quasi soffocava le guardie versavano il liquido ridendo. Perfino il traduttore sembrava divertito mentre le diceva: "La bottiglia conteneva un potente lassativo, il Capitano dice che ora non sarai più così piena di merda".
Le guardie poi la imbavagliarono con un bavaglio di gomma, le accarezzarono il sedere sodo e se ne andarono, il capitano Yazeed e il suo traduttore rimasero. L'ufficiale si fermò di fronte a Diana, accarezzando di nuovo i capezzoli prominenti. Cominciò a torcere la carne sensibile con le sue dita forti mentre la fissava in viso. Lavorò su di loro uno alla volta, torcendo e stringendo i capezzoli finché non si indurirono involontariamente. La torsione non era più dolorosa dei preliminari, ma era umiliante per Diana avere quest'uomo che usava il suo corpo in modo così disinvolto. Quando fu soddisfatto dell'erezione dei suoi capezzoli, Yazeed tirò fuori dalla tasca un paio di piccoli fermagli di metallo, fermagli a coccodrillo con denti seghettati ed una potente molla, posò ciascuno attentamente sui suoi capezzoli allungati e poi li liberò entrambi contemporaneamente. I denti aguzzi morsero la tenera carne dei capezzoli di Diana, disegnando piccole gocce di sangue quasi istantaneamente, Diana urlò nel suo bavaglio mentre le due clip le mordevano i capezzoli. Il dolore era travolgente; per un momento pensò che i suoi capezzoli fossero stati tagliati. Poi Yazeed prese un rotolo di spessa striscia verde ne strappò un pezzo lunga 10 centimetri e senza dire una parola la applico sui peli pubici di Diana.
Guardandola in faccia, le strappò il nastro di dosso, la testa di Diana andò indietro mentre un altro acuto dolore le straziava il corpo, si rese conto che le stava staccando i peli pubici. Yazeed lo confermò mentre teneva il nastro con una manciata di peli corti e ricciuti davanti ai suoi occhi. L'ufficiale iracheno continuò ad applicare pezzi di strisce adesive cambiando, però, il modo in cui strappava ogni pezzo di nastro; a volte tirando lentamente in modo che sentisse ogni pelo pubico che si staccava e talvolta rapidamente, in modo che non sentisse il dolore fino a quando non teneva il nastro sollevato per l'ispezione.
Alla fine fu soddisfatto di vederle la figa totalmente depilata tra le gambe divaricate. Un ultimo pezzo di nastro adesivo Yazeed lo applicò sul suo ano in modo che lei non potesse espellere nulla fino a quando non fosse rimosso.
Poi se ne andarono anche l'ufficiale e il suo fustigatore, lasciando Diana sola con il suo dolore.
Diana sapeva che l'avrebbero violentata. L'uso del lassativo rendeva evidente che intendevano sodomizzarla, non aveva mai permesso a nessuno di prenderla nel culo. Il pensiero di uno o più di loro che la usavano in quel modo la terrorizzava, avrebbe potuto tollerare dei rapporti sessuali normali, ma non la sodomia. Le visioni del suo stupro anale iniziarono a scorrere nella sua mente, accentuate dal dolore delle pinze che mordevano i suoi capezzoli sensibili e dalla tensione del suo peso che le sfibrava i muscoli delle braccia.
Diana aspettò per più di due ore. Le sue braccia bruciavano mentre venivano lentamente stirate dal suo peso. Il dolore al seno peggiorava man mano che i morsetti mordevano i suoi capezzoli. Nel frattempo il lassativo faceva la sua azione e cominciavano a comparire crampi intestinali sempre più forti, Diana si sentiva come se stesse per esplodere, la pressione nel suo ventre era indescrivibile. Ma per quanto duramente provasse Diana, il nastro le impediva di svuotarsi. Doveva restare appesa lì coperta di sudore freddo ed aspettare.
Quando Yazeed rientrò con una folla di guardie, Diana fu sconvolta nel vedere che c'erano almeno dieci uomini che si stavano spogliando. Mentre si affollavano intorno a lei accarezzando il suo corpo muscoloso, lei cercò freneticamente di comunicare al Capitano Yazeed che lei gli avrebbe detto tutto ciò che desiderava se solo lui l'avesse rilasciata. Gli avrebbe detto tutto se solo lui avesse richiamato i suoi animali. Tuttavia, tutto ciò che usciva dalla sua bocca imbavagliata era una serie di grugniti incomprensibili. Ma il capitano non era davvero interessato alle informazioni : desiderava spezzarla psicologicamente. Per prima cosa Yazeed ordinò a una delle guardie di rimuovere i morsetti sui suoi capezzoli. Quando le pinze vennero rimosse Diana non sentì nulla per un momento, poi il sangue si riversò nei capezzoli sensibili portando un'ondata di dolore. Diana non aveva mai provato nulla di lontanamente simile. Mentre soffriva con il ritorno delle sensazioni al suo seno, una delle guardie teneva un secchio di latta sotto il suo sedere. Un attimo dopo staccò il nastro dal suo ano teso e permise al torrente di merda di sparare fuori da lei. Diana non aveva mai provato un tal senso di sollievo, per un attimo dimenticò perfino la sensazione di bruciore nei capezzoli e il suo imminente stupro mentre la pressione nei suoi intestini diminuiva. Il forte odore di merda non sembrava disturbare gli uomini che la circondavano.
Le guardie usarono un tubo per pulire le feci schizzate dal suo sedere e dalle sue gambe, poi, senza nessuna delicatezza, infilarono la punta della sistola nel suo ano per ripulire la materia fecale rimasta lì. Diana subito dopo il dolore arrecatole dall’introduzione nella sistola nel suo buco del culo ancora vergine sentì uno shock mentre l'acqua fredda le riempiva l’intestino. Appena rimossa la sistola il primo uomo la inculò così in fretta che Diana non ebbe l'opportunità di stringere lo sfintere anale dilatato dalla sistola. Sentì il suo cazzo entrare nelle sue viscere generando dolore e una specie di crampi attraverso il suo intestino in tutto il suo ventre. Sembrava che l’uomo mettesse il pugno nel suo culo piuttosto che sul suo cazzo, tanto era grosso. Diana lottò selvaggiamente, grugnendo e torcendo il torso mentre cercava di sfuggire al pene che invadeva il suo buco del culo. La guardia avvolse le sue forti braccia attorno a lei e la tenne ferma. Il suo cazzo, già a metà strada, scomparve completamente dentro di lei quando fece un'altra potente spinta sollevandola di alcuni centimetri tanto era forte la sua spinta. La guardia rimase immobile per un momento mentre assaporava il suo culo vergine e stretto, poi ha iniziò a scoparla con un avanti ed indietro dapprima lento e poi sempre più forsennato, Diana sentiva il pene che si ritirava quasi completamente e poi si faceva nuovamente strada nel suo intestino, per aumentare il suo strazio l’uomo due o tre volte estrasse il membro completamente per avere il piacere di sfondarle nuovamente il buco del culo. Lo stupro duro diversi minuti e dopo un parossismo di spinte Diana sentì una spinta più forte di tutte le altre e, quindi, un caldo getto di sperma che le inondava il culo che sino a poco prima era stato vergine.
Quando il primo stupratore si tolse dal lei le altre guardie poterono vedere il suo buco del culo dilatato e lucido di sperma e dopo pochi istanti una seconda guardia si impadronì di lei. Il secondo uomo affondò nelle profondità del suo culo fino ai coglioni con il suo primo colpo e comincio a scoparle il culo con brutalità. Diana stava piangendo nel suo bavaglio con ogni colpo di martello. La sua faccia era rigata dalle sue lacrime e dal suo moccio e dal suo sudore.
Si girò cercando di sfuggire alla morsa di ferro del suo stupratore; ma la sua resistenza si limitavano a pungolare l'uomo che la violentava a darle spinte sempre più brutali. Un terzo uomo ha sostituì il secondo senza un attimo di tregua. Il dolore nel suo culo stava diminuendo leggermente essendo ormai stato dilatato già da tre cazzi nerboruti ed una specie di torpore cominciò ad invaderla. Diana continuava a cercare di ostacolare ogni spinta delle guardie che la sodomizzavano ma con ogni nuovo attaccante le sue forze si sono indebolivano. Dal settimo uomo, Diana era semplicemente appesa mollemente nelle corde mentre le guardie le facevano il culo. Il suo corpo era lucido di sudore. Le cosce erano coperte da uno strato di sperma che si stava in parte asciugando sulla sua pelle abbronzata. La testa di Diana poggiava sul suo petto mentre il suo corpo veniva sollevato e abbassato come quello di un burattino dalle spinte della guardie. All'ordine di Yazeed la guardia che per prima le aveva sverginato e stuprato il sedere cominciò a torcere e tirare i suoi capezzoli doloranti per farla di nuovo lottare. Il nuovo dolore derivante dai suoi capezzoli abusati fece sì che Diana combattesse debolmente, mungendo involontariamente il suo cazzo degli ultimi stupratori mentre il suo corpo lottava debolmente per scappare.
Mentre le guardie sodomizzavano la femmina occidentale, il capitano Yazeed si sedette su una sedia a pochi passi di fronte a lei, dove aveva una vista senza ostacoli. Era davvero magnifica mentre la violentavano, pensò, ammirando il suo corpo muscoloso. Aveva trovato la sua resistenza incredibilmente eccitante. La vista della donna muscolosa sodomizzata e sottomessa lo aveva lasciato con un cazzo dolorosamente duro che si tendeva sotto i calzoni dell’uniforme. Avrebbe voluto unirsi ai suoi uomini che la violentavano Diana ed anzi essere il primo a sodomizzarla ed a sverginarle il culo, ma sarebbe stato al di sotto della sua dignità di ufficiale dividerla con semplici soldati e graduati di truppa. Avrebbe dovuto aspettare, per ora assaporava l'espressione di agonia nei suoi occhi. Gli occhi delle donne erano sempre così espressivi pensò. Notò le mani serrate, un rivolo di sangue che mostrava dove le sue unghie avevano lacerato la pelle dei suoi palmi. I suoi capezzoli erano stati abusati fino a che non erano diventati rosso scuro e molto gonfi. A giudicare dalle sue grida deboli, il loro continuo abuso era evidentemente estremamente doloroso per Diana. Ma soprattutto, assaporava l'espressione di sconfitta evidente nel suo viso. Aveva imparato molto nelle ultime due ore. Aveva in programma di insegnarle molto di più.
Yazeed fece un passo indietro e diede un ordine alle guardie. Le afferrarono le braccia e la trascinarono verso una lunga sbarra orizzontale, un forte colpo allo stomaco precludeva la resistenza da parte di Diana le assicurarono le mani con le manette alla barra. Poi i due uomini le afferrarono le gambe ben tornite e le piegarono all'indietro fino a che le gambe furono un piede sopra e parallele al pavimento. Un ordine acuto al traduttore lo mandò ad aiutare le due guardie legando una corda intorno ai suoi piedi e poi alle estremità della barra in modo che le cosce fossero ben divaricate. Adesso Diana era appesa al soffitto, le sue braccia sostenevano tutto il suo peso, con le gambe aperte e legate come una "L" dietro di lei. Mentre malediva le guardie irachene, una di loro portava una bottiglia di liquido limpido alla sua bocca mentre la seconda guardia usava le dita per chiuderle il naso. Mentre Diana deglutendo quasi soffocava le guardie versavano il liquido ridendo. Perfino il traduttore sembrava divertito mentre le diceva: "La bottiglia conteneva un potente lassativo, il Capitano dice che ora non sarai più così piena di merda".
Le guardie poi la imbavagliarono con un bavaglio di gomma, le accarezzarono il sedere sodo e se ne andarono, il capitano Yazeed e il suo traduttore rimasero. L'ufficiale si fermò di fronte a Diana, accarezzando di nuovo i capezzoli prominenti. Cominciò a torcere la carne sensibile con le sue dita forti mentre la fissava in viso. Lavorò su di loro uno alla volta, torcendo e stringendo i capezzoli finché non si indurirono involontariamente. La torsione non era più dolorosa dei preliminari, ma era umiliante per Diana avere quest'uomo che usava il suo corpo in modo così disinvolto. Quando fu soddisfatto dell'erezione dei suoi capezzoli, Yazeed tirò fuori dalla tasca un paio di piccoli fermagli di metallo, fermagli a coccodrillo con denti seghettati ed una potente molla, posò ciascuno attentamente sui suoi capezzoli allungati e poi li liberò entrambi contemporaneamente. I denti aguzzi morsero la tenera carne dei capezzoli di Diana, disegnando piccole gocce di sangue quasi istantaneamente, Diana urlò nel suo bavaglio mentre le due clip le mordevano i capezzoli. Il dolore era travolgente; per un momento pensò che i suoi capezzoli fossero stati tagliati. Poi Yazeed prese un rotolo di spessa striscia verde ne strappò un pezzo lunga 10 centimetri e senza dire una parola la applico sui peli pubici di Diana.
Guardandola in faccia, le strappò il nastro di dosso, la testa di Diana andò indietro mentre un altro acuto dolore le straziava il corpo, si rese conto che le stava staccando i peli pubici. Yazeed lo confermò mentre teneva il nastro con una manciata di peli corti e ricciuti davanti ai suoi occhi. L'ufficiale iracheno continuò ad applicare pezzi di strisce adesive cambiando, però, il modo in cui strappava ogni pezzo di nastro; a volte tirando lentamente in modo che sentisse ogni pelo pubico che si staccava e talvolta rapidamente, in modo che non sentisse il dolore fino a quando non teneva il nastro sollevato per l'ispezione.
Alla fine fu soddisfatto di vederle la figa totalmente depilata tra le gambe divaricate. Un ultimo pezzo di nastro adesivo Yazeed lo applicò sul suo ano in modo che lei non potesse espellere nulla fino a quando non fosse rimosso.
Poi se ne andarono anche l'ufficiale e il suo fustigatore, lasciando Diana sola con il suo dolore.
Diana sapeva che l'avrebbero violentata. L'uso del lassativo rendeva evidente che intendevano sodomizzarla, non aveva mai permesso a nessuno di prenderla nel culo. Il pensiero di uno o più di loro che la usavano in quel modo la terrorizzava, avrebbe potuto tollerare dei rapporti sessuali normali, ma non la sodomia. Le visioni del suo stupro anale iniziarono a scorrere nella sua mente, accentuate dal dolore delle pinze che mordevano i suoi capezzoli sensibili e dalla tensione del suo peso che le sfibrava i muscoli delle braccia.
Diana aspettò per più di due ore. Le sue braccia bruciavano mentre venivano lentamente stirate dal suo peso. Il dolore al seno peggiorava man mano che i morsetti mordevano i suoi capezzoli. Nel frattempo il lassativo faceva la sua azione e cominciavano a comparire crampi intestinali sempre più forti, Diana si sentiva come se stesse per esplodere, la pressione nel suo ventre era indescrivibile. Ma per quanto duramente provasse Diana, il nastro le impediva di svuotarsi. Doveva restare appesa lì coperta di sudore freddo ed aspettare.
Quando Yazeed rientrò con una folla di guardie, Diana fu sconvolta nel vedere che c'erano almeno dieci uomini che si stavano spogliando. Mentre si affollavano intorno a lei accarezzando il suo corpo muscoloso, lei cercò freneticamente di comunicare al Capitano Yazeed che lei gli avrebbe detto tutto ciò che desiderava se solo lui l'avesse rilasciata. Gli avrebbe detto tutto se solo lui avesse richiamato i suoi animali. Tuttavia, tutto ciò che usciva dalla sua bocca imbavagliata era una serie di grugniti incomprensibili. Ma il capitano non era davvero interessato alle informazioni : desiderava spezzarla psicologicamente. Per prima cosa Yazeed ordinò a una delle guardie di rimuovere i morsetti sui suoi capezzoli. Quando le pinze vennero rimosse Diana non sentì nulla per un momento, poi il sangue si riversò nei capezzoli sensibili portando un'ondata di dolore. Diana non aveva mai provato nulla di lontanamente simile. Mentre soffriva con il ritorno delle sensazioni al suo seno, una delle guardie teneva un secchio di latta sotto il suo sedere. Un attimo dopo staccò il nastro dal suo ano teso e permise al torrente di merda di sparare fuori da lei. Diana non aveva mai provato un tal senso di sollievo, per un attimo dimenticò perfino la sensazione di bruciore nei capezzoli e il suo imminente stupro mentre la pressione nei suoi intestini diminuiva. Il forte odore di merda non sembrava disturbare gli uomini che la circondavano.
Le guardie usarono un tubo per pulire le feci schizzate dal suo sedere e dalle sue gambe, poi, senza nessuna delicatezza, infilarono la punta della sistola nel suo ano per ripulire la materia fecale rimasta lì. Diana subito dopo il dolore arrecatole dall’introduzione nella sistola nel suo buco del culo ancora vergine sentì uno shock mentre l'acqua fredda le riempiva l’intestino. Appena rimossa la sistola il primo uomo la inculò così in fretta che Diana non ebbe l'opportunità di stringere lo sfintere anale dilatato dalla sistola. Sentì il suo cazzo entrare nelle sue viscere generando dolore e una specie di crampi attraverso il suo intestino in tutto il suo ventre. Sembrava che l’uomo mettesse il pugno nel suo culo piuttosto che sul suo cazzo, tanto era grosso. Diana lottò selvaggiamente, grugnendo e torcendo il torso mentre cercava di sfuggire al pene che invadeva il suo buco del culo. La guardia avvolse le sue forti braccia attorno a lei e la tenne ferma. Il suo cazzo, già a metà strada, scomparve completamente dentro di lei quando fece un'altra potente spinta sollevandola di alcuni centimetri tanto era forte la sua spinta. La guardia rimase immobile per un momento mentre assaporava il suo culo vergine e stretto, poi ha iniziò a scoparla con un avanti ed indietro dapprima lento e poi sempre più forsennato, Diana sentiva il pene che si ritirava quasi completamente e poi si faceva nuovamente strada nel suo intestino, per aumentare il suo strazio l’uomo due o tre volte estrasse il membro completamente per avere il piacere di sfondarle nuovamente il buco del culo. Lo stupro duro diversi minuti e dopo un parossismo di spinte Diana sentì una spinta più forte di tutte le altre e, quindi, un caldo getto di sperma che le inondava il culo che sino a poco prima era stato vergine.
Quando il primo stupratore si tolse dal lei le altre guardie poterono vedere il suo buco del culo dilatato e lucido di sperma e dopo pochi istanti una seconda guardia si impadronì di lei. Il secondo uomo affondò nelle profondità del suo culo fino ai coglioni con il suo primo colpo e comincio a scoparle il culo con brutalità. Diana stava piangendo nel suo bavaglio con ogni colpo di martello. La sua faccia era rigata dalle sue lacrime e dal suo moccio e dal suo sudore.
Si girò cercando di sfuggire alla morsa di ferro del suo stupratore; ma la sua resistenza si limitavano a pungolare l'uomo che la violentava a darle spinte sempre più brutali. Un terzo uomo ha sostituì il secondo senza un attimo di tregua. Il dolore nel suo culo stava diminuendo leggermente essendo ormai stato dilatato già da tre cazzi nerboruti ed una specie di torpore cominciò ad invaderla. Diana continuava a cercare di ostacolare ogni spinta delle guardie che la sodomizzavano ma con ogni nuovo attaccante le sue forze si sono indebolivano. Dal settimo uomo, Diana era semplicemente appesa mollemente nelle corde mentre le guardie le facevano il culo. Il suo corpo era lucido di sudore. Le cosce erano coperte da uno strato di sperma che si stava in parte asciugando sulla sua pelle abbronzata. La testa di Diana poggiava sul suo petto mentre il suo corpo veniva sollevato e abbassato come quello di un burattino dalle spinte della guardie. All'ordine di Yazeed la guardia che per prima le aveva sverginato e stuprato il sedere cominciò a torcere e tirare i suoi capezzoli doloranti per farla di nuovo lottare. Il nuovo dolore derivante dai suoi capezzoli abusati fece sì che Diana combattesse debolmente, mungendo involontariamente il suo cazzo degli ultimi stupratori mentre il suo corpo lottava debolmente per scappare.
Mentre le guardie sodomizzavano la femmina occidentale, il capitano Yazeed si sedette su una sedia a pochi passi di fronte a lei, dove aveva una vista senza ostacoli. Era davvero magnifica mentre la violentavano, pensò, ammirando il suo corpo muscoloso. Aveva trovato la sua resistenza incredibilmente eccitante. La vista della donna muscolosa sodomizzata e sottomessa lo aveva lasciato con un cazzo dolorosamente duro che si tendeva sotto i calzoni dell’uniforme. Avrebbe voluto unirsi ai suoi uomini che la violentavano Diana ed anzi essere il primo a sodomizzarla ed a sverginarle il culo, ma sarebbe stato al di sotto della sua dignità di ufficiale dividerla con semplici soldati e graduati di truppa. Avrebbe dovuto aspettare, per ora assaporava l'espressione di agonia nei suoi occhi. Gli occhi delle donne erano sempre così espressivi pensò. Notò le mani serrate, un rivolo di sangue che mostrava dove le sue unghie avevano lacerato la pelle dei suoi palmi. I suoi capezzoli erano stati abusati fino a che non erano diventati rosso scuro e molto gonfi. A giudicare dalle sue grida deboli, il loro continuo abuso era evidentemente estremamente doloroso per Diana. Ma soprattutto, assaporava l'espressione di sconfitta evidente nel suo viso. Aveva imparato molto nelle ultime due ore. Aveva in programma di insegnarle molto di più.
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