La collega d'ufficio (6)
di
Re Artù
genere
dominazione
LA COLLEGA D'UFFICIO (6)
Uscimmo dal cinema e l'accompagnai sotto casa, ci guardammo, ma non trovai il coraggio di dire nulla, lei mi baciò teneramente sulla guancia:”A domani, signore, grazie!” A me quel “signore” aveva un poco rotto, mi ripromisi che dopo la gang bang, a cui, però, tenevo molto, ci saremmo chiariti. Riccardo mi chiamò circa una settimana dopo, ci mettemmo d'accordo per il giovedì della settimana successiva; durante quei giorni non avevo avuto rapporti con Silvana che aveva continuato a comportarsi come se nulla fosse, trattando tutti con alterigia, mantenendo, naturalmente, i suoi incontri pomeridiani con il direttore. Le comunicai per e-mail l'appuntamento per il giovedì e lei immediatamente: “ Si, signore, grazie.” A quella risposta, non so perchè, ma mi eccitai, la convocai nel mio ufficio, ci chiudemmo dentro, le imposi un pompino volante, e, naturalmente, fui subito soddisfatto, ma la luce dei suoi occhi era cambiata, sembrava che sorridessero mentre scrutavano i miei. Il giovedì pomeriggio ci presentammo da Riccardo, che ci aspettava come al solito nella corsia dei garage: questa volta non ci portò in casa ma ci fece strada verso la sua autorimessa che era stata adattata per assolvere al compito: c'erano due divani un poco vecchiotti e delle sedie accostati al muro dove già avevano preso posto una quindicina di ragazzotti, quasi imberbi; fra loro notai anche due ragazze. Rispondendo alla mia muta domanda:” Hanno saputo della cosa e vogliono partecipare, ancora non ho capito bene con quale ruolo!” Accompagnai Silvana in mezzo allo stanzone, sopra un vecchio tappeto che era stato gettato sul pavimento, e mi ritirai in disparte: guardai i volti dei giovanotti uno ad uno: tutti tradivano nervosismo, solo le due ragazza sembravano tranquille: erano due ragazze diciannovenni, semplici, quelle della porta accanto, vestite come tutte le loro coetanee: jeans e maglietta, poco trucco, capelli raccolti in una coda di cavallo, seni ben formati: Riccardo e Tony, già esperti, si avvicinarono a Silvana, la baciarono e all'orecchio le dissero quello che avrebbe dovuto fare; lei annuì sorridendo: Riccardo si avvicinò ad uno stereo di quelli che i ragazzi di colore americani portano sulla spalla, e mise un lento: la ragazza cominciò a ballare con movimenti sensuali: scalciò le scarpe, si sbottonò la camicetta, e, mentre tutti battevano le mani a tempo, si sfilò la minigonna, rimanendo in reggiseno e tanga; le due ragazze si alzarono e la raggiunsero in mezzo alla stanza e, per la verità, in modo un po' goffo, l'abbigliamento non le aiutava, anche loro rimasero in reggiseno e slip. Sorpresa!! Presero a massaggiarsi e baciarsi, mandando in visibilio i compagni di classe che applaudivano frenetici: si erano quasi dimenticati di Silvana: per riprendersi la scena dovette mettersi in mezzo a loro, baciandole e toccandole a sua volta: si denudarono l'un l'altra, le due studentesse, Katia (con la K) e Sonia, erano esili ma ben fatte, con un corpo un poco acerbo, ma flessuoso, il pube ricoperto da una folta peluria scura ed i seni piccolini, ma sodi: cominciarono un girotondo, come quello dei bimbi dell'asilo, ridendo; i ragazzi erano incerti :”Allora, che ci siamo detti, su non siate timidi, guardate Sonia e Katia!” I più audaci si calarono i calzoni, tirarono fuori l'artiglieria e presero a smanettarla, subito seguiti dagli altri: alla fine tutti i ragazzi, puri ormoni in fermento, erano pronti: si capiva benissimo che l'uso delle mani per darsi soddisfazione era all'ordine del giorno, solo che ora assistevano ad uno spettacolo dal vivo e non si segavano su giornali o filmati, ed anzi potevano anche interagire: i due organizzatori presero la situazione in mano: fecero inginocchiare le tre ragazze, che si davano le spalle, poi girarono loro intorno introducendo il cazzo nelle loro bocche: si fermavano solo pochi secondi, per poi passare alla successiva; fu il segnale di inizio delle danze: gli altri compagni si misero ordinatamente in fila attendendo il loro turno. Alcuni non resistettero a lungo. Quelle bocche rosee e giovani erano troppo per loro e vennero, quasi vergognandosi, direttamente nelle loro stesse mani: “Non avete capito un cazzo, protestò Katia, non siamo venute per vedere quattro stronzi che si segano, vogliamo bere in vostro sperma insieme alla nostra amica Silvana!” Che intervenne:” Allora facciamo così: Riccardo procuraci una coppa di vetro, al resto penseremo noi!” Riccardo corse in casa e tornò con una fruttiera di cristallo:”Ho trovato questa, va bene?” “Perfetta! Ora voi ragazzi quando starete per venire ce lo toglierete dalla bocca o da dove si trova e verserete il vostro sperma in questa coppa su iniziamo, avvicinatevi e voi ragazze, volete usare solo la bocca?” “Eventualmente potremmo usare le mani e, se proprio ci fosse bisogno, potremmo farcelo mettere in culo, ma no nella figa, siamo vergini!” Alla faccia della verginità, pensai. Si levò un brusio fra i maschietti che evidentemente avevano già fatto la loro scelta: ” Allora ragazze mettiamoci carponi, era Silvana che dava gli ordini, umettiamoci il buchino, poniamo la coppa in mezzo e ricordo che lì dentro dovranno versare il loro liquido, ok? Su ora forza ragazzi”. Nel vedere quei tre culi posizionati per ricevere cazzi vogliosi, si rizzò anche a me, ma volli mantenere la neutralità, mentre Silvana mi guardava sorridendo: poco dopo erano tutte e tre impegnate con la bocca, con le mani e Silvana anche con il culo, mentre per ora le altre due lo stavano salvando, ma due erano rimasti senza posto ed erano proprio i due organizzatori. Allora Riccardo si pose dietro a Katia e Tony dietro a Sonia; bagnarono il dito medio con la saliva e lo introdussero nel culo delle ragazze forzandolo ed allargandolo, poi avvicinarono il cazzo alla bocca delle ragazze, spostando coloro che le occupavano:” Un attimo ragazzi, dobbiamo farlo inumidire!” Le due, con fare professionale, sputarono sopra il glande e poi sparsero la saliva con le labbra e si posizionarono pronte a riceverli: entrarono relativamente senza sforzo: era chiaro che non era la prima volta, intanto i primi ragazzi cominciavano ad avere orgasmi e versavano il loro liquido nella coppa, mentre Silvana li ripuliva dalle ultime gocce. Altri venivano direttamente in bocca alle ragazze che lo sputavano sempre nel contenitore; insomma, alla fine della fiera, nella coppa c'era almeno mezzo litro di sperma denso e lattiginoso: Silvana , che oramai aveva preso in mano la direzione delle operazioni:” Ragazzi dobbiamo renderlo più liquido per berlo meglio: siete pregati di pisciarci dentro, su forza!” Come al solito diedero l'esempio Riccardo e Tony a cui si unirono altri ragazzi fino a riempire per tre quarti la coppa: ora il liquido giallognolo, con lo sperma che fluttuava, era di quasi un litro: fece sedere i ragazzi in circolo, nel mezzo mise inginocchiate Katia e Sonia e si posizionò anche lei, prese la coppa e la portò alle labbra ne bevve un lungo sorso, poi, guardandomi fissa, ci fece degli sciacqui e gargarismi, prima di ingoiare tutto e passare il contenitore a Sonia, che però era titubante, solo dietro gli incoraggiamenti dei compagni ne bevve un sorso, che ingoiò facendo boccacce; Katia fu più sportiva: ne prese un bel sorso, che mostrò a tutti aprendo la bocca, e poi ingoiò; e così avanti fino a quando la coppa fu vuota, che Serena ripulì leccandola tutta. La sessione si chiuse con gli applausi convinti dei ragazzi che ridevano e si davano pacche sulle spalle ed anche le ragazze sembravano soddisfatte della loro performance, si rivestirono si sciacquarono alla meglio al lavabo del garage e se ne andarono insieme ai compagni di classe: rimasi solo io, che ero rimasto del tutto distaccato, con Serena e Riccardo che salutai e su sua richiesta risposi che probabilmente non ci sarebbe stato un seguito: guardai Serena che mi fece una smorfietta. Salimmo in macchina e cercai un posto isolato nelle vicinanze della sua abitazione, dove fermai la macchina, apprestandomi a farle il discorso più volte rimandato, ma lei, prendendomi la mano mi disse:” Senti, notai che era passata al tu, perchè non sali su da me, così parliamo mentre mi faccio una doccia e beviamo qualcosa?”
Uscimmo dal cinema e l'accompagnai sotto casa, ci guardammo, ma non trovai il coraggio di dire nulla, lei mi baciò teneramente sulla guancia:”A domani, signore, grazie!” A me quel “signore” aveva un poco rotto, mi ripromisi che dopo la gang bang, a cui, però, tenevo molto, ci saremmo chiariti. Riccardo mi chiamò circa una settimana dopo, ci mettemmo d'accordo per il giovedì della settimana successiva; durante quei giorni non avevo avuto rapporti con Silvana che aveva continuato a comportarsi come se nulla fosse, trattando tutti con alterigia, mantenendo, naturalmente, i suoi incontri pomeridiani con il direttore. Le comunicai per e-mail l'appuntamento per il giovedì e lei immediatamente: “ Si, signore, grazie.” A quella risposta, non so perchè, ma mi eccitai, la convocai nel mio ufficio, ci chiudemmo dentro, le imposi un pompino volante, e, naturalmente, fui subito soddisfatto, ma la luce dei suoi occhi era cambiata, sembrava che sorridessero mentre scrutavano i miei. Il giovedì pomeriggio ci presentammo da Riccardo, che ci aspettava come al solito nella corsia dei garage: questa volta non ci portò in casa ma ci fece strada verso la sua autorimessa che era stata adattata per assolvere al compito: c'erano due divani un poco vecchiotti e delle sedie accostati al muro dove già avevano preso posto una quindicina di ragazzotti, quasi imberbi; fra loro notai anche due ragazze. Rispondendo alla mia muta domanda:” Hanno saputo della cosa e vogliono partecipare, ancora non ho capito bene con quale ruolo!” Accompagnai Silvana in mezzo allo stanzone, sopra un vecchio tappeto che era stato gettato sul pavimento, e mi ritirai in disparte: guardai i volti dei giovanotti uno ad uno: tutti tradivano nervosismo, solo le due ragazza sembravano tranquille: erano due ragazze diciannovenni, semplici, quelle della porta accanto, vestite come tutte le loro coetanee: jeans e maglietta, poco trucco, capelli raccolti in una coda di cavallo, seni ben formati: Riccardo e Tony, già esperti, si avvicinarono a Silvana, la baciarono e all'orecchio le dissero quello che avrebbe dovuto fare; lei annuì sorridendo: Riccardo si avvicinò ad uno stereo di quelli che i ragazzi di colore americani portano sulla spalla, e mise un lento: la ragazza cominciò a ballare con movimenti sensuali: scalciò le scarpe, si sbottonò la camicetta, e, mentre tutti battevano le mani a tempo, si sfilò la minigonna, rimanendo in reggiseno e tanga; le due ragazze si alzarono e la raggiunsero in mezzo alla stanza e, per la verità, in modo un po' goffo, l'abbigliamento non le aiutava, anche loro rimasero in reggiseno e slip. Sorpresa!! Presero a massaggiarsi e baciarsi, mandando in visibilio i compagni di classe che applaudivano frenetici: si erano quasi dimenticati di Silvana: per riprendersi la scena dovette mettersi in mezzo a loro, baciandole e toccandole a sua volta: si denudarono l'un l'altra, le due studentesse, Katia (con la K) e Sonia, erano esili ma ben fatte, con un corpo un poco acerbo, ma flessuoso, il pube ricoperto da una folta peluria scura ed i seni piccolini, ma sodi: cominciarono un girotondo, come quello dei bimbi dell'asilo, ridendo; i ragazzi erano incerti :”Allora, che ci siamo detti, su non siate timidi, guardate Sonia e Katia!” I più audaci si calarono i calzoni, tirarono fuori l'artiglieria e presero a smanettarla, subito seguiti dagli altri: alla fine tutti i ragazzi, puri ormoni in fermento, erano pronti: si capiva benissimo che l'uso delle mani per darsi soddisfazione era all'ordine del giorno, solo che ora assistevano ad uno spettacolo dal vivo e non si segavano su giornali o filmati, ed anzi potevano anche interagire: i due organizzatori presero la situazione in mano: fecero inginocchiare le tre ragazze, che si davano le spalle, poi girarono loro intorno introducendo il cazzo nelle loro bocche: si fermavano solo pochi secondi, per poi passare alla successiva; fu il segnale di inizio delle danze: gli altri compagni si misero ordinatamente in fila attendendo il loro turno. Alcuni non resistettero a lungo. Quelle bocche rosee e giovani erano troppo per loro e vennero, quasi vergognandosi, direttamente nelle loro stesse mani: “Non avete capito un cazzo, protestò Katia, non siamo venute per vedere quattro stronzi che si segano, vogliamo bere in vostro sperma insieme alla nostra amica Silvana!” Che intervenne:” Allora facciamo così: Riccardo procuraci una coppa di vetro, al resto penseremo noi!” Riccardo corse in casa e tornò con una fruttiera di cristallo:”Ho trovato questa, va bene?” “Perfetta! Ora voi ragazzi quando starete per venire ce lo toglierete dalla bocca o da dove si trova e verserete il vostro sperma in questa coppa su iniziamo, avvicinatevi e voi ragazze, volete usare solo la bocca?” “Eventualmente potremmo usare le mani e, se proprio ci fosse bisogno, potremmo farcelo mettere in culo, ma no nella figa, siamo vergini!” Alla faccia della verginità, pensai. Si levò un brusio fra i maschietti che evidentemente avevano già fatto la loro scelta: ” Allora ragazze mettiamoci carponi, era Silvana che dava gli ordini, umettiamoci il buchino, poniamo la coppa in mezzo e ricordo che lì dentro dovranno versare il loro liquido, ok? Su ora forza ragazzi”. Nel vedere quei tre culi posizionati per ricevere cazzi vogliosi, si rizzò anche a me, ma volli mantenere la neutralità, mentre Silvana mi guardava sorridendo: poco dopo erano tutte e tre impegnate con la bocca, con le mani e Silvana anche con il culo, mentre per ora le altre due lo stavano salvando, ma due erano rimasti senza posto ed erano proprio i due organizzatori. Allora Riccardo si pose dietro a Katia e Tony dietro a Sonia; bagnarono il dito medio con la saliva e lo introdussero nel culo delle ragazze forzandolo ed allargandolo, poi avvicinarono il cazzo alla bocca delle ragazze, spostando coloro che le occupavano:” Un attimo ragazzi, dobbiamo farlo inumidire!” Le due, con fare professionale, sputarono sopra il glande e poi sparsero la saliva con le labbra e si posizionarono pronte a riceverli: entrarono relativamente senza sforzo: era chiaro che non era la prima volta, intanto i primi ragazzi cominciavano ad avere orgasmi e versavano il loro liquido nella coppa, mentre Silvana li ripuliva dalle ultime gocce. Altri venivano direttamente in bocca alle ragazze che lo sputavano sempre nel contenitore; insomma, alla fine della fiera, nella coppa c'era almeno mezzo litro di sperma denso e lattiginoso: Silvana , che oramai aveva preso in mano la direzione delle operazioni:” Ragazzi dobbiamo renderlo più liquido per berlo meglio: siete pregati di pisciarci dentro, su forza!” Come al solito diedero l'esempio Riccardo e Tony a cui si unirono altri ragazzi fino a riempire per tre quarti la coppa: ora il liquido giallognolo, con lo sperma che fluttuava, era di quasi un litro: fece sedere i ragazzi in circolo, nel mezzo mise inginocchiate Katia e Sonia e si posizionò anche lei, prese la coppa e la portò alle labbra ne bevve un lungo sorso, poi, guardandomi fissa, ci fece degli sciacqui e gargarismi, prima di ingoiare tutto e passare il contenitore a Sonia, che però era titubante, solo dietro gli incoraggiamenti dei compagni ne bevve un sorso, che ingoiò facendo boccacce; Katia fu più sportiva: ne prese un bel sorso, che mostrò a tutti aprendo la bocca, e poi ingoiò; e così avanti fino a quando la coppa fu vuota, che Serena ripulì leccandola tutta. La sessione si chiuse con gli applausi convinti dei ragazzi che ridevano e si davano pacche sulle spalle ed anche le ragazze sembravano soddisfatte della loro performance, si rivestirono si sciacquarono alla meglio al lavabo del garage e se ne andarono insieme ai compagni di classe: rimasi solo io, che ero rimasto del tutto distaccato, con Serena e Riccardo che salutai e su sua richiesta risposi che probabilmente non ci sarebbe stato un seguito: guardai Serena che mi fece una smorfietta. Salimmo in macchina e cercai un posto isolato nelle vicinanze della sua abitazione, dove fermai la macchina, apprestandomi a farle il discorso più volte rimandato, ma lei, prendendomi la mano mi disse:” Senti, notai che era passata al tu, perchè non sali su da me, così parliamo mentre mi faccio una doccia e beviamo qualcosa?”
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