La collega d'ufficio (4)
di
Re Artù
genere
dominazione
LA MIA COLLEGA (4)
Chiuse gli occhi, prese un bel respiro e cominciò a leccarglielo staccandogli i pezzi di smegma dopo averli ammorbiditi con la sua saliva; avevo appena iniziato a gustarmi quello spettacolo osceno, che successe: il ragazzo non si trattenne e venne sulle labbra di Silvana, sul suo viso imbrattandola tutta; cazzo, non poteva essere già finita; ma qui mi sbagliavo, perchè, nonostante l'abbondante eiaculazione, il cazzo di Riccardo non parve essersene accorto, e svettava ancora imperterrito: ah beata gioventù! Silvana si ripulì alla bene e meglio con le mani e riprese imperterrita la sua opera di ripulitura: dopo cinque minuti di slinguate, il glande splendeva come dopo una doccia, la schiava aveva fatto un lavoro perfetto, ingoiando tutto senza una smorfia, lo introdusse, quindi, tutto in bocca, cominciando un pompino da favola che avevo già sperimentato: Riccardo si agitava. Le prendeva la testa e la spingeva verso il suo cazzo, non volevo che venisse ancora troppo presto:”Stop, adesso Riccardo riposati e pensa a qualcosa di diverso con cui possiamo deliziare la nostra schiava” e qui mi sorprese per la sua depravazione:” Po..posso (ma era il figlioccio del direttore?) pisci...pisciarle in bocca?” Ullallà, ma che insegnano a scuola a questi ragazzi? Silvana doveva aver sentito, era arrossita, ma rimase composta in ginocchio davanti a noi, il seno le si alzava ed abbassava ad un ritmo non naturale, per così dire, affrettato, non sapevo se per vergogna o per l'eccitazione della prospettiva:”Ogni promessa è debito, se deve fare tutto quello che vuoi, farà tutto quello che più ti fa piacere. Dai forza, vediamo!” Le si mise davanti, piegando leggermente le ginocchia, allargando le gambe impugnò l'arnese e lo diresse verso la sua bocca che Silvana, con mio vivo piacere, provvide subito a spalancare: fu investita da un getto di liquido trasparente, del resto era un ragazzo, che cercò di prendere tutto in bocca cominciando a deglutire, e più beveva, più ne arrivava; era uno spettacolo che mi eccitò all'inverosimile: vedere quel pezzo di figa umiliata che beveva il piscio di un foruncoloso ragazzotto: non mi trattenni e le venni in faccia e con Riccardo, come se fossimo stati d'accordo, iniziò un gioco nuovo: lui puliva con il piscio lì dove io avevo colpito con lo sperma. Cadute le ultime gocce di piscio, Silvana provò a riprenderglielo in bocca, ma lui la fece voltare carponi e con un sospiro la penetrò, ma bastarono tre movimenti di bacino ben assestati della Silvana che con un rantolo Riccardo le venne dentro la figa. Quando lo estrasse, oramai ridotto ai minimi termini, dalla figa uscì un flusso di liquido biancastro che andò a lordare ancora di più il pavimento. Le ordinai di leccarlo, ma era una impresa titanica e quindi dopo un po' soprassedetti, le presi un mocio, le feci raccogliere tutto in modo molto singolare: le inserii nel culo parte del bastone del mocio e sculettando Silvana raccolse tutto il liquido ed alla fine la sua bocca fu utilizzata come secchio di raccolta: le strizzai il mocio sopra la sua bocca spalancata e le feci ingoiare tutto. Mamma mia, come era diventata: era pronta a tutto, non protestava: poteva bastare la minaccia di sputtanarla a farla sottomettere in quella maniera umiliante? Il pensiero mi accompagnò per tutta la notte: precedentemente avevo congedato Riccardo, che mi chiese di poter ancora partecipare alle nostre performances, non gli promisi nulla ma ci scambiammo i numeri di telefono; intanto Silvana si era rivestita, aveva i capelli biondi ed il bellissimo viso lordati dai liquidi che le avevamo rovesciato addosso. Quella notte, come detto, rimasi sveglio, accanto a mia moglie, a rimuginare sui fatti del giorno ( ciò mi provocò un'erezione che cercai di combattere, non potevo mica svegliare mia moglie nel cuore della notte per soddisfare i miei bisogni sessuali! Con Silvana, pensai, lo avrei potuto fare!!) e sul comportamento della mia collega. Possibile che esistessero persone che si sottomettevano alle più ignobili voglie di qualcun altro, senza ribellarsi o almeno protestare? Anzi, sembrava che ci godevano! Mi ripromisi di chiederlo direttamente all'interessata appena se ne fosse presentata l'occasione. Questa si sarebbe potuta presentare appena due giorni dopo il nostro festino con Riccardo: dovevamo vederci per questioni d'ufficio insieme ad altri colleghi: durante la riunione, però, Silvana mantenne quel suo atteggiamento altezzoso, di chi ha la puzza sotto il naso, del “sono tutto io e voi chi siete?”, che mi fece venire subito voglia di vederla nuovamente sottomessa, facendole subire tutte le mie più basse voglie e, quindi, soprassedetti, dal chiederle del suo comportamento . Proprio nel primo pomeriggio mi chiamò Riccardo, chiedendomi cosa c'era nell'aria e se avesse potuto portare l'amico del cuore, al quale, evidentemente, aveva raccontato tutto l'accaduto con Silvana. Gli proposi di vederci , ma a casa sua, in modo da avere più tempo ed agio. Ci pensò un attimo e poi mi disse: “I miei rientrano alle otto, ti va bene?” “ Si, ci vediamo verso le tre” “Mi raccomando passa dal garage, ti aspetterò lì, e poi con l'ascensore arriveremo al mio piano: sai ci sono i vicini che non si fanno i cazzi loro....! “ “Ok, e porta il tuo amico!”.
Il giorno dopo la convocai e le accennai al programma del pomeriggio, anticipandole solo che non saremmo stati in ufficio, così che da non prendere impegni con il direttore, ma tacendo sui partecipanti e sul luogo. “ Si, signore grazie!” Alè trasformazione avvenuta. Cominciai con le vessazioni: si sarebbe dovuta vestire in modo molto appariscente: blusa bianca, minigonna con calze autoreggenti senza biancheria intima, né sopra né sotto, sarei passato a prenderla verso le due e mezzo. Puntuale come una cambiale mi presentai davanti a casa sua, lei era già sul marciapiede, e, se non fosse stato per l'ora, poteva essere tranquillamente scambiata per una mignotta, invece era una bellissima e stravagante ragazza. La feci accomodare in auto e partii, ma, pensai, perchè sprecare il tempo del trasferimento? Gettai l'occhio al mio fianco: la minigonna era un fazzoletto che le scopriva le gambe quasi fino al pube: lei era impassibile, guardava davanti a sé con le mani appoggiate sulle cosce: staccai la mia dal volante e le ordinai: “Allarga le gambe!” e con la mano mi introfulai sulla sua figa, penetrandola con il dito medio; si bagnò quasi subito, abbandonò il capo sul poggiatesta, chiuse gli occhi e spinse in avanti il bacino, preparandosi a godere: eh no, così non va, pensai. Tolsi la mano e le detti uno schiaffo:” Non devi godere, troia, sei l'oggetto del mio piacere, non devi provare piacere devi darlo!” E le detti un altro schiaffo che lei assorbì senza dare segni di sofferenza. Arrivammo a casa di Riccardo, che ci accolse, ci accompagnò in casa e ci portò in camera, dove, seduto sul letto, c'era un altro ragazzotto, ma questo era molto ben formato, alto e muscoloso che guardò Silvana, mangiandosela con gli occhi, con un riflesso condizionato si passò la lingua sulle labbra: era una belva in attesa della preda. Silvana stava sempre ad occhi bassi, con le mani intrecciate in grembo, attendeva ordini: “Ora fai divertire questi due ragazzi, e voi ragazzi sappiate che è a vostra disposizione per qualsiasi idea vi frulli per la mente: non si sottrarrà: forza fate quello che volete!” Antonio, detto Tony, si alzò dal letto e si avvicinò a Silvana, le fece mettere le braccia incrociate sopra la testa, aveva così a disposizione i magnifici seni della donna e prese a stringerli, sbottonò la camicetta e li fece esplodere con i loro capezzoli rosei dritti e duri:cominciò subito a leccarli, mordicchiarli mentre le mani indugiavano sui fianchi stretti: chiaramente dei due lui aveva più iniziativa ed intraprendenza, Riccardo rimaneva un poco in disparte non sapendo come entrare in gioco: per quanto mi riguardava, avevo preso posto su una poltroncina e mi gustavo lo spettacolo: praticamente Silvana era in balia di due sconosciuti: Tony, intanto, le si era accucciato davanti e dopo averla sbottonata le stava calando la minigonna, che cadde in terra, mostrando il pube con una strisciolina di peli biondi; il ragazzo le fece allargare le gambe e si tuffò sul suo sesso leccandolo in profondità, mentre con le mani le tastava le chiappe sode. Si alzò e fece inginocchiare lei, le prese la testa e la spinse verso la sua patta, obbligandola, praticamente, a carezzare con il viso il suo cazzo attraverso i pantaloni leggeri. Riccardo era ancora incerto sul come intervenire: intanto si abbassò i pantaloni e gli slip e cominciò a segarsi piano piano; notai con la coda dell'occhio che questa volta si era fatto un buon bidet, con mio vivo rammarico. Sotto la guida di Tony, Silvana stava slacciandogli i pantaloni e frugò dentro la patta e tirò fuori una verga di bellissime proporzioni, gli fece uscire il glande rosso e luccicante e cominciò a leccarlo prima di ingoiare tutto il cazzo fino alla radice: il ragazzo era completamente depilato e chiaramente palestrato, con dei tatuaggi che rimandavano al “ventennio”: i suoi movimenti erano violenti, stavo assistendo quasi ad uno stupro della bocca:Silvana faceva fatica a resistere ai colpi, la saliva le colava copiosa dagli angoli della bocca, ogni tanto era costretta a fermarsi per respirare. Il ragazzo prometteva bene.
Chiuse gli occhi, prese un bel respiro e cominciò a leccarglielo staccandogli i pezzi di smegma dopo averli ammorbiditi con la sua saliva; avevo appena iniziato a gustarmi quello spettacolo osceno, che successe: il ragazzo non si trattenne e venne sulle labbra di Silvana, sul suo viso imbrattandola tutta; cazzo, non poteva essere già finita; ma qui mi sbagliavo, perchè, nonostante l'abbondante eiaculazione, il cazzo di Riccardo non parve essersene accorto, e svettava ancora imperterrito: ah beata gioventù! Silvana si ripulì alla bene e meglio con le mani e riprese imperterrita la sua opera di ripulitura: dopo cinque minuti di slinguate, il glande splendeva come dopo una doccia, la schiava aveva fatto un lavoro perfetto, ingoiando tutto senza una smorfia, lo introdusse, quindi, tutto in bocca, cominciando un pompino da favola che avevo già sperimentato: Riccardo si agitava. Le prendeva la testa e la spingeva verso il suo cazzo, non volevo che venisse ancora troppo presto:”Stop, adesso Riccardo riposati e pensa a qualcosa di diverso con cui possiamo deliziare la nostra schiava” e qui mi sorprese per la sua depravazione:” Po..posso (ma era il figlioccio del direttore?) pisci...pisciarle in bocca?” Ullallà, ma che insegnano a scuola a questi ragazzi? Silvana doveva aver sentito, era arrossita, ma rimase composta in ginocchio davanti a noi, il seno le si alzava ed abbassava ad un ritmo non naturale, per così dire, affrettato, non sapevo se per vergogna o per l'eccitazione della prospettiva:”Ogni promessa è debito, se deve fare tutto quello che vuoi, farà tutto quello che più ti fa piacere. Dai forza, vediamo!” Le si mise davanti, piegando leggermente le ginocchia, allargando le gambe impugnò l'arnese e lo diresse verso la sua bocca che Silvana, con mio vivo piacere, provvide subito a spalancare: fu investita da un getto di liquido trasparente, del resto era un ragazzo, che cercò di prendere tutto in bocca cominciando a deglutire, e più beveva, più ne arrivava; era uno spettacolo che mi eccitò all'inverosimile: vedere quel pezzo di figa umiliata che beveva il piscio di un foruncoloso ragazzotto: non mi trattenni e le venni in faccia e con Riccardo, come se fossimo stati d'accordo, iniziò un gioco nuovo: lui puliva con il piscio lì dove io avevo colpito con lo sperma. Cadute le ultime gocce di piscio, Silvana provò a riprenderglielo in bocca, ma lui la fece voltare carponi e con un sospiro la penetrò, ma bastarono tre movimenti di bacino ben assestati della Silvana che con un rantolo Riccardo le venne dentro la figa. Quando lo estrasse, oramai ridotto ai minimi termini, dalla figa uscì un flusso di liquido biancastro che andò a lordare ancora di più il pavimento. Le ordinai di leccarlo, ma era una impresa titanica e quindi dopo un po' soprassedetti, le presi un mocio, le feci raccogliere tutto in modo molto singolare: le inserii nel culo parte del bastone del mocio e sculettando Silvana raccolse tutto il liquido ed alla fine la sua bocca fu utilizzata come secchio di raccolta: le strizzai il mocio sopra la sua bocca spalancata e le feci ingoiare tutto. Mamma mia, come era diventata: era pronta a tutto, non protestava: poteva bastare la minaccia di sputtanarla a farla sottomettere in quella maniera umiliante? Il pensiero mi accompagnò per tutta la notte: precedentemente avevo congedato Riccardo, che mi chiese di poter ancora partecipare alle nostre performances, non gli promisi nulla ma ci scambiammo i numeri di telefono; intanto Silvana si era rivestita, aveva i capelli biondi ed il bellissimo viso lordati dai liquidi che le avevamo rovesciato addosso. Quella notte, come detto, rimasi sveglio, accanto a mia moglie, a rimuginare sui fatti del giorno ( ciò mi provocò un'erezione che cercai di combattere, non potevo mica svegliare mia moglie nel cuore della notte per soddisfare i miei bisogni sessuali! Con Silvana, pensai, lo avrei potuto fare!!) e sul comportamento della mia collega. Possibile che esistessero persone che si sottomettevano alle più ignobili voglie di qualcun altro, senza ribellarsi o almeno protestare? Anzi, sembrava che ci godevano! Mi ripromisi di chiederlo direttamente all'interessata appena se ne fosse presentata l'occasione. Questa si sarebbe potuta presentare appena due giorni dopo il nostro festino con Riccardo: dovevamo vederci per questioni d'ufficio insieme ad altri colleghi: durante la riunione, però, Silvana mantenne quel suo atteggiamento altezzoso, di chi ha la puzza sotto il naso, del “sono tutto io e voi chi siete?”, che mi fece venire subito voglia di vederla nuovamente sottomessa, facendole subire tutte le mie più basse voglie e, quindi, soprassedetti, dal chiederle del suo comportamento . Proprio nel primo pomeriggio mi chiamò Riccardo, chiedendomi cosa c'era nell'aria e se avesse potuto portare l'amico del cuore, al quale, evidentemente, aveva raccontato tutto l'accaduto con Silvana. Gli proposi di vederci , ma a casa sua, in modo da avere più tempo ed agio. Ci pensò un attimo e poi mi disse: “I miei rientrano alle otto, ti va bene?” “ Si, ci vediamo verso le tre” “Mi raccomando passa dal garage, ti aspetterò lì, e poi con l'ascensore arriveremo al mio piano: sai ci sono i vicini che non si fanno i cazzi loro....! “ “Ok, e porta il tuo amico!”.
Il giorno dopo la convocai e le accennai al programma del pomeriggio, anticipandole solo che non saremmo stati in ufficio, così che da non prendere impegni con il direttore, ma tacendo sui partecipanti e sul luogo. “ Si, signore grazie!” Alè trasformazione avvenuta. Cominciai con le vessazioni: si sarebbe dovuta vestire in modo molto appariscente: blusa bianca, minigonna con calze autoreggenti senza biancheria intima, né sopra né sotto, sarei passato a prenderla verso le due e mezzo. Puntuale come una cambiale mi presentai davanti a casa sua, lei era già sul marciapiede, e, se non fosse stato per l'ora, poteva essere tranquillamente scambiata per una mignotta, invece era una bellissima e stravagante ragazza. La feci accomodare in auto e partii, ma, pensai, perchè sprecare il tempo del trasferimento? Gettai l'occhio al mio fianco: la minigonna era un fazzoletto che le scopriva le gambe quasi fino al pube: lei era impassibile, guardava davanti a sé con le mani appoggiate sulle cosce: staccai la mia dal volante e le ordinai: “Allarga le gambe!” e con la mano mi introfulai sulla sua figa, penetrandola con il dito medio; si bagnò quasi subito, abbandonò il capo sul poggiatesta, chiuse gli occhi e spinse in avanti il bacino, preparandosi a godere: eh no, così non va, pensai. Tolsi la mano e le detti uno schiaffo:” Non devi godere, troia, sei l'oggetto del mio piacere, non devi provare piacere devi darlo!” E le detti un altro schiaffo che lei assorbì senza dare segni di sofferenza. Arrivammo a casa di Riccardo, che ci accolse, ci accompagnò in casa e ci portò in camera, dove, seduto sul letto, c'era un altro ragazzotto, ma questo era molto ben formato, alto e muscoloso che guardò Silvana, mangiandosela con gli occhi, con un riflesso condizionato si passò la lingua sulle labbra: era una belva in attesa della preda. Silvana stava sempre ad occhi bassi, con le mani intrecciate in grembo, attendeva ordini: “Ora fai divertire questi due ragazzi, e voi ragazzi sappiate che è a vostra disposizione per qualsiasi idea vi frulli per la mente: non si sottrarrà: forza fate quello che volete!” Antonio, detto Tony, si alzò dal letto e si avvicinò a Silvana, le fece mettere le braccia incrociate sopra la testa, aveva così a disposizione i magnifici seni della donna e prese a stringerli, sbottonò la camicetta e li fece esplodere con i loro capezzoli rosei dritti e duri:cominciò subito a leccarli, mordicchiarli mentre le mani indugiavano sui fianchi stretti: chiaramente dei due lui aveva più iniziativa ed intraprendenza, Riccardo rimaneva un poco in disparte non sapendo come entrare in gioco: per quanto mi riguardava, avevo preso posto su una poltroncina e mi gustavo lo spettacolo: praticamente Silvana era in balia di due sconosciuti: Tony, intanto, le si era accucciato davanti e dopo averla sbottonata le stava calando la minigonna, che cadde in terra, mostrando il pube con una strisciolina di peli biondi; il ragazzo le fece allargare le gambe e si tuffò sul suo sesso leccandolo in profondità, mentre con le mani le tastava le chiappe sode. Si alzò e fece inginocchiare lei, le prese la testa e la spinse verso la sua patta, obbligandola, praticamente, a carezzare con il viso il suo cazzo attraverso i pantaloni leggeri. Riccardo era ancora incerto sul come intervenire: intanto si abbassò i pantaloni e gli slip e cominciò a segarsi piano piano; notai con la coda dell'occhio che questa volta si era fatto un buon bidet, con mio vivo rammarico. Sotto la guida di Tony, Silvana stava slacciandogli i pantaloni e frugò dentro la patta e tirò fuori una verga di bellissime proporzioni, gli fece uscire il glande rosso e luccicante e cominciò a leccarlo prima di ingoiare tutto il cazzo fino alla radice: il ragazzo era completamente depilato e chiaramente palestrato, con dei tatuaggi che rimandavano al “ventennio”: i suoi movimenti erano violenti, stavo assistendo quasi ad uno stupro della bocca:Silvana faceva fatica a resistere ai colpi, la saliva le colava copiosa dagli angoli della bocca, ogni tanto era costretta a fermarsi per respirare. Il ragazzo prometteva bene.
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