La collega d'ufficio (3)
di
Re Artù
genere
dominazione
LA MIA COLLEGA (3)
Alle quattro del pomeriggio ricevetti una e-mail:” Signore, fra cinque minuti in archivio. Silvana”. Era il solito appuntamento con il direttore che non volli perdermi e li precedetti di poco, mi misi nella mia posizione da dove potevo gustare lo spettacolo: arrivò prima il direttore e subito dopo Silvana, sapendo di essere osservata, operò delle varianti allo spettacolo: il capo come al solito si abbassò i pantaloni, lei gli abbassò anche gli antiquati slip e lo fece girare: immaginai immediatamente quello che gli avrebbe fatto e lo invidiai profondamente: si inginocchiò dietro di lui, gli carezzò le palle pelose e poi tuffò il suo viso fra le chiappe flaccide e la vidi leccare con voluttà il buco del culo coperto di pelo spesso; dopo un poco allontanò il viso si voltò verso di me e sorridendo inserì un dito e prese a girarlo e spingerlo fino in fondo: sentivo il direttore ansimare, pensai che se avesse seguitato gli avrebbe fatto venire un colpo, tolse il dito e guardandomi lo portò alla bocca e lo leccò come un gelato allo stecco: poi lo fece girare e ingoiò il piccolo pisello appena appena gonfio; il capo sudava e sbuffava, notai che Silvana fece sparire la sua mano fra le proprie cosce. Non resistetti e tirai fuori il cazzo e presi a masturbarmi: intanto il direttore era venuto con la sua solita modesta quantità di sperma e Silvana, questa volta, sempre guardando nella mia direzione, lo ingoiò. Appena il direttore fu uscito, la chiamai, la feci avvicinare, inginocchiare davanti a me le scaricai la mia voglia in bocca; non ne perse nemmeno una goccia ed ingoiò tutto:” Grazie, signore!”. Era entrata nella parte e capii che la divertiva, ne avrei avuta una prova decisiva quella sera stessa. Alle sei del pomeriggio, rimasti soli in ufficio, si presentò nella mia stanza; si mise in piedi davanti alla mia scrivania con le braccia incrociate davanti a sé, lo guardo basso in attesa dei miei ordini. Spensi la luce centrale, le puntai la lampada da tavola, quasi un occhio di bue, e le ordinai di spogliarsi: obbedì immediatamente improvvisando uno strip tease silenzioso, ma, comunque, arrapante. In cinque minuti rimase nuda, era bellissima, seni sodi, ventre scolpito e pube perfetto, gambe chilometriche tornite e sode: la feci avvicinare ed andai a cercare il cordino che le usciva dal culo: la feci piegare con il viso ed i seni appoggiati sulla scrivania e mi accucciai dietro di lei: cominciai a tirare ed ecco comparire il plug nella sua parte più larga, che le provocò un gridolino nel momento in cui il suo ano si allargava; lo lasciai qualche secondo in quella posizione così che quando lo feci uscire il suo buco rimase aperto, facendo intravvedere un tunnel scuro, che pulsava: era la prima volta che “vedevo” l'orgasmo anale, ero abituato a sentirlo sul mio cazzo, ma vederlo....Odorai il plug; non era un odore piacevolissimo, capirete dopo un giorno di stazionamento nel retto non poteva essere rose e fiori, lo portai davanti al viso di Silvana e glielo spinsi in bocca: non dovetti faticare molto, perchè lei dischiuse subito le labbra e lo succhiò come un “calippo”, si, un calippo alla merda. Era questa la prova che le piaceva essere umiliata e godeva a subire: che grandissima troia: a questo punto con tutto quel ben di dio apparecchiato sulla scrivania, mandai mentalmente affanculo i libretti acquistati la sera prima, mi calai i calzoni e la inculai seduta stante: dopo il trattamento subito mi ricevette senza che dovessi spingere molto e presi a stantuffare con foga, mentre con le mani le stringevo i seni, le scansai i capelli e le morsi la nuca: lei godeva con ogni fibra del suo corpo, lo sentivo e questo mi faceva infoiare ancora di più, fra le mani avevo una femmina alla quale piaceva essere inculata e te lo dimostrava agitandosi e partecipando attivamente alla monta. Lo tirai fuori, cercai la sua bocca e questa volta glielo infilai tutto in gola, godendo della sua lingua che si attorcigliava al glande, delle sue guance vellutate che ricevevano i miei colpi, che aumentavano di intensità man mano che mi avvicinavo all'orgasmo. Per non finire subito lo tolsi, mi sedetti sulla poltrona girevole e ripresi in mano la situazione di comando :” Ti concedo di godere, le dissi,come se non sapessi che lo aveva fatto sino a quel momento, accucciati qui davanti a me sulla scrivania e masturbati!” Obbediente si accucciò allargando le gambe e mostrandomi in tutta la sua bellezza la figa aperta ed umida, con la mano prese ad accarezzarla e titillare il clitoride, un rossore si diffuse sul suo volto quando squirtò bagnando tutto il piano della scrivania:”Cazzo, adesso devi leccare pulire tutto, anzi aspetta un secondo....” e mi segai, mentre le introducevo le dita nella figa, e venni, spargendo lo sperma che si mischiò al suo liquido:” Ecco ora è il momento di pulire e leccare tutto!” Scese dalla scrivania appoggiò il viso sul piano, tirò fuori la lingua e cominciò a leccare e ripulì tutto fermandosi solo per ingoiare il cocktail di liquidi. Che spettacolo! Comunque credo che si sottomettesse a quegli obbrobri non per paura, ma proprio perchè godeva ad essere umiliata: una ragazza così altezzosa: è proprio vero che l'apparenza inganna! La scrivania tornò pulita e luccicante, come forse non lo era mai stata,a malincuore, la feci rivestire, e ci demmo appuntamento per il giorno dopo:” Si, signore, grazie!” Mi abbandonai sfinito sulla poltrona, aprii il finestrone alle mie spalle e scoprii che dal palazzo vicino qualcuno non si era perso nulla della nostra performance, mi salutò con un gesto della mano e mi fece un “ok” alzando il pollice. La cosa mi fece subito nascere una nuova idea, gli feci cenno di scendere nel cortile comune e di lì a poco ci incontrammo nel parcheggio: era un giovane ragazzo di diciotto o diciannove anni, biondino con una leggera acne, magrolino, ma con occhi vivaci ed intelligenti. “Ciao, sono Mauro, ho visto che non ti sei perso nulla: ti è piaciuto lo spettacolo?” “Ciao, sono Riccardo, ultimo anno del classico, accidenti se mi è piaciuto!” “Ti faccio una proposta: se domani alle sei ti fai trovare qua sotto, ti faccio entrare e potrai gustare lo spettacolo in prima fila ed anche partecipare: ti va?” “..azzo!” “La prendo come una accettazione, a domani Riccardo, ci sarà da divertirsi!” Non stavo nella pelle, il tempo non passava mai, il lavoro...ma chi se ne frega del lavoro, aspettavo le sei del pomeriggio, anche la breve visita di Silvana del mattino si risolse nell'introdurre delle palline anali al posto del plug del giorno prima, questa volta senza mutandine, e sogghignando le diedi appuntamento al tardo pomeriggio:”Si, signore, grazie”. Finalmente arrivarono le diciotto: puntuale Silvana si presentò, la feci mettere carponi sopra la scrivania: le alzai la gonna scoprendo il magnifico culo, dal cui mezzo pendeva il cordoncino delle palline, le dissi di aspettare in quella posizione ed andai ad aprire a Riccardo, che nervosamente passeggiava davanti all'ingresso; mi rivolse un sorriso teso e mi guardò ponendomi una muta domanda:” Non ti preoccupare, risposi, tutto pronto”. Lo accompagnai al mio ufficio, lo precedetti e con un gesto plateale lo invitai ad entrare indicando Silvana, che, obbediente, era rimasta nella posizione in cui l'avevo lasciata: “Schiava, ti presento Riccardo, che sarà tuo padrone per la prossima ora: dovrai fare tutto quello che ti dirà, senza eccezione alcuna” “Si, signore, grazie!” Accidenti, non sembrava preoccupata, ora speravo nella fantasia del ragazzo per passare una piacevole serata: “Che cos'è quel cordoncino?” Ah, cominciamo bene!!! “Prova a tirarlo, ma delicatamente, mi raccomando”. Avvicinò la mano tremante, prese il cordoncino lo arrotolò intorno al dito e cominciò a tirare: apparve in mezzo al buco del culo la prima pallina, rossa, lo allargò e poi, appena uscita si richiuse, arrivò la seconda, poi la terza, la quarta ed infine la quinta, che presentava dei piccoli pezzi di cacca attaccata:”Po..posso fargliela leccare?” mi chiese:”Oh ragazzo , sveglia, puoi fare quello che vuoi, su capisci, altrimenti facciamo notte.!” Non se lo fece ripetere, si spostò davanti a Silvana e le dondolò davanti agli occhi le palline:”Leccale, troia, su...!” Oh aveva capito, mi accomodai sulla sedia girevole, con le mani sulla patta e mi gustai lo spettacolo: Silvana aprì la bocca e il ragazzo le introdusse tutte e cinque le palline in bocca, le lasciò un poco e poi le tirò fuori lucide e pulite, mentre Silvana ingoiava la sua stessa saliva arricchita. Guardava Riccardo negli occhi mettendolo in soggezione, per cui fui costretto a darle una forte sculacciata ed ordinarle di abbassare lo sguardo. “Forza, dai, hai a disposizione un corpo magnifico, datti da fare. Ma quante donne hai avuto?” “Ne..nessuna” rispose titubante. La risposta strappò un sorriso a Silvana, e fui costretto a colpirla ancora: “Non ridere troia, farai da nave scuola ed io da regista...Adesso te, Riccardo, ti toglierai i pantaloni e le mutande, mentre anche lei si spoglierà completamente, su forza entrambi!” Lui in un attimo sfoderò il suo armamentario: era abbastanza ben messo, ma il prepuzio copriva completamente il glande, lei scese dalla scrivania e si spogliò completamente:”Bene ora prendilo in mano e, come suol dirsi, scappellaglielo!” Lo spettacolo che si presentò non fu edificante: il ragazzo aveva una scarsa dimestichezza con l'igiene sessuale: il glande era coperto di smegma e anche l'odore non era dei più invitanti, ma per me era manna:”Leccaglielo e ripuliscilo, schiava!”
Alle quattro del pomeriggio ricevetti una e-mail:” Signore, fra cinque minuti in archivio. Silvana”. Era il solito appuntamento con il direttore che non volli perdermi e li precedetti di poco, mi misi nella mia posizione da dove potevo gustare lo spettacolo: arrivò prima il direttore e subito dopo Silvana, sapendo di essere osservata, operò delle varianti allo spettacolo: il capo come al solito si abbassò i pantaloni, lei gli abbassò anche gli antiquati slip e lo fece girare: immaginai immediatamente quello che gli avrebbe fatto e lo invidiai profondamente: si inginocchiò dietro di lui, gli carezzò le palle pelose e poi tuffò il suo viso fra le chiappe flaccide e la vidi leccare con voluttà il buco del culo coperto di pelo spesso; dopo un poco allontanò il viso si voltò verso di me e sorridendo inserì un dito e prese a girarlo e spingerlo fino in fondo: sentivo il direttore ansimare, pensai che se avesse seguitato gli avrebbe fatto venire un colpo, tolse il dito e guardandomi lo portò alla bocca e lo leccò come un gelato allo stecco: poi lo fece girare e ingoiò il piccolo pisello appena appena gonfio; il capo sudava e sbuffava, notai che Silvana fece sparire la sua mano fra le proprie cosce. Non resistetti e tirai fuori il cazzo e presi a masturbarmi: intanto il direttore era venuto con la sua solita modesta quantità di sperma e Silvana, questa volta, sempre guardando nella mia direzione, lo ingoiò. Appena il direttore fu uscito, la chiamai, la feci avvicinare, inginocchiare davanti a me le scaricai la mia voglia in bocca; non ne perse nemmeno una goccia ed ingoiò tutto:” Grazie, signore!”. Era entrata nella parte e capii che la divertiva, ne avrei avuta una prova decisiva quella sera stessa. Alle sei del pomeriggio, rimasti soli in ufficio, si presentò nella mia stanza; si mise in piedi davanti alla mia scrivania con le braccia incrociate davanti a sé, lo guardo basso in attesa dei miei ordini. Spensi la luce centrale, le puntai la lampada da tavola, quasi un occhio di bue, e le ordinai di spogliarsi: obbedì immediatamente improvvisando uno strip tease silenzioso, ma, comunque, arrapante. In cinque minuti rimase nuda, era bellissima, seni sodi, ventre scolpito e pube perfetto, gambe chilometriche tornite e sode: la feci avvicinare ed andai a cercare il cordino che le usciva dal culo: la feci piegare con il viso ed i seni appoggiati sulla scrivania e mi accucciai dietro di lei: cominciai a tirare ed ecco comparire il plug nella sua parte più larga, che le provocò un gridolino nel momento in cui il suo ano si allargava; lo lasciai qualche secondo in quella posizione così che quando lo feci uscire il suo buco rimase aperto, facendo intravvedere un tunnel scuro, che pulsava: era la prima volta che “vedevo” l'orgasmo anale, ero abituato a sentirlo sul mio cazzo, ma vederlo....Odorai il plug; non era un odore piacevolissimo, capirete dopo un giorno di stazionamento nel retto non poteva essere rose e fiori, lo portai davanti al viso di Silvana e glielo spinsi in bocca: non dovetti faticare molto, perchè lei dischiuse subito le labbra e lo succhiò come un “calippo”, si, un calippo alla merda. Era questa la prova che le piaceva essere umiliata e godeva a subire: che grandissima troia: a questo punto con tutto quel ben di dio apparecchiato sulla scrivania, mandai mentalmente affanculo i libretti acquistati la sera prima, mi calai i calzoni e la inculai seduta stante: dopo il trattamento subito mi ricevette senza che dovessi spingere molto e presi a stantuffare con foga, mentre con le mani le stringevo i seni, le scansai i capelli e le morsi la nuca: lei godeva con ogni fibra del suo corpo, lo sentivo e questo mi faceva infoiare ancora di più, fra le mani avevo una femmina alla quale piaceva essere inculata e te lo dimostrava agitandosi e partecipando attivamente alla monta. Lo tirai fuori, cercai la sua bocca e questa volta glielo infilai tutto in gola, godendo della sua lingua che si attorcigliava al glande, delle sue guance vellutate che ricevevano i miei colpi, che aumentavano di intensità man mano che mi avvicinavo all'orgasmo. Per non finire subito lo tolsi, mi sedetti sulla poltrona girevole e ripresi in mano la situazione di comando :” Ti concedo di godere, le dissi,come se non sapessi che lo aveva fatto sino a quel momento, accucciati qui davanti a me sulla scrivania e masturbati!” Obbediente si accucciò allargando le gambe e mostrandomi in tutta la sua bellezza la figa aperta ed umida, con la mano prese ad accarezzarla e titillare il clitoride, un rossore si diffuse sul suo volto quando squirtò bagnando tutto il piano della scrivania:”Cazzo, adesso devi leccare pulire tutto, anzi aspetta un secondo....” e mi segai, mentre le introducevo le dita nella figa, e venni, spargendo lo sperma che si mischiò al suo liquido:” Ecco ora è il momento di pulire e leccare tutto!” Scese dalla scrivania appoggiò il viso sul piano, tirò fuori la lingua e cominciò a leccare e ripulì tutto fermandosi solo per ingoiare il cocktail di liquidi. Che spettacolo! Comunque credo che si sottomettesse a quegli obbrobri non per paura, ma proprio perchè godeva ad essere umiliata: una ragazza così altezzosa: è proprio vero che l'apparenza inganna! La scrivania tornò pulita e luccicante, come forse non lo era mai stata,a malincuore, la feci rivestire, e ci demmo appuntamento per il giorno dopo:” Si, signore, grazie!” Mi abbandonai sfinito sulla poltrona, aprii il finestrone alle mie spalle e scoprii che dal palazzo vicino qualcuno non si era perso nulla della nostra performance, mi salutò con un gesto della mano e mi fece un “ok” alzando il pollice. La cosa mi fece subito nascere una nuova idea, gli feci cenno di scendere nel cortile comune e di lì a poco ci incontrammo nel parcheggio: era un giovane ragazzo di diciotto o diciannove anni, biondino con una leggera acne, magrolino, ma con occhi vivaci ed intelligenti. “Ciao, sono Mauro, ho visto che non ti sei perso nulla: ti è piaciuto lo spettacolo?” “Ciao, sono Riccardo, ultimo anno del classico, accidenti se mi è piaciuto!” “Ti faccio una proposta: se domani alle sei ti fai trovare qua sotto, ti faccio entrare e potrai gustare lo spettacolo in prima fila ed anche partecipare: ti va?” “..azzo!” “La prendo come una accettazione, a domani Riccardo, ci sarà da divertirsi!” Non stavo nella pelle, il tempo non passava mai, il lavoro...ma chi se ne frega del lavoro, aspettavo le sei del pomeriggio, anche la breve visita di Silvana del mattino si risolse nell'introdurre delle palline anali al posto del plug del giorno prima, questa volta senza mutandine, e sogghignando le diedi appuntamento al tardo pomeriggio:”Si, signore, grazie”. Finalmente arrivarono le diciotto: puntuale Silvana si presentò, la feci mettere carponi sopra la scrivania: le alzai la gonna scoprendo il magnifico culo, dal cui mezzo pendeva il cordoncino delle palline, le dissi di aspettare in quella posizione ed andai ad aprire a Riccardo, che nervosamente passeggiava davanti all'ingresso; mi rivolse un sorriso teso e mi guardò ponendomi una muta domanda:” Non ti preoccupare, risposi, tutto pronto”. Lo accompagnai al mio ufficio, lo precedetti e con un gesto plateale lo invitai ad entrare indicando Silvana, che, obbediente, era rimasta nella posizione in cui l'avevo lasciata: “Schiava, ti presento Riccardo, che sarà tuo padrone per la prossima ora: dovrai fare tutto quello che ti dirà, senza eccezione alcuna” “Si, signore, grazie!” Accidenti, non sembrava preoccupata, ora speravo nella fantasia del ragazzo per passare una piacevole serata: “Che cos'è quel cordoncino?” Ah, cominciamo bene!!! “Prova a tirarlo, ma delicatamente, mi raccomando”. Avvicinò la mano tremante, prese il cordoncino lo arrotolò intorno al dito e cominciò a tirare: apparve in mezzo al buco del culo la prima pallina, rossa, lo allargò e poi, appena uscita si richiuse, arrivò la seconda, poi la terza, la quarta ed infine la quinta, che presentava dei piccoli pezzi di cacca attaccata:”Po..posso fargliela leccare?” mi chiese:”Oh ragazzo , sveglia, puoi fare quello che vuoi, su capisci, altrimenti facciamo notte.!” Non se lo fece ripetere, si spostò davanti a Silvana e le dondolò davanti agli occhi le palline:”Leccale, troia, su...!” Oh aveva capito, mi accomodai sulla sedia girevole, con le mani sulla patta e mi gustai lo spettacolo: Silvana aprì la bocca e il ragazzo le introdusse tutte e cinque le palline in bocca, le lasciò un poco e poi le tirò fuori lucide e pulite, mentre Silvana ingoiava la sua stessa saliva arricchita. Guardava Riccardo negli occhi mettendolo in soggezione, per cui fui costretto a darle una forte sculacciata ed ordinarle di abbassare lo sguardo. “Forza, dai, hai a disposizione un corpo magnifico, datti da fare. Ma quante donne hai avuto?” “Ne..nessuna” rispose titubante. La risposta strappò un sorriso a Silvana, e fui costretto a colpirla ancora: “Non ridere troia, farai da nave scuola ed io da regista...Adesso te, Riccardo, ti toglierai i pantaloni e le mutande, mentre anche lei si spoglierà completamente, su forza entrambi!” Lui in un attimo sfoderò il suo armamentario: era abbastanza ben messo, ma il prepuzio copriva completamente il glande, lei scese dalla scrivania e si spogliò completamente:”Bene ora prendilo in mano e, come suol dirsi, scappellaglielo!” Lo spettacolo che si presentò non fu edificante: il ragazzo aveva una scarsa dimestichezza con l'igiene sessuale: il glande era coperto di smegma e anche l'odore non era dei più invitanti, ma per me era manna:”Leccaglielo e ripuliscilo, schiava!”
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