Mia moglie (6)

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etero



MIA MOGLIE (6)

Marta si diresse allo stereo, mise una musica lenta, fece sedere i due energumeni ed iniziò una lasciva danza girando loro intorno, carezzandoli e carezzandosi. Poi iniziò uno streeptease sensuale: si sbottonò la camicetta e sfilò la gonna rimanendo in reggiseno e perizoma rossi che non le avevo mai visto, si appoggiò con fare lascivo alla parete protendendo il suo culo: certo aveva una silhouette che avrebbe svegliato un morto, poi si lasciò cadere sul tappeto e, facendo perno sul culo, alzò ed allargò le sue lunghe gambe mostrando il rigonfio della sua figa, che prese ad accarezzare. Il tutto davanti ai due uomini che avevano cominciato a massaggiarsi la patta: ero esterrefatto, era una scena, per me volgare, mentre gli altri “spettatori” sembravano gradire e molto: si accasciò, spostò il sottile lacciolo che copriva la figa e mise in mostra la sua peluria bionda, si bagnò il dito medio e lo fece scomparire dentro la figa, guardandomi negli occhi con uno sguardo di sfida come a dire:” Vedi come sono brava, ma non è per te!” Si rialzò, slacciò il reggiseno liberando i suoi magnifici seni sormontate da due rosee aureole e da capezzoli ritti, che si leccò portandoseli alle labbra. Alla fine si liberò del tanga e rimase nuda a gambe larghe e braccia aperte invitando i sue uomini ad un abbraccio comune: i due si alzarono, le si avvicinarono strusciandosi su di lei che con le mani saggiava i loro culi: si tolsero la maglietta, mettendo in mostra muscoli e tartarughe ben delineate (aveva scelto con cura Marta!), speravo che fosse vera la favola metropolitana che gli alti e muscolosi lo hanno piccolo, ma di lì a poco mi sarei dovuto ricredere: sempre guardandomi, Marta si accasciò davanti a primo: gli aprì la patta ci introdusse la mano che riemerse stringendo un'asta di notevoli dimensioni in semi riposo, con il glande ricoperto dal prepuzio, avvicinò la bocca ed io chiusi gli occhi, non volevo vedere, ma poi la curiosità vinse e li riaprii quando lei lo lasciò con il glande tutto scoperto e minaccioso (probabilmente Michelangelo si sarebbe potuto ispirare a questo per il suo progetto della cupola di S. Pietro), Marta, intanto si dedicava all'altro che non era da meno del primo: quindi si inginocchiò fra i due, impugnò i due cazzi e se li portò alla bocca leccandoli e ciucciandoli alternativamente: accidenti anche questo aveva imparato, non lo aveva fatto mai! Si rialzò:”Aspettate un attimo, che così non mi diverto molto!” Andò alla sua borsa e tiròfuori un cazzo di gomma nero di dimensioni immense (ancora più grande, se possibile, di quelli in carne e ossa, anzi senza ossa), se lo posizionò sotto di sé e ci si accasciò sopra inserendolo quasi tutto nella figa, poi riprese a lavorarsi i due cazzi con le mani e con la bocca. Che spettacolo, non ne potevo più e mi agitavo non riuscendo ad allentare le legature che mi tenevano costretto:”Che c'è, amore, vorresti partecipare!” chiosò Marta, “e no, devi pazientare, ora è il mio momento di divertirmi!” Così dicendo si alzò, si appoggiò con le mani al muro e si piegò in avanti: il più intraprendente dei due cominciò a frugarle fra le gambe larghe, la penetrò prima con un dito, poi entrò con un altro e poi con un altro ancora: incominciò a muoversi velocemente e mentre Marta quasi urlava di piacere l'altro si impossessa del suo buchetto grinzoso: mi ritornò in mente la volta precedente in cui l'avevo inculata (vedi “Mia Moglie (4) n.d.a.), ed ebbi un'erezione che mi diede, data la posizione, dolore fisico. Lei intanto ebbe un primo orgasmo che lasciò una piccola pozza di liquido nel pavimento essendo colato lungo le sue gambe: seguì tutto il repertorio di fellatio, inculate, scopate singole e doppie con orgasmi multipli, Marta mi guardava sempre, a percepire tutte le varie sfumature dei miei atteggiamenti, e mi rivolgeva frasi derisorie: “Guarda come godo, non ho mai provato nulla di simile: questi cazzi mi fanno impazzire, siiiii è bello, spaccatemi il culo, che altrimenti quell'omuncolo legato non ce la farà mai....vorresti essere qui perché te lo ciucci, ma non è il tuo momento, ho ancora molto da godere; forza adesso tutti e due insieme.....guardali come sono belli e forti e li ho dentro di me. Siiiii , fatemi venire....” Dove avesse imparato quel linguaggio da puttana, non lo sapevo, ma aveva un effetto deleterio su di me, che ancora legato, vidi con raccapriccio la macchia sui pantaloni allargarsi: mi ero venuto addosso ancora una volta: se ne accorsero anche i partecipanti al festino e naturalmente risero di me e si apprestarono anche loro ad avere il loro sommo momento di goduria scaricandosi sul bel volto di mia moglie, imbrattandolo di sperma. “Ahh che bello e come è buono!!!” sospirò Marta leccando lo sperma che le colava in bocca: “Caro dovrai pazientare ancora un poco, perchè non ho ancora finito!” e gridò: “Su vieni avanti!” I due uscirono da una porta da cui entrò........Giovanna. Caz...anche lei era d'accordo: era nuda, pure lei bellissima, di una bellezza diversa, più terrena, formosa, meno eterea di Marta. Mi rivolse uno sguardo intrigante, almeno lei mi dimostrava la sua solidarietà: “Mi scusi, dottore, ma non ho potuto rifiutare! Tengo al mio posto di lavoro.” Intervenne Marta:”Pensavi che non sapessi delle tua scopate con Giovanna? Ma ho avuto una buona quinta colonna in mio padre, che vi ha spiati, insospettito dai tanti straordinari della segretaria: già gli straordinari...porco!” Giovanna le si avvicinò e cominciò a leccarle il viso per ripulirlo dello sperma che oramai si stava seccando e mentre era impegnata nell'opera entrambe si frugavano le rispettive fighe: debbo dire che un regista di film porno non avrebbe saputo fare di meglio: due splendide donne, una bionda longilinea ed una mora più formosa che si baciavano e si masturbavano vicendevolmente inserendo dita, falli di gomma (ne era comparso un altro nelle mani di Giovanna) sia nella figa che nel culo per poi succhiarlo avidamente, che ricevevano alternativamente in bocca l'orgasmo l'una dell'altra:” Adesso Giovanna, però dovrà subire una piccola punizione per averti aiutato nei tuoi tradimenti e nelle vicende di quella notte!” Probabilmente erano d'accordo perché, senza dire altro, Giovanna si stese sul pavimento e Marta le si accovacciò sopra con la figa in corrispondenza della sua bocca spalancata: vidi un rivolino di liquido giallastro uscire dal corpo di Marta e dirigersi verso la bocca aperta di Giovanna, il rivolino presto si trasformò in un ruscello in piena che quasi soffocava la poveretta: le stava pisciando in bocca e lei beveva come se fosse stata un'assetata dispersa nel deserto, ma l'ultimo boccone di piscio non lo ingoiò, si rialzò venne verso di me, mi tolse il nastro adesivo dalla bocca e mi baciò passandomi buona parte del liquido giallo di mia moglie che intanto sorrideva in
disparte.
Alla fine mi sciolsero, ma non potetti alzarmi subito: le gambe non mi reggevano:”Noi andiamo a fare una doccia, ma credo che anche te ne abbia bisogno: là sotto sei abbastanza impiastricciato!” disse Marta indicando i miei pantaloni che all'altezza della patta mostrava una grossa macchia. Ritenni che fosse un invito ed un segnale di pace, per cui le seguii in bagno mi spogliai ed entrai, insieme a loro sotto la doccia: la vicinanza di quelle due fighe ebbe i suoi effetti sul mio pene che si inalberò: le due si scambiarono un segno d'intesa e facendo spallucce si inginocchiarono e lo presero alternativamente in bocca, leccandolo e succhiandolo fino a che non venni sulle loro lingue tese a ricevere l'ennesimo orgasmo di un uomo. Dopo la doccia ci ritrovammo in salotto, dovemmo aprire le finestre per cambiare l'aria impregnata dagli odori di sesso e sudore, e con Marta ci parlammo alla fine a cuore aperto:” Amore, la mia vendetta è finita, ora sarò solo per te, con tutte le varianti che oramai non mi fanno più paura: sono pronta a darti tutto di me, e quindi, se scoprirò che mi avrai tradito la nostra storia finirà, perché non avrai nessuna necessità di trovare fuori della famiglia quello che io saprò darti, perché te lo darò: d'accordo?” Quel discorso mi eccitò e mi parve corretto:”Ma, proseguì, ma se io volessi, ogni tanto, usufruire dei servigi di Giovanna potrò farlo, sia con il tuo intervento che senza, ok?” “Sono pienamente d'accordo, l'importante che non ricompaiano soggetti come quegli energumeni di stasera!!” Marta sorrise:” Peccato, ma si può fare...”. Ci abbracciammo e ci baciammo, mentre Giovanna parlava al telefono con il suo ragazzo:” Sono bloccata con una pratica urgente; scusa caro, ma saprò farmi perdonare!” e ci fece l'occhiolino!!

F I N E
scritto il
2018-11-03
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