Il sequestro (IV parte)
di
Rot43
genere
pulp
Ore 5:00
Mario incredulo osservava il corpo immobile di sua moglie adagiato davanti a lui, con la schiena nuda e con il capo immerso tra i cuscini. La donna ora non fiatava più, ma i gemiti, che aveva dovuto ascoltare durante quell'amplesso forzato, gli rimbombavano ancora in testa.
La sua tenera, dolce e casta moglie era stata appena abusata con volgare violenza da quell'animale che l’aveva lasciata in quella sconcia posizione con il sedere per aria, mentre ora si ingozzava di alcool assieme ai suoi compari.
Dalle cosce della donna colava il seme del vile sopruso, ma Rossana rimaneva immobile stordita e in preda ad una forte sensazione di pudore.
Sentiva albergare in lei una percezione di disgusto per quanto aveva subito, ma non riusciva a non ammettere a se stessa di aver avvertito un’emozione forte, mai provata prima: durante quei minuti di infamia aveva percepito un immenso calore avvolgerla per un periodo di tempo, che non era riuscita a quantificare. Durante quei concitati momenti aveva cercato di trattenere quella stranissima percezione, ma quando il membro di Darko aveva iniziato a pulsare dentro di lei, quella sensazione di calore e di energia era divenuta onerosa e solo l’orgasmo era stato capace di liberarla da quel sublime senso di eccitazione.
Mentre questi pensieri impegnavano la sua mente, sentì dei passi nuovamente dietro di lei, e presto avvertì la presenza di qualcuno alle sue spalle. Non aveva il coraggio di voltarsi, ma sentì delle forti mani insinuarsi sotto le sue ascelle e in un momento si trovò in piedi, con le spalle rivolte al suo aguzzino e con il busto verso suo marito, fu allora che il suo sguardo si incrociò con quello di Mario, che la osservava avvolto nel suo grande bavaglio che gli copriva interamente la bocca, lasciandogli scoperto le orbite degli occhi. Ancora paonazza in volto incrociò il suo sguardo scorgendo in esso un profondo turbamento per le angherie subite dalla sua dolce metà.
Quello sguardo l’avvilì e i suoi occhi tornarono tristi e gonfi di lacrime, ma la situazione intorno a lei aveva ormai raggiunto punte di degrado davvero profonde.
La bocca del ceceno si avvicinò all'orecchio della bionda sussurrandoli tutto il suo apprezzamento per la scopata precedente, poi repentinamente le fece fare un mezzo giro su se stessa e una volta faccia a faccia, con naturalezza, le infilò la sua lingua in bocca.
Rossana provò a divincolarsi, ma Darko le divorò letteralmente le labbra e la costrinse ad un intenso bacio alla francese, mentre le sue mani ripresero a palpare i suoi grossi seni e poi i suoi glutei.
Mario al solito ebbe la sua reazione di stizza, ma le corde non gli permettevano alcun movimento e le sue repliche non preoccuparono minimamente il bandito che continuò spavaldo a toccare la moglie ovunque.
Le sue mani ripresero ad "impastare" con ossessione le tette burrose: le strizzava lentamente e con vigore per poi le lasciarle cadere verso il basso osservando compiaciuto la loro solidità perfetta. Per lui erano diventate un vero e proprio passatempo erotico.
Intanto il suo pene era tornato in erezione e ora lo strofinava ignobilmente e senza alcun turbamento sul pelo di Rossana ovviamente senza minimamente curarsi delle lamentele di Mario soffocate dal bavaglio, anzi le urla del marito lo incoraggiavano a continuare a molestare la donna, perciò cominciò a far risalire lentamente la sua grossa mano dalle ginocchia lungo l'interno coscia.
Mentre le sue dita risalivano lentamente l’epidermide della donna verso il ventre, arrivato all'altezza della coscia sinistra le dita dell’uomo entrarono in contatto con lo scolo del suo stesso sperma che ancora colava lungo la gamba e una volta raccolto un minimo quantitativo di sperma, portò le sue dita lerce del seme vicino alle labbra della donna.
: - Assaggiami!
Le disse.
Rossana provò a ritrarsi, ma non riuscì nell'intento e dovette accettare nella sua bocca le dita imbrattate di sborra e ingoiare quella sostanza biancastra.
Il quantitativo era modesto e non percepì particolari sapori, ma era un chiaro gesto di dipendenza nei confronti di quel maiale. Il balordo gli tenne il dito nella bocca per qualche secondo, simulando una fellatio e poi con perversità, le sussurrò all'orecchio:
: -E’ inutile che cerchi di divincolarti, lo so che questa situazione inizia a piacerti e ad eccitarti, ti ho sentita godere prima. Ti piace essere trattata da scrofa, io l’ho capito.
Rossana a quelle parole rimase immobile, mentre la mano del ceceno si depositava nuovamente sotto la sua fica, insinuandosi tra le sue piccole labbra e scivolando al suo interno, coadiuvata dai liquidi che ormai albergavano in essa.
La donna non riuscì a replicare a quelle parole e sentì le sue labbra vaginali aprirsi sotto i colpi delle quattro dita dell’uomo che ora sguazzavano dentro di lei.
Le lunghe gambe le iniziarono a tremare, ma l’uomo la teneva stretta al suo petto mentre la sottoponeva ad un insistente e prolungato ditalino:
: - Stai godendo, ammettilo! Faresti un gran bene a te stessa ammettendolo…Sento un gran fuoco dentro di te!
Continuò a sussurrarle all'orecchio.
Rossana non poteva fare altro che rassegnarsi alla realtà, stava godendo davvero, sentì nuovamente quella sensazione di calore alloggiare dentro di lei
Avvertiva le dita dell'estraneo muoversi vividamente dentro e stava per venire nuovamente, ma Darko aveva altro in serbo per lei.
Con delicatezza abbandonò la sua figa lasciandola inquieta per averle tolto la soddisfazione di espellere nuovamente quella sensazione di calore che l’aveva nuovamente avvolta e che ora la stava facendo impazzire; ma allo stesso tempo era preoccupata di dover prolungare quello spettacolo spiacevole e indecente agli occhi di suo marito.
A sorpresa sentì afferrarsi per mano dall'uomo che la tirò via con se, tra gli inutili lamenti di Mario, fino in cucina dove qui erano seduti al tavolo i suoi complici con davanti diverse bottiglie di super alcolici. Fu fatta sedere tra loro.
Aveva la fica in fiamme e sedere sulla sedia dal rigido rivestimento fu quasi un toccasana perché le dava la possibilità di strusciare il clitoride su qualcosa di solido e rigido.
Mentre cercava di tenere a bada i suoi bollori, le fu servito da uno dei due compari un bicchiere di uno dei vini depredati in cantina, e le fu ordinato di bere.
Realizzò in poco tempo di essere scesa ad un bassissimo e degradante livello, stava accettando e idealizzando ciò che aveva sempre considerato come la peggior offesa alla dignità di una donna, comprese che la sottomissione era ora divenuta per lei la maggior forma di appagamento sessuale e più si sentiva umiliata e trattata da oggetto più la sua fica andava in fiamme regalandole una carica erotica pazzesca.
Tuttavia questa nuova sensazione la impauriva, prima di quella sera non avrebbe mai immaginato di godere nell'essere umiliata, pensò di nuovo a Mario picchiato e legato in salotto e l'idea di godere della situazione in cui ora si trovava, la fece sentire una cattiva moglie, ma non poteva fingere a se stessa, era un dato di fatto che la sua figa continuava a bagnarsi anche mentre era seduta tra quei perfetti sconosciuti, celati dal passamontagna. Turbata da mille pensieri poggiò la testa sul tavolo disperata e iniziò a singhiozzare, ma attorno a lei i tre uomini non erano guidati da nessun tipo di morale e nonostante il suo piante le mani di Iancu e Valerj scivolarono sul suo vigoroso corpo.
Alle sue spalle Darko la incitò nuovamente a bere, tra i singhiozzi la donna provò a chiedere pietà supplicandolo:
: - Ti prego non mi sembra il caso, non mi sento bene, sono stanca bastaaaa!
Il boss che aveva già dimostrato quanto non amasse i dinieghi della donna le versò altro vino nel bicchiere mezzo pieno riempiendolo così fino all'orlo e dopo le ordinò nuovamente di bere.
Ancora Rossana tentò di opporsi con una supplica, ma non bastò a far desistere il ceceno.
: - Ora bevi e non farne cadere nemmeno una goccia!
Le replicò deciso.
Le mani della donna non poterono fare altro che afferrare il calice, lo accompagnò alle labbra, facendo attenzione a non far cadere nemmeno una goccia nonostante il tremolio. Una volta avvicinato il calice bevve qualche sorso, ma Darko le ordinò di berlo tutto e d’un fiato.
Rossana scrutò i suoi occhi dai buchi del passamontagna e il suo sguardo truce le bastò a capire, quindi rassegnata trangugiò il liquido in un sorso, una volta svuotato il calice lo pose sul tavolo davanti a se.
Non ebbe il tempo di finire di ingerire il vino che Darko, alle sue spalle le riempì nuovamente il bicchiere.
La situazione era surreale mentre il ceceno la obbligava a bere le mani dei due complici continuavano ad accarezzarla con insistenza dappertutto.
: - Bevi ancora!
Le disse.
Rossana non capiva, ma sentiva la mano di Valerj scorrere su per la sua vagina sfiorandole le labbra e riprendendo la stimolazione che il capo aveva interrotto poco prima in salotto; dall'altro lato della sedia le mani di Iancu le palpavano vigorosamente sia l’interno coscia che le tette.
Costretta in quella situazione non trovò altro modo se non quelli di lasciarsi andare completamente, prese il bicchiere pieno e stavolta senza obiettare lo bevve tutto fino all'ultima goccia.
Le carezze dei due iniziavano a sortire i primi effetti e Valerj ora aveva aumentato il ritmo dentro di lei.
Stavolta le fu difficile poggiare il bicchiere sul tavolo, gli stimoli iniziavano a regalarle piacere, e tuttavia non appena riuscì a posarlo, Darko glielo riempì nuovamente.
I due suoi complici imperterriti continuavano a palparla ovunque e le loro sudicie mani correvano su tutto il suo procace corpo.
Anche Darko ci metteva del suo e mentre la costringeva a bere le accarezzava i capelli e il viso angelico.
Intontita dall'alcol e dalle carezze dei due, supplicò il boss di smetterla:
-: Basta ti prego! Non ce la faccio più a reggere…
Il ceceno impassibile alle sue richieste per tutta risposta le avvicinò il bicchiere e come un disco rotto, le ripeté semplicemente il solito ordine:
: - Bevi!
La donna impotente e ormai incapace anche di protestare afferrò il bicchiere con rabbia e trangugiò nuovamente il liquido.
Messo giù il bicchiere il ceceno da dietro la baciò soddisfatto più volta sulle guance.
Era la loro bambola dei desideri e lo sarebbe stata ancora per tutta la notte.
Dopo i baci si assentò dalla cucina, lasciandola nelle mani dei due complici che continuarono a stuzzicarla in tutti i modi. L’eccitazione mista ormai all'ebbrezza del alcool prese presto il sopravvento e le mani della donna scivolarono sulle mutande dei due uomini, alla ricerca delle loro mazze ormai in erezione da un po'. Presto nella sua bocca iniziarono ad alternarsi le lingue dei due maiali vogliosi, ormai il ribrezzo che inizialmente quegli energumeni le causavano era svanito.
Le mani dei due accarezzavano la sua figa e lei eccitata divaricava le gambe il più possibile sotto il tavolo per consentire ai due di lavorare meglio.
Dopo pochi minuti il capo tornò con un foulard di seta verde trovato in salone e con delicatezza glielo legò attorno alla testa, bendandole gli occhi.
: - Ora continuiamo i nostri giochini…
Le sussurrò lasciando a metà la frase mentre lanciava uno sguardo di intesa ai suoi complici, che replicarono con un sorriso maliziosissimo e che non lasciava presagire nulla di buono.
Rossana protestò timidamente, ma i due porci non le diedero il tempo per replicare e le si gettarono al collo leccandola e baciandola ovunque.
Valerj era il più porco, le teneva la mano sul cazzo guidandole la mano su e giù, mentre continuava ad avvinghiarsi selvaggiamente sul corpo sensuale della sua preda.
: - Che ne dite di continuare a divertirci tutti in camera della signora, comodi nel suo bel lettone!
Propose il capo, che ora presentava anche lui una vistosa protuberanza tra i pantaloni.
Sul volto dei due complici comparve subito un sorriso, i due si alzarono alla svelta dalle sedie, presero per le braccia Rossana che senza proferir parola si alzò aiutata dai due ceffi per via della benda e venne trascinata in camera con loro.
Passarono dal salotto dove c’era suo marito ancora legato, ubriaca riuscì solo a percepire la voce strozzata del marito, provò a dire qualcosa ma fu portata velocemente dai tre uomini in camera e una volta lì adagiata sul letto.
: - Vi prego, non fateli del male, farò tutto quello che vorrete, ma lasciatelo stare.
Biascicò in un misto di ebbrezza ed eccitazione riferendosi a suo marito.
: - Fa la brava e non succederà nulla!
Controbatté subito Valerj, mentre si faceva spazio tra le sue cosce con le sue grosse dita.
Il contatto la mandò subito su di giri e iniziò a mugolare per il piacere, non ce la faceva più a resistere a quei preliminari e ora, con Mario lontano, si sentì più libera di dare sfogo alle sue voglie.
La sua fica era una vampa, quei porci l'avevano lasciata insoddisfatta appositamente e per troppo tempo e ora lei sapeva perfettamente che l’orgasmo sarebbe arrivato da un momento all'altro, aprì le cosce il più possibile per facilitare e invogliare qualcuno dei tre a penetrarla. Valerj rispose subito alla richiesta della donna e senza pensarci due volte, le salì sul petto. Rossana si avvinghiò alle spalle dell'uomo facilitando il bulgaro nella penetrazione, riconobbe subito il bestio dell'uomo e si fece penetrare senza alcuna difficoltà.
Appena il cazzone dell’uomo le fu dentro esplose tutta la sua eccitazione, dei gridolini di piacere accompagnarono l'ingresso del pezzo di granito dentro di lei. Iniziò a contorcersi dal piacere e ora si mordeva le labbra come un'invasata.
Le mani di Valery le serravano e le trattenevano i polsi sopra la testa, impedendole qualsiasi movenza. In realtà l'unica cosa che Rossana desiderava era proprio il cazzo dell'uomo, ma ottene anche qualcos'altro, eccitato dalla scena, Iancu le si precipitò su di portandole all'altezza del viso il cazzo obbligandola a prenderlo in bocca.
I due ora stavano procedendo a una penetrazione orale e vaginale sincronizzata, ma per Rossana era troppo, già allo stremo per i preliminari subiti venne con ancora il cazzo del rumeno in bocca.
Fu un orgasmo davvero liberatorio, ma anche soffocato perché nessuno dei due ora aveva voglia di scendere dalla giostra.
Valery insensibile ai bisogni della donna continuò a scoparla con foga, e questo riaccese in lei l’eccitazione, che palesò riprendendo a succhiare il cazzo che le stava impalando la bocca con grade soddisfazione da parte del rumeno.
Le grosse gonfie palle del bulgaro sbattevano con forza sulle chiappe nude e i colpi riecheggiavano nella stanza, la violenza a cui la stava sottoponendo era davvero inaudita, nessuno l’aveva mai scopata in quel modo; il suo copro vibrava ad ogni colpo regalandole spasmi di dolore misti a intensi momenti di piacere.
Quel grosso e lungo pezzo di marmo ora scivolava facilmente dentro di lei nonostante le dimensioni e anche i colpi di reni non erano minimamente calati di intensità da quando aveva iniziato a fotterla, quelle potenti stantuffate la stavano scuotendo piacevolmente.
: - Credo che ormai sia al limite della goduria! Era bagnatissima prima in cucina, figurati ora!
La voce di Darko, tuonò intanto nella camera.
Rossana non ci fece caso e continuò a dimenarsi come un’ossessa destreggiandosi tra le vergate di Valery e li affondi in bocca di Iancu. Non aveva la minima percezione di chi e di cosa ci fosse intorno a lei, aveva solo voglia di cazzo, il resto ora non contava più nulla. E mai avrebbe immaginato che a pochi centimetri da lei ci fosse anche suo marito. Libero dalle corde e ben controllato da Darko era in piedi nella stanza di fronte al letto, sbigottito e incredulo per quello che i suoi occhi stavano osservando.
Quel gran figlio di puttana di Darko, avendo capito il piacere che la mogliettina stava provando ad essere trattata come una battona, aveva deciso di rendere palese a Mario quanto fosse troia e per dargliene una prova gli aveva concesso di assistere con i suoi occhi a quello spettacolo.
Mario continuava a fissare in silenzio quel cumulo di corpi uno sopra l’altro, riusciva a distinguere sua moglie a malapena e solo dallo smalto rosso presente sulle unghie dei piedi. Poteva sentire il suo respiro ansimante in lontananza, nonostante le oscenità che i due le rivolgevano; il disgusto per le angherie che la moglie stava subendo lo nauseava, ma ora a vedere Rossana godere in quel modo indegno e oltraggioso iniziò a percepire un’indescrivibile stato di eccitazione.
Sua moglie intanto ignara della presenza del suo uomo, per via della benda sugli occhi, continuava a succhiare il cazzo di Iancu come un’ossessa e appena il cazzo le dava tregua esternava i suoi gemiti liberamente e distintamente.
Mario non credeva ai suoi occhi, la sua casta e pudica Rossana era lì sul letto a godere della violenza di due vili e perfetti estranei.
Improvvisamente Valerj uscì fuori dalla sua fica, le continue stantuffate le avevano riempito la passera d’aria e appena il cazzo le fu tolto nella stanza echeggiò un flato vaginale che fece sorridere Darko.
Con rudezza il bulgaro impose al rumeno di mettere momentaneamente fine alla sua fellatio, fece voltare con impeto la donna e dopo averla messa a pecora avvicinò la sua verga bagnata in corrispondenza dello stretto ano della donna. Aiutandosi con entrambe le mani dilatò le chiappe del culo della bionda.
I pollici si insinuarono tra di esse e una volta allargategliele uno sputo centrò in pieno il buco del culo della donna che a quel punto capita la malsana idea tentò un‘inutile quanto blanda resistenza, per far desistere il porco, ma l’uomo corpulento non fu minimamente disturbato dal suo diniego, anzi, e come se fosse la cosa più normale del mondo, le sbatté il cazzo dritto nel culo.
La grossa cappella dell’uomo faticò un po’ all'inizio a farsi strada in quel piccolo buco, ma il contatto con il morbido sedere di Rossana, stimolò il porco a non mollare e a spingere sempre di più.
Lo sfintere di Rossana iniziò ad allargarsi e la cappella iniziò a penetrare dentro la donna, che iniziò ad urlare per il dolore come una matta, ma Valerj di uscire non ne voleva sapere, così lasciò la mano che allargava la chiappa sinistra e gliela portò sulla bocca soffocando le sue grida mentre con forza continuava a spingere.
I fluidi sull'asta e la saliva con cui aveva lubrificato il buco della signora, fecero il resto e Rossana si trovò ben presto con una mazza da baseball nel culo.
Appena la mano del bulgaro sfuggì dalle labbra della donna, questa poté urlare tutta la sua disapprovazione:
:- Aaaah! Mi fai male, noooo! Esci ti prego!
Provò ad urlare disperata.
Una volta dentro, Valerj iniziò a spingere lentamente la sua mazza avanti e indietro, Rossana sentì il suo ano dilatarsi sempre di più; le sue carni stavano subendo una profanazione che mai nella sua vita aveva subito e quasi piangeva per il dolore.
Ma tutto questo non fermò il porco che eccitato le infilò anche le dita della sua mano in bocca per zittirla nuovamente e allo stesso tempo iniziò a fotterle anche la bocca.
Mario era sconvolto e sbigottito e non poteva assolutamente emettere alcun rumore, perché Darko lo aveva ben istruito su quello che doveva fare, e se avesse fatto qualcosa di diverso ne avrebbe pagato le conseguenze la figlia Jessica, la volgare minaccia quindi lo costrinse ad ubbidire, ma in realtà vedere sua moglie sodomizzata senza alcuna pietà accese in lui una forte curiosità voyeuristica e ora anche il suo pene li mandava dei segnali di apprezzamento.
Intanto l’ano di Rossana aveva raggiunto la massima dilatazione e ora il pene del bulgaro scorreva avanti e indietro con più ritmo.
Anche la soglia del dolore si era abbassata e questo le permise di avvertire anche un po’ di piacere. Nella stanza ormai si potevano udire i forti e continui colpi di reni di Vaelrj che si infrangevano contro le chiappe con una violenza inaudita.
Rossana iniziò a trarne piacere e passò da una sensazione di dolore ad una di solo fastidio che si tramutò in una percezione di solo piacere che la portò nuovamente a dimenarsi su stessa, avanti e indietro per far arrivare più in fondo il suo toro da monta.
Ben presto vennero meno tutti i freni inibitori e le grida di piacere si tramutarono in urla condite da esplicite esortazioni:
: - Si sbattimelo tutto dentro, siiii, spingi mi piace!! Aaaaah!!!
Valerj la sentiva fremere sotto i suoi colpi e accelerò ancor di più il suo scuotimento, non riuscendo più a trattenere i gemiti e l'orgasmo, Rossana emise un urlo di piacere che la lasciò senza fiato, mentre un caldo fiotto di sperma le partì su per il culo, accompagnato, pochi istanti dopo, da un altro fiotto indirizzatole da Iancu che nel frattempo aveva raggiunto l’orgasmo segandosi a pochi cm dalla faccia della bionda, inondandole la benda e il resto del volto.
Soddisfatto Valerj le cinse i fianchi e le tirò fuori l’uccello, finalmente Rossana stremata poté accasciarsi sul materasso, mentre un filo di sborra calda le scivolava sulle labbra carnose e un altro dal deretano lungo la gamba. Rimase immobile tramortita e dolorante, ma paga come non mai...
Mario incredulo osservava il corpo immobile di sua moglie adagiato davanti a lui, con la schiena nuda e con il capo immerso tra i cuscini. La donna ora non fiatava più, ma i gemiti, che aveva dovuto ascoltare durante quell'amplesso forzato, gli rimbombavano ancora in testa.
La sua tenera, dolce e casta moglie era stata appena abusata con volgare violenza da quell'animale che l’aveva lasciata in quella sconcia posizione con il sedere per aria, mentre ora si ingozzava di alcool assieme ai suoi compari.
Dalle cosce della donna colava il seme del vile sopruso, ma Rossana rimaneva immobile stordita e in preda ad una forte sensazione di pudore.
Sentiva albergare in lei una percezione di disgusto per quanto aveva subito, ma non riusciva a non ammettere a se stessa di aver avvertito un’emozione forte, mai provata prima: durante quei minuti di infamia aveva percepito un immenso calore avvolgerla per un periodo di tempo, che non era riuscita a quantificare. Durante quei concitati momenti aveva cercato di trattenere quella stranissima percezione, ma quando il membro di Darko aveva iniziato a pulsare dentro di lei, quella sensazione di calore e di energia era divenuta onerosa e solo l’orgasmo era stato capace di liberarla da quel sublime senso di eccitazione.
Mentre questi pensieri impegnavano la sua mente, sentì dei passi nuovamente dietro di lei, e presto avvertì la presenza di qualcuno alle sue spalle. Non aveva il coraggio di voltarsi, ma sentì delle forti mani insinuarsi sotto le sue ascelle e in un momento si trovò in piedi, con le spalle rivolte al suo aguzzino e con il busto verso suo marito, fu allora che il suo sguardo si incrociò con quello di Mario, che la osservava avvolto nel suo grande bavaglio che gli copriva interamente la bocca, lasciandogli scoperto le orbite degli occhi. Ancora paonazza in volto incrociò il suo sguardo scorgendo in esso un profondo turbamento per le angherie subite dalla sua dolce metà.
Quello sguardo l’avvilì e i suoi occhi tornarono tristi e gonfi di lacrime, ma la situazione intorno a lei aveva ormai raggiunto punte di degrado davvero profonde.
La bocca del ceceno si avvicinò all'orecchio della bionda sussurrandoli tutto il suo apprezzamento per la scopata precedente, poi repentinamente le fece fare un mezzo giro su se stessa e una volta faccia a faccia, con naturalezza, le infilò la sua lingua in bocca.
Rossana provò a divincolarsi, ma Darko le divorò letteralmente le labbra e la costrinse ad un intenso bacio alla francese, mentre le sue mani ripresero a palpare i suoi grossi seni e poi i suoi glutei.
Mario al solito ebbe la sua reazione di stizza, ma le corde non gli permettevano alcun movimento e le sue repliche non preoccuparono minimamente il bandito che continuò spavaldo a toccare la moglie ovunque.
Le sue mani ripresero ad "impastare" con ossessione le tette burrose: le strizzava lentamente e con vigore per poi le lasciarle cadere verso il basso osservando compiaciuto la loro solidità perfetta. Per lui erano diventate un vero e proprio passatempo erotico.
Intanto il suo pene era tornato in erezione e ora lo strofinava ignobilmente e senza alcun turbamento sul pelo di Rossana ovviamente senza minimamente curarsi delle lamentele di Mario soffocate dal bavaglio, anzi le urla del marito lo incoraggiavano a continuare a molestare la donna, perciò cominciò a far risalire lentamente la sua grossa mano dalle ginocchia lungo l'interno coscia.
Mentre le sue dita risalivano lentamente l’epidermide della donna verso il ventre, arrivato all'altezza della coscia sinistra le dita dell’uomo entrarono in contatto con lo scolo del suo stesso sperma che ancora colava lungo la gamba e una volta raccolto un minimo quantitativo di sperma, portò le sue dita lerce del seme vicino alle labbra della donna.
: - Assaggiami!
Le disse.
Rossana provò a ritrarsi, ma non riuscì nell'intento e dovette accettare nella sua bocca le dita imbrattate di sborra e ingoiare quella sostanza biancastra.
Il quantitativo era modesto e non percepì particolari sapori, ma era un chiaro gesto di dipendenza nei confronti di quel maiale. Il balordo gli tenne il dito nella bocca per qualche secondo, simulando una fellatio e poi con perversità, le sussurrò all'orecchio:
: -E’ inutile che cerchi di divincolarti, lo so che questa situazione inizia a piacerti e ad eccitarti, ti ho sentita godere prima. Ti piace essere trattata da scrofa, io l’ho capito.
Rossana a quelle parole rimase immobile, mentre la mano del ceceno si depositava nuovamente sotto la sua fica, insinuandosi tra le sue piccole labbra e scivolando al suo interno, coadiuvata dai liquidi che ormai albergavano in essa.
La donna non riuscì a replicare a quelle parole e sentì le sue labbra vaginali aprirsi sotto i colpi delle quattro dita dell’uomo che ora sguazzavano dentro di lei.
Le lunghe gambe le iniziarono a tremare, ma l’uomo la teneva stretta al suo petto mentre la sottoponeva ad un insistente e prolungato ditalino:
: - Stai godendo, ammettilo! Faresti un gran bene a te stessa ammettendolo…Sento un gran fuoco dentro di te!
Continuò a sussurrarle all'orecchio.
Rossana non poteva fare altro che rassegnarsi alla realtà, stava godendo davvero, sentì nuovamente quella sensazione di calore alloggiare dentro di lei
Avvertiva le dita dell'estraneo muoversi vividamente dentro e stava per venire nuovamente, ma Darko aveva altro in serbo per lei.
Con delicatezza abbandonò la sua figa lasciandola inquieta per averle tolto la soddisfazione di espellere nuovamente quella sensazione di calore che l’aveva nuovamente avvolta e che ora la stava facendo impazzire; ma allo stesso tempo era preoccupata di dover prolungare quello spettacolo spiacevole e indecente agli occhi di suo marito.
A sorpresa sentì afferrarsi per mano dall'uomo che la tirò via con se, tra gli inutili lamenti di Mario, fino in cucina dove qui erano seduti al tavolo i suoi complici con davanti diverse bottiglie di super alcolici. Fu fatta sedere tra loro.
Aveva la fica in fiamme e sedere sulla sedia dal rigido rivestimento fu quasi un toccasana perché le dava la possibilità di strusciare il clitoride su qualcosa di solido e rigido.
Mentre cercava di tenere a bada i suoi bollori, le fu servito da uno dei due compari un bicchiere di uno dei vini depredati in cantina, e le fu ordinato di bere.
Realizzò in poco tempo di essere scesa ad un bassissimo e degradante livello, stava accettando e idealizzando ciò che aveva sempre considerato come la peggior offesa alla dignità di una donna, comprese che la sottomissione era ora divenuta per lei la maggior forma di appagamento sessuale e più si sentiva umiliata e trattata da oggetto più la sua fica andava in fiamme regalandole una carica erotica pazzesca.
Tuttavia questa nuova sensazione la impauriva, prima di quella sera non avrebbe mai immaginato di godere nell'essere umiliata, pensò di nuovo a Mario picchiato e legato in salotto e l'idea di godere della situazione in cui ora si trovava, la fece sentire una cattiva moglie, ma non poteva fingere a se stessa, era un dato di fatto che la sua figa continuava a bagnarsi anche mentre era seduta tra quei perfetti sconosciuti, celati dal passamontagna. Turbata da mille pensieri poggiò la testa sul tavolo disperata e iniziò a singhiozzare, ma attorno a lei i tre uomini non erano guidati da nessun tipo di morale e nonostante il suo piante le mani di Iancu e Valerj scivolarono sul suo vigoroso corpo.
Alle sue spalle Darko la incitò nuovamente a bere, tra i singhiozzi la donna provò a chiedere pietà supplicandolo:
: - Ti prego non mi sembra il caso, non mi sento bene, sono stanca bastaaaa!
Il boss che aveva già dimostrato quanto non amasse i dinieghi della donna le versò altro vino nel bicchiere mezzo pieno riempiendolo così fino all'orlo e dopo le ordinò nuovamente di bere.
Ancora Rossana tentò di opporsi con una supplica, ma non bastò a far desistere il ceceno.
: - Ora bevi e non farne cadere nemmeno una goccia!
Le replicò deciso.
Le mani della donna non poterono fare altro che afferrare il calice, lo accompagnò alle labbra, facendo attenzione a non far cadere nemmeno una goccia nonostante il tremolio. Una volta avvicinato il calice bevve qualche sorso, ma Darko le ordinò di berlo tutto e d’un fiato.
Rossana scrutò i suoi occhi dai buchi del passamontagna e il suo sguardo truce le bastò a capire, quindi rassegnata trangugiò il liquido in un sorso, una volta svuotato il calice lo pose sul tavolo davanti a se.
Non ebbe il tempo di finire di ingerire il vino che Darko, alle sue spalle le riempì nuovamente il bicchiere.
La situazione era surreale mentre il ceceno la obbligava a bere le mani dei due complici continuavano ad accarezzarla con insistenza dappertutto.
: - Bevi ancora!
Le disse.
Rossana non capiva, ma sentiva la mano di Valerj scorrere su per la sua vagina sfiorandole le labbra e riprendendo la stimolazione che il capo aveva interrotto poco prima in salotto; dall'altro lato della sedia le mani di Iancu le palpavano vigorosamente sia l’interno coscia che le tette.
Costretta in quella situazione non trovò altro modo se non quelli di lasciarsi andare completamente, prese il bicchiere pieno e stavolta senza obiettare lo bevve tutto fino all'ultima goccia.
Le carezze dei due iniziavano a sortire i primi effetti e Valerj ora aveva aumentato il ritmo dentro di lei.
Stavolta le fu difficile poggiare il bicchiere sul tavolo, gli stimoli iniziavano a regalarle piacere, e tuttavia non appena riuscì a posarlo, Darko glielo riempì nuovamente.
I due suoi complici imperterriti continuavano a palparla ovunque e le loro sudicie mani correvano su tutto il suo procace corpo.
Anche Darko ci metteva del suo e mentre la costringeva a bere le accarezzava i capelli e il viso angelico.
Intontita dall'alcol e dalle carezze dei due, supplicò il boss di smetterla:
-: Basta ti prego! Non ce la faccio più a reggere…
Il ceceno impassibile alle sue richieste per tutta risposta le avvicinò il bicchiere e come un disco rotto, le ripeté semplicemente il solito ordine:
: - Bevi!
La donna impotente e ormai incapace anche di protestare afferrò il bicchiere con rabbia e trangugiò nuovamente il liquido.
Messo giù il bicchiere il ceceno da dietro la baciò soddisfatto più volta sulle guance.
Era la loro bambola dei desideri e lo sarebbe stata ancora per tutta la notte.
Dopo i baci si assentò dalla cucina, lasciandola nelle mani dei due complici che continuarono a stuzzicarla in tutti i modi. L’eccitazione mista ormai all'ebbrezza del alcool prese presto il sopravvento e le mani della donna scivolarono sulle mutande dei due uomini, alla ricerca delle loro mazze ormai in erezione da un po'. Presto nella sua bocca iniziarono ad alternarsi le lingue dei due maiali vogliosi, ormai il ribrezzo che inizialmente quegli energumeni le causavano era svanito.
Le mani dei due accarezzavano la sua figa e lei eccitata divaricava le gambe il più possibile sotto il tavolo per consentire ai due di lavorare meglio.
Dopo pochi minuti il capo tornò con un foulard di seta verde trovato in salone e con delicatezza glielo legò attorno alla testa, bendandole gli occhi.
: - Ora continuiamo i nostri giochini…
Le sussurrò lasciando a metà la frase mentre lanciava uno sguardo di intesa ai suoi complici, che replicarono con un sorriso maliziosissimo e che non lasciava presagire nulla di buono.
Rossana protestò timidamente, ma i due porci non le diedero il tempo per replicare e le si gettarono al collo leccandola e baciandola ovunque.
Valerj era il più porco, le teneva la mano sul cazzo guidandole la mano su e giù, mentre continuava ad avvinghiarsi selvaggiamente sul corpo sensuale della sua preda.
: - Che ne dite di continuare a divertirci tutti in camera della signora, comodi nel suo bel lettone!
Propose il capo, che ora presentava anche lui una vistosa protuberanza tra i pantaloni.
Sul volto dei due complici comparve subito un sorriso, i due si alzarono alla svelta dalle sedie, presero per le braccia Rossana che senza proferir parola si alzò aiutata dai due ceffi per via della benda e venne trascinata in camera con loro.
Passarono dal salotto dove c’era suo marito ancora legato, ubriaca riuscì solo a percepire la voce strozzata del marito, provò a dire qualcosa ma fu portata velocemente dai tre uomini in camera e una volta lì adagiata sul letto.
: - Vi prego, non fateli del male, farò tutto quello che vorrete, ma lasciatelo stare.
Biascicò in un misto di ebbrezza ed eccitazione riferendosi a suo marito.
: - Fa la brava e non succederà nulla!
Controbatté subito Valerj, mentre si faceva spazio tra le sue cosce con le sue grosse dita.
Il contatto la mandò subito su di giri e iniziò a mugolare per il piacere, non ce la faceva più a resistere a quei preliminari e ora, con Mario lontano, si sentì più libera di dare sfogo alle sue voglie.
La sua fica era una vampa, quei porci l'avevano lasciata insoddisfatta appositamente e per troppo tempo e ora lei sapeva perfettamente che l’orgasmo sarebbe arrivato da un momento all'altro, aprì le cosce il più possibile per facilitare e invogliare qualcuno dei tre a penetrarla. Valerj rispose subito alla richiesta della donna e senza pensarci due volte, le salì sul petto. Rossana si avvinghiò alle spalle dell'uomo facilitando il bulgaro nella penetrazione, riconobbe subito il bestio dell'uomo e si fece penetrare senza alcuna difficoltà.
Appena il cazzone dell’uomo le fu dentro esplose tutta la sua eccitazione, dei gridolini di piacere accompagnarono l'ingresso del pezzo di granito dentro di lei. Iniziò a contorcersi dal piacere e ora si mordeva le labbra come un'invasata.
Le mani di Valery le serravano e le trattenevano i polsi sopra la testa, impedendole qualsiasi movenza. In realtà l'unica cosa che Rossana desiderava era proprio il cazzo dell'uomo, ma ottene anche qualcos'altro, eccitato dalla scena, Iancu le si precipitò su di portandole all'altezza del viso il cazzo obbligandola a prenderlo in bocca.
I due ora stavano procedendo a una penetrazione orale e vaginale sincronizzata, ma per Rossana era troppo, già allo stremo per i preliminari subiti venne con ancora il cazzo del rumeno in bocca.
Fu un orgasmo davvero liberatorio, ma anche soffocato perché nessuno dei due ora aveva voglia di scendere dalla giostra.
Valery insensibile ai bisogni della donna continuò a scoparla con foga, e questo riaccese in lei l’eccitazione, che palesò riprendendo a succhiare il cazzo che le stava impalando la bocca con grade soddisfazione da parte del rumeno.
Le grosse gonfie palle del bulgaro sbattevano con forza sulle chiappe nude e i colpi riecheggiavano nella stanza, la violenza a cui la stava sottoponendo era davvero inaudita, nessuno l’aveva mai scopata in quel modo; il suo copro vibrava ad ogni colpo regalandole spasmi di dolore misti a intensi momenti di piacere.
Quel grosso e lungo pezzo di marmo ora scivolava facilmente dentro di lei nonostante le dimensioni e anche i colpi di reni non erano minimamente calati di intensità da quando aveva iniziato a fotterla, quelle potenti stantuffate la stavano scuotendo piacevolmente.
: - Credo che ormai sia al limite della goduria! Era bagnatissima prima in cucina, figurati ora!
La voce di Darko, tuonò intanto nella camera.
Rossana non ci fece caso e continuò a dimenarsi come un’ossessa destreggiandosi tra le vergate di Valery e li affondi in bocca di Iancu. Non aveva la minima percezione di chi e di cosa ci fosse intorno a lei, aveva solo voglia di cazzo, il resto ora non contava più nulla. E mai avrebbe immaginato che a pochi centimetri da lei ci fosse anche suo marito. Libero dalle corde e ben controllato da Darko era in piedi nella stanza di fronte al letto, sbigottito e incredulo per quello che i suoi occhi stavano osservando.
Quel gran figlio di puttana di Darko, avendo capito il piacere che la mogliettina stava provando ad essere trattata come una battona, aveva deciso di rendere palese a Mario quanto fosse troia e per dargliene una prova gli aveva concesso di assistere con i suoi occhi a quello spettacolo.
Mario continuava a fissare in silenzio quel cumulo di corpi uno sopra l’altro, riusciva a distinguere sua moglie a malapena e solo dallo smalto rosso presente sulle unghie dei piedi. Poteva sentire il suo respiro ansimante in lontananza, nonostante le oscenità che i due le rivolgevano; il disgusto per le angherie che la moglie stava subendo lo nauseava, ma ora a vedere Rossana godere in quel modo indegno e oltraggioso iniziò a percepire un’indescrivibile stato di eccitazione.
Sua moglie intanto ignara della presenza del suo uomo, per via della benda sugli occhi, continuava a succhiare il cazzo di Iancu come un’ossessa e appena il cazzo le dava tregua esternava i suoi gemiti liberamente e distintamente.
Mario non credeva ai suoi occhi, la sua casta e pudica Rossana era lì sul letto a godere della violenza di due vili e perfetti estranei.
Improvvisamente Valerj uscì fuori dalla sua fica, le continue stantuffate le avevano riempito la passera d’aria e appena il cazzo le fu tolto nella stanza echeggiò un flato vaginale che fece sorridere Darko.
Con rudezza il bulgaro impose al rumeno di mettere momentaneamente fine alla sua fellatio, fece voltare con impeto la donna e dopo averla messa a pecora avvicinò la sua verga bagnata in corrispondenza dello stretto ano della donna. Aiutandosi con entrambe le mani dilatò le chiappe del culo della bionda.
I pollici si insinuarono tra di esse e una volta allargategliele uno sputo centrò in pieno il buco del culo della donna che a quel punto capita la malsana idea tentò un‘inutile quanto blanda resistenza, per far desistere il porco, ma l’uomo corpulento non fu minimamente disturbato dal suo diniego, anzi, e come se fosse la cosa più normale del mondo, le sbatté il cazzo dritto nel culo.
La grossa cappella dell’uomo faticò un po’ all'inizio a farsi strada in quel piccolo buco, ma il contatto con il morbido sedere di Rossana, stimolò il porco a non mollare e a spingere sempre di più.
Lo sfintere di Rossana iniziò ad allargarsi e la cappella iniziò a penetrare dentro la donna, che iniziò ad urlare per il dolore come una matta, ma Valerj di uscire non ne voleva sapere, così lasciò la mano che allargava la chiappa sinistra e gliela portò sulla bocca soffocando le sue grida mentre con forza continuava a spingere.
I fluidi sull'asta e la saliva con cui aveva lubrificato il buco della signora, fecero il resto e Rossana si trovò ben presto con una mazza da baseball nel culo.
Appena la mano del bulgaro sfuggì dalle labbra della donna, questa poté urlare tutta la sua disapprovazione:
:- Aaaah! Mi fai male, noooo! Esci ti prego!
Provò ad urlare disperata.
Una volta dentro, Valerj iniziò a spingere lentamente la sua mazza avanti e indietro, Rossana sentì il suo ano dilatarsi sempre di più; le sue carni stavano subendo una profanazione che mai nella sua vita aveva subito e quasi piangeva per il dolore.
Ma tutto questo non fermò il porco che eccitato le infilò anche le dita della sua mano in bocca per zittirla nuovamente e allo stesso tempo iniziò a fotterle anche la bocca.
Mario era sconvolto e sbigottito e non poteva assolutamente emettere alcun rumore, perché Darko lo aveva ben istruito su quello che doveva fare, e se avesse fatto qualcosa di diverso ne avrebbe pagato le conseguenze la figlia Jessica, la volgare minaccia quindi lo costrinse ad ubbidire, ma in realtà vedere sua moglie sodomizzata senza alcuna pietà accese in lui una forte curiosità voyeuristica e ora anche il suo pene li mandava dei segnali di apprezzamento.
Intanto l’ano di Rossana aveva raggiunto la massima dilatazione e ora il pene del bulgaro scorreva avanti e indietro con più ritmo.
Anche la soglia del dolore si era abbassata e questo le permise di avvertire anche un po’ di piacere. Nella stanza ormai si potevano udire i forti e continui colpi di reni di Vaelrj che si infrangevano contro le chiappe con una violenza inaudita.
Rossana iniziò a trarne piacere e passò da una sensazione di dolore ad una di solo fastidio che si tramutò in una percezione di solo piacere che la portò nuovamente a dimenarsi su stessa, avanti e indietro per far arrivare più in fondo il suo toro da monta.
Ben presto vennero meno tutti i freni inibitori e le grida di piacere si tramutarono in urla condite da esplicite esortazioni:
: - Si sbattimelo tutto dentro, siiii, spingi mi piace!! Aaaaah!!!
Valerj la sentiva fremere sotto i suoi colpi e accelerò ancor di più il suo scuotimento, non riuscendo più a trattenere i gemiti e l'orgasmo, Rossana emise un urlo di piacere che la lasciò senza fiato, mentre un caldo fiotto di sperma le partì su per il culo, accompagnato, pochi istanti dopo, da un altro fiotto indirizzatole da Iancu che nel frattempo aveva raggiunto l’orgasmo segandosi a pochi cm dalla faccia della bionda, inondandole la benda e il resto del volto.
Soddisfatto Valerj le cinse i fianchi e le tirò fuori l’uccello, finalmente Rossana stremata poté accasciarsi sul materasso, mentre un filo di sborra calda le scivolava sulle labbra carnose e un altro dal deretano lungo la gamba. Rimase immobile tramortita e dolorante, ma paga come non mai...
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