Incesti e ricordi 6
di
La porcellona
genere
incesti
Il lungo ma non noioso periodo di convalescenza di Rino era alla buon'ora terminato,aveva ripreso a camminare normalmente ed anche i dolori del fondo schiena erano completamente spariti.
Le cure mie e di mia madre avevano sortito il loro effetto,le lacerazioni anali erano rimarginate grazie all'accurato lavorio delle nostre lingue e del miracoloso unguento che mia madre usava per lenire il dolore delle "vittime"del possente ariete che Arturo celava tra le gambe.
Certo le ferite erano rimarginate ma il buco del culo di mio fratello si presentava ora,mostruosamente dilatato tanto che,quando lo leccavo,la lingua ne veniva risucchiata con facilita' ed anche la mia mano,in verita' piccola e affusolata,vi scivolava dentro come le dita di un bambino nel vasetto di nutella.
Era un'affondo molto morbido e piacevole ed anche lui mostrava di gradire l'intrusione.
Piu' di una volta mentre lo penetravo si e' sciolto sul lenzuolo con una tale incontrollabile veemenza da non dare il tempo a me o a mia madre di imboccarlo tra le labbra per bere i suoi spruzzi ed impedirgli di inzozzare le lenzuola ed il materasso.
In realta' l'idea di penetrarlo con la mano non era stata ne' mia e tantomeno della mamma ma e' stato Arturo che ci ha dato quel suggerimento e non solo quello.
Mio padre,dopo avere scoperto la sessualita'mia e di mio fratello,aveva deciso di interrompere(temporaneamente)i rapporti con altre persone e benche' molto ricercato per le sue eccezionali doti,aveva rifiutato ogni nuova proposta.
A me e mia madre,aveva confidato che gli sarebbe piaciuto gestire il nostro rapporto come in un'harem nel quale,mia madre avrebbe avuto il ruolo di principessa madre,io quello di preferita e mio fratello quello di odalisca.
Dunque nei suoi pensieri non vi era posto per la presenza di un maschio.
Avremmo dunque dovuto avere,nei nostri incontri,tutti un ruolo femminile.
A questo scopo ci aveva dato le prime istruzioni per aiutare Rino a compenetrarsi in quello speciale ruolo.
Naturalmente,aveva specificato che non voleva che divenisse "checca"e dunque nei momenti di sesso con me e mia madre,poteva continuare normalmente ad esercitare il suo ruolo di maschio ma,quando si apriva l'harem il suo ruolo doveva essere esclusivamente passivo e a disposizione delle voglie del nostro califfo:Nostro padre Arturo che a suo piacimento avrebbe scelto se giacere con una delle tre o con tutte insieme.
L'idea aveva eccitato molto me e mia madre e,senza informare subito mio fratello,abbiamo cominciato a mettere in atto il programma nel rispetto dei desideri del califfo.
Innanzitutto dovevamo aprirlo in modo da conferire al foro anale una forma allungata che lo facesse somigliare ad una vagina e questo non e' stato molto difficile inserendo ogni volta la mano aperta piuttosto che affusolata.
Poi ci siamo occupati dei capezzoli che massaggiati e strizzati ad ogni possibile occasione,li ha fatti ben presto gonfiare come piccole olive.
Poi.........
Segue
Le cure mie e di mia madre avevano sortito il loro effetto,le lacerazioni anali erano rimarginate grazie all'accurato lavorio delle nostre lingue e del miracoloso unguento che mia madre usava per lenire il dolore delle "vittime"del possente ariete che Arturo celava tra le gambe.
Certo le ferite erano rimarginate ma il buco del culo di mio fratello si presentava ora,mostruosamente dilatato tanto che,quando lo leccavo,la lingua ne veniva risucchiata con facilita' ed anche la mia mano,in verita' piccola e affusolata,vi scivolava dentro come le dita di un bambino nel vasetto di nutella.
Era un'affondo molto morbido e piacevole ed anche lui mostrava di gradire l'intrusione.
Piu' di una volta mentre lo penetravo si e' sciolto sul lenzuolo con una tale incontrollabile veemenza da non dare il tempo a me o a mia madre di imboccarlo tra le labbra per bere i suoi spruzzi ed impedirgli di inzozzare le lenzuola ed il materasso.
In realta' l'idea di penetrarlo con la mano non era stata ne' mia e tantomeno della mamma ma e' stato Arturo che ci ha dato quel suggerimento e non solo quello.
Mio padre,dopo avere scoperto la sessualita'mia e di mio fratello,aveva deciso di interrompere(temporaneamente)i rapporti con altre persone e benche' molto ricercato per le sue eccezionali doti,aveva rifiutato ogni nuova proposta.
A me e mia madre,aveva confidato che gli sarebbe piaciuto gestire il nostro rapporto come in un'harem nel quale,mia madre avrebbe avuto il ruolo di principessa madre,io quello di preferita e mio fratello quello di odalisca.
Dunque nei suoi pensieri non vi era posto per la presenza di un maschio.
Avremmo dunque dovuto avere,nei nostri incontri,tutti un ruolo femminile.
A questo scopo ci aveva dato le prime istruzioni per aiutare Rino a compenetrarsi in quello speciale ruolo.
Naturalmente,aveva specificato che non voleva che divenisse "checca"e dunque nei momenti di sesso con me e mia madre,poteva continuare normalmente ad esercitare il suo ruolo di maschio ma,quando si apriva l'harem il suo ruolo doveva essere esclusivamente passivo e a disposizione delle voglie del nostro califfo:Nostro padre Arturo che a suo piacimento avrebbe scelto se giacere con una delle tre o con tutte insieme.
L'idea aveva eccitato molto me e mia madre e,senza informare subito mio fratello,abbiamo cominciato a mettere in atto il programma nel rispetto dei desideri del califfo.
Innanzitutto dovevamo aprirlo in modo da conferire al foro anale una forma allungata che lo facesse somigliare ad una vagina e questo non e' stato molto difficile inserendo ogni volta la mano aperta piuttosto che affusolata.
Poi ci siamo occupati dei capezzoli che massaggiati e strizzati ad ogni possibile occasione,li ha fatti ben presto gonfiare come piccole olive.
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