Il sequestro (VIII parte)
di
Rot43
genere
pulp
Quegli occhi chiari e quel viso così bello contrastavano con i modi rudi e violenti di quell’uomo che ora aveva davanti, Rossana lo guardava con terrore misto a stupore. Quanto le aveva appena rilevato le aveva procurato un grosso turbamento e orai suoi occhioni verdi sembravano inchiodati e senza espressione alcuna se non quella di sconcerto.
Darko avanzò lentamente verso di lei reggendo lo sguardo teso della donna, quando le fu vicino prese nuovamente posto accanto a lei e risoluto le dichiarò :
:-Lo so! Adesso ti può sembrare tutto strano, ma in realtà io sono stato messo sulla tua strada dalla fortuna. Senza di me non avresti mai scoperto tutte le empietà di tuo marito.
Deciso continuò:
:-Se ti ha nascosto che ha un figlio, immagina quante cose non sai di lui, meriti di meglio di una vita nella sua ombra.
Le sua voce era dolce e garbata così come i suoi gesti. Rossana seduta versava lacrime in silenzio senza distogliere i suoi occhi da quegli dell’uomo, il quale con delicatezza ora le accarezzava anche le mani e lei incomprensibilmente glielo lasciava fare senza reazione alcuna o disturbo, mentre tutte quelle parole continuavano a travolgerla e disorientarla.
:-Mi dispiace per quello che ti ho indotto a fare, ma tuo marito con le sue azioni ha creato dentro di me una spirale di cieca violenza da cui l’unico modo per venirne fuori era quello di lasciarmi andare, come ha fatto lui con Jelenka, ai più reconditi istinti animali e colpire in questo modo il suo mondo intimo e purtroppo, conseguentemente anche familiare. Ma se non avessi deciso di agire così, non ti avrei mai trovata.
Rossana immobile continuava a piagnucolare specchiandosi negli occhi azzurri di quel maledetto, dolce viso angelico, mentre un inconscio tremore ad ogni frase le pervadeva il corpo divenendo sempre più intimo.
:-Tra poco sarà tutto finito e tu potrai mettere a posto la tua vita sbarazzandoti di un uomo gretto e meschino che ti ha preso in giro per tutto questo tempo. Da quanto siete sposati?
Con le guance rigate dalle lacrime esalò con un grammo di voce un quasi impercettibile numero “ventitré”.
Lui le sfiorò nuovamente le mani con dolcezza e poi guardandola, aggiunse docile:
:-Non meriti tutto questo, ma soprattutto lui non merita te!
La donna chiusa nelle sue spalle esplose nell’ennesimo pianto, fu allora che l’uomo la riprese tra le sua braccia mentre lei rimaneva ancorata nella sua zona. Questa volta però il conforto del ceceno non fu respinto e per qualche secondo le spalle del suo aguzzino divennero, per lei, il luogo dove dar sfogo alla collera e alla disperazione. Darko da gentiluomo si prestò volentieri allo sfogo e con naturalezza le sussurrò all’orecchio quanto gli dispiacesse, glielo ripeté più volte e con sentimento e forse fu proprio questa emozione a permetterle di fare la sua mossa. Ad un tratto balenò nella mente di Rossana che le vittime maggiori di tutta la vicenda in realtà fossero loro: colpiti dalle conseguenze di azioni riprovevoli escogitate alle loro ignare spalle. In quel momento, probabilmente, i pensieri dei due si congiunsero per qualche secondo originando quel profondo abbraccio in cui si strinsero. Se lei però ora era una fiumana, lui si sforzava di controllare il respiro cercando di non dare eco ai suoi singulti che furono comunque avvertiti dalla donna e che la portarono ad esprimere silenziosa e conturbata ciò che forse lui avrebbe voluto sentirsi dire sin dal principio:
:- Siamo vittime della stessa persona, sfogati anche tu, stringimi forte!
Le lacrime, l'odore dei capelli, il sudore della donna, stavano accendendo in lui quell'istintiva, insana e irrefrenabile passione, ma la profondità e l'umanità della frase, sussurrata dalla donna, inchiodarono ogni suo volontà, poi inspiegabilmente la presa delle braccia intorno al suo collo si fece più rigorosa e la voce bassa della donna fece eco nel suo orecchio destro. Confidandosi con l’uomo, come se a questo punto fosse divenuto uno sventurato come lei, gli manifestò nuovamente l’ apprensione per i suoi figli. La riposta non si fece attendere e sopraggiunse sprigionando tutta la passione del ceceno, il quale le staccò delicatamente le braccia dal collo e con altrettanta delicatezza sfiorò con la mano le sue guance bagnate asciugandole, la sua anima ora si perdeva in quegli occhi verdi e profondi, dolcemente la rassicurò che tutto sarebbe andato per il verso giusto. A queste parole, incomprensibilmente, Rossana staccò le braccia dal collo del ceceno e lo baciò. Dopo un istante anche Darko si scagliò sulle labbra della donna baciandole con sentimento, i due ripresero a rotolare sul letto abbandonandosi al desiderio di baci e abbracci questa volta però ampiamente e reciprocamente voluti, desiderati e cercati. Tra un’effusione e l’altra Rossana, accarezzando il viso del ceceno aggiunse premurosa quanto fosse dispiaciuta per la sorte della sorella. Darko si irrigidì nelle spalle e strinse a ancora più forte la donna vicino al suo robusto petto.
Darko avanzò lentamente verso di lei reggendo lo sguardo teso della donna, quando le fu vicino prese nuovamente posto accanto a lei e risoluto le dichiarò :
:-Lo so! Adesso ti può sembrare tutto strano, ma in realtà io sono stato messo sulla tua strada dalla fortuna. Senza di me non avresti mai scoperto tutte le empietà di tuo marito.
Deciso continuò:
:-Se ti ha nascosto che ha un figlio, immagina quante cose non sai di lui, meriti di meglio di una vita nella sua ombra.
Le sua voce era dolce e garbata così come i suoi gesti. Rossana seduta versava lacrime in silenzio senza distogliere i suoi occhi da quegli dell’uomo, il quale con delicatezza ora le accarezzava anche le mani e lei incomprensibilmente glielo lasciava fare senza reazione alcuna o disturbo, mentre tutte quelle parole continuavano a travolgerla e disorientarla.
:-Mi dispiace per quello che ti ho indotto a fare, ma tuo marito con le sue azioni ha creato dentro di me una spirale di cieca violenza da cui l’unico modo per venirne fuori era quello di lasciarmi andare, come ha fatto lui con Jelenka, ai più reconditi istinti animali e colpire in questo modo il suo mondo intimo e purtroppo, conseguentemente anche familiare. Ma se non avessi deciso di agire così, non ti avrei mai trovata.
Rossana immobile continuava a piagnucolare specchiandosi negli occhi azzurri di quel maledetto, dolce viso angelico, mentre un inconscio tremore ad ogni frase le pervadeva il corpo divenendo sempre più intimo.
:-Tra poco sarà tutto finito e tu potrai mettere a posto la tua vita sbarazzandoti di un uomo gretto e meschino che ti ha preso in giro per tutto questo tempo. Da quanto siete sposati?
Con le guance rigate dalle lacrime esalò con un grammo di voce un quasi impercettibile numero “ventitré”.
Lui le sfiorò nuovamente le mani con dolcezza e poi guardandola, aggiunse docile:
:-Non meriti tutto questo, ma soprattutto lui non merita te!
La donna chiusa nelle sue spalle esplose nell’ennesimo pianto, fu allora che l’uomo la riprese tra le sua braccia mentre lei rimaneva ancorata nella sua zona. Questa volta però il conforto del ceceno non fu respinto e per qualche secondo le spalle del suo aguzzino divennero, per lei, il luogo dove dar sfogo alla collera e alla disperazione. Darko da gentiluomo si prestò volentieri allo sfogo e con naturalezza le sussurrò all’orecchio quanto gli dispiacesse, glielo ripeté più volte e con sentimento e forse fu proprio questa emozione a permetterle di fare la sua mossa. Ad un tratto balenò nella mente di Rossana che le vittime maggiori di tutta la vicenda in realtà fossero loro: colpiti dalle conseguenze di azioni riprovevoli escogitate alle loro ignare spalle. In quel momento, probabilmente, i pensieri dei due si congiunsero per qualche secondo originando quel profondo abbraccio in cui si strinsero. Se lei però ora era una fiumana, lui si sforzava di controllare il respiro cercando di non dare eco ai suoi singulti che furono comunque avvertiti dalla donna e che la portarono ad esprimere silenziosa e conturbata ciò che forse lui avrebbe voluto sentirsi dire sin dal principio:
:- Siamo vittime della stessa persona, sfogati anche tu, stringimi forte!
Le lacrime, l'odore dei capelli, il sudore della donna, stavano accendendo in lui quell'istintiva, insana e irrefrenabile passione, ma la profondità e l'umanità della frase, sussurrata dalla donna, inchiodarono ogni suo volontà, poi inspiegabilmente la presa delle braccia intorno al suo collo si fece più rigorosa e la voce bassa della donna fece eco nel suo orecchio destro. Confidandosi con l’uomo, come se a questo punto fosse divenuto uno sventurato come lei, gli manifestò nuovamente l’ apprensione per i suoi figli. La riposta non si fece attendere e sopraggiunse sprigionando tutta la passione del ceceno, il quale le staccò delicatamente le braccia dal collo e con altrettanta delicatezza sfiorò con la mano le sue guance bagnate asciugandole, la sua anima ora si perdeva in quegli occhi verdi e profondi, dolcemente la rassicurò che tutto sarebbe andato per il verso giusto. A queste parole, incomprensibilmente, Rossana staccò le braccia dal collo del ceceno e lo baciò. Dopo un istante anche Darko si scagliò sulle labbra della donna baciandole con sentimento, i due ripresero a rotolare sul letto abbandonandosi al desiderio di baci e abbracci questa volta però ampiamente e reciprocamente voluti, desiderati e cercati. Tra un’effusione e l’altra Rossana, accarezzando il viso del ceceno aggiunse premurosa quanto fosse dispiaciuta per la sorte della sorella. Darko si irrigidì nelle spalle e strinse a ancora più forte la donna vicino al suo robusto petto.
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