Menage a trois - 6 - Il mattino ha loro in bocca.
di
Lucrezia
genere
trio
Nella notte c'è stata questa evoluzione, dichiarai innamorate non è una cosa alla leggera, ieri ero venuta fino a qui per una bella scopata, una gran scopata devo dire, ma ora cosa succede; credo nei colpi di fulmine sì certo, ma questo è altro, è infatuazione, magari passa come ai tempi della scuola, o magari no, non lo so, non posso saperlo ora, di certo ci sto bene qui e si scopa da dio.
Erano queste, considerazioni che mi stavano rimuginando in testa da un po' sveglia tra marito e moglie, mi crogiolavo nei miei pensieri, mentre loro due ancora dormivano della grossa.
Riesco ad alzarmi senza svegliarli, vado in bagno per fare pipì e darmi una lavata, ho addosso di tutto, considero anche di dover lavare le lenzuola. E che cazzo Lù, non è casa tua, o ti stai già immaginando parte della famiglia?
Cucina, cerco caffè e caffettiera, poi latte; l'odore del caffè che si spande è un richiamo irresistibile lo so ma dall'altra parte tutto tace, però che dormiglioni; con una tazza di caffè latte in mano mi avvicino alla porta finestra, guardo fuori, vorrei uscire ma non sono a casa mia, qui sono circondata da palazzi meglio non farsi tentare.
Vago per la casa, sembra che vi siano passati gli Unni, sorrido e prendo i cuscini del divano per rimetterli a posto, sistemo il tavolino da caffè e poi guardo sconsolata la tavola ancora apparecchiata dalla cena.
Inizio a mettere in ordine, porto piatti e bicchieri in cucina, sistemo tutto in lavastoviglie, scrollo la tovaglia nel lavandino poi la rimetto su, rifaccio il caffè, trovo biscotti, tazze e piattini, apparecchio per due la colazione e poi vi vengo a svegliare.
Bacio sulla bocca tutte e due, mischio il mio sapore di latte e caffè con l'amaro del mattino, i due sposi si svegliano, occhi cisposi e sguardi innamorati, corpi nudi che si stiracchiano, io che guardo quell'opera d'arte della natura tra le gambe di lui che mi ha squassata più volte tra ieri e questa notte.
Poi abbracciata a Serena e con in mano il cazzo di lui, manco fosse un guinzaglio, li porto in bagno a fare la pipì, e mi prende la voglia, di nuovo, ma sarò malata mi chiedo.
Pazienza mi dico, poi sculaccio i due sposi e dico forza, in salotto che vi attende la colazione.
Voi siete stupiti, non avete sentito nulla ma io ho ripulito e fatto il caffè, due volte, poi mentre iniziate a prendere ciò che trovate sulla tavola, io gattono sotto, lascio fuori il mio culo, l'idea è di farmelo toccare mentre mi do da fare, ma il tavolo è troppo grande per arrivare tra le vostre gambe e lasciare parte del corpo fuori, quindi cambio idea.
Mi siedo e allungo le mani, accarezzo cosce come se piovesse; quattro cosce con cui giocare, due pelose e due no, ce n'è per tutti i gusti, sorrido compiaciuta della situazione che ho creata, poi arrivo ai sessi.
Un palo ed una buchetta, ok devo smettere di fare l'idiota, o perché no, in fondo posso ricavarmi il ruolo che voglio, oggi si gioca, e do una ciuccia alla cappella del maschio.
Poi mi giro con la testa verso la figa di Serena e il culo verso il "gran cazzo" come oramai ho preso a chiamarlo, mi struscio e lecco. La mia colazione.
Il Gran cazzo si fa avanti in punta di sedia, e prova a entrarmi dietro, e non sono ancora pronta, glielo faccio capire alzando il culo e ovviamente sbattendo con la schiena sotto il tavolo, così capisce che è meglio non rischiare con la strada nuova, non ancora almeno, e riprende la via già esplorata più volte.
Io intanto ho infilato un dito nella vagina che ho di fronte ma poi mi sento tirare via, ma che cazzo, e sì lui si è alzato, vuole sentirmi bene, la posizione era troppo scomoda, ha spostata la sedia e mi ha tirata indietro fuori dal tavolo e senza sfilarsi da me, roba da circo Barnum, cavolo.
Mi prende con forza sotto le cosce e mi tira su, mi penetra da dietro squassandomi la figa, alzandomi da terra, una roba acrobatica a cui non sono abituata, mi viene in soccorso Serena, mi si mette davanti e mi bacia, mi impedisce di cadere, se fosse stata un uomo ci stava bene una doppia penetrazione ma mi accontento, mi bacia e tiene le braccia sul collo del marito.
E io mi lascio andare, vorrei morire scopando.
Erano queste, considerazioni che mi stavano rimuginando in testa da un po' sveglia tra marito e moglie, mi crogiolavo nei miei pensieri, mentre loro due ancora dormivano della grossa.
Riesco ad alzarmi senza svegliarli, vado in bagno per fare pipì e darmi una lavata, ho addosso di tutto, considero anche di dover lavare le lenzuola. E che cazzo Lù, non è casa tua, o ti stai già immaginando parte della famiglia?
Cucina, cerco caffè e caffettiera, poi latte; l'odore del caffè che si spande è un richiamo irresistibile lo so ma dall'altra parte tutto tace, però che dormiglioni; con una tazza di caffè latte in mano mi avvicino alla porta finestra, guardo fuori, vorrei uscire ma non sono a casa mia, qui sono circondata da palazzi meglio non farsi tentare.
Vago per la casa, sembra che vi siano passati gli Unni, sorrido e prendo i cuscini del divano per rimetterli a posto, sistemo il tavolino da caffè e poi guardo sconsolata la tavola ancora apparecchiata dalla cena.
Inizio a mettere in ordine, porto piatti e bicchieri in cucina, sistemo tutto in lavastoviglie, scrollo la tovaglia nel lavandino poi la rimetto su, rifaccio il caffè, trovo biscotti, tazze e piattini, apparecchio per due la colazione e poi vi vengo a svegliare.
Bacio sulla bocca tutte e due, mischio il mio sapore di latte e caffè con l'amaro del mattino, i due sposi si svegliano, occhi cisposi e sguardi innamorati, corpi nudi che si stiracchiano, io che guardo quell'opera d'arte della natura tra le gambe di lui che mi ha squassata più volte tra ieri e questa notte.
Poi abbracciata a Serena e con in mano il cazzo di lui, manco fosse un guinzaglio, li porto in bagno a fare la pipì, e mi prende la voglia, di nuovo, ma sarò malata mi chiedo.
Pazienza mi dico, poi sculaccio i due sposi e dico forza, in salotto che vi attende la colazione.
Voi siete stupiti, non avete sentito nulla ma io ho ripulito e fatto il caffè, due volte, poi mentre iniziate a prendere ciò che trovate sulla tavola, io gattono sotto, lascio fuori il mio culo, l'idea è di farmelo toccare mentre mi do da fare, ma il tavolo è troppo grande per arrivare tra le vostre gambe e lasciare parte del corpo fuori, quindi cambio idea.
Mi siedo e allungo le mani, accarezzo cosce come se piovesse; quattro cosce con cui giocare, due pelose e due no, ce n'è per tutti i gusti, sorrido compiaciuta della situazione che ho creata, poi arrivo ai sessi.
Un palo ed una buchetta, ok devo smettere di fare l'idiota, o perché no, in fondo posso ricavarmi il ruolo che voglio, oggi si gioca, e do una ciuccia alla cappella del maschio.
Poi mi giro con la testa verso la figa di Serena e il culo verso il "gran cazzo" come oramai ho preso a chiamarlo, mi struscio e lecco. La mia colazione.
Il Gran cazzo si fa avanti in punta di sedia, e prova a entrarmi dietro, e non sono ancora pronta, glielo faccio capire alzando il culo e ovviamente sbattendo con la schiena sotto il tavolo, così capisce che è meglio non rischiare con la strada nuova, non ancora almeno, e riprende la via già esplorata più volte.
Io intanto ho infilato un dito nella vagina che ho di fronte ma poi mi sento tirare via, ma che cazzo, e sì lui si è alzato, vuole sentirmi bene, la posizione era troppo scomoda, ha spostata la sedia e mi ha tirata indietro fuori dal tavolo e senza sfilarsi da me, roba da circo Barnum, cavolo.
Mi prende con forza sotto le cosce e mi tira su, mi penetra da dietro squassandomi la figa, alzandomi da terra, una roba acrobatica a cui non sono abituata, mi viene in soccorso Serena, mi si mette davanti e mi bacia, mi impedisce di cadere, se fosse stata un uomo ci stava bene una doppia penetrazione ma mi accontento, mi bacia e tiene le braccia sul collo del marito.
E io mi lascio andare, vorrei morire scopando.
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