La moglie ceduta ad un’asta particolare (parte 2)
di
Kugher
genere
sadomaso
L’asta sarebbe stata particolare.
I candidati ad “acquistarla” non avrebbero dovuto pagare ma spiegare cosa le avrebbero fatto. La persona che avrebbe colpito maggiormente la fantasia di Marco, l’avrebbe “comprata”.
La moneta, quindi, sarebbe stata la quantità e qualità di Dominio che il candidato sarebbe riuscito a posare sul collo di lei per stringerlo nel collare al quale avrebbe attaccato il suo guinzaglio.
Erano una coppia affiata e benestante.
Marianna non lavorava e questo le sarebbe servito anche per vincere la noia quotidiana e mettere peperoncino molto piccante sul rapporto.
L’eccitazione non sarebbe stata solo per il momento dell’uso quale schiava, ma nei preparativi alla consegna ogni volta, nel racconto di quanto vissuto con scambi di emozioni e sensazioni e, qualche volta, per presa diretta vista la presenza di Marco cui sarebbero seguite, in ogni caso, riflessioni e condivisioni tra i due coniugi.
Già l’attesa era eccitante di per sé, lo sarebbe anche stata la preparazione e l’incognita per ciò che sarebbe accaduto.
Marco sapeva del desiderio della moglie di vivere cose forti e lo eccitava sapere di quella bella donna, corteggiata da moltissimi, costretta a subire forti umiliazioni.
Vennero individuati i “candidati acquirenti”.
Una volta fatta una prima selezione, chiesero notizie a coloro che conoscevano nella community e fecero un’ulteriore selezione considerando solo quelle persone che erano state raccomandate per la loro serietà.
I “compratori” vennero ricevuti in una stanza di albergo.
Come da loro fantasia, la scelta delle modalità sarebbe spettata a Marco.
Trovarono eccitante la preparazione, la programmazione, la definizione dei dettagli e spesse volte terminarono i loro discorsi con una serata di sesso che, però, non riusciva a togliere il senso di attesa verso ciò che stavano progettando.
Le cose piacevoli vissute assieme uniscono e, così, l’eccitazione li portava spesso a fare l’amore.
D’altro canto, anche se fosse stata solo la donna a vivere l’esperienza fisica, l’avventura era comunque vissuta da entrambi in quanto andava a soddisfare le reciproche fantasie.
Avevano valutato che il metodo di messa all’asta (seppur con il particolare tipo di pagamento scelto) fosse quanto di più vicino ad una vendita vera, a sconosciuti, persone, quindi, con le quali non avrebbero avuto a che fare nella vita quotidiana.
Chi l’avesse acquistata non sarebbe poi stato un “amico” o un “compagno” di serate a cena, ma unicamente il Padrone di Marianna.
Quella fantasia sarebbe stata un loro segreto.
In stanza la “merce” era esposta.
Marianna, infatti, avrebbe dovuto stare in piedi, nuda, ferma, indossando solo scarpe con tacco alto, per slanciare la sua bella figura ed evidenziare il portamento. Polsi uniti dietro la schiena per evidenziare il seno. Gambe leggermente allargate e testa china.
AI capezzoli aveva un ornamento dorato che dava vezzo alla figura.
Era bellissima e bendata.
Lei si eccitò all’idea di essere vista da sconosciuti, soppesata, valutata, desiderata, immaginata sottomessa a soddisfare le loro voglie.
Anche Marco era eccitato, nel vederla messa in vendita, esposta come un oggetto in vetrina.
Lui avrebbe ricevuto gli acquirenti su un divanetto e avrebbero parlato mentre l’interessato aveva modo di vedere ed ammirare l’oggetto da acquistare.
A seguito della selezione, non si sarebbero presentati in moltissimi.
In realtà c’erano uomini ed anche qualche donna, non avendo preclusioni. A loro interessava il dominio e questo avrebbe potuto essere offerto anche da una donna.
I candidati ad “acquistarla” non avrebbero dovuto pagare ma spiegare cosa le avrebbero fatto. La persona che avrebbe colpito maggiormente la fantasia di Marco, l’avrebbe “comprata”.
La moneta, quindi, sarebbe stata la quantità e qualità di Dominio che il candidato sarebbe riuscito a posare sul collo di lei per stringerlo nel collare al quale avrebbe attaccato il suo guinzaglio.
Erano una coppia affiata e benestante.
Marianna non lavorava e questo le sarebbe servito anche per vincere la noia quotidiana e mettere peperoncino molto piccante sul rapporto.
L’eccitazione non sarebbe stata solo per il momento dell’uso quale schiava, ma nei preparativi alla consegna ogni volta, nel racconto di quanto vissuto con scambi di emozioni e sensazioni e, qualche volta, per presa diretta vista la presenza di Marco cui sarebbero seguite, in ogni caso, riflessioni e condivisioni tra i due coniugi.
Già l’attesa era eccitante di per sé, lo sarebbe anche stata la preparazione e l’incognita per ciò che sarebbe accaduto.
Marco sapeva del desiderio della moglie di vivere cose forti e lo eccitava sapere di quella bella donna, corteggiata da moltissimi, costretta a subire forti umiliazioni.
Vennero individuati i “candidati acquirenti”.
Una volta fatta una prima selezione, chiesero notizie a coloro che conoscevano nella community e fecero un’ulteriore selezione considerando solo quelle persone che erano state raccomandate per la loro serietà.
I “compratori” vennero ricevuti in una stanza di albergo.
Come da loro fantasia, la scelta delle modalità sarebbe spettata a Marco.
Trovarono eccitante la preparazione, la programmazione, la definizione dei dettagli e spesse volte terminarono i loro discorsi con una serata di sesso che, però, non riusciva a togliere il senso di attesa verso ciò che stavano progettando.
Le cose piacevoli vissute assieme uniscono e, così, l’eccitazione li portava spesso a fare l’amore.
D’altro canto, anche se fosse stata solo la donna a vivere l’esperienza fisica, l’avventura era comunque vissuta da entrambi in quanto andava a soddisfare le reciproche fantasie.
Avevano valutato che il metodo di messa all’asta (seppur con il particolare tipo di pagamento scelto) fosse quanto di più vicino ad una vendita vera, a sconosciuti, persone, quindi, con le quali non avrebbero avuto a che fare nella vita quotidiana.
Chi l’avesse acquistata non sarebbe poi stato un “amico” o un “compagno” di serate a cena, ma unicamente il Padrone di Marianna.
Quella fantasia sarebbe stata un loro segreto.
In stanza la “merce” era esposta.
Marianna, infatti, avrebbe dovuto stare in piedi, nuda, ferma, indossando solo scarpe con tacco alto, per slanciare la sua bella figura ed evidenziare il portamento. Polsi uniti dietro la schiena per evidenziare il seno. Gambe leggermente allargate e testa china.
AI capezzoli aveva un ornamento dorato che dava vezzo alla figura.
Era bellissima e bendata.
Lei si eccitò all’idea di essere vista da sconosciuti, soppesata, valutata, desiderata, immaginata sottomessa a soddisfare le loro voglie.
Anche Marco era eccitato, nel vederla messa in vendita, esposta come un oggetto in vetrina.
Lui avrebbe ricevuto gli acquirenti su un divanetto e avrebbero parlato mentre l’interessato aveva modo di vedere ed ammirare l’oggetto da acquistare.
A seguito della selezione, non si sarebbero presentati in moltissimi.
In realtà c’erano uomini ed anche qualche donna, non avendo preclusioni. A loro interessava il dominio e questo avrebbe potuto essere offerto anche da una donna.
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