La mattina ha l'oro in bocca e non solo.
di
Lucrezia
genere
sentimentali
Sono in terrazza presto questo sabato mattina.
Curo le mie piante, poche piante che innaffio regolarmente, tolgo le foglie morte e dopo spazzo la pavimentazione, mi piace tenere pulito.
Sul tavolo una tazza di caffellatte, accanto un pacchetto di Benson e l'accendino.
Termino l'opera con i vasi delle piante, riposto la scopa e svuoto la cassetta nel contenitore dell'indifferenziata, poi mi avvicino al tavolo, sposto una sedia e sorseggio il caffellatte, quindi ne accendo una.
Il sapore del latte e caffè misto a quello del fumo, fa davvero schifo, ma il momento è topico e una sigaretta in questo silenzio ci vuole proprio, aiuta a pensare.
Mi alzo, vado verso il parapetto in cemento e vi appoggio i gomiti stando con le gambe un po' divaricate e il busto leggermente piegato in avanti. Se mi potessero vedere ora in questa posizione farei stragi.
Con la destra porto la sigaretta alla bocca e aspiro una boccata di fumo, poi lo emetto in una nuvola che si spande intorno a me, penso ai miei capelli che sapranno di fumo.
Non c'è vento questa mattina, guardo l'orizzonte finalmente senza nuvole, abbasso lo sguardo e mi sporgo a vedere la rampa dei garage sottostante, non c'è ancora nessuno.
Mi guardo i seni che penzolano, muovo un po' il busto facendoli dondolare e penso che non sono mai state ferme le mie tette, avere dei seni grandi porta anche svantaggi.
Continuo a farli dondolare, mi abbasso a sfiorare con i capezzoli il marmo del parapetto, è una sensazione strana perché è troppo ruvido e fa male, però le scosse che mi arrivano al cervello me la fanno percepire come deliziosa. Altro tiro alla sigaretta, mi alzo e vado verso il tavolo massaggiandomi il seno.
Prendo la tazza col caffellatte rimanente e mi siedo, spengo quel che resta della sigaretta nel posacenere e mi bevo il fondo della tazza.
Allungo le gambe, mi guardo, sto invecchiando, i quarant'anni cominciano a farsi vedere, rughette, pelle che inizia a non essere più liscia, pancia che si rilassa sotto la spinta del cibo e della rilassatezza, dovrò decidermi a segnarmi in palestra, fare come certe signore che non vogliono cedere alla loro età.
Guardo il pube glabro, forse dovrei fare ricrescere un po' di pelo, e magari colorarlo nuovamente come facevo da ragazza, e sorrido pensando a quanto ero scema, quanto si è scemi a quell'età.
Allargo le gambe, butto la testa all'indietro e penso ai ragazzi che mi sono fatta, a quelli che non mi hanno avuta, alle donne e mi viene in mente la commessa di Intimissimi che mi regalò il micro bikini arancio che non ho mai indossato ma che conservo ancora.
Penso mentre la mano accarezza piano il mio fiore che lentamente si apre, qui ci vorrebbe un'altra sigaretta, alzo la testa e ti vedo sulla porta finestra che mi guardi, ti sorrido mentre penso che sei bella.
Ti avvicini sinuosa e ti sporgi oltre me per prendere il pacchetto di sigarette, hai il seno a portata della mia faccia ma non ti tocco, osservo, sono affascinata da te e da ciò che stai facendo, ti accendi una delle mie, che non ti piacciono, ma non è amore, no banalmente è che non ce ne sono altre a tiro.
Soffi via la prima boccata, mi dici che è da un po' che mi osservi; ah sì ti rispondo, e cosa vedi?
Non rispondi ma tiri un'altra boccata di fumo e poi ti chini a baciarmi, il fumo me lo riversi in bocca, poi ti alzi mentre io lo emetto; con una mano accarezzi il mio corpo, poi ti giri verso me, sei tra le mie gambe, ti accucci e infine sento la tua lingua calda su di me.
Cazzo dammi la sigaretta e dammela adesso sì.
Curo le mie piante, poche piante che innaffio regolarmente, tolgo le foglie morte e dopo spazzo la pavimentazione, mi piace tenere pulito.
Sul tavolo una tazza di caffellatte, accanto un pacchetto di Benson e l'accendino.
Termino l'opera con i vasi delle piante, riposto la scopa e svuoto la cassetta nel contenitore dell'indifferenziata, poi mi avvicino al tavolo, sposto una sedia e sorseggio il caffellatte, quindi ne accendo una.
Il sapore del latte e caffè misto a quello del fumo, fa davvero schifo, ma il momento è topico e una sigaretta in questo silenzio ci vuole proprio, aiuta a pensare.
Mi alzo, vado verso il parapetto in cemento e vi appoggio i gomiti stando con le gambe un po' divaricate e il busto leggermente piegato in avanti. Se mi potessero vedere ora in questa posizione farei stragi.
Con la destra porto la sigaretta alla bocca e aspiro una boccata di fumo, poi lo emetto in una nuvola che si spande intorno a me, penso ai miei capelli che sapranno di fumo.
Non c'è vento questa mattina, guardo l'orizzonte finalmente senza nuvole, abbasso lo sguardo e mi sporgo a vedere la rampa dei garage sottostante, non c'è ancora nessuno.
Mi guardo i seni che penzolano, muovo un po' il busto facendoli dondolare e penso che non sono mai state ferme le mie tette, avere dei seni grandi porta anche svantaggi.
Continuo a farli dondolare, mi abbasso a sfiorare con i capezzoli il marmo del parapetto, è una sensazione strana perché è troppo ruvido e fa male, però le scosse che mi arrivano al cervello me la fanno percepire come deliziosa. Altro tiro alla sigaretta, mi alzo e vado verso il tavolo massaggiandomi il seno.
Prendo la tazza col caffellatte rimanente e mi siedo, spengo quel che resta della sigaretta nel posacenere e mi bevo il fondo della tazza.
Allungo le gambe, mi guardo, sto invecchiando, i quarant'anni cominciano a farsi vedere, rughette, pelle che inizia a non essere più liscia, pancia che si rilassa sotto la spinta del cibo e della rilassatezza, dovrò decidermi a segnarmi in palestra, fare come certe signore che non vogliono cedere alla loro età.
Guardo il pube glabro, forse dovrei fare ricrescere un po' di pelo, e magari colorarlo nuovamente come facevo da ragazza, e sorrido pensando a quanto ero scema, quanto si è scemi a quell'età.
Allargo le gambe, butto la testa all'indietro e penso ai ragazzi che mi sono fatta, a quelli che non mi hanno avuta, alle donne e mi viene in mente la commessa di Intimissimi che mi regalò il micro bikini arancio che non ho mai indossato ma che conservo ancora.
Penso mentre la mano accarezza piano il mio fiore che lentamente si apre, qui ci vorrebbe un'altra sigaretta, alzo la testa e ti vedo sulla porta finestra che mi guardi, ti sorrido mentre penso che sei bella.
Ti avvicini sinuosa e ti sporgi oltre me per prendere il pacchetto di sigarette, hai il seno a portata della mia faccia ma non ti tocco, osservo, sono affascinata da te e da ciò che stai facendo, ti accendi una delle mie, che non ti piacciono, ma non è amore, no banalmente è che non ce ne sono altre a tiro.
Soffi via la prima boccata, mi dici che è da un po' che mi osservi; ah sì ti rispondo, e cosa vedi?
Non rispondi ma tiri un'altra boccata di fumo e poi ti chini a baciarmi, il fumo me lo riversi in bocca, poi ti alzi mentre io lo emetto; con una mano accarezzi il mio corpo, poi ti giri verso me, sei tra le mie gambe, ti accucci e infine sento la tua lingua calda su di me.
Cazzo dammi la sigaretta e dammela adesso sì.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Angela e Gabriele al parco pubblico.racconto sucessivo
Sin city
Commenti dei lettori al racconto erotico