La moglie schiava - La nuova compagna del marito (parte 7)
di
Kugher
genere
sadomaso
Edith era eccitata.
“Un rapporto a tre però presenta mille difficoltà più umane che pratiche”.
Diego comprendeva le resistenze, tutte sensate, della donna che amava ed alla quale aveva proposto di condividere la vita e sua moglie.
“Tu sei il mio amore. Lei è la mia schiava. Sinceramente non rinuncerei a lei anche perchè, come ti ho detto, a modo mio le voglio ancora bene, quel bene che si può volere ad un cane. Io sono un dominante e lei una sottomessa. Ci integriamo a vicenda. Quando il rapporto di dominio/sottomissione iniziava a diventare sempre più forte, lei non mi ha mai fermato. Abbiamo fatto questo percorso consapevolmente ed assieme. Tuttavia ho bisogno di una donna vera accanto, una con la quale parlare, confrontarmi, cosa che con lei non faccio più. Lei ora è la mia schiava e vorrei diventasse la schiava di famiglia. Anche tua. Ne disporresti a piacimento, per farti servire, divertire e godere”.
“Cosa intendi con schiava di famiglia?”.
La mano di Diego accarezzava la schiena di Edith.
“Lei continua ad essere mia moglie, non voglio divorziare da lei, assolutamente, mi piace essere sposato con lei, mi piace che sia mia moglie e che sia la mia schiava, così come mi piace che mia moglie serva anche te. Lei lo è di natura e non per costrizione. Vorrei che noi fossimo una famiglia, benchè anomala, composta da tre persone. Lei componente della famiglia come noi, ma lo è nel suo ruolo di schiava, conforme alla sua natura”.
Questa cosa la intrigava.
“Continuerebbe ad essere la schiava tua ma prestata anche a me?”
“No amore, una sorta di comunione dei beni”
Risero.
“No dai, ascolta, diventerebbe anche schiava tua, una tua proprietà della quale tu puoi disporre, come se io avessi un cane e lo portassi in casa con te”.
“Ti aspetti che provi sentimento per lei?”
“Mi piacerebbe che tu potessi arrivare, col tempo, a provare il sentimento che si destina ad un cane. Mal che vada la usi per fare i lavori di casa, lavare, pulire, prepararci e servirci i pasti. Come avere una domestica fissa che, però, puoi punire se sbaglia e, se ti diverta ed eccita, la picchi anche se non sbaglia”.
“Quindi potrò fare ciò che voglio?”
“Tutto, anche nulla, se non vuoi”
“Me la lasceresti come scendiletto?”
Stava ridendo.
“Bhè, non esageriamo. Al massimo facciamo una notte a testa”
“ahahahah scemo!”
Fece finta di mordergli il pene ma glielo baciò.
Lui le tenne giù la testa e le passò il dito nella vagina, trovandola eccitata.
Cercò di eccitarla ulteriormente.
“Potresti avere una schiava che appena entri in casa ti toglie le scarpe e ti massaggia i piedi, ti prepara la vasca da bagno con le essenze e le candele accese, musica che piace a te. Mentre ti rilassi nell’acqua resta ad attenderti inginocchiata. Quando esci dalla vasca ti porge l’asciugamano e ti asciuga piedi e gambe. Puoi farla mettere a 4 zampe per sederti sulla sua schiena mentre ti sistemi i capelli davanti allo specchio”.
“Sai che tasti toccare eh. Sei impossibile!!!”
“ahahahah ma è perchè ti amo, voglio vivere con te e sapere che sei trattata come una regina”.
Edith prese in bocca il pene mentre accarezzava i testicoli con la mano. Lei sapeva che lo faceva impazzire in quel modo. Nemmeno la schiava, con l’aggiunta della sottomissione, gli dava pari piacere.
“Un rapporto a tre però presenta mille difficoltà più umane che pratiche”.
Diego comprendeva le resistenze, tutte sensate, della donna che amava ed alla quale aveva proposto di condividere la vita e sua moglie.
“Tu sei il mio amore. Lei è la mia schiava. Sinceramente non rinuncerei a lei anche perchè, come ti ho detto, a modo mio le voglio ancora bene, quel bene che si può volere ad un cane. Io sono un dominante e lei una sottomessa. Ci integriamo a vicenda. Quando il rapporto di dominio/sottomissione iniziava a diventare sempre più forte, lei non mi ha mai fermato. Abbiamo fatto questo percorso consapevolmente ed assieme. Tuttavia ho bisogno di una donna vera accanto, una con la quale parlare, confrontarmi, cosa che con lei non faccio più. Lei ora è la mia schiava e vorrei diventasse la schiava di famiglia. Anche tua. Ne disporresti a piacimento, per farti servire, divertire e godere”.
“Cosa intendi con schiava di famiglia?”.
La mano di Diego accarezzava la schiena di Edith.
“Lei continua ad essere mia moglie, non voglio divorziare da lei, assolutamente, mi piace essere sposato con lei, mi piace che sia mia moglie e che sia la mia schiava, così come mi piace che mia moglie serva anche te. Lei lo è di natura e non per costrizione. Vorrei che noi fossimo una famiglia, benchè anomala, composta da tre persone. Lei componente della famiglia come noi, ma lo è nel suo ruolo di schiava, conforme alla sua natura”.
Questa cosa la intrigava.
“Continuerebbe ad essere la schiava tua ma prestata anche a me?”
“No amore, una sorta di comunione dei beni”
Risero.
“No dai, ascolta, diventerebbe anche schiava tua, una tua proprietà della quale tu puoi disporre, come se io avessi un cane e lo portassi in casa con te”.
“Ti aspetti che provi sentimento per lei?”
“Mi piacerebbe che tu potessi arrivare, col tempo, a provare il sentimento che si destina ad un cane. Mal che vada la usi per fare i lavori di casa, lavare, pulire, prepararci e servirci i pasti. Come avere una domestica fissa che, però, puoi punire se sbaglia e, se ti diverta ed eccita, la picchi anche se non sbaglia”.
“Quindi potrò fare ciò che voglio?”
“Tutto, anche nulla, se non vuoi”
“Me la lasceresti come scendiletto?”
Stava ridendo.
“Bhè, non esageriamo. Al massimo facciamo una notte a testa”
“ahahahah scemo!”
Fece finta di mordergli il pene ma glielo baciò.
Lui le tenne giù la testa e le passò il dito nella vagina, trovandola eccitata.
Cercò di eccitarla ulteriormente.
“Potresti avere una schiava che appena entri in casa ti toglie le scarpe e ti massaggia i piedi, ti prepara la vasca da bagno con le essenze e le candele accese, musica che piace a te. Mentre ti rilassi nell’acqua resta ad attenderti inginocchiata. Quando esci dalla vasca ti porge l’asciugamano e ti asciuga piedi e gambe. Puoi farla mettere a 4 zampe per sederti sulla sua schiena mentre ti sistemi i capelli davanti allo specchio”.
“Sai che tasti toccare eh. Sei impossibile!!!”
“ahahahah ma è perchè ti amo, voglio vivere con te e sapere che sei trattata come una regina”.
Edith prese in bocca il pene mentre accarezzava i testicoli con la mano. Lei sapeva che lo faceva impazzire in quel modo. Nemmeno la schiava, con l’aggiunta della sottomissione, gli dava pari piacere.
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