L'infermiera (prima parte)

di
genere
dominazione

Marco era uno dei tanti studenti universitari che, finito il liceo, confluiscono a Palermo da tutta la Sicilia. Lui proveniva da Alcamo, un paesone a metà strada tra Trapani e Palermo; aveva da poco compiuto 21 anni quando lasciò la scomoda pensione dove alloggiava per affittare un appartamentino che si trovava al primo piano di un bel palazzo nei pressi della facoltà di medicina dove frequentava le lezioni. Sullo stesso pianerottolo si trovavano altri due appartamenti che per alcuni mesi rimasero sfitti, finchè, un bel giorno, uno di questi venne occupato da due infermiere greche che facevano tirocinio presso il vicino policlinico nell’ambito di un gemellaggio tra le città di Palermo e Atene.
Avevano 24/25 anni, entrambe bionde ma la somiglianza si fermava qui. Una, Sofia, era bellissima, alta e snella, l’altra, Sonia, bassina grassoccia e dal viso insignificante.
Ben presto Marco fece conoscenza con le due ragazze e si innamorò perdutamente di Sofia, avrebbe fatto qualunque cosa per riuscire a conquistarla ma, purtroppo, non ci fu nulla da fare; Sofia era fidanzata in Grecia, doveva sposarsi ed era intenzionata a rimanere fedele al suo futuro marito.
Nonostante i sui rifiuti continuò disperatamente a provarci finchè un brutto giorno apprese che la bella infermiera aveva interrotto il suo tirocinio ed era tornata in Grecia per sposarsi.
Marco la prese malissimo, per la delusione abbandonò gli studi e lasciò per qualche tempo Palermo per distrarsi e cercare di dimenticare. Passate alcune settimane in giro per l’Europa decise che era giunto il momento di tornare a studiare e così, una domenica di dicembre, tornò nel suo appartamento di Palermo.
Era sul pianerottolo e stava cercando la chiave per entrare quando sentì aprirsi le porte dell’ascensore e ne vide uscire Sonia, la compagna di tirocinio di Sofia, carica di pacchi che le cadevano da tutte le parti. Gli disse che erano regali che aveva ricevuto dai suoi parenti in Grecia, soprattutto roba da mangiare.
Marco, da bravo ragazzo quale era, si offrì di aiutarla e, raccolti i pacchi, entrò nell’appartamento di Sonia, la quale per ringraziarlo gli offrì da bere. Marco era solo, non aveva nulla da fare e quindi, anche se erano ancora solo le 11 di mattina, accettò volentieri e così i due si sedettero nel soggiorno e cominciarono a sorseggiare un liquore fatto in casa dalla madre di Sonia che aveva due prerogative: era buonissimo e ad altissima gradazione alcolica.
Inevitabilmente la conversazione andò a finire su Sofia e Marco, che pensava di aver superato la delusione, fu preso da una grande malinconia e cominciò a bere un bicchiere dopo l’altro.
Ben presto, non essendo abituato a bere superalcolici, al massimo un mezzo bicchiere di vino a pranzo, si ubriacò e cominciò a sentirsi male. Avendo bevuto a stomaco pressocchè vuoto aveva dei conati di vomito ma nulla da buttar fuori e si ritrovò in ginocchio davanti alla tazza del water, nel gabinetto di Sonia, a rimettere acidi gastrici misti a schiuma biancastra e con la ragazza, che evidentemente teneva meglio l’alcool o, probabilmente, ne aveva bevuto di meno, a reggergli la fronte con le mani.
Andò avanti così per parecchio tempo, poi cominciò a sentirsi leggermente meglio e con l’aiuto di Sonia che lo sorreggeva, altrimenti non ce l’avrebbe fatta, si distese sul divano del soggiorno, cadendo ben presto in un sonno profondissimo, uno stato quasi comatoso.
Quando si risvegliò, si ritrovò, con sua grande sorpresa, anche perché ricordava molto poco di quanto fosse successo, tra le lenzuola di un letto che non era il suo e, con suo enorme imbarazzo, completamente nudo.
Non sapendo cosa fare, avrebbe voluto alzarsi ma i suoi vestiti non erano nella stanza e non poteva certo andare in giro nudo come un verme, chiamò l’ultima persona che ricordava di aver visto e cioè Sonia la quale apparve quasi subito nel vano della porta della camera da letto.
- Finalmente ti sei svegliato! Ma lo sai quanto hai dormito?
- Sonia, ma che è successo, com’è che sono completamente nudo?
- Certo non puoi ricordarti… sei crollato, ho tentato di svegliarti ma non c’è stato verso, quindi, ad un cero punto, ho pensato che non potevo lasciarti sul divano in quelle condizioni e ti ho messo nel mio letto.
- Ma come hai fatto da sola? E poi sono completamente nudo!!!!
- Dimentichi che sono un’infermiera e sono più forte di quanto tu possa immaginare. I tuoi vestiti facevano schifo, intrisi di sudore e schizzati di vomito, cosa volevi? Che ti mettessi nel mio letto in quelle condizioni? Ti ho spogliato e messo i tuoi vestiti in lavatrice, tra un po’ saranno asciutti e potrai rivestirti.
- Sonia, ma io mi vergogno, mi hai visto nudo!!!!
- Sì, ti ho visto nudo, ma che vuoi che sia, con il mio mestiere ne vedo ogni giorno, non mi impressiono mica.
E aggiunse con un sorrisino malizioso
- E poi, non dovresti vergognarti, nudo sei meglio che vestito.
Si trattava evidentemente di un complimento ma Marco si sentì ancora più in imbarazzo, anche perché Sonia nel frattempo si era avvicinata al letto e, togliendosi la vestaglietta che la ricopriva, restò anche lei completamente nuda e si infilò sotto le lenzuola.
- Che ne dici di impiegare bene il nostro tempo in attesa che i tuoi vestiti di asciughino?
Così dicendo si accostò a Marco e cominciò a solleticargli le palle, cosa che gli procurò un’immediata erezione, e a masturbarlo con grande maestria.
Marco a questo punto pensò – e perché no? – e con un balzò le fu sopra, penetrandola con grande soddisfazione di entrambi.
Ma sarà stata la stanchezza accumulata e non smaltita con quel sonno forzato, sarà stato l’alcool, sarà stato il fatto che Sonia non era proprio questa gran bellezza, fatto sta che l’erezione ben presto si affievolì fino a scomparire del tutto, con gran delusione da parte di Sonia che cercò di incitare Marco a riprendere la scopata, ma senza risultato.
A questo punto accadde un fatto che lasciò Marco senza fiato.
Sonia allungò le mani sul suo culo e iniziò a sculacciarlo con estremo vigore, anche se la posizione, lui sopra di lei, non le consentiva grandi margini di manovra visto che lei essendo bassina non aveva delle braccia abbastanza lunghe. Nonostante ciò Marco, che in vita sua non aveva mai provato nulla di simile, ritrovò la sua erezione e ricominciò la scopata.
Non solo, la cosa lo aveva talmente eccitato che raggiunse velocemente l’orgasmo e fu uno dei più travolgenti che avesse mai provato.
A questo punto si rese conto di aver lasciato Sonia a bocca asciutta e un po’ mortificato se ne scusò
- Sonia mi dispiace, non so cosa mi sia successo di solito duro molto di più.
- Tranquillo – gli rispose la ragazza, e con un sorrisino enigmatico aggiunse - ti assicuro che a me è piaciuto almeno quanto a te
Marco si sentì alquanto rinfrancato dalla risposta anche se non era sicuro di aver ben capito cosa Sonia volesse realmente dire.
A questo punto si alzarono dal letto, Marco si rivestì, i suoi vestiti si erano nel frattempo asciugati e lui li indossò anche se stropicciati, e si recarono in cucina dove Sonia cucinò per entrambi e poi si sedettero a tavola per consumare la cena.
Per tutto il tempo del pasto Marco ebbe la fastidiosa sensazione che Sonia lo stesse osservando, un paio di volte sollevando lo sguardo la sorprese a fissarlo con uno sguardo che lo metteva a disagio.
Finita la cena Marco tornò nel suo appartamento ma al momento dei saluti accadde qualcosa che lo avrebbe tenuto sveglio per tutta la notte. Sonia gli diede un bacio veloce sulle labbra dicendo
- Ora che ci siamo conosciuti meglio potremmo, qualche volta, ripetere l’esperienza, che ne dici? Sono convinta che piacerebbe moltissimo a tutti e due
E così dicendo allungò una mano sul culo di Marco, palpandolo e inserendo, per quanto possibile, le dita nel solco tra le natiche, per una carezza così intima ed eccitante che gli procurò un’erezione e se Sonia non fosse stata irremovibile – domani devo alzarmi presto, il mio turno inizia all’alba – avrebbe volentieri concluso la serata con un’altra scopata.

Continua…
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scritto il
2021-11-02
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