Vacanza sullo yacht (parte 4)
di
Kugher
genere
sadomaso
Lia era comodamente seduta sul ventre di Andrea, steso sul divanetto nella stanza destinata all’armadio.
Allo schiavo piaceva moltissimo avere il peso dei Padroni su di sé e, vista anche l’astinenza da orgasmo loro imposto da oltre un mese, era eccitato.
La Padrona però, al momento, non era assolutamente interessata all’uso sessuale dello schiavo, prediligendo solo la comodità che poteva darle.
Adorava stare seduta sopra, sentire il morbido sotto di sé, osservare le espressioni e ignorarle, pensando solo a sé stessa.
In quel gesto lei non vedeva nulla di erotico, solo dominio nei confronti di due persone da usare anche quale mobilio.
Marta, moglie di Andrea, doveva prendere i vestiti che le indicava Lia e portarglieli a vedere.
Questo voleva dire andare davanti a lei e inginocchiarsi offrendo il capo per l’esame in attesa della decisione.
La Padrona, dopo un esame, decideva se farli riporre in valigia o farglieli rimettere nell’armadio perchè non soddisfatta.
A volte li provava per vedere come le stavano. In quel caso si sfilava il vestito, lo faceva cadere a terra e, mentre provava il capo, Marta lo raccoglieva per sistemarlo sul letto.
Mentre la Padrona effettuava la prova, la schiava provava piacere nel posare la fronte a terra, sapendo che la Padrona, non ritenendola utile, la ignorava.
Furono più le volte che i capi venivano rimessi al loro posto. Lia aveva tempo.
Ogni volta che si avvicinava alla Padrona, Marta, inginocchiandosi, gettava uno sguardo eccitato al pene duro del marito, col desiderio di baciarglielo e farsi penetrare e, invece, godendo dell’impossibilità di farlo in quanto segno di sottomissione, di privazione di ogni potere decisionale per essere entrambi dedicati al piacere dei Padroni.
Le dava un sottomesso piacere anche il fatto che in quel momento Lia ignorasse il membro duro che lei invece stava desiderando senza poter toccare.
L’eccitazione le aumentò quando la Padrona, che si era alzata per frustarla perchè aveva riposto male un vestito che aveva scelto, al momento di sedersi si alzò la gonna, spostò le mutandine e si sedette sul membro duro per farsi penetrare.
L’operazione valigie andava avanti a rilento.
Ogni tanto Marta vedeva la Padrona dare un forte schiaffo a suo marito.
Evidentemente aveva sentito che il membro si stava indurendo troppo per l’eccitazione e, nel timore che venisse dentro di lei, doveva placare i bollori col dolore.
Andrea aveva il viso tutto arrossato perché il numero degli schiaffi stava aumentando.
Da troppo non godeva e l’uso sessuale da parte dei Padroni lo eccitava a dismisura.
Ogni tanto la Padrona si alzava, frustava Marta per la poca attenzione riservata ai suoi vestiti o alle scarpe che sceglieva, per poi tornare a sedersi sul membro di suo marito.
Al termine della preparazione delle valigie, Lia volle godere. Stando seduta sul sesso di Andrea, ordinò a Marta di leccarle il clitoride fino a farle avere l’orgasmo.
Fu molto faticoso per lo schiavo non godere sentendo l’alito caldo e la lingua della moglie che non poteva evitare di toccarlo mentre leccava la Padrona.
Infatti ricevette altri schiaffi molto forti.
Dopo avere goduto, Lia si spostò sul ventre dello schiavo pretendendo che Marta le leccasse delicatamente i piedi mentre, ad occhi chiusi, si riprendeva dal piacere perdendo interesse per il pene ancora duro del ragazzo sul quale era seduta.
Dopo alcuni minuti, prima di alzarsi, volle ancora giocare con loro.
Non c’era più eccitazione, quindi era divertimento puro.
Fece colare un po’ di saliva sul viso dello schiavo sul quale era ancora seduta, ordinando alla moglie di pulirlo. L’operazione eccitò i due ragazzi, ed il pene di Andrea, che aveva appena iniziato a perdere rigidità, ebbe una rapida reazione.
Poi fece colare altra saliva sul membro eretto, ordinando a Marta di pulirlo ma senza farlo godere.
Trovò divertente vedere gli sforzi di lei nel cercare di dare meno eccitazione possibile e di lui per resistere all’orgasmo.
In ultimo fece colare saliva sul pavimento ai suoi piedi, godendo dell’umiliazione di quella bella ragazza che si chinò per pulirlo con la lingua mentre lei teneva un piede sulla sua schiena.
Accarezzò il viso di Andrea.
“Cane, guarda la tua bella mogliettina come pulisce bene il pavimento ai miei piedi. Quasi vendo l’aspirapolvere perchè mi sembra che lei pulisca meglio”.
Rise divertita per la denigrazione di quei ragazzi.
Quando si stufò se ne andò ordinando di terminare la sistemazione delle valigie chiudendole.
Allo schiavo piaceva moltissimo avere il peso dei Padroni su di sé e, vista anche l’astinenza da orgasmo loro imposto da oltre un mese, era eccitato.
La Padrona però, al momento, non era assolutamente interessata all’uso sessuale dello schiavo, prediligendo solo la comodità che poteva darle.
Adorava stare seduta sopra, sentire il morbido sotto di sé, osservare le espressioni e ignorarle, pensando solo a sé stessa.
In quel gesto lei non vedeva nulla di erotico, solo dominio nei confronti di due persone da usare anche quale mobilio.
Marta, moglie di Andrea, doveva prendere i vestiti che le indicava Lia e portarglieli a vedere.
Questo voleva dire andare davanti a lei e inginocchiarsi offrendo il capo per l’esame in attesa della decisione.
La Padrona, dopo un esame, decideva se farli riporre in valigia o farglieli rimettere nell’armadio perchè non soddisfatta.
A volte li provava per vedere come le stavano. In quel caso si sfilava il vestito, lo faceva cadere a terra e, mentre provava il capo, Marta lo raccoglieva per sistemarlo sul letto.
Mentre la Padrona effettuava la prova, la schiava provava piacere nel posare la fronte a terra, sapendo che la Padrona, non ritenendola utile, la ignorava.
Furono più le volte che i capi venivano rimessi al loro posto. Lia aveva tempo.
Ogni volta che si avvicinava alla Padrona, Marta, inginocchiandosi, gettava uno sguardo eccitato al pene duro del marito, col desiderio di baciarglielo e farsi penetrare e, invece, godendo dell’impossibilità di farlo in quanto segno di sottomissione, di privazione di ogni potere decisionale per essere entrambi dedicati al piacere dei Padroni.
Le dava un sottomesso piacere anche il fatto che in quel momento Lia ignorasse il membro duro che lei invece stava desiderando senza poter toccare.
L’eccitazione le aumentò quando la Padrona, che si era alzata per frustarla perchè aveva riposto male un vestito che aveva scelto, al momento di sedersi si alzò la gonna, spostò le mutandine e si sedette sul membro duro per farsi penetrare.
L’operazione valigie andava avanti a rilento.
Ogni tanto Marta vedeva la Padrona dare un forte schiaffo a suo marito.
Evidentemente aveva sentito che il membro si stava indurendo troppo per l’eccitazione e, nel timore che venisse dentro di lei, doveva placare i bollori col dolore.
Andrea aveva il viso tutto arrossato perché il numero degli schiaffi stava aumentando.
Da troppo non godeva e l’uso sessuale da parte dei Padroni lo eccitava a dismisura.
Ogni tanto la Padrona si alzava, frustava Marta per la poca attenzione riservata ai suoi vestiti o alle scarpe che sceglieva, per poi tornare a sedersi sul membro di suo marito.
Al termine della preparazione delle valigie, Lia volle godere. Stando seduta sul sesso di Andrea, ordinò a Marta di leccarle il clitoride fino a farle avere l’orgasmo.
Fu molto faticoso per lo schiavo non godere sentendo l’alito caldo e la lingua della moglie che non poteva evitare di toccarlo mentre leccava la Padrona.
Infatti ricevette altri schiaffi molto forti.
Dopo avere goduto, Lia si spostò sul ventre dello schiavo pretendendo che Marta le leccasse delicatamente i piedi mentre, ad occhi chiusi, si riprendeva dal piacere perdendo interesse per il pene ancora duro del ragazzo sul quale era seduta.
Dopo alcuni minuti, prima di alzarsi, volle ancora giocare con loro.
Non c’era più eccitazione, quindi era divertimento puro.
Fece colare un po’ di saliva sul viso dello schiavo sul quale era ancora seduta, ordinando alla moglie di pulirlo. L’operazione eccitò i due ragazzi, ed il pene di Andrea, che aveva appena iniziato a perdere rigidità, ebbe una rapida reazione.
Poi fece colare altra saliva sul membro eretto, ordinando a Marta di pulirlo ma senza farlo godere.
Trovò divertente vedere gli sforzi di lei nel cercare di dare meno eccitazione possibile e di lui per resistere all’orgasmo.
In ultimo fece colare saliva sul pavimento ai suoi piedi, godendo dell’umiliazione di quella bella ragazza che si chinò per pulirlo con la lingua mentre lei teneva un piede sulla sua schiena.
Accarezzò il viso di Andrea.
“Cane, guarda la tua bella mogliettina come pulisce bene il pavimento ai miei piedi. Quasi vendo l’aspirapolvere perchè mi sembra che lei pulisca meglio”.
Rise divertita per la denigrazione di quei ragazzi.
Quando si stufò se ne andò ordinando di terminare la sistemazione delle valigie chiudendole.
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