In banca come al night club
di
Lucrezia
genere
comici
Sto entrando in banca quando varcando la soglia della bussola, suonano gli allarmi.
"Ancora, oh no" penso, dimentico sempre che i piercing sono di metallo e che quindi fanno suonare il metal detector.
Guardo la guardia che a sua volta guarda me; non mi conosce è nuovo ed io non conosco lui, ma tant'è.
Indico il piercing che ho sulla lingua e penso, chissà se capisce cosa intendo o pensa ad altro.
Mi indica la cassetta dove depositare gli oggetti metallici; è davvero scemo penso, come posso togliermi i piercing che ho addosso, comunque deposito il telefonino e varie chiavi, lui prende tutto, ma ovviamente le porte non si aprono.
Mi avvicino al microfono e faccio cenno che voglio parlare, lui attiva il dispositivo ed io gli dico che ho vari piercing sul corpo e inizia un dialogo surreale.
Lui che mi chiede di toglierli, io che gli dico che alcuni non posso proprio toglierli, lui che mi domanda se non sono come gli orecchini, io che gli rispondo che quello all'ombelico non me lo posso togliere, al massimo mi alzo la maglia e glielo faccio vedere, lui che mi risponde di sua figlia, che il suo si toglie, io che... ma vaffanculo va!
Mi sfilo la maglia, e gli indicò il piercing all'ombelico, poi tolto il reggiseno gli faccio vedere quelli ai capezzoli, lui comincia a sudare, si guarda intorno; e intorno, dentro e fuori la banca c'è una folla che guarda attonita me che continuo a spogliarmi.
Mi tolgo gli stivaletti e mi abbasso i jeans, anzi li tolgo, sorrido sorniona agli astanti al di là dei vetri antiproiettile, figo, penso, sono più che protetta qui dentro e quindi opplà via anche gli slip.
Alzo una gamba e la appoggio al vetro e gliela faccio vedere, piercing al clitoride, alle labbra esterne, mi lecco le labbra, della bocca, fa caldo qui dentro, lui guarda e poi sviene, qualcuno urla di portare il defibrillatore.
Io mi rivesto lesta, recupero chiavi e portafogli poi esco dalla bussola, tornerò domani è meglio, in un attimo sono a casa.
Il giorno dopo decido di fare colazione al bar della stazione, è davanti alla banca, così posso vedere chi sarà la guardia oggi e decidere se è il caso o meno di provare a entrare, intanto che ci sono prendo il giornale locale. In prima pagina: "Tentativo di rapina da parte di una donna tutta tatuata, il vigilante sviene, servizio completo in cronaca.".
Ok, chiamo mio marito, meglio che in banca ci vada lui.
"Ancora, oh no" penso, dimentico sempre che i piercing sono di metallo e che quindi fanno suonare il metal detector.
Guardo la guardia che a sua volta guarda me; non mi conosce è nuovo ed io non conosco lui, ma tant'è.
Indico il piercing che ho sulla lingua e penso, chissà se capisce cosa intendo o pensa ad altro.
Mi indica la cassetta dove depositare gli oggetti metallici; è davvero scemo penso, come posso togliermi i piercing che ho addosso, comunque deposito il telefonino e varie chiavi, lui prende tutto, ma ovviamente le porte non si aprono.
Mi avvicino al microfono e faccio cenno che voglio parlare, lui attiva il dispositivo ed io gli dico che ho vari piercing sul corpo e inizia un dialogo surreale.
Lui che mi chiede di toglierli, io che gli dico che alcuni non posso proprio toglierli, lui che mi domanda se non sono come gli orecchini, io che gli rispondo che quello all'ombelico non me lo posso togliere, al massimo mi alzo la maglia e glielo faccio vedere, lui che mi risponde di sua figlia, che il suo si toglie, io che... ma vaffanculo va!
Mi sfilo la maglia, e gli indicò il piercing all'ombelico, poi tolto il reggiseno gli faccio vedere quelli ai capezzoli, lui comincia a sudare, si guarda intorno; e intorno, dentro e fuori la banca c'è una folla che guarda attonita me che continuo a spogliarmi.
Mi tolgo gli stivaletti e mi abbasso i jeans, anzi li tolgo, sorrido sorniona agli astanti al di là dei vetri antiproiettile, figo, penso, sono più che protetta qui dentro e quindi opplà via anche gli slip.
Alzo una gamba e la appoggio al vetro e gliela faccio vedere, piercing al clitoride, alle labbra esterne, mi lecco le labbra, della bocca, fa caldo qui dentro, lui guarda e poi sviene, qualcuno urla di portare il defibrillatore.
Io mi rivesto lesta, recupero chiavi e portafogli poi esco dalla bussola, tornerò domani è meglio, in un attimo sono a casa.
Il giorno dopo decido di fare colazione al bar della stazione, è davanti alla banca, così posso vedere chi sarà la guardia oggi e decidere se è il caso o meno di provare a entrare, intanto che ci sono prendo il giornale locale. In prima pagina: "Tentativo di rapina da parte di una donna tutta tatuata, il vigilante sviene, servizio completo in cronaca.".
Ok, chiamo mio marito, meglio che in banca ci vada lui.
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