Una delusioni
di
Margie
genere
incesti
Mi scuso con gli appassionati del genere se ne varco gli aurei confini. Comunque non si preoccupino perché sarà l'unica volta che lo frequenterò attivamente.
Guardo l'elenco dei miei racconti. Ne manca uno, vedo. Osservo la lista; hanno tolto “Turismo sessuale”. Mi chiedo, amareggiata perché. Mi rispondo (non mi lascio mai sola) che dev'essere per l'ubicazione scelta per un surreale sex shop.
Mio suocero nota il triste buio nei miei occhi. Mi chiede se sia di nuovo stata minacciata. Gli spiego, mentre l'aiuto a mangiare, l'evolversi degli eventi. No non ha niente di grave: è stato colto dalla pioggia mentre tornava a casa in bicicletta. È scivolato in curva e s'è rotto un braccio.
“Sai, quand'ero ragazzo, la canzone di Guccini Dio è morto non veniva trasmessa dalla radio di Stato perché bloccata dalla censura interna. Gli imbecilli non capiscono molto e talvolta... E pensa che si poteva ascoltare su Radio Vaticana. Tu hai fatto dell'ironia e hai sbagliato, per presunzione: gli imbecilli non la capiscono. I tuoi raccontini sono gradevoli, nelle poesie riesci meglio per la verità, ma sei molto lontana dal livello di Guccini. Basta che tu rifletta un secondo per renderti conto che l'ironia è pericolosa. E mi darai ragione, non ti ci vuole molto.”
La sua pacca sul sedere col braccio sano mentre gli tolgo il piatto dal tavolo mi rinfranca (forse il censore capirebbe meglio se scrivessi “mi da coraggio”, ovviamente senza l'accento) più della sua risata. Mi viene voglia di suo figlio. Arriverà fra due ore. Va meglio. Grazie, don Qixote! Grazie anche di non aver accennato a mio zio parroco (spretato, per aver messo incinte due donne, madre e figlia) e ai miei genitori suoi proseliti. Però a loro ho pensato io.
Speriamo non censurino anche questa. Ho già abbastanza motivi per dubitare dell'avvenire dell'Umanità. Si trasformerebbero in certezze.
Guardo l'elenco dei miei racconti. Ne manca uno, vedo. Osservo la lista; hanno tolto “Turismo sessuale”. Mi chiedo, amareggiata perché. Mi rispondo (non mi lascio mai sola) che dev'essere per l'ubicazione scelta per un surreale sex shop.
Mio suocero nota il triste buio nei miei occhi. Mi chiede se sia di nuovo stata minacciata. Gli spiego, mentre l'aiuto a mangiare, l'evolversi degli eventi. No non ha niente di grave: è stato colto dalla pioggia mentre tornava a casa in bicicletta. È scivolato in curva e s'è rotto un braccio.
“Sai, quand'ero ragazzo, la canzone di Guccini Dio è morto non veniva trasmessa dalla radio di Stato perché bloccata dalla censura interna. Gli imbecilli non capiscono molto e talvolta... E pensa che si poteva ascoltare su Radio Vaticana. Tu hai fatto dell'ironia e hai sbagliato, per presunzione: gli imbecilli non la capiscono. I tuoi raccontini sono gradevoli, nelle poesie riesci meglio per la verità, ma sei molto lontana dal livello di Guccini. Basta che tu rifletta un secondo per renderti conto che l'ironia è pericolosa. E mi darai ragione, non ti ci vuole molto.”
La sua pacca sul sedere col braccio sano mentre gli tolgo il piatto dal tavolo mi rinfranca (forse il censore capirebbe meglio se scrivessi “mi da coraggio”, ovviamente senza l'accento) più della sua risata. Mi viene voglia di suo figlio. Arriverà fra due ore. Va meglio. Grazie, don Qixote! Grazie anche di non aver accennato a mio zio parroco (spretato, per aver messo incinte due donne, madre e figlia) e ai miei genitori suoi proseliti. Però a loro ho pensato io.
Speriamo non censurino anche questa. Ho già abbastanza motivi per dubitare dell'avvenire dell'Umanità. Si trasformerebbero in certezze.
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Non avevo godutoracconto sucessivo
Pronta la prossima
Commenti dei lettori al racconto erotico