L'amico di famiglia 2
di
templare francesco
genere
gay
Ero riuscito nel mio intento di fare sesso con Roberto un amico di famiglia. Avevo già fatto conoscenza con il suo cazzo che era lungo e grosso. Avevo bevuto la sua sborra e mi era piaciuta. Adesso però sentivo la voglia di provare ad avere il suo cazzo nel mio culo. Ero cosciente del fatto che mi avrebbe fatto male la prima volta, ma il desiderio di essere penetrato era forte. Cosi in uno dei nostri incontri glielo chiesi. Lui veniva a trovarmi tutte le volte che io ero a casa da solo.
Ci spogliammo e andammo sul mio letto che ci aveva già visto assieme parecchie volte. Ci sdraiamo e cominciammo a baciarci. Erano baci passionali che ogni volta mi facevano drizzare. Presi il suo cazzo in mano e cominciai a leccarlo. Dopo un po' mi fece girare a pancia in giù e comincio a leccarmi il culo. Sentivo la sua lingua che cercava di entrare poi introdusse un dito cercando di dilatare il buco, sentivo un po' di dolore, ma era sopportabile, poi infilo altre due dita seguito ad allargarmi il buco, comincio ad andare sue giù con le dita. Sentivo del dolore mentre lo faceva ma provavo anche delle emozioni fortissime e un piacere che non avevo mai provato ma mi piaceva. dopo un po' di tempo mi disse che ero pronto e se ero sicuro di volerlo farlo. Con una mano strinse il suo cazzo l’avvicinò piano piano al buchino ancora vergine che aspettava di essere aperto. Chiusi gli occhi le mie dita afferrarono strette il lenzuolo. La sua cappella sfiorò il buchetto, si appoggio si fermo un attimo. Prese a spingere per farsi largo nel mio culo che faceva molta resistenza. Spinse. Ma non riusciva ad entrare spinse più forte. Lanciai un urlo era entrato con la sua cappella. Mi sembrava di essere stato lacerato. Si fermo mi chiese se faceva male non dissi niente, ero risoluto a prendermi il mio piacere e a darlo.
Spinse ancora. Trattenni un lamento. Inspirai e sentii forzare la via. Il suo cazzo era entrato tutto. Mi morsi il labbro. Si era fatto largo senza scrupoli nella mia parte più intima e fragile. Sapere che era dentro di me, mi rendeva felice.” Fissai Roberto per un lungo istante, poi annuì e lui spinse nuovamente il suo cazzo in profondità. Gemetti, deglutii, alcune lacrime cominciarono a scendere. Il dolore era forte, ma forte era anche la mia voglia. Lui prese a muovere il bacino avanti e indietro. L’asta del suo cazzo appariva e scompariva ritmicamente dentro il mio culo. Era surreale ed eccitante. Ero percorso da un’ebrezza che non avevo mai provato prima. Non era solo il piacere del suo cazzo che scivolava in quel luogo caldo e morbido che era il mio culo, ma il sapere che stavo dando piacere ad un'altra persona. I miei gemiti divennero più sommessi. Il dolore stava lasciando spazio a un nuovo piacere. Un piacere incontrollato, completamente dipendente da un’altra persona. Ero alla sua mercé. Quel potere di controllo, di dominio che aveva su di me mi affascinava. Mi ero lasciato aprire le gambe, mi ero presentato inerme e fiducioso, lasciando che mi penetrasse, che mi aprisse le carni, perché entrambi volevamo godere. Vedevo il suo cazzo che entrava e usciva dal mio culo. Lui ogni tanto si fermava. Non capivo perché. Volevo che continuasse a muoversi dentro di me. Mi disse che lo faceva per poter durare di più prima di sborrare. Avremmo così goduto più intensamente. Quella mia prima vera inculata, me la ricordo ancora. Fu si dolorosa ma la sensazione che provai quando lui venne il ricordo ancora oggi. Mentre mi riempiva il culo con il suo liquido io sborravo senza toccarmi. Aveva messo il suo liquido dentro di me. Mi abbraccio, mi bacio sulle labbra e restammo per un po' uniti. Sentii il suo cazzo che lentamente usciva dal mio culo. Mi aveva rotto il culo ma mi era piaciuto. I miei sogni e desideri si erano realizzati e da quel giorno avrei sempre tratto piacere dal mio culo. Rimanemmo sdraiati sul letto tutto il giorno ad accarezzarci. Quando se ne andò mi disse che per alcuni giorni il culo mi avrebbe fatto male mi promise che molto presto l’avremmo rifatto
Ci spogliammo e andammo sul mio letto che ci aveva già visto assieme parecchie volte. Ci sdraiamo e cominciammo a baciarci. Erano baci passionali che ogni volta mi facevano drizzare. Presi il suo cazzo in mano e cominciai a leccarlo. Dopo un po' mi fece girare a pancia in giù e comincio a leccarmi il culo. Sentivo la sua lingua che cercava di entrare poi introdusse un dito cercando di dilatare il buco, sentivo un po' di dolore, ma era sopportabile, poi infilo altre due dita seguito ad allargarmi il buco, comincio ad andare sue giù con le dita. Sentivo del dolore mentre lo faceva ma provavo anche delle emozioni fortissime e un piacere che non avevo mai provato ma mi piaceva. dopo un po' di tempo mi disse che ero pronto e se ero sicuro di volerlo farlo. Con una mano strinse il suo cazzo l’avvicinò piano piano al buchino ancora vergine che aspettava di essere aperto. Chiusi gli occhi le mie dita afferrarono strette il lenzuolo. La sua cappella sfiorò il buchetto, si appoggio si fermo un attimo. Prese a spingere per farsi largo nel mio culo che faceva molta resistenza. Spinse. Ma non riusciva ad entrare spinse più forte. Lanciai un urlo era entrato con la sua cappella. Mi sembrava di essere stato lacerato. Si fermo mi chiese se faceva male non dissi niente, ero risoluto a prendermi il mio piacere e a darlo.
Spinse ancora. Trattenni un lamento. Inspirai e sentii forzare la via. Il suo cazzo era entrato tutto. Mi morsi il labbro. Si era fatto largo senza scrupoli nella mia parte più intima e fragile. Sapere che era dentro di me, mi rendeva felice.” Fissai Roberto per un lungo istante, poi annuì e lui spinse nuovamente il suo cazzo in profondità. Gemetti, deglutii, alcune lacrime cominciarono a scendere. Il dolore era forte, ma forte era anche la mia voglia. Lui prese a muovere il bacino avanti e indietro. L’asta del suo cazzo appariva e scompariva ritmicamente dentro il mio culo. Era surreale ed eccitante. Ero percorso da un’ebrezza che non avevo mai provato prima. Non era solo il piacere del suo cazzo che scivolava in quel luogo caldo e morbido che era il mio culo, ma il sapere che stavo dando piacere ad un'altra persona. I miei gemiti divennero più sommessi. Il dolore stava lasciando spazio a un nuovo piacere. Un piacere incontrollato, completamente dipendente da un’altra persona. Ero alla sua mercé. Quel potere di controllo, di dominio che aveva su di me mi affascinava. Mi ero lasciato aprire le gambe, mi ero presentato inerme e fiducioso, lasciando che mi penetrasse, che mi aprisse le carni, perché entrambi volevamo godere. Vedevo il suo cazzo che entrava e usciva dal mio culo. Lui ogni tanto si fermava. Non capivo perché. Volevo che continuasse a muoversi dentro di me. Mi disse che lo faceva per poter durare di più prima di sborrare. Avremmo così goduto più intensamente. Quella mia prima vera inculata, me la ricordo ancora. Fu si dolorosa ma la sensazione che provai quando lui venne il ricordo ancora oggi. Mentre mi riempiva il culo con il suo liquido io sborravo senza toccarmi. Aveva messo il suo liquido dentro di me. Mi abbraccio, mi bacio sulle labbra e restammo per un po' uniti. Sentii il suo cazzo che lentamente usciva dal mio culo. Mi aveva rotto il culo ma mi era piaciuto. I miei sogni e desideri si erano realizzati e da quel giorno avrei sempre tratto piacere dal mio culo. Rimanemmo sdraiati sul letto tutto il giorno ad accarezzarci. Quando se ne andò mi disse che per alcuni giorni il culo mi avrebbe fatto male mi promise che molto presto l’avremmo rifatto
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