Mary -4- le sorprese - la prima-
di
Marilena C.
genere
dominazione
La notte ho preso sonno decisamente tardi. Mio marito ha tentato un approccio da me respinto con la scusa dell'essere indisposta e non vedo perché non avrebbe dovuto credermi data la sincerità messa come fondamento iniziale del nostro rapporto.
Ero io che stavo tradendo quella sincerità, ma proprio non me la sentivo di affrontare anche la discussione con lui, ero già sconvolta da quello che mi era successo per sopportare di perdere, (poteva esserci il serio rischio) le poche certezze rimaste a cui ancorarmi: lui, la famiglia e il lavoro. Pensiero da vigliacca, in quel momento lo ero, oltre che traditrice anche se non per mia volontà, perché forzata incapace di opporre una strenua difesa e troppo presto arrendevole alla volontà dei miei “carnefici” con i quali sperimentavo modi del tutto nuovi di sentirmi femmina piena, completa, nel senso animale del concetto.
Dopo le esperienze studentesche, per molti anni da fidanzati e nei primi periodi matrimoniali ero stata solo e completamente sua, convinta che avendo lui sarei riuscita ad allontanare e scacciare definitivamente i fantasmi della Marilena che prova piacere intenso e soddisfacente nell'essere presa, usata, abusata; invece è bastata una mano estranea, insistente, decisa che mi ha frugata tra le cosce a far tornare a galla quel desiderio dormiente, ma mai totalmente spento, scoperto da ragazza poco più che ventenne in un mezzo pubblico affollatissimo e che poi si è confermato in altri episodi sempre relativi a quel periodo, Si, altre volte sono stata piegata alla volontà altrui, poche ma è successo e ne ho goduto, cercando di difendermi prima, vergognandomene dopo, ma ho goduto con un'intensità di piacere mai privata nel fare l'amore in altro modo (dolce, romantico, appassionato e chi vuole aggiunga...)
Quella notte caratterizzata dagli incubi, mi vedevo studentessa alla ricerca di un alloggio, insieme alle due mie colleghe delle quali, però, non riconoscevo il volto, era alternata da dormiveglia e sonno, ma appena chiudevo gli occhi l'incubo si faceva di nuovo presente, vivo.. In quella casa, trovata in periferia, con ampi spazi verdi. Una sorta di villa, divisa in due parti, una disabitata, l'altra, la nostra con tre camere da letto (come la vedevo nel sogno, cucina, due bagni e salottino, nel sogno, mai nella realtà ero capitata ad abitare in una situazione così, sempre in appartamenti abbastanza scarni,in piena città, possibilmente vicini alla Facoltà.
Nell'incubo venivo presa, scopata, annullata usata da uomini che entravano nella mia stanza e in me, si svuotavano e sparivano. Erano come fantasmi. Sentivo provenire dalle altre due stanze, la voce delle due mie colleghe, i lamenti, - BASTAAA- i gemiti, ma anche si dai sii ancora, continua maiale.
Poi i risvegli di soprassalto, poi ancora occhi chiusi e l'incubo ritornava. Alle cinque ero in piedi, pensando, riflettendo se andare a preparare la colazione al porco o chiedere a mio marito di andarci lui visto il mio star poco bene come gli avevo detto appena andati a letto o chiedergli di telefonare al bastardo e scusandoci chiedergli, se voleva, di recarsi al bar facendo mettere la sua colazione sul nostro conto. Certo, per un B&b non è il massimo, ma qualche volta purtroppo … Ma non è ne bello, ne elegante, ne professionale.. Niente: mi rassegnavo all'idea di andare io, le alternative non andavano bene (o non volevo io che andassero bene??????).
Poco dopo le 06.00 il trillo di un watsap sul mio cell. Non conoscevo il numero che compariva come mittente.
Due video e alcune foto: in uno si vedeva una mano maschile immersa tra due cosce femminili scoperte, tenute strette, con la gonna tirata completamente su, coperte da una stoffa che cadeva come il lembo ampio di una tovaglia. Il video alternava questa inquadratura con una al di sopra della tavola apparecchiata che riprendeva me e il mio vicino di tavola che con gli sguardi rivolti l'un l'altra ci parlavamo, lui con sorrisino beffardo, io con sguardo quasi terrorizzato e alcune foto a corredo del video. L'audio era il vociare dei presenti.
L'altro video inquadrava persone di spalle, poi l'obiettivo si fissava su una mano che da una natica sopra il vestito si infilava da dietro a prendere possesso di una fica, il mio viso di profilo che cercava di individuate a chi quella mano appartenesse. Nessun dubbio. Chi aveva ripreso la scena era dietro di me che ero sotto braccio a mio marito, ma anche dietro a colui che mi stava palpando la natica frugandomi tra le gambe e massaggiandomi il sesso durante la foto di gruppo al matrimonio.
Un messaggio: -so dove cercarti, questi giorni ci vedremo, fatti trovare se non vuoi che chi non deve veda. Ti avviserò per tempo, mi dirai a che ora puoi essere da sola e se non da te, troveremo il modo-.
Il giorno prima avevo ricevuto altre foto dell'evento, quelle ufficiali, inviate dagli sposi, in attesa delle stampe. Non riuscivo a capire chi fosse quel volto all'altro mio fianco, un po' più dietro di me, più basso, poteva arrivarmi alla spalla.
Le foto e il video del messaggio ricattatorio si guardavano bene dall'inquadrarne la testa. Neanche da dietro.
Presa da quel messaggio, da quei video, frastornata come non lo ero mai stata prima, mi ha spaventato un – buongiorno- di una voce alle mie spalle di un uomo appoggiato con le spalle al muro di fronte all'antico ampio portone ad arco che abbiamo fatto ristrutturare che segna l'ingresso al cortile del B&b. Ho risposto un po' balbettante tornando alla realtà.
Ha proseguito, con un buon italiano ma con un accento ed una carnagione tipica dell'Asia indiana, cingalese o comunque di quelle parti del globo:
-Sta qui Piero …..?-
Al mio -si, è qui, ma forse dorme ancora-.
Lui ha aggiunto: - si lo aspetto qui fuori. Grazie signora-.
Io: - ma entri, lo può aspettare seduto, dentro, le offro un caffè?-
Un bagliore di lucidità mentale mi ha fatto pensare che la presenza di costui mi avrebbe salvata dal dover soddisfare i piaceri del porco che avevo praticamente in casa.
Lui: - non voglio disturbare.-
io: - la prego …..entri.
Mentre preparavo il caffè è comparso. Vedendo il nuovo arrivato l'ha salutato con:
- Ciao... a quanto vedo sei mattiniero!
Ha risposto: - spero di aver fatto bene-
Piero: - vedrai, sentirai e ti renderai conto che hai fatto la scelta giusta a venire qui a quest'ora.-
poi, rivolto a me: - ma proprio la sua faccia non ti ricorda nessuno?-
io cadevo letteralmente dalle nuvole, non capivo di cosa parlassero. Al che, sempre lui, Piero
-lui è uno dei camerieri del matrimonio. Di alla signora quello che hai visto.-
Si chiamava Nicholas. Ha detto di avermi vista entrare nel bagno del personale e volendomi raggiungere per dirmi che lì non si poteva ha visto che chiudevo la porta alle spalle i uno dei due box dei wc. Voleva bussare, ma poi, l'idea di spiarmi dall'altro box a fianco salendo sul wc e arrampicandosi un po' alla parete divisoria che non arrivava al soffitto, mi aveva vista prima masturbarmi, poi mentre Piero con me faceva i suoi porci comodi. Veramente le parole usate erano
mentre ti masturbavi e poi quando ti stava inculando-.
Mi è mancato il terreno sotto i pedi e sono caduta sulla sedia. Ancora di più quando ha concluso complimentandosi per le mie gambe e le mie natiche ancora abbastanza sode ma sicuramente molto attraenti e per il calore che aveva sentito tra le mie cosce infilandoci in mezzo la mano durante la foto al matrimonio.
Era stato lui.
In tre secondi e mezzo ero distesa nuda sul tavolo, su quello stesso tavolo dove la mattina precedente Piero mi aveva posseduta, prima con la lingua, poi infilandosi nelle carni della mia vagina, per poi concludere la scopata e tutto il resto che c'era stato, comodamente a letto e infine il bagno sotto lo scroscio dell'acqua della doccia
Piero aveva fretta, doveva uscire di casa. Facendomi spalancare le cosce mi si è piazzato i mezzo, in piedi. Puntava il glande all'imbocco della vagina. È entrato, di colpo, con brutalità. Ho urlato, per il dolore, ma più che altro per scaricare la tensione. Mi scopava con colpi pesanti, potenti, voleva sborrarmi dentro godendo ancora della stretta delle mie carni attorno al suo cazzo. Senza rendermene conto gli accarezzavo i fianchi muovendo le mie cosce, facendogli gustare la mia polposità. Gli piaceva. Gli piacevo e dopo tre o quattro affondi anche lui mio stava piacendo. Già godevo L'altro, tenendomi il polso, si masturbava con la mia mano. Mi ha spaventato, terrorizzato la durezza di quel membro. Era titanio. Non immaginavo potessero esisterne di così grossi. Giù immaginavo il dolore violentata da lui. Non avrei resistito. Pensavo: - mi spacca, mi rompe, mi apre in due, mi squarcia.
Ho sentito le bordate di Piero in vagina, un attimo dopo gli schizzi, lo sperma. Sono venuta anch'io mentre sborrava. Mentre scompariva, Nicholas facendomi girare il volto verso il suo cazzo, sempre distesa sul tavolo. Me lo aveva messo in bocca. Non riuscivo a prenderlo tutto. Non lungo, ma grosso all'inverosimile. La bocca spalancata mi faceva male.
Ha smesso, mi ha portata in camera sempre lì, a pianterreno, sembrava conoscere la mappa, non me ne sono preoccupata più di tanto. Pensavo al dolore che avrei sentito, ma, e ne ero sicurissima, anche all'estremo piacere. Pensavo al sangue sulle lenzuola, sul materasso, anche se, ad onor del vero, avendo ospitato anche persone anziane sofferenti di incontinenza, in quel letto, sotto il lenzuolo avevamo previsto l'incerato.
Sono state alcune ore di fuoco: come prevedevo ho perso i sensi e sono rinvenuta due o tre volte. Prima di penetrarmi ha passato più di mezz'ora a leccarmi procurandomi cinque orgasmi che poi, con la o le penetrazioni non ho più contato.
Dolore, ma anche piacere estremo. Da uscire fuori di senno. Tornato Piero, ci ha trovati ancora a letto con Nicholas, immobile, supino e io che mi apprestavo a cavalcarlo ancora.
Prendendoci in giro, rivolto al suo amico: - hai fatto conquiste. Adesso ti sta violentando lei. Ti sei trovato la fidanzata. Nessuno di noi due gli ha dato retta. Abbiano continuato a scopare fino all'ennesimo orgasmo. Nicholas è sparito. A me ci sono voluti una ventina di minuti per riprendermi. Doccia svelta e i pochi passi dal B&b al negozietto e ritorno mi sono sembrati il giro del mondo a piedi.
La mia amica nel negozio: -Marilena.... che cos'hai? Ti senti male?-
io: -è solo u n po' di malessere. In mattinata mi passa.-
Commenti, scambi di idee opinioni o altro MaryCambury@libero.it
Ero io che stavo tradendo quella sincerità, ma proprio non me la sentivo di affrontare anche la discussione con lui, ero già sconvolta da quello che mi era successo per sopportare di perdere, (poteva esserci il serio rischio) le poche certezze rimaste a cui ancorarmi: lui, la famiglia e il lavoro. Pensiero da vigliacca, in quel momento lo ero, oltre che traditrice anche se non per mia volontà, perché forzata incapace di opporre una strenua difesa e troppo presto arrendevole alla volontà dei miei “carnefici” con i quali sperimentavo modi del tutto nuovi di sentirmi femmina piena, completa, nel senso animale del concetto.
Dopo le esperienze studentesche, per molti anni da fidanzati e nei primi periodi matrimoniali ero stata solo e completamente sua, convinta che avendo lui sarei riuscita ad allontanare e scacciare definitivamente i fantasmi della Marilena che prova piacere intenso e soddisfacente nell'essere presa, usata, abusata; invece è bastata una mano estranea, insistente, decisa che mi ha frugata tra le cosce a far tornare a galla quel desiderio dormiente, ma mai totalmente spento, scoperto da ragazza poco più che ventenne in un mezzo pubblico affollatissimo e che poi si è confermato in altri episodi sempre relativi a quel periodo, Si, altre volte sono stata piegata alla volontà altrui, poche ma è successo e ne ho goduto, cercando di difendermi prima, vergognandomene dopo, ma ho goduto con un'intensità di piacere mai privata nel fare l'amore in altro modo (dolce, romantico, appassionato e chi vuole aggiunga...)
Quella notte caratterizzata dagli incubi, mi vedevo studentessa alla ricerca di un alloggio, insieme alle due mie colleghe delle quali, però, non riconoscevo il volto, era alternata da dormiveglia e sonno, ma appena chiudevo gli occhi l'incubo si faceva di nuovo presente, vivo.. In quella casa, trovata in periferia, con ampi spazi verdi. Una sorta di villa, divisa in due parti, una disabitata, l'altra, la nostra con tre camere da letto (come la vedevo nel sogno, cucina, due bagni e salottino, nel sogno, mai nella realtà ero capitata ad abitare in una situazione così, sempre in appartamenti abbastanza scarni,in piena città, possibilmente vicini alla Facoltà.
Nell'incubo venivo presa, scopata, annullata usata da uomini che entravano nella mia stanza e in me, si svuotavano e sparivano. Erano come fantasmi. Sentivo provenire dalle altre due stanze, la voce delle due mie colleghe, i lamenti, - BASTAAA- i gemiti, ma anche si dai sii ancora, continua maiale.
Poi i risvegli di soprassalto, poi ancora occhi chiusi e l'incubo ritornava. Alle cinque ero in piedi, pensando, riflettendo se andare a preparare la colazione al porco o chiedere a mio marito di andarci lui visto il mio star poco bene come gli avevo detto appena andati a letto o chiedergli di telefonare al bastardo e scusandoci chiedergli, se voleva, di recarsi al bar facendo mettere la sua colazione sul nostro conto. Certo, per un B&b non è il massimo, ma qualche volta purtroppo … Ma non è ne bello, ne elegante, ne professionale.. Niente: mi rassegnavo all'idea di andare io, le alternative non andavano bene (o non volevo io che andassero bene??????).
Poco dopo le 06.00 il trillo di un watsap sul mio cell. Non conoscevo il numero che compariva come mittente.
Due video e alcune foto: in uno si vedeva una mano maschile immersa tra due cosce femminili scoperte, tenute strette, con la gonna tirata completamente su, coperte da una stoffa che cadeva come il lembo ampio di una tovaglia. Il video alternava questa inquadratura con una al di sopra della tavola apparecchiata che riprendeva me e il mio vicino di tavola che con gli sguardi rivolti l'un l'altra ci parlavamo, lui con sorrisino beffardo, io con sguardo quasi terrorizzato e alcune foto a corredo del video. L'audio era il vociare dei presenti.
L'altro video inquadrava persone di spalle, poi l'obiettivo si fissava su una mano che da una natica sopra il vestito si infilava da dietro a prendere possesso di una fica, il mio viso di profilo che cercava di individuate a chi quella mano appartenesse. Nessun dubbio. Chi aveva ripreso la scena era dietro di me che ero sotto braccio a mio marito, ma anche dietro a colui che mi stava palpando la natica frugandomi tra le gambe e massaggiandomi il sesso durante la foto di gruppo al matrimonio.
Un messaggio: -so dove cercarti, questi giorni ci vedremo, fatti trovare se non vuoi che chi non deve veda. Ti avviserò per tempo, mi dirai a che ora puoi essere da sola e se non da te, troveremo il modo-.
Il giorno prima avevo ricevuto altre foto dell'evento, quelle ufficiali, inviate dagli sposi, in attesa delle stampe. Non riuscivo a capire chi fosse quel volto all'altro mio fianco, un po' più dietro di me, più basso, poteva arrivarmi alla spalla.
Le foto e il video del messaggio ricattatorio si guardavano bene dall'inquadrarne la testa. Neanche da dietro.
Presa da quel messaggio, da quei video, frastornata come non lo ero mai stata prima, mi ha spaventato un – buongiorno- di una voce alle mie spalle di un uomo appoggiato con le spalle al muro di fronte all'antico ampio portone ad arco che abbiamo fatto ristrutturare che segna l'ingresso al cortile del B&b. Ho risposto un po' balbettante tornando alla realtà.
Ha proseguito, con un buon italiano ma con un accento ed una carnagione tipica dell'Asia indiana, cingalese o comunque di quelle parti del globo:
-Sta qui Piero …..?-
Al mio -si, è qui, ma forse dorme ancora-.
Lui ha aggiunto: - si lo aspetto qui fuori. Grazie signora-.
Io: - ma entri, lo può aspettare seduto, dentro, le offro un caffè?-
Un bagliore di lucidità mentale mi ha fatto pensare che la presenza di costui mi avrebbe salvata dal dover soddisfare i piaceri del porco che avevo praticamente in casa.
Lui: - non voglio disturbare.-
io: - la prego …..entri.
Mentre preparavo il caffè è comparso. Vedendo il nuovo arrivato l'ha salutato con:
- Ciao... a quanto vedo sei mattiniero!
Ha risposto: - spero di aver fatto bene-
Piero: - vedrai, sentirai e ti renderai conto che hai fatto la scelta giusta a venire qui a quest'ora.-
poi, rivolto a me: - ma proprio la sua faccia non ti ricorda nessuno?-
io cadevo letteralmente dalle nuvole, non capivo di cosa parlassero. Al che, sempre lui, Piero
-lui è uno dei camerieri del matrimonio. Di alla signora quello che hai visto.-
Si chiamava Nicholas. Ha detto di avermi vista entrare nel bagno del personale e volendomi raggiungere per dirmi che lì non si poteva ha visto che chiudevo la porta alle spalle i uno dei due box dei wc. Voleva bussare, ma poi, l'idea di spiarmi dall'altro box a fianco salendo sul wc e arrampicandosi un po' alla parete divisoria che non arrivava al soffitto, mi aveva vista prima masturbarmi, poi mentre Piero con me faceva i suoi porci comodi. Veramente le parole usate erano
mentre ti masturbavi e poi quando ti stava inculando-.
Mi è mancato il terreno sotto i pedi e sono caduta sulla sedia. Ancora di più quando ha concluso complimentandosi per le mie gambe e le mie natiche ancora abbastanza sode ma sicuramente molto attraenti e per il calore che aveva sentito tra le mie cosce infilandoci in mezzo la mano durante la foto al matrimonio.
Era stato lui.
In tre secondi e mezzo ero distesa nuda sul tavolo, su quello stesso tavolo dove la mattina precedente Piero mi aveva posseduta, prima con la lingua, poi infilandosi nelle carni della mia vagina, per poi concludere la scopata e tutto il resto che c'era stato, comodamente a letto e infine il bagno sotto lo scroscio dell'acqua della doccia
Piero aveva fretta, doveva uscire di casa. Facendomi spalancare le cosce mi si è piazzato i mezzo, in piedi. Puntava il glande all'imbocco della vagina. È entrato, di colpo, con brutalità. Ho urlato, per il dolore, ma più che altro per scaricare la tensione. Mi scopava con colpi pesanti, potenti, voleva sborrarmi dentro godendo ancora della stretta delle mie carni attorno al suo cazzo. Senza rendermene conto gli accarezzavo i fianchi muovendo le mie cosce, facendogli gustare la mia polposità. Gli piaceva. Gli piacevo e dopo tre o quattro affondi anche lui mio stava piacendo. Già godevo L'altro, tenendomi il polso, si masturbava con la mia mano. Mi ha spaventato, terrorizzato la durezza di quel membro. Era titanio. Non immaginavo potessero esisterne di così grossi. Giù immaginavo il dolore violentata da lui. Non avrei resistito. Pensavo: - mi spacca, mi rompe, mi apre in due, mi squarcia.
Ho sentito le bordate di Piero in vagina, un attimo dopo gli schizzi, lo sperma. Sono venuta anch'io mentre sborrava. Mentre scompariva, Nicholas facendomi girare il volto verso il suo cazzo, sempre distesa sul tavolo. Me lo aveva messo in bocca. Non riuscivo a prenderlo tutto. Non lungo, ma grosso all'inverosimile. La bocca spalancata mi faceva male.
Ha smesso, mi ha portata in camera sempre lì, a pianterreno, sembrava conoscere la mappa, non me ne sono preoccupata più di tanto. Pensavo al dolore che avrei sentito, ma, e ne ero sicurissima, anche all'estremo piacere. Pensavo al sangue sulle lenzuola, sul materasso, anche se, ad onor del vero, avendo ospitato anche persone anziane sofferenti di incontinenza, in quel letto, sotto il lenzuolo avevamo previsto l'incerato.
Sono state alcune ore di fuoco: come prevedevo ho perso i sensi e sono rinvenuta due o tre volte. Prima di penetrarmi ha passato più di mezz'ora a leccarmi procurandomi cinque orgasmi che poi, con la o le penetrazioni non ho più contato.
Dolore, ma anche piacere estremo. Da uscire fuori di senno. Tornato Piero, ci ha trovati ancora a letto con Nicholas, immobile, supino e io che mi apprestavo a cavalcarlo ancora.
Prendendoci in giro, rivolto al suo amico: - hai fatto conquiste. Adesso ti sta violentando lei. Ti sei trovato la fidanzata. Nessuno di noi due gli ha dato retta. Abbiano continuato a scopare fino all'ennesimo orgasmo. Nicholas è sparito. A me ci sono voluti una ventina di minuti per riprendermi. Doccia svelta e i pochi passi dal B&b al negozietto e ritorno mi sono sembrati il giro del mondo a piedi.
La mia amica nel negozio: -Marilena.... che cos'hai? Ti senti male?-
io: -è solo u n po' di malessere. In mattinata mi passa.-
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