Mary 11 Dopo cena
di
Marilena C.
genere
dominazione
Colui che si era permesso di frugarmi tra le cosce poco prima di sederci a tavola, mi ha afferrata e senza mezze misure mi ha scaraventata di nuovo su quel divano.
-Lo so che ti faccio schifo, ma è proprio questo che mi eccita: costringere una bella signora educata, fine, pulita e profumata a farsi scopare da me, a farmi godere. So che ci riuscirai molto bene e so che ti piacerà, scoprirai di essere più puttana di quanto credi.-
Seduti lì su quel divano in cui poco prima stavo sperimentando un piacere diverso, più fine delicato, ma più subdolo, perverso, invadente; lui, con la mano e tutto il braccio immerso tra le mie cosce, affondava con un colpo secco poi usciva piano allargando le dita e sfregandole sulla carne della vagina per poi affondare con un altro colpo violento che mi sconquassava, mentre l'altra donna, colei con la quale poco prima avevo goduto, stava in ginocchio davanti allo zingaro in piedi e gli regalava un pompino che a vedere la faccia dell'uomo,gli dava parecchia soddisfazione.
Cominciavo a non capire più dov'ero, la sua lingua nella mia bocca non mi aiutava certo a stare cosciente e presente a me stessa. Non potevo resistere a lungo con quel trattamento. Stringendo forte le cosce stavo lasciandomi andare all'ennesimo intenso momento di piacere, ma........ all'improvviso il vuoto. Non capivo più nulla. Ha sfilato il braccio lasciandomi così sull'orlo della pazzia.
Ho urlato un -NOOOOOOOOOOOO che si è sicuramente sentito anche fuori dalle pareti.- bastardo non puoi farlooo non puoi lasciarmi cosììììììììììììì. Sei un figlio di puttanaaa daiiii continuaaaa.-
La donna sotto ci stava riunendo per l'inizio del gioco della caccia alle tre donne e dopo averci dato modo di avvantaggiarci del tempo necessario per nasconderci nel buoi del boschetto che attorniava la villa, ha dato il via allo scatenarsi dei cacciatori.
Ero accucciata dietro un alto e robusto cespuglio non lontano dall'ingresso della casa sperando che credessero quel punto troppo vicino e banale come nascondiglio. In effetti, quasi tutti passavano oltre. Solo uno dei cani della villa si è fermato un attimo ad annusare, ho pregato perché andasse via e.... non stava cercando me: sospiro di sollievo.
Rannicchiata lì per un tempo che non saprei calcolare, forse venti o trenta minuto o più... non saprei dire, assorta nei pensieri, al buoi, riaprendo gli occhi uno strano luccichio a terra mi ha fatto alzare lo sguardo. Erano le scarpe di uno dei concorrenti che abbassandosi si è subito preoccupato di tapparmi la bocca affinché non urlassi.
Risollevandosi e facendomi mettere in piedi non ha perso tempo: facendo sparire la sua mano tra i lembi del lungo abito, non gli è stato difficile infilarla tra le mie cosche che seppur tenessi chiuse strette una sull'altra, vista la soffice polposità non sono un baluardo difensivo insormontabile per il maschio deciso che voglia godersene il tocco, palpeggiandomele e arrivando facilmente alla fica e facendomi vacillare nelle sempre meno strenui e decise difese della mia femminilità, ma questo l'ho già dichiarato più volte nei racconti. Le calze che lasciavano scoperta la parte alta delle cosce, la più vicina alla fica, la più carnosa dalla pelle più soffice e delicata, luogo in cui il calore della crescente eccitazione si fa sentire senza controllo avvolgevano quella mano le cui dita, spostando le mutandine cominciavano a farsi largo nella mia intimità. Prima le grandi labbra, sempre più gonfie di voglia, poi le ninfee ne avvolgevano i polpastrelli che continuavano ad affondare iniziando una delicata masturbazione che non accelerava i tempi come avrei voluto, ma sapientemente lenta mi stava sempre di più confondendo brutalmente le idee fino ad inondargli la mano del mio miele di fica. Un: - sei bollente! Mi piaci- ha definitivamente rotto gli indugi portandomi all'orgasmo più totale. La mossa del bacio con le nostre lingue ad intrecciarsi, mi ha impedito un urlo di sfogo e piena goduria
Adesso, però, voglio altro. Strappandomi le mutandine, annusandole e mettendosele in tasca a mo' di trofeo, mi ha voltata schiacciandomi faccia e tette contro il tronco di un albero. Ci ha messe poco a farmi capire le sue intenzioni facendomi sentire, dopo essersi aperto e calato i pantaloni, il glande del cazzo già durissimo che strofinava su e giù lungo il solco tra le mie natiche.
Calmati, non urlare e lasciami fare. Hai un culo portentoso e lo voglio, lo prendo anche se non vuoi. Un culo così è da godere a qualunque costo e qualsiasi prezzo. Sono sicuro che sei meravigliosa anche con la fica, la bocca. Le mani. Le tette....... ma adesso voglio il culo ssssssiiiiiiiiiiiiiiiii aaahhhhhhhhhhhhhhhh sssiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii strettoooooooooooooooo mi piaceeeeeeeeeee Che femminaaaaaaaaaaaaa-.
Stavo avendo un mancamento. Le ginocchia mi hanno ceduto, ma tra lui e l'albero sino rimasta in piedi ed un altro potente colpo mi ha fatto sentire bene che quel fascio di nervi, non particolarmente grosso, molto, molto duro un po' ricurvo verso l'alto era completamente dentro di me.
-Mmmmmsssiiiiiiii cosìììììììììì le tue chiappone piene... burrose.. me lo massaggiano divinamenteeeeeeee. Sei davvero femmina completa. Sono curioso di provare anche la tua figa, ma adesso ti voglio così. In seguito..... avremo modoooooo oooohhhh sssiiiiiiiiiiiiiiiiiii sei irresistibileeeeeee siiiiiiiiiiii puttana siiiiiiii cosìììììììììì-.
Mordendomi una spalla e con le dita affondate ancora in vagina mi è venuto nel culo regalandomi un altro orgasmo
-:Puttana, mi hai fatto venire troppo in fretta, ma avrò modo di goderti ancora.-
trascinandomi per un braccio mi ha portato dentro casa, dove in salone mi hanno fatta sdraiare su un amplissimo tavolo tondo in cui le altre due donne preda erano già distese sulla schiena a gambe larghe. Sette uomini nudi pronti ad approfittare della nostra femminilità avevano già l'arnese giusto per godersi le nostre grazie.
Per me il primo è stato lo zingaro che non ha perso tempo iniziando a scoparmi con foga. Si abbassava a succhiarmi i capezzoli per poi rimettersi in piedi tra le mie cosce e stantuffarmi brutalmente dicendomi che il figlio aveva proprio ragione quando gli ha detto che con me si era fatto una delle migliori scopate di sempre e ricordandomi che lo avrei fatto diventare ancora nonno. Ho avuto altri orgasmi con i due che dopo sono venuti fottendomi, ma nettamente meno intensamente rispetto alle precedenti occasioni. Rannicchiata su quel tavolo. Mi sono sentita prendere in braccio. Era il porco che mi aveva frugata tra le cosce all'inizio della serata poi sul divano nel soppalco, su, per le scale mi ha portato in una delle camere scaraventandomi sul letto.
-Aspettami qui. Torno tra un po'- ho sentito la porta chiudersi a chiave e sono rimasta su quel letto sonnecchiando disturbata da incubi di uomini che di me abusavano facendomi godere come mai prima avevo sperimentato
Commenti, scambi di idee opinioni o altro MaryCambury@libero.it
-Lo so che ti faccio schifo, ma è proprio questo che mi eccita: costringere una bella signora educata, fine, pulita e profumata a farsi scopare da me, a farmi godere. So che ci riuscirai molto bene e so che ti piacerà, scoprirai di essere più puttana di quanto credi.-
Seduti lì su quel divano in cui poco prima stavo sperimentando un piacere diverso, più fine delicato, ma più subdolo, perverso, invadente; lui, con la mano e tutto il braccio immerso tra le mie cosce, affondava con un colpo secco poi usciva piano allargando le dita e sfregandole sulla carne della vagina per poi affondare con un altro colpo violento che mi sconquassava, mentre l'altra donna, colei con la quale poco prima avevo goduto, stava in ginocchio davanti allo zingaro in piedi e gli regalava un pompino che a vedere la faccia dell'uomo,gli dava parecchia soddisfazione.
Cominciavo a non capire più dov'ero, la sua lingua nella mia bocca non mi aiutava certo a stare cosciente e presente a me stessa. Non potevo resistere a lungo con quel trattamento. Stringendo forte le cosce stavo lasciandomi andare all'ennesimo intenso momento di piacere, ma........ all'improvviso il vuoto. Non capivo più nulla. Ha sfilato il braccio lasciandomi così sull'orlo della pazzia.
Ho urlato un -NOOOOOOOOOOOO che si è sicuramente sentito anche fuori dalle pareti.- bastardo non puoi farlooo non puoi lasciarmi cosììììììììììììì. Sei un figlio di puttanaaa daiiii continuaaaa.-
La donna sotto ci stava riunendo per l'inizio del gioco della caccia alle tre donne e dopo averci dato modo di avvantaggiarci del tempo necessario per nasconderci nel buoi del boschetto che attorniava la villa, ha dato il via allo scatenarsi dei cacciatori.
Ero accucciata dietro un alto e robusto cespuglio non lontano dall'ingresso della casa sperando che credessero quel punto troppo vicino e banale come nascondiglio. In effetti, quasi tutti passavano oltre. Solo uno dei cani della villa si è fermato un attimo ad annusare, ho pregato perché andasse via e.... non stava cercando me: sospiro di sollievo.
Rannicchiata lì per un tempo che non saprei calcolare, forse venti o trenta minuto o più... non saprei dire, assorta nei pensieri, al buoi, riaprendo gli occhi uno strano luccichio a terra mi ha fatto alzare lo sguardo. Erano le scarpe di uno dei concorrenti che abbassandosi si è subito preoccupato di tapparmi la bocca affinché non urlassi.
Risollevandosi e facendomi mettere in piedi non ha perso tempo: facendo sparire la sua mano tra i lembi del lungo abito, non gli è stato difficile infilarla tra le mie cosche che seppur tenessi chiuse strette una sull'altra, vista la soffice polposità non sono un baluardo difensivo insormontabile per il maschio deciso che voglia godersene il tocco, palpeggiandomele e arrivando facilmente alla fica e facendomi vacillare nelle sempre meno strenui e decise difese della mia femminilità, ma questo l'ho già dichiarato più volte nei racconti. Le calze che lasciavano scoperta la parte alta delle cosce, la più vicina alla fica, la più carnosa dalla pelle più soffice e delicata, luogo in cui il calore della crescente eccitazione si fa sentire senza controllo avvolgevano quella mano le cui dita, spostando le mutandine cominciavano a farsi largo nella mia intimità. Prima le grandi labbra, sempre più gonfie di voglia, poi le ninfee ne avvolgevano i polpastrelli che continuavano ad affondare iniziando una delicata masturbazione che non accelerava i tempi come avrei voluto, ma sapientemente lenta mi stava sempre di più confondendo brutalmente le idee fino ad inondargli la mano del mio miele di fica. Un: - sei bollente! Mi piaci- ha definitivamente rotto gli indugi portandomi all'orgasmo più totale. La mossa del bacio con le nostre lingue ad intrecciarsi, mi ha impedito un urlo di sfogo e piena goduria
Adesso, però, voglio altro. Strappandomi le mutandine, annusandole e mettendosele in tasca a mo' di trofeo, mi ha voltata schiacciandomi faccia e tette contro il tronco di un albero. Ci ha messe poco a farmi capire le sue intenzioni facendomi sentire, dopo essersi aperto e calato i pantaloni, il glande del cazzo già durissimo che strofinava su e giù lungo il solco tra le mie natiche.
Calmati, non urlare e lasciami fare. Hai un culo portentoso e lo voglio, lo prendo anche se non vuoi. Un culo così è da godere a qualunque costo e qualsiasi prezzo. Sono sicuro che sei meravigliosa anche con la fica, la bocca. Le mani. Le tette....... ma adesso voglio il culo ssssssiiiiiiiiiiiiiiiii aaahhhhhhhhhhhhhhhh sssiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii strettoooooooooooooooo mi piaceeeeeeeeeee Che femminaaaaaaaaaaaaa-.
Stavo avendo un mancamento. Le ginocchia mi hanno ceduto, ma tra lui e l'albero sino rimasta in piedi ed un altro potente colpo mi ha fatto sentire bene che quel fascio di nervi, non particolarmente grosso, molto, molto duro un po' ricurvo verso l'alto era completamente dentro di me.
-Mmmmmsssiiiiiiii cosìììììììììì le tue chiappone piene... burrose.. me lo massaggiano divinamenteeeeeeee. Sei davvero femmina completa. Sono curioso di provare anche la tua figa, ma adesso ti voglio così. In seguito..... avremo modoooooo oooohhhh sssiiiiiiiiiiiiiiiiiii sei irresistibileeeeeee siiiiiiiiiiii puttana siiiiiiii cosìììììììììì-.
Mordendomi una spalla e con le dita affondate ancora in vagina mi è venuto nel culo regalandomi un altro orgasmo
-:Puttana, mi hai fatto venire troppo in fretta, ma avrò modo di goderti ancora.-
trascinandomi per un braccio mi ha portato dentro casa, dove in salone mi hanno fatta sdraiare su un amplissimo tavolo tondo in cui le altre due donne preda erano già distese sulla schiena a gambe larghe. Sette uomini nudi pronti ad approfittare della nostra femminilità avevano già l'arnese giusto per godersi le nostre grazie.
Per me il primo è stato lo zingaro che non ha perso tempo iniziando a scoparmi con foga. Si abbassava a succhiarmi i capezzoli per poi rimettersi in piedi tra le mie cosce e stantuffarmi brutalmente dicendomi che il figlio aveva proprio ragione quando gli ha detto che con me si era fatto una delle migliori scopate di sempre e ricordandomi che lo avrei fatto diventare ancora nonno. Ho avuto altri orgasmi con i due che dopo sono venuti fottendomi, ma nettamente meno intensamente rispetto alle precedenti occasioni. Rannicchiata su quel tavolo. Mi sono sentita prendere in braccio. Era il porco che mi aveva frugata tra le cosce all'inizio della serata poi sul divano nel soppalco, su, per le scale mi ha portato in una delle camere scaraventandomi sul letto.
-Aspettami qui. Torno tra un po'- ho sentito la porta chiudersi a chiave e sono rimasta su quel letto sonnecchiando disturbata da incubi di uomini che di me abusavano facendomi godere come mai prima avevo sperimentato
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