Mary 9 Maggior rischio fa salire ancora l'adrenalina (componente essenziale per un potente orgasmo)
di
Marilena C.
genere
dominazione
È stata la visita di una lontana parente con le sue allusioni alla mia doppia vita, che mi ha fatto stare buona senza pubblicare nulla per tutto questo tempo e che mi ha consigliato un periodo di vita con le regole da monaca di clausura, per evitare il più possibile che quel che si sa in giro rimanessero delle fantasie scaturire magari dalla vendetta di un uomo di cui avevo rifiutato le avances.
Il mio non volermi esporre più di tanto, lottava e lotta come al solito, con la ricerca di non scoraggiare totalmente il maschio che vuole provare a strapparmi una scopata sapendo della facilità con la quale riesce a perseguire quello che si è prefissato considerato che non è difficile vincere le mie difese sempre più deboli, fino a lasciarmi sopraffare dalla sua forza e dall'attesa del piacere a cui, una volta accesi i motori della libidine, non sono più capace a rinunciare.
Un bel po' di giorni prima della visita della pettegola, si è presentato a casa nostra Franco, che due giorni prima nel “maledetto” ufficio di Piero, mi aveva conosciuto nella più profonda intimità. Il motivo della visita era il sopralluogo ai locali del b&b in cui dovevamo apportare le modifiche. Il mancato preavviso del suo arrivo era dovuto al fatto che comunque era in paese per altri lavori che seguiva, ma se a noi non fosse andato bene sarebbe tornato.
Mio marito mi ha anticipato nel rispondergli dicendogli:- È proprio li che stiamo andando, se ci da il tempo di finire di prepararci tra un pochino si va.-
Mi sono sentita ancora una volta in trappola. Non vi era nessun motivo che mi desse la possibilità di esprimere parere contrario, se non il rischio che correvo di essere ancora preda dell'uomo che ero sicura, non era venuto solo per il sopralluogo. Unica barriera di difesa: la presenza di mio marito e non era poco.
Però, ad essere sincera ho anche pensato che la mia dolce metù sapesse......Ma. Noooo daiii! Impossibile... semplicemente assurdo!
La risposta di Franco: - Allora io vi precedo, mi fermo dal giornalaio e ci vediamo tra un po' al b&b.-
Prima cosa... via la gonna. Troppo facile da sollevare. C'è mio marito, ma non si sa mai. Pantaloni comodi, eleganti, con cinta in vita. È pur vero che se vuole non lo fermeranno un paio di pantaloni ma … rendiamogli la vita difficile. Se dovrò cedere almeno lo sentirò più cazzuto. Ma non succederà nulla. Ne sono sicura.
Di solito comoda tuta da ginnastica. Ma anche in quel caso i pantaloni della tuta non sono una barriera valida alle mani che vi si vogliono infilare dentro o all'essere costretta a 90 e subire da dietro. Si, all'inizio è subire, poi, ahimè, e partecipare pienamente, se non addirittura dirigere le “danze”. Con lui che dice – siii cosìììì daiiiii ballami sul cazzoooo.-
Lei che risponde: - PORCO! Mi hai costretta.- e lui che controbatte: - allora fermati e togliti il cazzo dalla figa.- quando ormai lei è in piena goduria e non si sogna minimamente di fare una cosa del genere, il che mi capita piuttosto spesso con chi mi prende con la forza. Decisamente meno con la dolcezza. Come ad esempio la dolcezza di mio marito.
Eccoci in cucina al b&b seduti attorno al tavolo per gustarci il caffè e iniziare la discussione sul tema “modifiche da apportare” prima di iniziare la perlustrazione. Mio marito seduto sulla panca incassata al muro e l'ospite all'altro lato del tavolo, di fronte a lui, su una delle sedie.
Io, per comodità di vicinanza alla cucina, al fianco dell'ospite. Durante la discussione chiarificatrice di proposte, desideri e intenzioni, il dorso della mano di Franco che ogni tanto spostava la sedia e mi si avvicinava, ha più volte sfiorato la mia coscia sulla parte esterna. Prima verso il ginocchio; cercavo di allontanarmi senza far percepire niente a mio marito, poi più su, a circa metà percorso tra ginocchio e anca. Allora si che con lo sguardo volevo attirare il suo sguardo, ma Franco, che comunque stava molto attento ad ogni minimo particolare per non interrompere quella dinamica a lui favorevole, mi ha chiesto se ci fosse qualche problema. Neanche lì, in quel momento in cui avrei potuto far cenno al fatto che mi si fosse avvicinati troppo o quantomeno avrei potuto alzarmi per togliermi dall'imbarazzo, ho fatto niente e dopo la mia risposta: - no, tutto a posto chiudo solo questa finestra per la corrente d'aria che fa sbattere la porta-, giusto la scusa per alzarmi e scaricare un po' della tensione che stavo accumulando, mi sono seduta nuovamente accanto a lui che nel mentre aveva sistemato la mia sedia più vicina per potermi toccare meglio, cosa che nonostante mio marito presente è successa e che mi ha convinto ad alzarmi nuovamente per farmi proseguire la discussione allontanandomi dal tecnico e sistemarmi sul lato corto del tavolo, messa a 90°. Non avendo scollatura nel maglioncino, in quella posizione ero tranquilla, ma non riuscivo a staccare il pensiero dal fatto che con gli sfioramenti del dorso della mano di Franco sul mio esterno coscia, mi stava comunicando quanto lui fosse senza dubbio eccitato ed avendo già ospitato il suo cazzo in vagina i brividi sulla schiena mi arrivavano eccome per il ricordo del dolore iniziale della penetrazione, ma in maniera decisamente più importante per la ricompensa dal piacere che quell'arnese mi aveva procurato. Se fosse stato dietro di me vedendomi così, in quella posizione, non ci avrebbe impiegato più di mezzo secondo ad incollarmi il suo pube alle natiche, magari cingendomi la vita con un braccio per infilarmi la mano tra le cosce costringendomi a sporgere bene il culo per farmi sentire meglio la sua erezione e chissà come sarebbe finita.
Durante il sopralluogo è successo che nei momenti in cui mio marito era anche leggermente lontano da noi, la mano di Franco ha continuato a sfiorarmi cosce e natiche, con mio immenso terrore, ma anche con il crescere dell'eccitazione che mi ha fatto cominciare a bagnare, soprattutto quando, favorito dal precederci di mio marito nel bagno a fianco alla stanza che a pian terreno volevamo e abbiamo poi allestito per ospitare persone con problemi di movimento, Franco non ha perso l'occasione per strizzarmi forte un seno facendomi male. Non mi ha fatto neanche mancare un commento sussurrato: - non vedo l'ora di assaggiare ancora queste belle tettone.-
Visitando il cortile siamo capitati nel ripostiglio in cui un tempo si lavava a mano la biancheria e la si stendeva ad asciugare, ora utilizzato come ricovero per attrezzi e cianfrusaglie varie.
È successo tutto troppo in fretta: il telefono di mio marito che squilla e lui con un: -scusate- esce dal ripostiglio per rispondere; Franco che mi si incolla addosso e lì, in piedi comincia a frugarmi dappertutto sopra i vestiti; io che provo a respingerlo senza il minimo successo mentre lui si siede su una vecchia poltroncina senza braccioli tirandomi per farmi accomodare sul suo grembo dandogli le spalle. Le sue mani che mi tirano su il maglione fino al collo, senza sfilarmelo del tutto sganciandomi il reggiseno e le tette con il loro peso fuoriescono dalle coppe. Me le strizza. Me le stringe, gioca con i capezzoli, li tira.
Mi fa alzare in piedi per tirarmi giù i pantaloni. Non voglio. Lì, a pochi metri c'è mio marito, anche se fuori dalla nostra visuale, ma questo aumenta il rischio, l'eccitazione, la mia paura e la conseguente adrenalina che ho in corpo con il bisogno di sfogo. Tutto gli riesce facilmente, compreso l'abbassarsi i pantaloni alle caviglie Tirandomi a lui, sempre dandogli le spalle, punta il glande tra le labbra della figa, come ni siedo lo prendo tutto dentro. All'improvviso. Di brutto, senza il minimo preliminare. Un dolore atroce. Mi mordo la nocca dell'indice per non urlare. Dolore che si aggiunge al dolore. Una sua mano tra le cosce mi stuzzica il clitoride mentre l'altra si gode le tette. Poi con le due mani sui miei fianchi guida i movimenti del mio bacino che continuo a dimenare per alleviare il bruciore,
Quando dopo poco il piacere sta sostituendo il dolore per quell'arnese che d'improvviso mi ha lacerato le carni, sento i fiotti di sperma colpirmi l 'utero. Come frustate. Estrema delusione. Lui ansima:
-sei troppo bona! Ne avevo una voglia pazzesca.-
Nonostante il rischio della comparsa di mio marito mi fiondo sul suo pene e con una sega cerco di rianimarlo, di farlo indurire ancora, lo insulto dicendogli che non può lasciarmi così. Mi respinge e risistemandosi mi dice di tenermi pronta tra due giorni che nel tardo pomeriggio sarebbe passato a prendermi:
-Ti voglio portare in un posto.-
Sono arrabbiata, confusa, eccitata come non mai. Devo compiere uno sforzo immane per fingermi tranquilla alla ricomparsa di mio marito al quale Franco si rivolge:
-stavo dicendo a sua moglie che domani pomeriggio a …...., inizia una “due giorni” sulle nuove tecniche, nuovi materiali e nuove modalità di finanziamento per le ristrutturazioni in campo edilizio. Mi sembra un'ottima occasione, potremmo andare a sentire.-
Mio marito:
purtroppo domani ho un importante impegno di lavoro. Poi, in questo settore l'esperta è mia moglie,- seguendo con una risata a conferma
poi, rivolto a me:
-scusa, vacci tu! Che problema c'è? Sto io con la bambina dopo che finisco di lavorare, all'asilo la porta e la riprende mia madre..........-
Mi avevano organizzato la due giorni...... Mio marito e un uomo con cui lo stavo cornificando.
Franco a me:
-va bene se passo a prenderla domani pomeriggio attorno alle 4?-
io da brava ubbidiente bambina, ma soprattutto Marilena schiava del sesso subito, poi vissuto e partecipato, non ho potuto che dire di si.
Commenti, scambi di idee opinioni o altro MaryCambury@libero.it
Il mio non volermi esporre più di tanto, lottava e lotta come al solito, con la ricerca di non scoraggiare totalmente il maschio che vuole provare a strapparmi una scopata sapendo della facilità con la quale riesce a perseguire quello che si è prefissato considerato che non è difficile vincere le mie difese sempre più deboli, fino a lasciarmi sopraffare dalla sua forza e dall'attesa del piacere a cui, una volta accesi i motori della libidine, non sono più capace a rinunciare.
Un bel po' di giorni prima della visita della pettegola, si è presentato a casa nostra Franco, che due giorni prima nel “maledetto” ufficio di Piero, mi aveva conosciuto nella più profonda intimità. Il motivo della visita era il sopralluogo ai locali del b&b in cui dovevamo apportare le modifiche. Il mancato preavviso del suo arrivo era dovuto al fatto che comunque era in paese per altri lavori che seguiva, ma se a noi non fosse andato bene sarebbe tornato.
Mio marito mi ha anticipato nel rispondergli dicendogli:- È proprio li che stiamo andando, se ci da il tempo di finire di prepararci tra un pochino si va.-
Mi sono sentita ancora una volta in trappola. Non vi era nessun motivo che mi desse la possibilità di esprimere parere contrario, se non il rischio che correvo di essere ancora preda dell'uomo che ero sicura, non era venuto solo per il sopralluogo. Unica barriera di difesa: la presenza di mio marito e non era poco.
Però, ad essere sincera ho anche pensato che la mia dolce metù sapesse......Ma. Noooo daiii! Impossibile... semplicemente assurdo!
La risposta di Franco: - Allora io vi precedo, mi fermo dal giornalaio e ci vediamo tra un po' al b&b.-
Prima cosa... via la gonna. Troppo facile da sollevare. C'è mio marito, ma non si sa mai. Pantaloni comodi, eleganti, con cinta in vita. È pur vero che se vuole non lo fermeranno un paio di pantaloni ma … rendiamogli la vita difficile. Se dovrò cedere almeno lo sentirò più cazzuto. Ma non succederà nulla. Ne sono sicura.
Di solito comoda tuta da ginnastica. Ma anche in quel caso i pantaloni della tuta non sono una barriera valida alle mani che vi si vogliono infilare dentro o all'essere costretta a 90 e subire da dietro. Si, all'inizio è subire, poi, ahimè, e partecipare pienamente, se non addirittura dirigere le “danze”. Con lui che dice – siii cosìììì daiiiii ballami sul cazzoooo.-
Lei che risponde: - PORCO! Mi hai costretta.- e lui che controbatte: - allora fermati e togliti il cazzo dalla figa.- quando ormai lei è in piena goduria e non si sogna minimamente di fare una cosa del genere, il che mi capita piuttosto spesso con chi mi prende con la forza. Decisamente meno con la dolcezza. Come ad esempio la dolcezza di mio marito.
Eccoci in cucina al b&b seduti attorno al tavolo per gustarci il caffè e iniziare la discussione sul tema “modifiche da apportare” prima di iniziare la perlustrazione. Mio marito seduto sulla panca incassata al muro e l'ospite all'altro lato del tavolo, di fronte a lui, su una delle sedie.
Io, per comodità di vicinanza alla cucina, al fianco dell'ospite. Durante la discussione chiarificatrice di proposte, desideri e intenzioni, il dorso della mano di Franco che ogni tanto spostava la sedia e mi si avvicinava, ha più volte sfiorato la mia coscia sulla parte esterna. Prima verso il ginocchio; cercavo di allontanarmi senza far percepire niente a mio marito, poi più su, a circa metà percorso tra ginocchio e anca. Allora si che con lo sguardo volevo attirare il suo sguardo, ma Franco, che comunque stava molto attento ad ogni minimo particolare per non interrompere quella dinamica a lui favorevole, mi ha chiesto se ci fosse qualche problema. Neanche lì, in quel momento in cui avrei potuto far cenno al fatto che mi si fosse avvicinati troppo o quantomeno avrei potuto alzarmi per togliermi dall'imbarazzo, ho fatto niente e dopo la mia risposta: - no, tutto a posto chiudo solo questa finestra per la corrente d'aria che fa sbattere la porta-, giusto la scusa per alzarmi e scaricare un po' della tensione che stavo accumulando, mi sono seduta nuovamente accanto a lui che nel mentre aveva sistemato la mia sedia più vicina per potermi toccare meglio, cosa che nonostante mio marito presente è successa e che mi ha convinto ad alzarmi nuovamente per farmi proseguire la discussione allontanandomi dal tecnico e sistemarmi sul lato corto del tavolo, messa a 90°. Non avendo scollatura nel maglioncino, in quella posizione ero tranquilla, ma non riuscivo a staccare il pensiero dal fatto che con gli sfioramenti del dorso della mano di Franco sul mio esterno coscia, mi stava comunicando quanto lui fosse senza dubbio eccitato ed avendo già ospitato il suo cazzo in vagina i brividi sulla schiena mi arrivavano eccome per il ricordo del dolore iniziale della penetrazione, ma in maniera decisamente più importante per la ricompensa dal piacere che quell'arnese mi aveva procurato. Se fosse stato dietro di me vedendomi così, in quella posizione, non ci avrebbe impiegato più di mezzo secondo ad incollarmi il suo pube alle natiche, magari cingendomi la vita con un braccio per infilarmi la mano tra le cosce costringendomi a sporgere bene il culo per farmi sentire meglio la sua erezione e chissà come sarebbe finita.
Durante il sopralluogo è successo che nei momenti in cui mio marito era anche leggermente lontano da noi, la mano di Franco ha continuato a sfiorarmi cosce e natiche, con mio immenso terrore, ma anche con il crescere dell'eccitazione che mi ha fatto cominciare a bagnare, soprattutto quando, favorito dal precederci di mio marito nel bagno a fianco alla stanza che a pian terreno volevamo e abbiamo poi allestito per ospitare persone con problemi di movimento, Franco non ha perso l'occasione per strizzarmi forte un seno facendomi male. Non mi ha fatto neanche mancare un commento sussurrato: - non vedo l'ora di assaggiare ancora queste belle tettone.-
Visitando il cortile siamo capitati nel ripostiglio in cui un tempo si lavava a mano la biancheria e la si stendeva ad asciugare, ora utilizzato come ricovero per attrezzi e cianfrusaglie varie.
È successo tutto troppo in fretta: il telefono di mio marito che squilla e lui con un: -scusate- esce dal ripostiglio per rispondere; Franco che mi si incolla addosso e lì, in piedi comincia a frugarmi dappertutto sopra i vestiti; io che provo a respingerlo senza il minimo successo mentre lui si siede su una vecchia poltroncina senza braccioli tirandomi per farmi accomodare sul suo grembo dandogli le spalle. Le sue mani che mi tirano su il maglione fino al collo, senza sfilarmelo del tutto sganciandomi il reggiseno e le tette con il loro peso fuoriescono dalle coppe. Me le strizza. Me le stringe, gioca con i capezzoli, li tira.
Mi fa alzare in piedi per tirarmi giù i pantaloni. Non voglio. Lì, a pochi metri c'è mio marito, anche se fuori dalla nostra visuale, ma questo aumenta il rischio, l'eccitazione, la mia paura e la conseguente adrenalina che ho in corpo con il bisogno di sfogo. Tutto gli riesce facilmente, compreso l'abbassarsi i pantaloni alle caviglie Tirandomi a lui, sempre dandogli le spalle, punta il glande tra le labbra della figa, come ni siedo lo prendo tutto dentro. All'improvviso. Di brutto, senza il minimo preliminare. Un dolore atroce. Mi mordo la nocca dell'indice per non urlare. Dolore che si aggiunge al dolore. Una sua mano tra le cosce mi stuzzica il clitoride mentre l'altra si gode le tette. Poi con le due mani sui miei fianchi guida i movimenti del mio bacino che continuo a dimenare per alleviare il bruciore,
Quando dopo poco il piacere sta sostituendo il dolore per quell'arnese che d'improvviso mi ha lacerato le carni, sento i fiotti di sperma colpirmi l 'utero. Come frustate. Estrema delusione. Lui ansima:
-sei troppo bona! Ne avevo una voglia pazzesca.-
Nonostante il rischio della comparsa di mio marito mi fiondo sul suo pene e con una sega cerco di rianimarlo, di farlo indurire ancora, lo insulto dicendogli che non può lasciarmi così. Mi respinge e risistemandosi mi dice di tenermi pronta tra due giorni che nel tardo pomeriggio sarebbe passato a prendermi:
-Ti voglio portare in un posto.-
Sono arrabbiata, confusa, eccitata come non mai. Devo compiere uno sforzo immane per fingermi tranquilla alla ricomparsa di mio marito al quale Franco si rivolge:
-stavo dicendo a sua moglie che domani pomeriggio a …...., inizia una “due giorni” sulle nuove tecniche, nuovi materiali e nuove modalità di finanziamento per le ristrutturazioni in campo edilizio. Mi sembra un'ottima occasione, potremmo andare a sentire.-
Mio marito:
purtroppo domani ho un importante impegno di lavoro. Poi, in questo settore l'esperta è mia moglie,- seguendo con una risata a conferma
poi, rivolto a me:
-scusa, vacci tu! Che problema c'è? Sto io con la bambina dopo che finisco di lavorare, all'asilo la porta e la riprende mia madre..........-
Mi avevano organizzato la due giorni...... Mio marito e un uomo con cui lo stavo cornificando.
Franco a me:
-va bene se passo a prenderla domani pomeriggio attorno alle 4?-
io da brava ubbidiente bambina, ma soprattutto Marilena schiava del sesso subito, poi vissuto e partecipato, non ho potuto che dire di si.
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