Pentirsi
di
Marilena C.
genere
dominazione
Arrivare a pentirsi di andare in giro con marito e figlie perché in tal modo non si possono cogliere le occasioni in cui vieni avvicinata, presa ed abusata a piacimento è segno di totale dipendenza dal sesso praticato in modo violento, perverso, animalesco? Se è così, ne sono schiava.
Il parco giochi che in una regione del nord Italia abbiamo visitato e goduto ultimamente, è l'ultimo posto in cui non è certo adatto a episodi che metterebbero spudoratamente in luce il mio essere succube e goderne.
Parco con attrazioni vissute con bimbe e marito, altri momenti in cui io e figlia girovagavamo da sole, mentre marito e piccola riposavano su una panca o si dedicavano ad altri giochi.
Sono stati questi i momenti durante i quali, con la bambina su una giostrina o su uno degli scivoli, immaginavo una voce maschile di persona che mi si avvicinava da dietro sussurrandomi all'orecchio: - Ciao, Marilena. So chi sei. Ti ho letta, ti leggo e ho ben capito quello di cui vai in cerca.-
Certo, impossibile lì appartarsi per combinare qualcosa. Trascinarmi a forza in un luogo semi nascosto? Proprio no. Famiglie, bambini, io che bado alla mia bimba e che mi farei uccidere pur di non perderla di vista un attimo. Lasciare entrambe le bambine a mio marito? Con quale scusa? No. Non esiste. È un week end di svago. Punto e basta.
Però, nei momenti in attesa che la bambina esaurisse il gioco in cui erra impegnata a divertirsi, la fantasia galoppava e con essa, ansia e perché no, paura e adrenalina per una mano che improvvisamente, senza farsi notare mi si poggiava su natica o coscia o magari un polpastrello a sfiorarmi le labbra del sesso.
Ovvio che il bagnato e il gonfiore di una vulva pronta ad essere massaggiata si facevano sentire eccome!
Ma nulla di tutto questo. Certo. L'essere individuata come autrice dei racconti delle personali avventure erotiche, in un posto dove si è letteralmente sconosciuti, sa molto di fantastico se non utopico, ma... mai dare niente per troppo scontato
È già difficile l'abbordaggio dal nulla in luoghi in cui per conoscenza diretta delle persone ci si frequenta, figuriamoci laddove si è dei perfetti qualunque...
Invece, il mio voler partecipare ad escursioni, passeggiate, visite a vari siti sopratutto nei dintorni del paesello in cui fino a marzo u. s. avevamo il B&B, qualche effetto l'ha portato.
Già con il B&b in attività spesso mi preoccupavo di consigliare agli ospiti dei percorsi nelle campagne circostanti, in un raggio abbastanza ampio, alla scoperta di qualcosa di interessante da vedere. Poteva anche capitare che includessimo nel tour qualche casa di pastori in cui ci si poteva fermare per uno spuntino. Le poche volte che ho partecipato, mi è anche capitato di notare sguardi strani, occhiate particolari e allontanamenti dei componenti lo staff ospitante e dolci mogliettine, mammine o fidanzate di stranieri o “continentali” arrivati da noi in vacanza. Mai coinvolta perché questo capitava nel periodo, chiamiamolo di disintossicazione dalle avventure giovanili e prima di quel maledetto matrimonio in cui è nuovamente venuta fuori Marilena da usare a piacimento. Periodo in cui ero riuscita, non senza sforzo, a farmi bastare il mio ragazzo, attuale marito, complici forse anche le scarse occasioni di trasgressione. Periodo in cui l'unica Marilena era donna sobria, fedele, gran lavoratrice.
Ma, come già specificato, il fuoco covava sotto la cenere, Tanto che, ancora oggi, le mie partecipazioni a gite fuori porta, quasi sempre senza mio marito, spesso da sola o con mia figlia grande, come a Livorno, mi capita di ritrovarmi preda destinata a soddisfare le voglie di chi, in questi altri casi invece capita, mi individua come protagonista delle avventure.
A volte il commento è: - se l'avessi minimamente immaginato, ti avrei cercato molto prima e già da molto conosceresti il mio cazzo-.
Oppure ancora: - sono stato vostro cliente tempo fa al vostro B&b. se avessi minimamente immaginato... avendoti lì, da sola al mattino come mi svegliavo, durissimo, non te la saresti certo scampata.-
-Marilena non immagini, da quando ti conosco, quante seghe ti ho dedicato.-
Proprio durante una di queste escursioni, è capitato, quello che al parco giochi visitato ultimamente, avevo solo immaginato. Una voce maschile che salutandomi aggiungeva: - Ciao Marilena, tu sei la Mary dei racconti che scrivi, non negarlo. Sei tu, ti ho riconosciuta e appena individuata non volevo crederci. Donna austera, tutta d'un pezzo di cui mai si immaginerebbero certe fantasie e attitudini.-
Voltandomi l'ho visto. Il suo viso non mi era familiare.
Più alto di me, stempiato, una ventina d'anni più dei miei 43, fisico asciutto dava l'idea di forzuto.
Mia figlia, attratta da dei fiori di campo era corsa a raccoglierli e chinata mi dava le spalle
Il commento dell'uomo dopo avermi squadrata:
-Questi pantacollant li hai indossati per comodità o per provocare mettendo in mostra le tue polpe. Li riempi meravigliosamente bene. Non grassa ma a cosce, culo e figa sei messa davvero bene. Guarda un po' li–
ha detto indicando la vulva;
-ti si vede lo spacco tra le labbra. Le hai così carnose di tuo oppure sei eccitata?
Stordita dalle sue parole non ho avuto il tempo di reagire quando avvicinandosi mi ha toccata prendendo il mio sesso e stringendolo nel suo pugno.
Ho urlato e mi ha mollato. La bambina è corsa da me attaccandosi all a gamba, timorosa verso lo sconosciuto che subito con un ciao, e un sorriso ha cercato di metterla a suo agio chiedendogli se i fiori fossero per me, invitandola a consegnarmeli, cosa che è avvenuta. L'ho presa in braccio. Lui si è avvicinato a noi e mentre con una mano accarezzava la guancia della piccola chiedendole se voleva conoscere altri bambini, con il dorso dell'altra riprendeva ad appoggiarsi alla mia figa. Le distanze tra i nostri corpi erano praticamente nulle: Mia figlia a acconsentito a conoscere suoi coetanei e lui ci ha invitato a seguirlo. Non potevo fare altro. Raggiunto il gruppetto di famiglie sue amiche, i bambini come naturale stavano già giocando tra loro,poco lontani, lui ha chiesto ad una donna della cerchia di dare un'occhiata alla mia piccola perché con me si sarebbe allontanato un attimo (ha detto) io ho cercato di non seguirlo ma ha minacciato di svelare a tutti chi io veramente fossi.
Ancora costretta. Ancora un angolo nascosto, mica poi tanto. Ancora un: - dai,
-inginocchiati fammi vedere come usi bene la bocca. La sua mano mi preme sulla spalla, invito ad accucciarmi, si slaccia i pantaloni e un cazzo già duro, un po' ricurvo con la cappella che punta in alto è davanti alla mia faccia: mi afferra il polso, me lo mette in mano e guida il vai e vieni che dopo un po' continuo da sola.
-O me lo prendi in bocca o ti sputtano.-
La cappella mi raschia il palato sbattendomi in gola. È troppo eccitato. Viene costringendomi ad ingoiare. Ho la sua sborra nello stomaco, ma vuole che continui e così, stavolta dopo lunghi minuti è di nuovo duro. In tanto un'altra voce
ma bravi, ed io?- lui ride è un suo amico che s unisce a noi. Masturbo e succhio alternativamente. Il suo amico si distende supino e mi vuole sopra, lo devo cavalcare liberandomi dei pantacollant lo faccio, su di lui subito il cazzo mi si piazza tutto dentro in vagina. Ho un lamento, inizio a muovere i fianchi. Roteando e poi su e giù. Lo sento. Mi riempie palpandomi volgarmente le cosce.
L'altro mi spinge a piegare il busto su colui che mi sto io scopando poi sento il suo glande che separa le mie natiche
Io urlo un: - NOOOOOOOOOOOOO-
Lui spinge entra, mi lacera, sto per perdere i sensi Li sento entrambi dentro, mi rovinano. Divisi da unna sottile membrana che da un momento all'altro sembra che si strappi. Godo, vengo. Vengo e godo. Godono e vengono.
Ansimiamo. Sento dolore, ma voglio mia figlia. Raggiungiamo gli altri.
Dopo vedo che parla con una donna, mia compaesana, che conosco di vista, e torna da me con una proposta
-telefona a tuo marito digli che la bambina gliela portano loro e che tu ti trattieni un altro po' a casa di tue amiche, tanto loro li conosci. Sai chi sono, siete compaesani. Con te non abbiamo finito-
vorrei non accettare, ma la pagherei
In macchina le palpate, le nudità i volgari apprezzamenti si sprecano e dopo averli avuti uno dopo l'altro sul sedile passeggero alla missionaria come la più comune puttana di strada, si ripete il gioco del sandwich fuori dall'auto distesi su una coperta
Sei o sette orgasmi e altra sborra in vagina in culo e in bocca.
Verso le diciannove sono a casa. Faccio mille sforzi per non far capire che sono distrutta. Doccia, preparo cena, mangiamo e alle nove sono a letto. La promessa dei due che verranno a casa mia perché vogliono fottermi nel mio letto. Mi terrorizza
Commenti, scambi di idee opinioni o altro MaryCambury@libero.it
Il parco giochi che in una regione del nord Italia abbiamo visitato e goduto ultimamente, è l'ultimo posto in cui non è certo adatto a episodi che metterebbero spudoratamente in luce il mio essere succube e goderne.
Parco con attrazioni vissute con bimbe e marito, altri momenti in cui io e figlia girovagavamo da sole, mentre marito e piccola riposavano su una panca o si dedicavano ad altri giochi.
Sono stati questi i momenti durante i quali, con la bambina su una giostrina o su uno degli scivoli, immaginavo una voce maschile di persona che mi si avvicinava da dietro sussurrandomi all'orecchio: - Ciao, Marilena. So chi sei. Ti ho letta, ti leggo e ho ben capito quello di cui vai in cerca.-
Certo, impossibile lì appartarsi per combinare qualcosa. Trascinarmi a forza in un luogo semi nascosto? Proprio no. Famiglie, bambini, io che bado alla mia bimba e che mi farei uccidere pur di non perderla di vista un attimo. Lasciare entrambe le bambine a mio marito? Con quale scusa? No. Non esiste. È un week end di svago. Punto e basta.
Però, nei momenti in attesa che la bambina esaurisse il gioco in cui erra impegnata a divertirsi, la fantasia galoppava e con essa, ansia e perché no, paura e adrenalina per una mano che improvvisamente, senza farsi notare mi si poggiava su natica o coscia o magari un polpastrello a sfiorarmi le labbra del sesso.
Ovvio che il bagnato e il gonfiore di una vulva pronta ad essere massaggiata si facevano sentire eccome!
Ma nulla di tutto questo. Certo. L'essere individuata come autrice dei racconti delle personali avventure erotiche, in un posto dove si è letteralmente sconosciuti, sa molto di fantastico se non utopico, ma... mai dare niente per troppo scontato
È già difficile l'abbordaggio dal nulla in luoghi in cui per conoscenza diretta delle persone ci si frequenta, figuriamoci laddove si è dei perfetti qualunque...
Invece, il mio voler partecipare ad escursioni, passeggiate, visite a vari siti sopratutto nei dintorni del paesello in cui fino a marzo u. s. avevamo il B&B, qualche effetto l'ha portato.
Già con il B&b in attività spesso mi preoccupavo di consigliare agli ospiti dei percorsi nelle campagne circostanti, in un raggio abbastanza ampio, alla scoperta di qualcosa di interessante da vedere. Poteva anche capitare che includessimo nel tour qualche casa di pastori in cui ci si poteva fermare per uno spuntino. Le poche volte che ho partecipato, mi è anche capitato di notare sguardi strani, occhiate particolari e allontanamenti dei componenti lo staff ospitante e dolci mogliettine, mammine o fidanzate di stranieri o “continentali” arrivati da noi in vacanza. Mai coinvolta perché questo capitava nel periodo, chiamiamolo di disintossicazione dalle avventure giovanili e prima di quel maledetto matrimonio in cui è nuovamente venuta fuori Marilena da usare a piacimento. Periodo in cui ero riuscita, non senza sforzo, a farmi bastare il mio ragazzo, attuale marito, complici forse anche le scarse occasioni di trasgressione. Periodo in cui l'unica Marilena era donna sobria, fedele, gran lavoratrice.
Ma, come già specificato, il fuoco covava sotto la cenere, Tanto che, ancora oggi, le mie partecipazioni a gite fuori porta, quasi sempre senza mio marito, spesso da sola o con mia figlia grande, come a Livorno, mi capita di ritrovarmi preda destinata a soddisfare le voglie di chi, in questi altri casi invece capita, mi individua come protagonista delle avventure.
A volte il commento è: - se l'avessi minimamente immaginato, ti avrei cercato molto prima e già da molto conosceresti il mio cazzo-.
Oppure ancora: - sono stato vostro cliente tempo fa al vostro B&b. se avessi minimamente immaginato... avendoti lì, da sola al mattino come mi svegliavo, durissimo, non te la saresti certo scampata.-
-Marilena non immagini, da quando ti conosco, quante seghe ti ho dedicato.-
Proprio durante una di queste escursioni, è capitato, quello che al parco giochi visitato ultimamente, avevo solo immaginato. Una voce maschile che salutandomi aggiungeva: - Ciao Marilena, tu sei la Mary dei racconti che scrivi, non negarlo. Sei tu, ti ho riconosciuta e appena individuata non volevo crederci. Donna austera, tutta d'un pezzo di cui mai si immaginerebbero certe fantasie e attitudini.-
Voltandomi l'ho visto. Il suo viso non mi era familiare.
Più alto di me, stempiato, una ventina d'anni più dei miei 43, fisico asciutto dava l'idea di forzuto.
Mia figlia, attratta da dei fiori di campo era corsa a raccoglierli e chinata mi dava le spalle
Il commento dell'uomo dopo avermi squadrata:
-Questi pantacollant li hai indossati per comodità o per provocare mettendo in mostra le tue polpe. Li riempi meravigliosamente bene. Non grassa ma a cosce, culo e figa sei messa davvero bene. Guarda un po' li–
ha detto indicando la vulva;
-ti si vede lo spacco tra le labbra. Le hai così carnose di tuo oppure sei eccitata?
Stordita dalle sue parole non ho avuto il tempo di reagire quando avvicinandosi mi ha toccata prendendo il mio sesso e stringendolo nel suo pugno.
Ho urlato e mi ha mollato. La bambina è corsa da me attaccandosi all a gamba, timorosa verso lo sconosciuto che subito con un ciao, e un sorriso ha cercato di metterla a suo agio chiedendogli se i fiori fossero per me, invitandola a consegnarmeli, cosa che è avvenuta. L'ho presa in braccio. Lui si è avvicinato a noi e mentre con una mano accarezzava la guancia della piccola chiedendole se voleva conoscere altri bambini, con il dorso dell'altra riprendeva ad appoggiarsi alla mia figa. Le distanze tra i nostri corpi erano praticamente nulle: Mia figlia a acconsentito a conoscere suoi coetanei e lui ci ha invitato a seguirlo. Non potevo fare altro. Raggiunto il gruppetto di famiglie sue amiche, i bambini come naturale stavano già giocando tra loro,poco lontani, lui ha chiesto ad una donna della cerchia di dare un'occhiata alla mia piccola perché con me si sarebbe allontanato un attimo (ha detto) io ho cercato di non seguirlo ma ha minacciato di svelare a tutti chi io veramente fossi.
Ancora costretta. Ancora un angolo nascosto, mica poi tanto. Ancora un: - dai,
-inginocchiati fammi vedere come usi bene la bocca. La sua mano mi preme sulla spalla, invito ad accucciarmi, si slaccia i pantaloni e un cazzo già duro, un po' ricurvo con la cappella che punta in alto è davanti alla mia faccia: mi afferra il polso, me lo mette in mano e guida il vai e vieni che dopo un po' continuo da sola.
-O me lo prendi in bocca o ti sputtano.-
La cappella mi raschia il palato sbattendomi in gola. È troppo eccitato. Viene costringendomi ad ingoiare. Ho la sua sborra nello stomaco, ma vuole che continui e così, stavolta dopo lunghi minuti è di nuovo duro. In tanto un'altra voce
ma bravi, ed io?- lui ride è un suo amico che s unisce a noi. Masturbo e succhio alternativamente. Il suo amico si distende supino e mi vuole sopra, lo devo cavalcare liberandomi dei pantacollant lo faccio, su di lui subito il cazzo mi si piazza tutto dentro in vagina. Ho un lamento, inizio a muovere i fianchi. Roteando e poi su e giù. Lo sento. Mi riempie palpandomi volgarmente le cosce.
L'altro mi spinge a piegare il busto su colui che mi sto io scopando poi sento il suo glande che separa le mie natiche
Io urlo un: - NOOOOOOOOOOOOO-
Lui spinge entra, mi lacera, sto per perdere i sensi Li sento entrambi dentro, mi rovinano. Divisi da unna sottile membrana che da un momento all'altro sembra che si strappi. Godo, vengo. Vengo e godo. Godono e vengono.
Ansimiamo. Sento dolore, ma voglio mia figlia. Raggiungiamo gli altri.
Dopo vedo che parla con una donna, mia compaesana, che conosco di vista, e torna da me con una proposta
-telefona a tuo marito digli che la bambina gliela portano loro e che tu ti trattieni un altro po' a casa di tue amiche, tanto loro li conosci. Sai chi sono, siete compaesani. Con te non abbiamo finito-
vorrei non accettare, ma la pagherei
In macchina le palpate, le nudità i volgari apprezzamenti si sprecano e dopo averli avuti uno dopo l'altro sul sedile passeggero alla missionaria come la più comune puttana di strada, si ripete il gioco del sandwich fuori dall'auto distesi su una coperta
Sei o sette orgasmi e altra sborra in vagina in culo e in bocca.
Verso le diciannove sono a casa. Faccio mille sforzi per non far capire che sono distrutta. Doccia, preparo cena, mangiamo e alle nove sono a letto. La promessa dei due che verranno a casa mia perché vogliono fottermi nel mio letto. Mi terrorizza
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