Mary 10 Una serata in Villa Terza parte
di
Marilena C.
genere
dominazione
Arrivati a destinazione
La villa su due piani era in fondo al viale da cui si accedeva dal cancello che affacciava sulla provinciale, a circa 15 km dal capoluogo della Provincia sul mare con di fronte la Spagna. Non mastodontica, ben curata, una ampia scalinata con ai lati dei percorsi che permettevano alle auto di avvicinarsi molto all'ingresso, ma una volta terminata la necessità parcheggiavano sotto, ai piedi della stessa scalinata.
Quando siamo arrivati vi ho notato sei macchine, non necessariamente lussuosissime. La casa era comunque dimora di un certo pregio, senza eccessivi sfarzi. Un giardino con alcune piante esotiche (palme, cycas e banani). L'ingresso della villa si apriva su un grande salone con camino e cucina a vista. Dal salone si accedeva al porticato esterno con vista sulla piscina attorniata dal giardino da cui partivano due sentieri illuminati e creati con mattoncini che portavano al piano superiore, dove si trovavano le camere da letto con bagno/doccia ed un'altra spaziosa camera matrimoniale, sempre con bagno. Una era per me e Franco. Stavo per obiettare che avrei voluto uno spazio tutto per me non essendo certo lui mio marito, ma come potevo dopo tutto? Eravamo arrivati insieme, chissà se il popolo di quella serata era al corrente, non me ne sarei meravigliata, insomma ho lasciato perdere, meglio così.
Salendo ancora alcuni gradini si incontrava un ulteriore salone pavimentato in parquet che si affacciava sul piano terra, dove erano gli altri e dove ci attendeva la tavola che per la cena era stata predisposta.
Esternamente, un ampio parco del quale così, a quell'ora dell'inizio sera non riuscivo a individuare i confini circondava il casale. Una ricca vegetazione di cipressi, querce, lecci, corbezzoli e piante aromatiche e una zona bar con forno a legna in muratura,
la cantina e 3 box. Poco più in là alcune costruzioni come mini appartamenti, con la stessa architettura della facciata della villetta principale erano le dependance per la servitù.
Lusso, riservatezza, comfort ecco cosa mi veniva alla mente respirando l'aria di quel posto, ma subito mi tornavano familiari altre parole più concrete che descrivevano meglio. Sesso, trasgressione, subire, scopate, orgasmo.
Prima della cena avevo urgente bisogno di una doccia, ovviamente dopo quello che era accaduto in macchina con quel che rimaneva dell'intimo ormai logoro del liquido che sul sedile mi sgorgava dalla vagina frugata sapientemente da Franco e dalla sua mano, mentre ovviamente con l'altra impugnava il volante e dopo, quando ero stata l'amante forzata (????) di altri due ragazzini a cui avevo regalato, non certo volendolo, orgasmi che non si sarebbero dimenticati certo presto, ma neanche io avrei sicuramente dimenticato di aver ricevuto in culo lo sperma dell'ennesimo sconosciuto e di aver pienamente soddisfatto, ne ero pressoché sicura, un altro adolescente, adulto nella sua cultura già padre e marito, permettendogli, anzi istigandolo a scaricarsi in fondo alla mia vagina che avvolgendogli il cazzo, mungendoglielo e strizzandoglielo, gli procurava sensazioni di piacere che sinceramente non saprei dire se abbia mai provato fino a quel momento I potenti colpi con cui affondava nelle mie carni, i suoi rantoli, i grugniti da lui emessi in modo totalmente incontrollato, da autentico maiale durante la scopata, testimoniavano a favore del godere pienamente nello scoparsi una donna di una cultura che spesso loro disprezzano e io non lo invogliavo certo a tirare fuori quel fascio di nervi, duro come pochi altri dalla vagina calda e ospitale.
Dovevo indossare l'abito che mi ero portata dietro, come da lui indicato. Salita in camera mi sono fiondata sotto lo scoscio dell'acqua, non ho sentito la porta del bagno aprirsi; era lui, Franco che vedendo che mi coprivo le intimità con braccia e mani è scoppiato in una risata dicendo: - che c'è? Ti ho scopata, mi sono goduto il tuo corpo, ti ho vista farti fottere da altri, godere con sconosciuti (eccome se godevi.... ) e ancora ti vergogni?-
Spogliandosi mi ha raggiunto dentro l'ampio box doccia e sotto l'acqua mi ha fatto inginocchiare per un pompino che è durato poco, mi ha fatto risalire in piedi, spalle poggiate al muro mentre con un braccio mi cingeva la vita incollando il mio pube al suo, con un mio piede poggiato sul sedile murato all'interno della doccia facilitavo la sua sistemazione tra le mie cosce. Mi ha penetrata in modo secco, violento, il suo cazzo comunque notevole, si è fatto largo tra le mie carmi e con un secondo colpo sentivo la cappella incollata alla bocca dell'utero. La scopata non è stata poi così breve e anche di una certa intensità, con lui più basso che agevolmente mentre mi apriva dicendomi che presa dopo che altri mi avevano fottuta ero ancora più calda, più accogliente: -decisamente esemplare di animale femmina senza remore; che fa uscire di senno-, mi succhiava e mordicchiava i capezzoli , eppure scaricandosi dentro mi ha lasciato in un certo qual modo, un po' di delusione addosso. Avrei voluto che proseguisse, che durasse di più.
Cosa stava succedendo? Era lui che cominciava a perdere virilità, a perdere colpi e non essere più il maschio che avevo sentito finché non c'erano stati altri dopo di lui, oppure ero io a non essere più capace di farmi bastare quello che avevo, pretendendo sempre di più nella scala del piacere, in ogni rapporto a cui venivo costretta, ma che poi vivevo pienamente con tutta me stessa? Dopo gli orgasmi mi rendevo conto che provavo piena soddisfazione solo se chi mi aveva appena scopata era riuscito a darmi “di più” di quello che il precedente partner mi aveva regalato. Un gioco, perverso, pericoloso, che mi aveva messo di fronte una Mary assolutamente altra anche rispetto a Marilena che già da giovane si era scoperta succube La cosa mi terrorizzava ….... ma mi eccitava. Altra benzina sul fuoco. Pensavo al ragazzino che poco prima mi aveva scopata venendomi dentro e dicendomi che voleva diventare ancora padre e io sarei stata la femmina che glielo avrebbe permesso.
In occasione di quel coito non è successo, non mi ha messa incinta, ma le sue parole dette poco prima dell'orgasmo: -hai la figa stretta, bollente. Piace molto a me scoparti- continuava a dire che mi avrebbe aperta bene e ingravidata, sia li e anche in seguito, volevano dire: -sei la mia donna. Ti prenderò ancora.-
Tremavo al pensiero; essere la donna di un diciassettenne, la madre dei suoi figli. Era anche vero che mi aveva scopata bene, gli orgasmi che avevo avuto, che mi aveva strappato, che avevo raggiunto con lui non me li sarei certo dimenticata,: li avrei cercati ancora? Pensare; assolutamente no, era una grossa bugia. Mi vuole ancora. Dove? Da da lui, tra le loro roulottes? A chi mi concederebbe oltre soddisfarsi lui? E se me lo ritrovo in casa? Oppure proprio adesso che stiamo riprendendo l'attività post pandemia sentendo il campanello al portone antico, verde con la volta ad arco, recuperato durante i restauri prima dell'inaugurazione ufficiale dell'attività del B&b? Portone antico, verde che da sulla strada. Svanirebbe la sicurezza che mi danno l'ampio cortile, il mandorlo secolare, La piena accessibilità, voluta, ricercata e certificata, per tutti? Anche per chi non è forte, bello e atletico, rendono ai miei occhi, speciale quel posto e la conferma della “magia” del luogo, ha sempre trovato conferma e speriamo ne trovi ancora nell'apprezzamento dei nostri clienti Sono sicura che se è vero che gli sono piaciuta a che ancora mi vuole, per trovarmi non si arrenderà facilmente rassegnandosi ad un “ Cazzo... e ora dove la cerco?” Da chi si farà aiutare per cercarmi? Tutti questi pensieri …... miei vaneggiamenti? Mah.... Chissà!.
È anche vero che bisognerebbe prenotarsi online anche per capire la disponibilità dei posti letto, ma figuriamoci........ in quella situazione, persone di quel tipo, con la voglia di infilare il cazzo in una figa o tra un paio di natiche.........
E se me lo trovassi davanti durante unna delle passeggiare che non così di rado organizziamo con persone più o meno conosciute e che ci portano a visitare, luoghi più o meno vicini al paese di nostra residenza ai margini di un altopiano che si affaccia su una vallata del centro/sud dell'Isola? Oppure durante una mezza giornata al mare? Certo, la capacità di convincermi ad affidare per un'oretta la bambina a persone sicure appartenenti al gruppo, dipende molto dalla capacità del partner di convincermi con parole, palpate, carezze nascoste agli occhi dei presenti, ma che fanno crescere in me l'adrenalina tanto da rendermi incapace di resistere.
Spostarci, trascinarmi in un luogo appartato, permettergli di farmi quel che vuole e tornare in gruppo. Tutto questo se il mio amato lui non è li con noi, altrimenti non se ne parla proprio.
Con questi pensieri pre la mente mi preparavo, e con un filo di trucco, indossato “l'abito di scena” sono scesa in pasto alla platea. Non riuscivo a individuare Franco, era sparito. Cercavo con lo sguardo tra le persone nel salone di quella casa a me completamente sconosciuta, non lo vedevo più. Volevo uscire sul patio per cercare anche li, ma non mi ci sono avventurata. Ho preferito stare alla luce dell'interno di casa
Il rito delle presentazioni non è passato indenne; uno degli ospiti avvicinandosi, dopo la stretta di mano, mi ha letteralmente e senza alcuna remora, spostato un lembo del vestito per potermi guardare sotto, beandosi delle mie cosce, mutandine e autoreggenti, Il panorama gli ha strappato un commento: -Bene! Assolutamente notevole. Da non lasciarsi sfuggire. Avremo modo e tempo per gli approfondimenti del caso-, avventurandosi persino in una fugace infilata della mano a tastarmi la fica attraverso la stoffa delle mutandine e al mio istintivo indietreggiare con il bacino stringendo le cosce una sull'altra per difendermi da quell'invasione improvvisa e inaspettata, ha aggiunto: - che c'è? Con quello che ho pagato avrò pur diritto ad esaminare la merce e a prendermi qualche libertà in anticipo, no?-
Non sapevo dove guardare. Brividi di vergogna, pensando a quello che avrei dovuto fare da lì a poco. Vergogna perché in me cresceva l'eccitazione. Si era così; ormai immaginavo maschi che mi avrebbero avuta goduta in quell'ambi9ente totalmente sconosciuto.. Sarei mai tornata ad una vita dalla normale monotonia? Come avrei reagito ad essa? Un motivo forte c'era e c'è: le mie bimbe e mio marito che amo, nonostante non sia all'altezza degli energumeni che mi hanno fatto conoscere gradi di piacere che neanche immaginavo raggiungibili.
Oltre che rozzo era un tipo sgradevole nei modi, convinto probabilmente che i soldi permettano anche le peggiori nefandezze, come poi in effetti è nel concreto. Questo rendeva ancora peggiore il suo aspetto fisico da leggermente panciuto, calvo con un paio di baffi che non lo aggraziavano minimamente, Il colletto della camicia bianca già sudato all'inizio della serata e il nodo della cravatta decisamente allentato e storto con il primo bottone sganciato. Mentre si allontanava non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla sua persona. L'ho visto avvicinarsi ad una donna alta, bionda con i capelli raccolti in uno chignon. Intenta a parlare con un'altra più bassa di lei, molto graziosa non certo grassa, ma dai vestiti potevano intuirsi forme generose. Lui, portandosi dietro la donna più bassa baciandole il collo le cingeva i fianchi. Lei poggiava la testa all'indietro sulla spalla di lui come a fare le fusa. Immaginavo il bozzo nei pantaloni del porco strofinarsi sulle natiche di lei e addirittura lui che le infilava una mano tra le cosce davanti come poco prima aveva fatto con me. La più alta che stava loro di fronte con un'espressione del viso fintamente scandalizzata è presto scoppiata un una risata. Li ho immaginati tutti e tre impegnati a soddisfarsi a vicenda e questo pensiero non mi abbandonava facendomi fremere e scoprire non volutamente eccitata. La mano dell'uomo e questo pensiero mi hanno fatta bagnare e gonfiare clitoride e grandi labbra.
Prima di sederci a tavola, Una donna decisamente non più giovane, ma assolutamente niente affatto da scartare nell'immaginario maschile, tanto che conoscendo poi la sua età facevo veramente fatica a credere che fosse vera, ha preso la parola per spiegare lo svolgimento della serata.
-Stasera abbiamo tre new entry: anzi veramente sarebbe una, visto che Amelia e Marialaura le abbiamo conosciute all'incontro precedente, ma non avendo potuto approfittare del week end come di solito facciamo per problemi tecnici (non facendo minimamente cenno a specificarne natura, motivo e cause), anche loro possiamo considerarle novità.
Stavolta saranno loro le nostre prede in una caccia notturna che si svolgerà nel parco. Ricordo che non potrete toccarle. Solo chi le cattura potrà, sotto braccio, portarle qui dentro e solo chi catturerà lei, questa,- rivolta proprio a me, -essendo veramente la prima volta che sta con noi, e ringraziamo il nostro caro Franco per il graditissimo e apprezzatissimo regalo, potrà toccarle le gambe, il culo, le tette, la fica poi, il premio sarà scoparsele tutte e tre qui, sul tavolo, mentre gli altri assistono.....-
A sentire queste parole, questi termini espliciti, brutali, detti da quella donna, alcuni dei presenti si devono essere sentiti sferzati da scariche di adrenalina e cominciando ad avvicinarsi, con le mani già pronte ad impossessarsi della parte del corpo di quelle femmine preda/premio per chi le avesse scovate dai loro nascondigli/ tana per quel gioco nascondino erotico. Tre uomini mi si sono avvicinati iniziando a palparmi un po' dappertutto sempre con maggior vigore e io pur cercando di scacciarli non potevo che sentire completamente le loro mani dappertutto., complici la scollatura del vestito che lasciava anche le spalle scoperte e l'ampio spacco lungo la gamba
È dovuta intervenire minacciosamente la donna che spiegava le regole della serata urlando a voce ferma: -No, fermi! Aspettate! Fermatevi o la mando via, subito!-
Ristabilita una certa calma ha proseguito: -ovviamente per chi è arrivato in coppia sarà possibile concedere la propria dama ad altri allo stesso modo. ma c'è un'ulteriore possibilità: per ciascuna delle tre, aggiungendo una piccola somma in denaro, sarà possibile a tre uomini averne una ciascuno per tutta la notte approfittando delle stanze al piano di sopra.-
Il parco attorno alla villa, come già notato era il vasto territorio di caccia in cui noi prede dovevamo sfuggire a maschi che si può ben immaginare, non vedevano l'ora di catturarci, poteva esserci ostile oppure aiutarci, in più era già buio. Vi erano molte possibilità di nascondersi bene; stava all'abilità delle prede non farsi trovare e avendo avuto a che fare con fuori pista innevati durante il periodo di tirocinio/lavoro fuori dall'Isola, avevo acquisito buone capacità di movimento ed orientamento utili nella circostanza. Mi sarebbe bastato? Ma soprattutto: volevo veramente salvarmi?
A cena ero seduta tra due uomini che non si nono lasciati sfuggire la possibilità di toccarmi sotto il tavolo, proprio come era successo a quel maledetto matrimonio dove tutto era cominciato; anzi era ripreso dopo le esperienze giovanili, mandando in frantumi tutto il lavoro fatto durante il fidanzamento e gli anni di matrimonio in cui avevo comunque ripreso il controllo di me stessa nel ruolo di moglie fedele, amante esclusiva del mio lui e mamma, oltre che imprenditrice turistica nel paese in cui avevamo ristrutturato e, come già scritto, ancora ci accingevamo a lavorare sulla vecchia casa di proprietà della famiglia di mio marito.
Sentivo le loro mani sulle e tra le cosce, anche nella parte alta al di sopra della balza delle calze, spingersi verso l'intimo a spostarne l'elastico. Il dito di uno dei due che continuava a fare su e giù tra le labbra della fica, senza entrare, mi stava mandando al manicomio. Il seno era appena sfiorato occasionalmente da sopra i vestiti, per non dare nell'occhio.
I miei due “palpatori assatanati” parlavano tra di loro come se io non fossi lì, in mezzo a loro.
Allora, se la catturi tu, te la fai lì sul tavolo davanti a tutti, come dice la regola, poi io pago me la porto in camera e tu entri senza farti vedere da nessuno.- Poi a me: - dai bella che oggi ci divertiamo! Li hai mai soddisfatti due uomini contemporaneamente?-
L'altro, intervenendo: - ma dai, figurati se una gnocca così, una figa, una femmina come questa non ne ha preso da qualsiasi parte è in qualsiasi modo...! concludendo con una risata.
Non ho parlato, non ho reagito, ma ogni loro parola si tramutava in immagine nella mia mente. Brividi di paura, di freddo. Maledicevo me stessa perché mi stavo eccitando ancora di più e i tizi lo sapevano. Gli stavo allagando le mani con cui mi frugavano tra le cosce, visibilmente soddisfatti.
Stavolta non sono scappata a rinchiudermi in bagno per evitare che succedesse come al matrimonio. Come sarebbe andata? Non sapevo, ma sarebbe stato diverso. In bagno ci sono andata dopo, in quello di camera mia e di Franco che neanche a cena sono più riuscita a trovare con lo sguardo.
Uscita dalla stanza, una mano mi ha afferrata delicatamente il polso. Era una delle donne presenti all'evento,,l'avevo vista accompagnata da un uomo decisamente più avanti con l'età di quanto lei, invece dimostrasse con un fisico ben formato, fasciato da un abito nero anch'esso, con spacco sulla gamba anche se non arrivava all'anca, come il mio, che ne metteva in ben risalto sedere pieno e tette da terza misura. Lasciandomi guidare mi sono ritrovata nel soppalco che affacciava sul piano terra dove erano gli altri. Che comunque se non ci affacciavamo alla balaustra non potevano vederci. Per di più ci siamo accomodate su un divano attaccato alla parete opposta . Mi ha delicatamente baciato sulle labbra con un flebile: -Mi piaci.- Quel sussurro delicato, quella gentilezza, mi hanno subito stordita sciogliendomi. Ci siamo amate lì, al riparo da occhi indiscreti, ma, allo stesso tempo lì' davanti a tutti.
Dita che sfioravano delicatamente le parti sensibili l'una dell'altra, bocche che davano piacere e corpi che lo ricevevano. Capezzoli eretti, turgidi, segno di godimento, lingue a separare le ninfee dell'intimo femminile, risucchiate da labbra di bocche sapienti, esperte, come mai avrei potuto di essere anch'io verso una donna, ma imparando ad apprezzare quello che con i maschi che mi avevano avuta. Mi aveva regalato scosse elettriche su tutto il corpo, stavo usando questo per dare piacere ad un'altra femmina che in un momento di particolare trasporto si è lasciata andare al un urlo non eccessivo, ma che ha attirato l'attenzione con conseguente attimo di silenzio generale. Poi il vociare ha ripreso: Scampato pericolo: però nel ricomporci ci siamo trovate davanti due uomini: quello che mi aveva toccata durante le presentazioni e un altro che al momento non ho individuato subito,vestito di tutto punto, papillon, gemello ai polsi e abito nero, sbarbato, pulito Era l'autista del furgone che ci aveva soccorso che, sorridendo aveva confermato la sua identità con il dente d'oro in mostra. Il primo , prendendoci in giro, ha esclamato: - e brave le signore; spettacolo assolutamente imperdibile!-
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