Una chiamata, una foto, una proposta -prima parte-

di
genere
dominazione

-Pronto, ciao. Sei Marilena?

-Si, sono io. Chi parla?

-Senti, tu non mi conosci. Mi chiamo Gabriele, So che hai un posto dove ospiti per la notte. Devo venire nella vostra zona un po' di giorni per lavoro e mi chiedevo se posso prenotare, Saremo io e due colleghi.-

-No, guarda, per ora l'attività è chiusa. Sono in attesa per una prossima riapertura che ci sarà ma non posso dirti quando. Comunque in zona c'è buona offerta. Troverai senz'altro.-

-Peccato. Noi volevamo proprio te.-

-non capisco, perché proprio me?-

-Credo di averti individuata come autrice degli scritti in un sito erotico. Sai.... dai particolari con cui hai descritto i posti, leggendo i tuoi spostamenti e da qualche altro elemento tra le righe, abbiamo individuato il luogo. Frugando e chiedendo non è stato così difficile arrivare a Marilena che ospita per la notte compresa colazione. Devo dire: recensioni ottime. Al limite dell'entusiastico.-

-Nnnnno gggguarda..... ripeto: l'attività per ora è chiusa. Spero di riaprire presto.-

-Senti Mary, ti chiami così nei racconti, vero? Vorremmo farti anche un'altra proposta. Certo sarebbe meglio a voce, infatti contavamo di parlartene lì, da te, anche per la particolarità dei prodotti. Ti andrebbe di rappresentare lì la nostra azienda o almeno fare da appoggio per il territorio regionale?-

-no guarda, grazie, ma vorrei riprendere la mia attività. Nient'altro-

-non vuoi neanche sapere di che si tratta?-
-Cosa sarebbe?-

-Si tratta di prodotti per adulti. Certo, per tale genere, ormai, si ordina online dal mondo e arrivano al destinatario in pieno anonimato. Ma sai....preferiamo non utilizzare i corrieri, politica aziendale. I nostri sono prodotti altamente sofisticati e i prezzi ci ripagano dei costi del personale che mandiamo in giro dalla Sede centrale o che vengono qui a rifornirsi, poca roba per volta così da non dare nell'occhio e quindi viaggi frequenti con completo rimborso, stipendio, percentuali su vendita e premi. Avere te come rappresentante.... sai che pubblicità....!-

-Ah... poi ti devo dire un'altra cosa: la foto è splendida. Un po' sfuocata apposta. Sei di un eccitante pazzesco mentre appiccicata al sostegno sul bus appena partito dal capolinea, vuoto, permetti all'uomo che ti da le spalle di infilarti la mano dentro le mutandine con la gonna sollevata fino ai fianchi. Il tuo sguardo basso, di profilo, rassegnato come a non poter evitare di lasciarti usare, mentre se davvero avessi voluto bastava spostarti per evitare il palpeggio del tizio.-

-so che, una volta scesi, hai regalato momenti molto piacevoli all'uomo che ti toccava ed al suo amico. Complimenti! Sei davvero una donna fantastica.-

-sai, ho un po' di amici lì da voi, ma nessuno di loro è disposto a scoprirsi con un'attività che certo non passa inosservata in un contesto così poco popoloso come nella vostra bella Isola
se non mi faccio ospitare da loro è perché vorrei conoscerti meglio, proprio perché quello che hai scritto nel sito, i racconti di quello che dici esserti accaduto realmente mi hanno preso molto. Per l'Azienda saresti una gran bella pubblicità. Poi sai.... essendo lì, di persona... noi tre e tu da sola.... accada quello che deve accadere!-

-n n nnnnoooo g gu gu guaaaarda lascia perdere, non voglio e non so di cosa parli.-

-ah no? Ti sto inviando la foto. Bugiardona! Ahahahah...... Ciao. Richiamami-


Giovedì ero in città, nel capoluogo presso gli Uffici Regionali per avere notizie della domanda di finanziamento per riprendere l'attività di B&b. In verità sarei dovuta andare con una responsabile dell'Ufficio Comunale attraverso il quale passava tutta l'operazione, ma lei, all'ultimo momento aveva avuto degli impedimenti e aveva comunque provveduto ad annunciare il mio arrivo alla persona sua referente che mi avrebbe guidato fino all'Ufficio competente in materia.
Eccomi, allora da sola in città con l'auto lasciata a casa, visti gli orari dei mezzi pubblici abbastanza comodi per l'occasione, considerato l'orario dell'appuntamento. Il che non capita spesso.
Espletate le incombenze e avuta rassicurazione che la vicenda stava procedendo rallentata dalla solita burocrazia che rallentava, ma senza impedire che il tutto procedesse.

Avevo tempo prima di prendere la via del ritorno. Telefonando ad una mia vecchia conoscenza che sapevo essersi trasferita in uno dei Comuni della Città Metropolitana, mi ha immediatamente intimato di andare a trovarla perché quella mattina l'avrebbe passata a casa. Ha anche aggiunto: - guai a te se non vieni subito,- con una risata. Il bus che mi portava da lei passava proprio davanti a quegli uffici, bastava attraversare l'ampio parcheggio.
Il tempo di un caffè, due chiacchiere e la promessa di rivederci presto.

Tornando al terminal in cui la corriera per il paesello partiva, il bus era praticamente vuoto, un “long vehicle” adibito ad ospitare molti passeggeri che fanno la linea comuni limitrofi/città. Me ne stavo tranquilla nella parte posteriore del mezzo. Alcuni passeggeri, molto più avanti. Lì, ero da sola. La tranquillità è durata due fermate. Il tempo che salissero due uomini che secondo me, qualche grado di alcool in più già dalla mattina lo avevano.

Obliterato il biglietto, anziché andare a sedersi sono rimasti in piedi reggendosi uno ai sostegni e l'altro alla spalliera del posto a sedere di fronte a me. Insomma, ci mancava poco che li avessi addosso. Non si spostavano, continuavano nelle loro discussioni sportive a voce abbastanza sostenuta, ridacchiando e sghignazzando come degli adolescenti.
Mi sono spostata sul sedile più vicino al finestrino per distanziarmi un po' e uno di loro ha subito poggiato le terga sul sedile a fianco a me, lato corridoio, ma era come se non mi vedessero. Solo dopo, sistematosi meglio ho sentito il dorso della sua mano, che con la scusa di grattarsi la gamba sfiorava la mia appena sotto il ginocchio; indossavo una gonna che da seduta mi copriva bene fino sopra le ginocchia, autoreggenti color carne e normali mutandine di pizzo (la femminilità non guasta).
Immediatamente ho spostato la gamba e incrociando lo sguardo ho ricevuto un : - Mi scusi!- Accettato senza problemi, ma il mio stare allerta saliva, finché la stessa mossa ha portato quel dorso di mano maschile ad appoggiarsi ancora sulla parte esterna della mia gamba sempre al di sotto del ginocchio, ma risalendo, a conquistare l'inizio della coscia portandosi su la stoffa della gonna.
Chiedendo permesso mi sono fiondata in piedi fermandomi pochi metri più avanti senza sedermi di nuovo. Certo, potevo andare molto avanti, vicino a qualche altro passeggero o vicino al posto guida, non l'ho fatto. Perché? Non lo so., tant'è che i due, passati non più di una manciata di secondi, mi hanno raggiunto e facendo finta di nulla, continuando nei loro discorsi, mi si sono messi ai fianchi, uno di fronte all'altro, con me in mezzo sul corridoio di quell'autobus guardavo fuori dal vetro di fronte a me poggiando la gamba sul bracciolo di due sedili vuoti.

Non ho più avuto la forza, il coraggio, la voglia, la tempestività di muovermi da lì.
Nemmeno quando con la scusa del loro gesticolare, le loro mani sfioravano o decisamente toccavano il mio corpo.
È così che mi sono ritrovata la mano di uno di loro che, dapprima sulla gonna, poi sotto, poi con la stessa gonna sollevata completamente sui fianchi frugarmi dentro le mutandine.

È stato un attimo. Il tempo che l'altro, cambiando posizione potesse scattare la foto riuscendo a non inquadrare il volto dell'amico, ma chiaramente spalla e braccio la cui mano era coperta dai miei slip con me di profilo, sguardo basso e rassegnato, che non facevo il benché minimo tentativo per liberarmi da quella situazione.
Inutile dire che il viaggio non è proseguito scendendo tutti e tre all'ultima fermata di quel centro abitato. Appena giù, ecco dettate le condizioni:

-casa mia è in questo Comune, adesso andiamo e ci divertiamo, poi dove stavi andando ti ci accompagniamo noi in macchina o ti chiamiamo un taxi. Dove andavi?-

-io con voi non vengo da nessuna parte, maiali schifosi. Stavo andando a prendere la corriera per tornare a casa ad I.......-

-cazzo.... lontanuccio, non posso spostarmi così tanto.-

Intervenendo l'amico:
-facciamo una cosa, io ho tempo. Voi andate a casa tua, io vado a prendere la mia macchina, tempo mezz'ora/40 e sono da voi. Poi a casa ce la porto io.-
-con voi non ci vengo-

-guarda che ti conviene. Ricordati la foto-

e lì, per strada non si sono messi problemi a continuare a toccarmi senza eccessi che dessero all'occhio.
Non ci hanno messo molto a convincermi e con il tizio che abitava lì, abbiamo preso il bus che arrivava in senso opposto. Destinazione casa sua. L'altro ha proseguito il viaggio per poi tornare da noi in macchina

Appena richiuso il portoncino lo avevo addosso. Mille mani: Cosce tette, sedere. Con le spalle al muro in piedi e lui inginocchiato, senza neanche togliermi le mutandine, in ginocchio, incollava la sua bocca alla figa, spostando l'elastico degli slip di lato. Così come piegata a 90 sul tavolo nell'ingresso/soggiorno del piccolo appartamento. La sua lingua affondava tra tre mie cosce, da dietro. Mi risucchiava le piccole labbra, le ninfee. Il suo dito mi esplorava l'ano. Non ce l'ho fatta a non venire.

-hai visto troia? Sei venuta... ed è solo l'inizio.-

Commenti, scambi di idee opinioni o altro MaryCambury@libero.it

scritto il
2022-09-13
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