Luciana

di
genere
sentimentali

Capitò in paese d'estate in villeggiatura ed era davvero attraente. Spiccava una carnagione di velluto, bruna, un colore maturale accentuato dall'abbronzatura, capelli lisci corvini, un viso caratterizzato da un bel naso bellamente aquilino, due grandi occhi neri ed una bocca rosa rosa. Un tipo esotico, alla Cannelle, raro per quei tempi antecedenti l'immigrazione, piccola ma ben fatta, le curve giuste al posto giusto. Naturalmente iniziò la gara tra i giovani leoni e ognuno sfoderò le sue doti e adottò la sua tattica. Alla fine fu del gatto, come si dice; io, il gatto me la ritrovai tra le braccia e fu più il piacere della vittoria che quello della preda.
Durò tutto il resto dell'estate con qualche seguito autunnale e invernale (veniva lei, andavo io a Roma) e l'amore lo facevamo come e quando si poteva: in macchina, in qualche radura o casa abbandonata, una volta in convento. Lei stava in pensione dalle suore, queste parteciparono ad un pellegrinaggio e fu troppa da parte mia la tentazione. La resistenza di Luciana fu presto superata e passammo la notte nudi e abbracciati su di un letto tipico, tutto bianco, nel bel mezzo di una camerata monacale. Gli amplessi furono molti e molto il piacere, accentuato dall'insolita situazione, fino all'albeggiare. Ogni tanto Luciana saltava giù dal letto, tutta eccitata per la novità e la paura che qualcuno tornasse, vedesse, capisse. Correva tutta nuda alle finestre per sbirciare e quel bel corpicino così giovane e snello, le sue grazie in movimento sono l'immagine più indelebile che ancora oggi ho di lei.
Fui corretto e prudente, non raccontai il fatto a nessuno e sì che la tentazione di dirlo agli amici era forte.
Chissà se Luciana, come dicono che avvenga, avrà ricordato nei suoi ultimi istanti, tra i vari episodi belli e brutti della sua vita, quella insolita notte d'amore e, se mai, chissà come l'avrà rivissuta, chissà. Qualche anno dopo, un'amica comune mi disse che una malattia l'aveva fatta soffrire e poi spenta. Volevo commuovermi ma non ci riuscii, pensai soltanto, inevitabilmente, al carattere effimero della nostra vita, al "carpe diem" del vecchio Orazio e quella notte dalle monache non mi parve più solo una bravata, il frutto di un arido, egoistico capriccio, volli trovarci, sentirci del sentimento, un significato, un valore, Di pensiero in pensiero, ricordai anche la tristezza di Luciana che ogni tanto affiorava dai suoi discorsi, il malessere di una situazione familiare che non le piaceva, un fidanzato oppressivo che avrebbe voluto lasciare, un avvenire, vedi il presentimento, che non le sorrideva e allora pensai che in me forse aveva trovato, sperato di trovare qualcosa di più di un piacevole ragazzo per l'estate, l'uomo da amare, ricambiata, che non fui , che non potevo essere.
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2022-02-18
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