La tua bocca
di
Margie
genere
saffico
Soltanto la tua bocca. Una foto di te. Un tuo ritratto, mi avevi promesso. “Un ritratto che ti mostrerà quanto ti desidero”, mi avevi detto: sono le tue parole testuali. Sono le tue parole senza mie aggiunte o commenti. Una bocca è poco, come ritratto, troppo poco. anche se la riconosco come la tua bocca. Ma mi viene voglia di baciarla. Perché? La osservo: è la bocca di un desiderio così, a labbra dischiuse con quel profilo di denti sfumato dalla punta della lingua. Lucide come dopo che una lingua le ha percorse. Non può essere il gioco di un lucidalabbra, no. È troppo naturale, troppo sensuale. Oppure lucide come dopo aver leccato una passera, una che sbrodola irrispettosamente. Proprio come la mia, che non porta rispetto né di me né di chi la sta leccando.
Non capisco se sia il mio desiderio che la fa sfumare, che esalta quelle labbra così sensuali. Ah, che meravigliosa strada per la mia lingua! Ancora le fisso. Sembrano quasi tremare. Desiderio o libidine? Richiamo o perentorio ordine? Vorrei che la mia bocca, che le mie labbra potessero volare come la mia ammirazione, come la fantasia. Vorrei che le mie dita ora potessero sfiorarti quelle lievi protuberanze così sensuali, così morbide, così seducenti. Osservo ancora la foto, percorro con un dito quei bordi teneri e profumati.... profumano di figa, profumano di te. E ora lecco la foto e riconosco la tua passera, nitida e bramosa di di baci, di lingua, di dita... è adesso che capisco, proprio ora, mentre pulsa riconoscente la mia figa e riconoscendoti per intero irrora la stanza.
Non capisco se sia il mio desiderio che la fa sfumare, che esalta quelle labbra così sensuali. Ah, che meravigliosa strada per la mia lingua! Ancora le fisso. Sembrano quasi tremare. Desiderio o libidine? Richiamo o perentorio ordine? Vorrei che la mia bocca, che le mie labbra potessero volare come la mia ammirazione, come la fantasia. Vorrei che le mie dita ora potessero sfiorarti quelle lievi protuberanze così sensuali, così morbide, così seducenti. Osservo ancora la foto, percorro con un dito quei bordi teneri e profumati.... profumano di figa, profumano di te. E ora lecco la foto e riconosco la tua passera, nitida e bramosa di di baci, di lingua, di dita... è adesso che capisco, proprio ora, mentre pulsa riconoscente la mia figa e riconoscendoti per intero irrora la stanza.
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