Lo vuoi papà - L'iniziazione del mio ragazzo 3 - Mio suocero sboccia il mio fiore
di
Andrea2022
genere
incesti
A quella incredibile sorpresa di mio suocero, l'adrenalina mi era schizzata a mille e l'eccitazione mi aveva fatto colare la fica come una fontanella.
Quando mi aveva salutata con la promessa che sarebbe tornato il mattino dopo, mi ero sentita fiera di me stessa per averlo fatto godere con la bocca come mai in vita sua al punto che aveva deciso di accompagnarmi lui stesso, come fossi davvero sua figlia alla scoperta dei piaceri del sesso giacché suo figlio non ne era capace e mai lo sarebbe stato.
Subito dopo aver chiuso la porta, mi ero sdraiata sul divano e mentre la mia mente vagava al pensiero di quanto fossi fortunata, tenendo il plug ben conficcato nel mio culo, mi ero data piacere con un furioso ditalino.
Dopo aver goduto, mi ero languidamente abbandonata ai miei pensieri e mi sentivo davvero molto fortunata.
La prima e più grande fortuna era ovviamente, la mia vita erotica già pienamente soddisfatta da mio padre col suo eccezionale arnese e le sue infinite fantasie trasgressive e voyeuriste.
La seconda era il piacere saffico che avevo scoperto con mia madre con le sue voglie e la sua inesauribile fantasia.
Infine vi era mio mio zio (Quello responsabile del bambino che mia madre portava in grembo) che all'occorrenza era presente nei giochi in famiglia o quando si usciva a caccia di altri cazzi per soddisfare me, mia madre e le perversioni incestuose di mio padre.
Mio suocero, da come si era presentato quella prima volta, era la ciliegina sulla torta pronto a soddisfarmi quando i miei erano impossibilitati facendomi inoltre godere del mio ruolo di ragazza che nulla sa di sesso e bisognosa dunque, di essere plasmata ed accompagnata alla scoperta dei piaceri erotici.
La cosa era eccitante oltre ogni mia più rosea aspettativa.
Si chiudeva così un cerchio rimanendo tutto in famiglia.
Quella sera ero talmente carica che avevo sciolto nel vino del mio maritino due pilloline blu che, con l'aiuto di qualche bicchiere di troppo, lo avevano disinibito al punto da abbandonarsi totalmente lasciandosi fare ogni genere di porcata.
Per la prima volta glielo avevo preso in bocca facendolo sborrare subito.
Poi, con la fica gocciolante mi ero seduta sul suo viso schiacciandogli il buco del culo e la fica in bocca facendolo quasi soffocare impedendogli di respirare e riempiendogli la bocca coi miei umori e gli spruzzi dei due orgasmi esplosi in rapida successione.
Poi, mentre lui era disteso supino lo avevo cavalcato infilandomi (Con non poca difficoltà a causa della sua scarsa dotazione) il suo cazzo alternativamente nella fica e nel buco del culo senza che lui neanche se ne rendesse conto.
In quella seduta di sesso osceno, l'avevo fatto sborrare tre volte l'ultima delle quali proprio con la cappella appena dentro il mio buco del culo.
La cosa era stata per me davvero soddisfacente.
In quei momenti altamente trasgressivi mi sentivo davvero una troia e poi, grazie al fatto che le "pilloline" glielo avevano tenuto duro per tutto il tempo, me lo potevo godere a piacimento anche dopo ogni sborrata.
Al mattino al suo risveglio, con un forte mal di testa e il cazzo ancora duro e dolorante, non ricordava nulla di quanto successo e mentre si preparava per uscire, sproloquiava su un certo sogno che aveva fatto e di cui non voleva parlarmi tanto delicato, surreale e scandaloso era l'argomento.
In quel momento in mente mi era balenato il sospetto di avere sposato un cornuto, mini dotato e semi impotente "Le prossime volte, lo imbottisco di Viagra" avevo pensato da vera puttana.
Quando lui era uscito lasciandomi finalmente libera di prepararmi, avevo subito fatto quei clisteri coi quali mi ero pulita alla perfezione il canale rettale sino al colon.
Poi, con un rasoio mi ero regolata alla perfezione una lieve ricrescita di peli sul pube, sull'inguine e tra le chiappe ed infine, dopo la doccia mi ero truccata e profumata come mi avevano insegnato mia madre e mio padre quando dovevamo andare a caccia di altri maschi.
Mi ero poi infilata il plug nel culo ed avevo indossato l'intimo più osé che mi ero fatta regalare da mio marito e che lui non mi aveva fatto mettere mai "E' troppo sconcio" diceva.
In verità non aveva tutti i torti giacché lo striminzito perizoma avvolgeva la mia zona pelvica con un filo dentale che si perdeva tra le natiche e che davanti aveva un triangolino a forma di cuore che veniva in parte inghiottito dalla grandi labbra fuoruscendo carnose ai suoi lati e che lasciava scoperto l'inizio dello spacco col rigonfio della clitoride dalla quale si elevava verso l'ombelico il sottilissimo filo di peli neri che non mi rasavo mai.
Le bocce del petto gonfie oltre misura per via della gravidanza, erano appoggiate su un reggiseno a balconcino che lasciava completamente scoperte le grosse areole sulle quali spiccavano due capezzoli irti e duri.
Tutto il set era di seta rosa trasparente con piccoli ricami in oro coordinati con la comoda camicia legata in vita (con una cintura rossa anch'essa in seta) lunga sino alle ginocchia e con un vertiginoso spacco laterale che partiva dal fianco lasciando completamente scoperta la coscia.
Quando avevo aperto la porta, mio suocero che aveva in mano una fascio di fiori bianchi, per poco non sveniva nel vedermi lasciando cadere dalla sorpresa, il bouquet che aveva in mano.
Il mio aspetto provocante non lasciava dubbi sulle mie intenzioni e tuttavia, continuando a recitare il ruolo dell'ingenua verginella, aveva fatto in modo da dargli l'impressione che fosse ancora lui a dirigere i giuochi.
Mentre mi baciava con passione facendomi frullare la lingua in ogni angolo della mia bocca, le sue mani si muovevano nervosamente sul mio corpo esplorandone ogni anfratto ed ogni lembo di pelle.
La sua frenesia era tale da somigliare a quella di qualcuno che da tutta una vita aspettava qualcosa che gli era improvvisamente comparsa come una visione miracolosa.
A quel punto rimanendo sempre con le labbra sigillate e le lingua impegnate in una danza vorticosa e carica di libidine, mi ero aggrappata al suo collo con le braccia e tirandomi su, gli avevo stretto la vita con le gambe sentendo la sua erezione spingere proprio sulla mia pancia gravida:
-Come ce l'hai duro!-
Gli avevo bisbigliato ansimando in un brevissimo distacco delle nostre labbra.
A quel punto, il maschio che era in lui era esploso in tutta la sua potenza e con una stretta vigorosa, mi aveva tirata un po' più su nella giusta posizione e me l'aveva spinto sulla fica facendomelo sentire come se davvero mi stesse penetrando lacerando con la sua spada, le mutande ed i pantaloni che aveva ancora indosso.
Con movimenti rapidi e decisi e continuando a tenermi stretta a se come fossi un mollusco sul suo scoglio, si era avvicinato al divano lasciandocisi cadere a peso morto poi, con le mani sotto le mie ascelle mi aveva invitata a staccarmi e mettermi in piedi davanti a lui.
L'espressione del suo volto era piena di stupore mentre dai suoi occhi sprizzavano stiletti di libidine:
-Quanto sei bella!
Girati, fatti vedere da papà!-
Girando con movimenti da bambina licenziosa mostrandogli in trasparenza tutte le mie grazie, gli sorridevo e gli lanciavo dei bacini con le mani mentre lui nervosamente gettava la giacca per terra, si slacciava la camicia sfilandosi infine i pantaloni e le mutande rimanendo completamente nudo col cazzo eretto sopra lo scroto gonfio, liscio e lucido come una palla da tennis.
Quando in ginocchio davanti a lui glielo avevo finalmente preso in bocca, aveva emesso un sospiro liberatorio tale era la sua tensione.
Poi, accarezzandomi i capelli, mi aveva dato istruzioni su come leccarlo partendo dal perineo per risalire sul frenulo e il prepuzio sino alla cappella dove già spuntavano goccioline odorose di maschio dal foro uretrale.
Naturalmente, come una brava allieva, eseguivo alla lettera le sue istruzioni ricevendone in continuazione carezze, sospiri e complimenti.
Basta così bambina altrimenti mi fai venire subito con la tua boccuccia di miele.
Poi alzandosi, si era messo in piedi anche lui e tenendomi per i fianchi, mi aveva rimirata per un po' ed infine mi aveva detto:
-Sei bellissima e voglio fare l'amore con te ricoperta da questo eccitante intimo che valorizza divinamente le tue meravigliose forme.-
Dopo un po' mi aveva presa in braccio come fossi la sua sposa e mi aveva portata in camera adagiandomi con delicatezza sulle lenzuola.
Poi, tirandomi su un lembo della seta che mi velava, aveva scostato il cuoricino a protezione della mia fica e come incantato, aveva cominciato ad ammirarla ed accarezzarla con mano lieve:
-Che meraviglia!
Le grandi labbra gonfie e paffute come quelle di un'adolescente sono un invito a mangiarle.
Quella riga sottile che le divide e che termina con quel bottoncino di carne, potrebbe indurre un uomo alla pazzia.. dio mio come sei bella e desiderabile.-
In quella postura, cercavo di tenere le gambe strette per evitare che si accorgesse di quanto fossi già aperta ma lui era talmente preso, che anche quando mi aveva allargato le grandi e le piccole labbra aprendo il suo sguardo alla mia intimità rossa come una ferita, pareva impazzito e con la bocca vi si era gettato sopra per succhiarla, leccarla, morderla, penetrarla con la lingua e le dita per poi morderla ancora come se davvero dovesse mangiarla.
-Che meraviglia, sei già aperta e.. pronta per il parto.
Questo è magnifico perché significa che quando ti penetrerò, non avrai nessun dolore anzi, proverai un piacere immenso, quel piacere che sicuramente mio figlio non è stato in grado di farti provare.-
Per un attimo quando mi aveva detto che ero aperta, avevo temuto che mi avesse scoperta ed invece..quella pausa e il commento sul fatto che fossi incinta, mi aveva rincuorata.
-Papa, leccamela bene e fammi godere che poi ti voglio dentro.. tutto dentro di me lo voglio.. tutto.. tutto.. ahhh.. ahhhh.. si.. si.si così papà godo.. godo.. godooooooo!-
Aveva davvero una lingua speciale mio suocero e già in quella prima leccata di fica, mi aveva regalato un potentissimo orgasmo.
Subito dopo, era salito anche lui sul letto e portandosi le mie gambe sulle spalle mi aveva chiavata con forza facendomi gridare ancora più forte il mio piacere orgasmico.
Poi mi aveva girata e dopo avermi sfilato il plug, si era inginocchiato ed aveva cominciato a leccarmi il buco del culo mentre con una mano mi strizzava la clitoride facendomi godere ancora.
Poi si era disteso supino ed invitandomi a portarmi a cavalcioni su di lui mi aveva detto:
-Amore di papà, questo è un momento troppo importante per noi e mentre facciamo sbocciare il tuo fiorellino, voglio guardarti negli occhi e voglio che tu viva questa esperienza come una danza.. voglio che tu mi cavalchi come un'amazzone mentre ti apri il culo da sola ed io te lo riempio di sborra bollente.-
Che uomo, che esperienza!
Avevo colto al balzo il suo invito e già esperta per come mi aveva insegnato a cavalcarlo mio padre, me lo ero lasciato scivolare dentro fingendo un approccio doloroso ma poi, aggiungendo altro lubrificante sulla sua asta e tra le mie chiappe, me lo ero finalmente infilato tutto e lo avevo cavalcato godendomelo ma soprattutto facendolo godere come un vero maiale.
I suoi occhi erano carichi di stupore nel vedermi cavalcare col suo cazzo dentro al culo coi nostri corpi che ad ogni affondo schioccava emettendo suoni simili a frustate accompagnate dalle mie grada e dai suoi rantoli sempre più affannosi ed osceni sino all'urlo finale: Sborro...godoooo....sborroooo...sborrooooo.
Mentre godeva dalla sua bocca fuoruscivano rivoli di saliva che io, abbassandomi su di lui, avevo leccato con oscena lussuria prima di congiungermi a lui in un bacio umido e scandaloso.
Lui era un vero porco ma io non ero da meno quando scioglievo il guinzaglio della cagna che c'era in me.
segue
Quando mi aveva salutata con la promessa che sarebbe tornato il mattino dopo, mi ero sentita fiera di me stessa per averlo fatto godere con la bocca come mai in vita sua al punto che aveva deciso di accompagnarmi lui stesso, come fossi davvero sua figlia alla scoperta dei piaceri del sesso giacché suo figlio non ne era capace e mai lo sarebbe stato.
Subito dopo aver chiuso la porta, mi ero sdraiata sul divano e mentre la mia mente vagava al pensiero di quanto fossi fortunata, tenendo il plug ben conficcato nel mio culo, mi ero data piacere con un furioso ditalino.
Dopo aver goduto, mi ero languidamente abbandonata ai miei pensieri e mi sentivo davvero molto fortunata.
La prima e più grande fortuna era ovviamente, la mia vita erotica già pienamente soddisfatta da mio padre col suo eccezionale arnese e le sue infinite fantasie trasgressive e voyeuriste.
La seconda era il piacere saffico che avevo scoperto con mia madre con le sue voglie e la sua inesauribile fantasia.
Infine vi era mio mio zio (Quello responsabile del bambino che mia madre portava in grembo) che all'occorrenza era presente nei giochi in famiglia o quando si usciva a caccia di altri cazzi per soddisfare me, mia madre e le perversioni incestuose di mio padre.
Mio suocero, da come si era presentato quella prima volta, era la ciliegina sulla torta pronto a soddisfarmi quando i miei erano impossibilitati facendomi inoltre godere del mio ruolo di ragazza che nulla sa di sesso e bisognosa dunque, di essere plasmata ed accompagnata alla scoperta dei piaceri erotici.
La cosa era eccitante oltre ogni mia più rosea aspettativa.
Si chiudeva così un cerchio rimanendo tutto in famiglia.
Quella sera ero talmente carica che avevo sciolto nel vino del mio maritino due pilloline blu che, con l'aiuto di qualche bicchiere di troppo, lo avevano disinibito al punto da abbandonarsi totalmente lasciandosi fare ogni genere di porcata.
Per la prima volta glielo avevo preso in bocca facendolo sborrare subito.
Poi, con la fica gocciolante mi ero seduta sul suo viso schiacciandogli il buco del culo e la fica in bocca facendolo quasi soffocare impedendogli di respirare e riempiendogli la bocca coi miei umori e gli spruzzi dei due orgasmi esplosi in rapida successione.
Poi, mentre lui era disteso supino lo avevo cavalcato infilandomi (Con non poca difficoltà a causa della sua scarsa dotazione) il suo cazzo alternativamente nella fica e nel buco del culo senza che lui neanche se ne rendesse conto.
In quella seduta di sesso osceno, l'avevo fatto sborrare tre volte l'ultima delle quali proprio con la cappella appena dentro il mio buco del culo.
La cosa era stata per me davvero soddisfacente.
In quei momenti altamente trasgressivi mi sentivo davvero una troia e poi, grazie al fatto che le "pilloline" glielo avevano tenuto duro per tutto il tempo, me lo potevo godere a piacimento anche dopo ogni sborrata.
Al mattino al suo risveglio, con un forte mal di testa e il cazzo ancora duro e dolorante, non ricordava nulla di quanto successo e mentre si preparava per uscire, sproloquiava su un certo sogno che aveva fatto e di cui non voleva parlarmi tanto delicato, surreale e scandaloso era l'argomento.
In quel momento in mente mi era balenato il sospetto di avere sposato un cornuto, mini dotato e semi impotente "Le prossime volte, lo imbottisco di Viagra" avevo pensato da vera puttana.
Quando lui era uscito lasciandomi finalmente libera di prepararmi, avevo subito fatto quei clisteri coi quali mi ero pulita alla perfezione il canale rettale sino al colon.
Poi, con un rasoio mi ero regolata alla perfezione una lieve ricrescita di peli sul pube, sull'inguine e tra le chiappe ed infine, dopo la doccia mi ero truccata e profumata come mi avevano insegnato mia madre e mio padre quando dovevamo andare a caccia di altri maschi.
Mi ero poi infilata il plug nel culo ed avevo indossato l'intimo più osé che mi ero fatta regalare da mio marito e che lui non mi aveva fatto mettere mai "E' troppo sconcio" diceva.
In verità non aveva tutti i torti giacché lo striminzito perizoma avvolgeva la mia zona pelvica con un filo dentale che si perdeva tra le natiche e che davanti aveva un triangolino a forma di cuore che veniva in parte inghiottito dalla grandi labbra fuoruscendo carnose ai suoi lati e che lasciava scoperto l'inizio dello spacco col rigonfio della clitoride dalla quale si elevava verso l'ombelico il sottilissimo filo di peli neri che non mi rasavo mai.
Le bocce del petto gonfie oltre misura per via della gravidanza, erano appoggiate su un reggiseno a balconcino che lasciava completamente scoperte le grosse areole sulle quali spiccavano due capezzoli irti e duri.
Tutto il set era di seta rosa trasparente con piccoli ricami in oro coordinati con la comoda camicia legata in vita (con una cintura rossa anch'essa in seta) lunga sino alle ginocchia e con un vertiginoso spacco laterale che partiva dal fianco lasciando completamente scoperta la coscia.
Quando avevo aperto la porta, mio suocero che aveva in mano una fascio di fiori bianchi, per poco non sveniva nel vedermi lasciando cadere dalla sorpresa, il bouquet che aveva in mano.
Il mio aspetto provocante non lasciava dubbi sulle mie intenzioni e tuttavia, continuando a recitare il ruolo dell'ingenua verginella, aveva fatto in modo da dargli l'impressione che fosse ancora lui a dirigere i giuochi.
Mentre mi baciava con passione facendomi frullare la lingua in ogni angolo della mia bocca, le sue mani si muovevano nervosamente sul mio corpo esplorandone ogni anfratto ed ogni lembo di pelle.
La sua frenesia era tale da somigliare a quella di qualcuno che da tutta una vita aspettava qualcosa che gli era improvvisamente comparsa come una visione miracolosa.
A quel punto rimanendo sempre con le labbra sigillate e le lingua impegnate in una danza vorticosa e carica di libidine, mi ero aggrappata al suo collo con le braccia e tirandomi su, gli avevo stretto la vita con le gambe sentendo la sua erezione spingere proprio sulla mia pancia gravida:
-Come ce l'hai duro!-
Gli avevo bisbigliato ansimando in un brevissimo distacco delle nostre labbra.
A quel punto, il maschio che era in lui era esploso in tutta la sua potenza e con una stretta vigorosa, mi aveva tirata un po' più su nella giusta posizione e me l'aveva spinto sulla fica facendomelo sentire come se davvero mi stesse penetrando lacerando con la sua spada, le mutande ed i pantaloni che aveva ancora indosso.
Con movimenti rapidi e decisi e continuando a tenermi stretta a se come fossi un mollusco sul suo scoglio, si era avvicinato al divano lasciandocisi cadere a peso morto poi, con le mani sotto le mie ascelle mi aveva invitata a staccarmi e mettermi in piedi davanti a lui.
L'espressione del suo volto era piena di stupore mentre dai suoi occhi sprizzavano stiletti di libidine:
-Quanto sei bella!
Girati, fatti vedere da papà!-
Girando con movimenti da bambina licenziosa mostrandogli in trasparenza tutte le mie grazie, gli sorridevo e gli lanciavo dei bacini con le mani mentre lui nervosamente gettava la giacca per terra, si slacciava la camicia sfilandosi infine i pantaloni e le mutande rimanendo completamente nudo col cazzo eretto sopra lo scroto gonfio, liscio e lucido come una palla da tennis.
Quando in ginocchio davanti a lui glielo avevo finalmente preso in bocca, aveva emesso un sospiro liberatorio tale era la sua tensione.
Poi, accarezzandomi i capelli, mi aveva dato istruzioni su come leccarlo partendo dal perineo per risalire sul frenulo e il prepuzio sino alla cappella dove già spuntavano goccioline odorose di maschio dal foro uretrale.
Naturalmente, come una brava allieva, eseguivo alla lettera le sue istruzioni ricevendone in continuazione carezze, sospiri e complimenti.
Basta così bambina altrimenti mi fai venire subito con la tua boccuccia di miele.
Poi alzandosi, si era messo in piedi anche lui e tenendomi per i fianchi, mi aveva rimirata per un po' ed infine mi aveva detto:
-Sei bellissima e voglio fare l'amore con te ricoperta da questo eccitante intimo che valorizza divinamente le tue meravigliose forme.-
Dopo un po' mi aveva presa in braccio come fossi la sua sposa e mi aveva portata in camera adagiandomi con delicatezza sulle lenzuola.
Poi, tirandomi su un lembo della seta che mi velava, aveva scostato il cuoricino a protezione della mia fica e come incantato, aveva cominciato ad ammirarla ed accarezzarla con mano lieve:
-Che meraviglia!
Le grandi labbra gonfie e paffute come quelle di un'adolescente sono un invito a mangiarle.
Quella riga sottile che le divide e che termina con quel bottoncino di carne, potrebbe indurre un uomo alla pazzia.. dio mio come sei bella e desiderabile.-
In quella postura, cercavo di tenere le gambe strette per evitare che si accorgesse di quanto fossi già aperta ma lui era talmente preso, che anche quando mi aveva allargato le grandi e le piccole labbra aprendo il suo sguardo alla mia intimità rossa come una ferita, pareva impazzito e con la bocca vi si era gettato sopra per succhiarla, leccarla, morderla, penetrarla con la lingua e le dita per poi morderla ancora come se davvero dovesse mangiarla.
-Che meraviglia, sei già aperta e.. pronta per il parto.
Questo è magnifico perché significa che quando ti penetrerò, non avrai nessun dolore anzi, proverai un piacere immenso, quel piacere che sicuramente mio figlio non è stato in grado di farti provare.-
Per un attimo quando mi aveva detto che ero aperta, avevo temuto che mi avesse scoperta ed invece..quella pausa e il commento sul fatto che fossi incinta, mi aveva rincuorata.
-Papa, leccamela bene e fammi godere che poi ti voglio dentro.. tutto dentro di me lo voglio.. tutto.. tutto.. ahhh.. ahhhh.. si.. si.si così papà godo.. godo.. godooooooo!-
Aveva davvero una lingua speciale mio suocero e già in quella prima leccata di fica, mi aveva regalato un potentissimo orgasmo.
Subito dopo, era salito anche lui sul letto e portandosi le mie gambe sulle spalle mi aveva chiavata con forza facendomi gridare ancora più forte il mio piacere orgasmico.
Poi mi aveva girata e dopo avermi sfilato il plug, si era inginocchiato ed aveva cominciato a leccarmi il buco del culo mentre con una mano mi strizzava la clitoride facendomi godere ancora.
Poi si era disteso supino ed invitandomi a portarmi a cavalcioni su di lui mi aveva detto:
-Amore di papà, questo è un momento troppo importante per noi e mentre facciamo sbocciare il tuo fiorellino, voglio guardarti negli occhi e voglio che tu viva questa esperienza come una danza.. voglio che tu mi cavalchi come un'amazzone mentre ti apri il culo da sola ed io te lo riempio di sborra bollente.-
Che uomo, che esperienza!
Avevo colto al balzo il suo invito e già esperta per come mi aveva insegnato a cavalcarlo mio padre, me lo ero lasciato scivolare dentro fingendo un approccio doloroso ma poi, aggiungendo altro lubrificante sulla sua asta e tra le mie chiappe, me lo ero finalmente infilato tutto e lo avevo cavalcato godendomelo ma soprattutto facendolo godere come un vero maiale.
I suoi occhi erano carichi di stupore nel vedermi cavalcare col suo cazzo dentro al culo coi nostri corpi che ad ogni affondo schioccava emettendo suoni simili a frustate accompagnate dalle mie grada e dai suoi rantoli sempre più affannosi ed osceni sino all'urlo finale: Sborro...godoooo....sborroooo...sborrooooo.
Mentre godeva dalla sua bocca fuoruscivano rivoli di saliva che io, abbassandomi su di lui, avevo leccato con oscena lussuria prima di congiungermi a lui in un bacio umido e scandaloso.
Lui era un vero porco ma io non ero da meno quando scioglievo il guinzaglio della cagna che c'era in me.
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