1 Mamma e papà ed io

di
genere
incesti

Mamma e papà ed io

N.B. questo racconto l'ho già inviato ma non è stato pubblicato ed è precedente a 2 come ho perso la verginità
Racconto:

La mia famiglia era composta da mio padre Ettore, 35 anni rampante avvocato piemontese, con uno studio ben avviato nel cuneese, mamma Fiorenza bella donna di 31 anni, capelli lunghi corvini, seno prosperoso una 4°, occhi grigio pela, viso un ovale perfetto, gambe lunghe con polpacci muscolosi, ma non grossi, insomma come si dice una figa da paura.
Mamma di professione faceva la signora, cioè si dedicava allo shopping, per badare alla casa c’era Elide la colf, una signora di 56, con un trascorso burrascoso per via del marito scansafatiche e ubriacone.
Io mi chiamo Claudio, all’età di 13 anni, ho visto la mia famiglia sfaldarsi, papà s’è fatto circuire dalla nuova segretaria, una ragazza dell’est, così dopo averla scopata per diversi mesi, ha deciso d’andare a convivere con lei.
Una sera ha preparato la valigia, poi dopo un’accesa discussione con mamma, ha salutato tutti, compresa Elide la colf ed è uscito di casa, non mettendoci mai più piede.
C’è da dire, che per non fare avere problemi a noi ha aperto un cospicuo conto, versando anche tutti i mesi un’ingente cifra.
Difatti mamma ancora oggi, può fare una bella vita senza problemi, continuando a servirsi d’una colf e dedicandosi quasi quotidianamente al suo sport preferito, lo shopping.
All’età di 13 anni ero già ben messo, alto 1.75, per un peso di 60 kg, occhi azzurri come il cielo, torchiato, ma non grasso fisicamente, inoltre avevo una capigliatura bionda, cioè piacevo alle ragazzine della mia età, a volte notavo, che anche qualche mamma mi guardava con occhi e sguardi invitanti.
La sera, che papà se ne andò, mamma pianse tutta la notte, io la trascorsi a consolarla, mi chiedeva in continuazione in cosa avesse sbagliato, poi diceva d’aver paura di vivere in una casa tanto grande da sola con me, che qualcuno sapendo di una donna sola con un ragazzino, avrebbe potuto cecare d’entrare per rubare o peggio ancora violentarla.
Il mattino quando arrivò la colf le domandò:
“Elide, che ne diresti di trasferirti qui da oggi e per sempre?”
Elide accettò, così si trasferì alla villa, aveva una stanza tutta sua, per il resto i suoi compiti non cambiarono.
Dalla seconda sera, mi trasferii nel letto matrimoniale, prendendo il posto che era stato di mio padre, tranquillizzando mamma con la mia presenza accanto a lei.
Le giornate passavano lente, il mattino a scuola, visto, che eravamo solo a marzo, il pomeriggio studiavo, la sera guardavo la tv, ma alle 10:00 a letto.
Per mia madre la giornata era quasi simile alla mia, il mattino s’alzava per recarsi in bagno per una doccia, a volte usciva per shopping altre lo faceva nel pomeriggio, quando usciva al mattino era perché nel pomeriggio veniva Gabriella la sua amica d’infanzia a trovarla.
Il mio problema era, che avendo raggiunto una certa pubertà, quando c’era mio padre e io dormivo nella mia camera, alcune sere dopo, che m’ero coricato le passavo a deliziare la mia verga, ma ora, che dormivo con mamma, mica potevo tirarmi giù il pigiama e deliziarmi l’attrezzo del muscolo pendente.
Dopo una settimana sentivo il bisogno di masturbarmi, ma come dicevo di notte accanto a me c’era Fiorenza mia madre, di giorno mi teneva sotto controllo Elide, ogni volta, che andavo in bagno, veniva a bussare alla porta chiedendomi:
“Claudio stai male? Claudio hai bisogno di qualcosa? Claudio hai fatto i compiti? Claudio fai in fretta, che devi studiare!”
Tutte scuse per controllarmi.
Un giorno stufo dell’intromissioni d’Elide, volendo farle un dispetto quando sono andato in bagno per urinare, ho lasciato la porta spalancata, non erano neanche passati 10 secondi, che Elide:
“Claudio stai”
S’interruppe di colpo, ci fu assoluto silenzio, così pensando, che fosse caduta mi girai istintivamente con la verga in mano, la vidi ferma appoggiata allo stipite della porta, quando mi girai del tutto, si portò una mano sulla bocca, intanto m’avvicinai, senza pensare, che avevo ancora il membro gocciolante, in vista a penzoloni, lei quando si riprese dopo circa un minuto, bianca come un cadavere disse:
“Claudio la prossima volti chiudi la porta! Non puoi presentarti con un mostro simile a una signora d’una certa età!”
“Che mostro?” domandai.
“Cazzo ragazzo mio, tu in mezzo alle gambe hai un mostro, che ogni donna da 10 a 100 anni, spera di ricevere almeno una volta nella vita!”
Nella mia ingenuità continuavo a non capire, così domandai nuovamente:
“Che mostro?”
“Beh beato figliolo, l’attributo urinario, che hai in mezzo alle gambe è da guinness dei primati, non so come tua madre, che dorme accanto a te non se ne sia mai accorta”
Finalmente avevo capito, che si riferiva al mio pene, in casa per volere dei miei genitori non si pronunciavano parolacce, di questo s’era dovuta anche adattare Elide, per questo non aveva usato la parola cazzo, ma trovando degli aggettivi sostitutivi.
Elide pian piano si riprese, nel mentre io avevo rimesso nelle mutande il mostro.
Il giorno dopo, mamma il pomeriggio non uscì, aspettava Gabriella e Elide quando poteva mio faceva dei gesti per dirmi, che voleva parlarmi, ma non ci fu occasione, la notte per me fu una sofferenza, le parole di Elide mi ruotavano nel cervello, pensando, che ogni donna da 10 a 100 anni spera di ricevere un membro come il mio.
Quella notte mi domandai, se anche mia mamma sarebbe stata contenta di ricevere il mostro.
Comunque il mattino andai a scuola, mentre mamma restò a casa con la colf, quando tornai da scuola, mamma stava uscendo, doveva accompagnare Gabriella a una visita ginecologica da un luminare a Bologna, per vedere perché non riusciva a figliare.
Mamma mi raccomandò di fare i compiti e studiare, soprattutto ubbidire a Elide.
Appena mamma varcò il cancello della villa, Elide mi prese per un braccio, tirandomi sul divano m’abbracciò, poi sussurrò nel mio orecchio sinistro:
“Stanotte la signora non c’è, vengo nel vostro letto, così vedo cosa si può fare per il tuo problema!”
Sempre ingenuamente chiesi:
“Elide quale problema?”
“Come quale problema? Ma quello del tuo attributo!”
“Ah il problema del cazzo? Eh, che ci vuoi fare? Magari serve una bella sega!”
“Claudio hai la ragazza?”
“No le ragazze non mi piacciono!”
“Claudio un bel ragazzone come te non sarà mica gay?”
“No Elide non sono gay, ma se anche lo fossi, che male ci sarebbe? Comunque preferisco le donne!”
“Niente, niente, sarebbe però solo merce sprecata! Comunque se vuoi stasera, stanotte e ogni volta, che tu vuoi io sono a tua completa disposizione!”
“Beh Elide, non mi dispiacerebbe vedere, come una donna come te tratta un mostro come il mio”
Quella sera il posto di mamma nel letto fu occupato da Elide, che per prima cosa mi leccò il pisello per un’ora circa, poi m’insegnò come leccare le mammelle e succhiare i capezzoli a una donna matura.
Dopo un po’ di riposo, mi masturbò, ma a detta d’Elide il mio membro era una rarità, infatti dopo un po’, che usava due mani per compiere il suo lavoro di su e giù, s’alzò, andò a prendere un centimetro da sarta e misuro l’attributo, poi disse:
“Perbacco 27 cm di lunghezza! 10.5 cm di circonferenza! Claudio tu hai un’arma, che ti permetterà di fare cosa vuoi, con ogni donna che incontrerai!”
“Anche con te!” domandai.
“Si! Con me non hai, che da comandare!”
“Pensi, che possa farlo anche con mamma?”
“Beh, tua mamma è una donna come tutte le altre”
La nottata la passai tra le braccia di Elide, che mi fece provare un godurioso pompino e m’istruì su come leccare una bella figa matura.

scritto il
2022-04-05
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