13 Michela la vecchia negoziante
di
Fiocinatore
genere
incesti
Michela la vecchia negoziante
Il mattino dopo io e mamma tornammo a casa, con Jolanda e sua figlia concordammo, che sarei tornato da loro tra 15 giorni, che avrei ripensato alla loro proposta, nel mentre Rosa Maria avrebbe dato il benservito al suo boyfriend.
Mamma era contenta, che avevo rifiutato la proposta di Jo, così sarei stato tutto suo per i giorni, che restavano prima di tornare a Verona.
Furono 15 giorni, meglio notti, in cui con mamma facevamo l’amore, mamma era diventata talmente possessiva, che mi teneva tutto per sé, non lasciandomi neanche un attimo da dedicare a Elide, la quale un giorno si presentò allo studio, dicendo alla segretaria, che era un caso di massima importanza.
Quindi la segretaria mi chiamò dicendomi, che la mia tata, voleva conferire con me, la feci accomodare, avendo appena il tempo di chiudere la porta a chiave, perché subito Elide mi saltò addosso, baciandomi come un’amante, lamentandosi, che mamma mi segregava solo per lei.
Dopo un’ora di carezze, palpatine, lingua in bocca, Elide mi chiese di chiavarla per bene, alche congedai la segretaria dicendole, che per quel giorno poteva tornare a casa, che la questione da disquisire con la tata, era un affare molto lungo, che la sua presenza non era necessaria, le raccomandavo solo di chiudere lo studio per non essere disturbato.
Così passammo tutta la mattina e il pomeriggio a scopare, Elide era molto calda anche, perché in astinenza da parecchio.
Elide ormai aveva superato abbondantemente i 70, ma era sempre calda quando si trattava di prendersi il mio cazzo.
Fra una scopata e l’altra, le dissi della proposta di Jolanda, alche lei rimase scossa e quasi piangendo disse:
“Claudio non pensi a me!”
“Cosa vuoi dire Elide?”
“Come farei io? Quando Fiorenza mi propose di venire ad abitare da voi, lasciai tutto, anche coi parenti non ho più avuto contatti! Se voi ve ne andate, io dove vado?”
“Scemetta non penserai, che t’abbandoniamo, intanto non ho intenzione d’andare in veneto, ma se io e mamma c’andassimo, tu verrai con noi! Sei o non sei la mia tata, la mia prima donna e la mia amante continuativa?”
“Oh caro, grazie! Grazie! D’ora in poi sarò sempre a tua disposizione!”
“Ah, già, che ci sei, che ne dici, se ti visito il culetto, che è da un po’, che non entro in quel tunnel?”
“Certo caro, lo sai, che quel posticino è stato e sarà sempre solo tuo!”
“Così le alzai la gonna, Elide quando era con me, non portava intimo, così in un baleno fui nel suo secondo canale, erano le 16:30 circa quando entrai nel pertugio, alle 19:00 ero ancora a scavare in quella galleria, alle 19:05 squillò il telefono, lasciai, che intervenisse la segreteria, non volevo smettere di rovistare in quel cratere, ma quando sentii, che era mamma, sempre andando avanti e indietro nel culo d’Elide risposi.
Mamma mi disse, che se tornavo a casa per cena, passassi in rosticceria a fare la spesa, perché Elide era sparita dal mattino.
Dissi a Fiorenza, che Elide in quel momento era col culo in aria, col mio cazzo nel canale, che veniva pompata, in quanto alla cena, appena finito con Elide passavamo a casa a prenderla e andavamo in Liguria a mangiare i pesci, di cui le due erano ghiotte.
Messo giù il telefono dissi:
“Dai Elide veniamo, che si fa tardi se dobbiamo andare in Liguria”
“Ma Claudio porti anche me?”
“Beh tu fai parte della famiglia!”
In cinque minuti ebbi l’orgasmo, le spruzzai un sacco di sborra nel culo, che alcuni schizzi le sporcarono la maglia e la gonna.
Finito andò in bagno a riassettarsi, quando tornò disse mogia:
“Claudio non posso venire al ristorante con voi, guarda sono sporca come una maiala”
“Elide dai usciamo e passiamo in boutique e ti compri un vestito”
“Cosa dici Claudio io in boutique, non ho mai messo piede!”
“Beh, è ora, che cominci”
Dopo 10 minuti eravamo nel negozio, le ho regalato un bellissimo completo verde.
Il completo era un tailleur con un elegante giacca e una gonna lunga fino alle caviglie, con uno spacco laterale a destra in modo che ad ogni passo si notasse la gamba.
La boutique forniva anche l’intimo femminile, così feci prende alla mia tata, anche un paio di calze nere, con la cucitura posteriore abbinandole con reggiseno e mutandine eleganti in pizzo.
Dicemmo alla responsabile, che dovevamo recarci ad un party pertanto avremmo gradito, che la signora potesse indossare immediatamente i nuovi acquisti.
Visto, che l’ammontare della spesa era superiore ai 5000 €, la responsabile non ebbe
remore, poi una volta, che Elide era pronta la signora guardandomi disse:
“Sua mamma sta proprio bene. L’unica cosa se mi permette di consigliarla, è, che con quel vestito si dovrebbe calzare un paio di scarpe modello d’orsay”
Chiesi se loro vendessero anche le scarpe, ma mi disse, che non trattavano nessun genere di scarpe.
Elide s’intromise e disse:
“Caro bambino mio, va bene anche così! Poi tanto ormai i negozi sono in chiusura!”
La responsabile sorridendomi disse:
“Ho un’amica che ha un negozio di scarpe d’alta moda, se può farle piacere le telefono e la facciamo attendere la vostra visita?”
“Grazie le sarei riconoscente signora!”
“Telefono subito, ma per favore non mi chiami signora mi chiami Donata!”
Nel giro di due minuti, ci fissò un appuntamento con la sua amica Michela.
Dopo venti minuti arrivammo a questo piccolo, ma fornitissimo negozio di scarpe da donna, d’ottima fattura.
Michela ci spigò, che il suo negozio trattava solo scarpe da donna d’alta qualità, che col vestito della signora serviva come suggerito da Donata, un modello d’orsay o un
Pumps”
Sia io che Elide chiedemmo, che differenza c’era”
Michela pazientemente visto l’ora abbondantemente oltre la chiusura ci spiegò:
La d’orsay è una scarpa, dove uno o entrambi i lati del piede rimangono scoperti, può essere bassa o con tacchi alti, mentre la Pumps è una scarpa col tacco esageratamente alto e col plateau, anche se il plateau diminuisce il dislivello, questo tipo di tacco rimane comunque una scarpa da indossare di rado e in determinate occasioni ben selezionate”
Chiesi gentilmente a Michela se si potevano provare tutti due i modelli.
Chiese il numero e li portò per farli provare a Elide.
Elide li provò, poi disse, che preferiva le prime, ma io dissi a Michela che prendevamo sia un paio, che l’altro.
Michela sorridendo disse:
“Vedo, che siete dei signori molto eleganti e facoltosi, ma per correttezza devo dirvi, che questi due paia di scarpe hanno un costo totale di 2500 €”
“Bene, tenga la carta di credito!” dissi a Michela, poi rivolgendomi a Elide:
“Mamma desidererei, che per prima indossassi le pumps”
“Certo figliolo!” rispose.
Michela tornò con la carta di credito e lo scontrino dove apposi la firma.
Ci salutammo, partimmo per il mare, prima passando a prendere mamma.
Usciti dal ristorante ci facemmo una passeggiata sulla spiaggia, Fiorenza alla mia sinistra mi teneva sotto braccio, mentre Elide a destra mi teneva la mano.
Ad un certo punto Elide rivolgendosi a mamma disse:
“Sai Fiorenza cos’ha fatto oggi questo matto?”
“Beh sai Elide, che non mi piace essere volgare, ma da quel che ho capito t’ha scopato e poi inculato!”
“Si, ma per portarmi a cena con voi ha speso più di 7000 €”
“Come sarebbe?”
“Siccome non volevo venire, perché il nostro amore nella foga di prendermi il culo, m’aveva macchiato il vestito, ha deciso di comprarmene uno nuovo firmato poi su suggerimento della commessa m’ha acquistato anche le scarpe, ma siccome quelle, che ho scelto non le piacevano, ne ha comprate anche altre, che le piacevano a lui”
“Bravo Claudio! Fai bene a fare dei bei regali a Elide, ma perché non fai lo stesso regalo anche a me, così quando usciamo tutti tre insieme io e Elide ci vestiamo allo stesso modo”
“Va bene mamma, però Elide dev’essere d’accordo!”
“Certo, lo sai, che a me va bene tutto ciò, che fa piacere a voi due!”
“Ok mamma domani mattina andiamo a fare spese, Elide vieni anche tu?”
“No caro, m’imbarazzerebbe troppo presentarmi davanti a quella, che pensava fossi tua mamma e con te che mi chiamavi mamma”
Tornammo a casa, nonostante avessi chiavato tutto il giorno con la tata, entrati in casa vedendo la gamba fasciata dal nero delle calze, attraverso lo spacco del vestito di Elide e la gamba con la calza rossa di mamma, attraverso lo spacco del suo vestito il manganello mi venne duro, così dissi:
“Mamma vedervi così fighe, m’è venuto un mandrillone stratosferico, cosa ne dite se vi scopo tutte due?”
“Amore sai bene, che non farei mai a meno del tuo bel cazzone!” rispose Fiorenza.
“Amore, sai che a te non nego mai niente, anche se non sei mio figlio, t’amo come lo fossi e di me puoi fare cosa vuoi!” aggiunse Elide.
Ci spogliammo lì in salone, poi andammo tutti tre in camera di mamma, dove passai una notte memorabile, scopai e sodomizzai le due donne per tutta la notte, tanto che non dormii, all’alba Elide s’alzò per preparare la colazione, mentre mamma sempre più innamorata disse:
“Ormai non voglio più nessun altro uomo all’infuori di te!”
“Anch’io mamma, con te faccio l’amore con le altre scopo!”
Elide ci chiamò, che era pronta la colazione, così c’alzammo e andammo in cucina, mamma mi teneva per il cazzo, mentre io le palpavo il culo, che avevo posseduto neanche un’ora prima.
Dopo colazione avvertii la mia segretaria, che per la giornata sarei stato assente dallo studio.
Portai mamma in boutique, chiesi della signora Donata, che arrivò subito, alla quale spiegai, che desideravo comprare la stessa merce di ieri anche per la signora presente”
Dopo la boutique andammo da Michela, la calzaturiera, che m’aveva colpito per eleganza e raffinatezza.
Michela avrà avuto 60/65 anni, era una signora alta 1.78, un sorriso seducente poche rughe sul viso, con una pelle tutto sommato liscia.
Arrivammo al negozio, anche mamma prese le stesse scarpe d’Elide.
Come la sera prima pagai con la carta, ma quando tornammo a casa con sorpresa in mezzo alla ricevuta del negozio di scarpe, trovai un bigliettino da visita con scritto:
«Se le fa piacere mi chiami! Michela» dove aveva scritto a mano il suo numero privato.
A ripensarci un giro su quel corpo si poteva anche fare, anche, perché non avevo notato nessuna fede al dito, il che voleva dire, che non aveva un marito, perciò in teoria era libera.
Il mattino dopo io e mamma tornammo a casa, con Jolanda e sua figlia concordammo, che sarei tornato da loro tra 15 giorni, che avrei ripensato alla loro proposta, nel mentre Rosa Maria avrebbe dato il benservito al suo boyfriend.
Mamma era contenta, che avevo rifiutato la proposta di Jo, così sarei stato tutto suo per i giorni, che restavano prima di tornare a Verona.
Furono 15 giorni, meglio notti, in cui con mamma facevamo l’amore, mamma era diventata talmente possessiva, che mi teneva tutto per sé, non lasciandomi neanche un attimo da dedicare a Elide, la quale un giorno si presentò allo studio, dicendo alla segretaria, che era un caso di massima importanza.
Quindi la segretaria mi chiamò dicendomi, che la mia tata, voleva conferire con me, la feci accomodare, avendo appena il tempo di chiudere la porta a chiave, perché subito Elide mi saltò addosso, baciandomi come un’amante, lamentandosi, che mamma mi segregava solo per lei.
Dopo un’ora di carezze, palpatine, lingua in bocca, Elide mi chiese di chiavarla per bene, alche congedai la segretaria dicendole, che per quel giorno poteva tornare a casa, che la questione da disquisire con la tata, era un affare molto lungo, che la sua presenza non era necessaria, le raccomandavo solo di chiudere lo studio per non essere disturbato.
Così passammo tutta la mattina e il pomeriggio a scopare, Elide era molto calda anche, perché in astinenza da parecchio.
Elide ormai aveva superato abbondantemente i 70, ma era sempre calda quando si trattava di prendersi il mio cazzo.
Fra una scopata e l’altra, le dissi della proposta di Jolanda, alche lei rimase scossa e quasi piangendo disse:
“Claudio non pensi a me!”
“Cosa vuoi dire Elide?”
“Come farei io? Quando Fiorenza mi propose di venire ad abitare da voi, lasciai tutto, anche coi parenti non ho più avuto contatti! Se voi ve ne andate, io dove vado?”
“Scemetta non penserai, che t’abbandoniamo, intanto non ho intenzione d’andare in veneto, ma se io e mamma c’andassimo, tu verrai con noi! Sei o non sei la mia tata, la mia prima donna e la mia amante continuativa?”
“Oh caro, grazie! Grazie! D’ora in poi sarò sempre a tua disposizione!”
“Ah, già, che ci sei, che ne dici, se ti visito il culetto, che è da un po’, che non entro in quel tunnel?”
“Certo caro, lo sai, che quel posticino è stato e sarà sempre solo tuo!”
“Così le alzai la gonna, Elide quando era con me, non portava intimo, così in un baleno fui nel suo secondo canale, erano le 16:30 circa quando entrai nel pertugio, alle 19:00 ero ancora a scavare in quella galleria, alle 19:05 squillò il telefono, lasciai, che intervenisse la segreteria, non volevo smettere di rovistare in quel cratere, ma quando sentii, che era mamma, sempre andando avanti e indietro nel culo d’Elide risposi.
Mamma mi disse, che se tornavo a casa per cena, passassi in rosticceria a fare la spesa, perché Elide era sparita dal mattino.
Dissi a Fiorenza, che Elide in quel momento era col culo in aria, col mio cazzo nel canale, che veniva pompata, in quanto alla cena, appena finito con Elide passavamo a casa a prenderla e andavamo in Liguria a mangiare i pesci, di cui le due erano ghiotte.
Messo giù il telefono dissi:
“Dai Elide veniamo, che si fa tardi se dobbiamo andare in Liguria”
“Ma Claudio porti anche me?”
“Beh tu fai parte della famiglia!”
In cinque minuti ebbi l’orgasmo, le spruzzai un sacco di sborra nel culo, che alcuni schizzi le sporcarono la maglia e la gonna.
Finito andò in bagno a riassettarsi, quando tornò disse mogia:
“Claudio non posso venire al ristorante con voi, guarda sono sporca come una maiala”
“Elide dai usciamo e passiamo in boutique e ti compri un vestito”
“Cosa dici Claudio io in boutique, non ho mai messo piede!”
“Beh, è ora, che cominci”
Dopo 10 minuti eravamo nel negozio, le ho regalato un bellissimo completo verde.
Il completo era un tailleur con un elegante giacca e una gonna lunga fino alle caviglie, con uno spacco laterale a destra in modo che ad ogni passo si notasse la gamba.
La boutique forniva anche l’intimo femminile, così feci prende alla mia tata, anche un paio di calze nere, con la cucitura posteriore abbinandole con reggiseno e mutandine eleganti in pizzo.
Dicemmo alla responsabile, che dovevamo recarci ad un party pertanto avremmo gradito, che la signora potesse indossare immediatamente i nuovi acquisti.
Visto, che l’ammontare della spesa era superiore ai 5000 €, la responsabile non ebbe
remore, poi una volta, che Elide era pronta la signora guardandomi disse:
“Sua mamma sta proprio bene. L’unica cosa se mi permette di consigliarla, è, che con quel vestito si dovrebbe calzare un paio di scarpe modello d’orsay”
Chiesi se loro vendessero anche le scarpe, ma mi disse, che non trattavano nessun genere di scarpe.
Elide s’intromise e disse:
“Caro bambino mio, va bene anche così! Poi tanto ormai i negozi sono in chiusura!”
La responsabile sorridendomi disse:
“Ho un’amica che ha un negozio di scarpe d’alta moda, se può farle piacere le telefono e la facciamo attendere la vostra visita?”
“Grazie le sarei riconoscente signora!”
“Telefono subito, ma per favore non mi chiami signora mi chiami Donata!”
Nel giro di due minuti, ci fissò un appuntamento con la sua amica Michela.
Dopo venti minuti arrivammo a questo piccolo, ma fornitissimo negozio di scarpe da donna, d’ottima fattura.
Michela ci spigò, che il suo negozio trattava solo scarpe da donna d’alta qualità, che col vestito della signora serviva come suggerito da Donata, un modello d’orsay o un
Pumps”
Sia io che Elide chiedemmo, che differenza c’era”
Michela pazientemente visto l’ora abbondantemente oltre la chiusura ci spiegò:
La d’orsay è una scarpa, dove uno o entrambi i lati del piede rimangono scoperti, può essere bassa o con tacchi alti, mentre la Pumps è una scarpa col tacco esageratamente alto e col plateau, anche se il plateau diminuisce il dislivello, questo tipo di tacco rimane comunque una scarpa da indossare di rado e in determinate occasioni ben selezionate”
Chiesi gentilmente a Michela se si potevano provare tutti due i modelli.
Chiese il numero e li portò per farli provare a Elide.
Elide li provò, poi disse, che preferiva le prime, ma io dissi a Michela che prendevamo sia un paio, che l’altro.
Michela sorridendo disse:
“Vedo, che siete dei signori molto eleganti e facoltosi, ma per correttezza devo dirvi, che questi due paia di scarpe hanno un costo totale di 2500 €”
“Bene, tenga la carta di credito!” dissi a Michela, poi rivolgendomi a Elide:
“Mamma desidererei, che per prima indossassi le pumps”
“Certo figliolo!” rispose.
Michela tornò con la carta di credito e lo scontrino dove apposi la firma.
Ci salutammo, partimmo per il mare, prima passando a prendere mamma.
Usciti dal ristorante ci facemmo una passeggiata sulla spiaggia, Fiorenza alla mia sinistra mi teneva sotto braccio, mentre Elide a destra mi teneva la mano.
Ad un certo punto Elide rivolgendosi a mamma disse:
“Sai Fiorenza cos’ha fatto oggi questo matto?”
“Beh sai Elide, che non mi piace essere volgare, ma da quel che ho capito t’ha scopato e poi inculato!”
“Si, ma per portarmi a cena con voi ha speso più di 7000 €”
“Come sarebbe?”
“Siccome non volevo venire, perché il nostro amore nella foga di prendermi il culo, m’aveva macchiato il vestito, ha deciso di comprarmene uno nuovo firmato poi su suggerimento della commessa m’ha acquistato anche le scarpe, ma siccome quelle, che ho scelto non le piacevano, ne ha comprate anche altre, che le piacevano a lui”
“Bravo Claudio! Fai bene a fare dei bei regali a Elide, ma perché non fai lo stesso regalo anche a me, così quando usciamo tutti tre insieme io e Elide ci vestiamo allo stesso modo”
“Va bene mamma, però Elide dev’essere d’accordo!”
“Certo, lo sai, che a me va bene tutto ciò, che fa piacere a voi due!”
“Ok mamma domani mattina andiamo a fare spese, Elide vieni anche tu?”
“No caro, m’imbarazzerebbe troppo presentarmi davanti a quella, che pensava fossi tua mamma e con te che mi chiamavi mamma”
Tornammo a casa, nonostante avessi chiavato tutto il giorno con la tata, entrati in casa vedendo la gamba fasciata dal nero delle calze, attraverso lo spacco del vestito di Elide e la gamba con la calza rossa di mamma, attraverso lo spacco del suo vestito il manganello mi venne duro, così dissi:
“Mamma vedervi così fighe, m’è venuto un mandrillone stratosferico, cosa ne dite se vi scopo tutte due?”
“Amore sai bene, che non farei mai a meno del tuo bel cazzone!” rispose Fiorenza.
“Amore, sai che a te non nego mai niente, anche se non sei mio figlio, t’amo come lo fossi e di me puoi fare cosa vuoi!” aggiunse Elide.
Ci spogliammo lì in salone, poi andammo tutti tre in camera di mamma, dove passai una notte memorabile, scopai e sodomizzai le due donne per tutta la notte, tanto che non dormii, all’alba Elide s’alzò per preparare la colazione, mentre mamma sempre più innamorata disse:
“Ormai non voglio più nessun altro uomo all’infuori di te!”
“Anch’io mamma, con te faccio l’amore con le altre scopo!”
Elide ci chiamò, che era pronta la colazione, così c’alzammo e andammo in cucina, mamma mi teneva per il cazzo, mentre io le palpavo il culo, che avevo posseduto neanche un’ora prima.
Dopo colazione avvertii la mia segretaria, che per la giornata sarei stato assente dallo studio.
Portai mamma in boutique, chiesi della signora Donata, che arrivò subito, alla quale spiegai, che desideravo comprare la stessa merce di ieri anche per la signora presente”
Dopo la boutique andammo da Michela, la calzaturiera, che m’aveva colpito per eleganza e raffinatezza.
Michela avrà avuto 60/65 anni, era una signora alta 1.78, un sorriso seducente poche rughe sul viso, con una pelle tutto sommato liscia.
Arrivammo al negozio, anche mamma prese le stesse scarpe d’Elide.
Come la sera prima pagai con la carta, ma quando tornammo a casa con sorpresa in mezzo alla ricevuta del negozio di scarpe, trovai un bigliettino da visita con scritto:
«Se le fa piacere mi chiami! Michela» dove aveva scritto a mano il suo numero privato.
A ripensarci un giro su quel corpo si poteva anche fare, anche, perché non avevo notato nessuna fede al dito, il che voleva dire, che non aveva un marito, perciò in teoria era libera.
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