15 Vado a convivere con Michela la vecchia negoziante

di
genere
incesti

Vado a convivere con Michela la vecchia negoziante



Il lunedì mattina ho telefonato al mio studio, Piera m’ha comunicato che per quel giorno non avevo clienti al contrario del giorno successivo, quindi le ho comunicato, che non quel giorno non avrei lavorato.
Piera, con voce dolce chiese:
“Siccome domani hai un appuntamento dopo l’altro, puoi venire un paio d’ore prima?”
“Perché?” chiesi a mia volta.
“Per quel lavoretto alla mia fighetta!”
“Va bene!”
Con Michela andammo ai laghi d’Avigliana, dove ci fermammo a pranzare in un localino, poi dopo una passeggiata lungo laghi tornammo a casa sua.
Miky era in fregola, aveva una voglia matta di scopare, nel viaggio di ritorno mentre era sorridente e in uno stato euforico a voce alta, lasciò emergere i suoi pensieri:
“Se mi vedesse mia sorella qui con lui, chissà, che invidia”
“Cosa hai una sorella?”
“Si ma non te la presenterò mai, anzi visto, che non ti sposi più, che ne diresti di venire a vivere con me!”
“No grazie a casa con mamma ho tutta la libertà, che voglio!”
“Senti Claudio, io ti lascerei tutta la libertà che vuoi, non sarei gelosa delle tue avventure, ma per me sarebbe un motivo di rivalsa verso mia sorella, inoltre dal primo momento, che t’ho visto mi sono innamorata di te!”
“Senti ci penso e ti faccio sapere”
Arrivati alla sua villa, appena chiusa la porta alle nostre spalle, mi saltò addosso dicendomi:
“Claudio voglio, che tu mi prenda come più ti piace, voglio dimostrarti il mio amore, pertanto fai di me la tua puttana!”
Incominciammo a spogliarci a vicenda nel corridoio, quando raggiungemmo la sua camera eravamo nudi, lei si piegò a 90°, appoggiando le braccia al mobile a specchiera, m’offrì il suo deretano, che non mancai d’invadere, dopo alcune pompate, Michela era sul punto d’orgasmare, così mentre entravo e uscivo le chiesi:
“Allora Arturo fa il suo dovere? E tu sei soddisfatta d’Arturo?”
“Si, si, si, Arturo non mi tradisce mai! Arturo lo trovo sempre duro, ma io amo il suo proprietario”
Continua l’andare e vieni in quel culo magnifico, nonostante avesse 62 anni e un po’ di cellulite, il suo deretano poteva essere l’invidia di tante 30/40/50enni.
Dopo ben quattro orgasmi di Michela, finalmente le inondai il canale con una copiosa sborrata.
Appena finita la sborrata mi coricai supino e le dissi:
“Ora vorrei allargarti quella figa stupenda, che è tutta rorida, ma prima devi farmi un bel pompino in modo, che Arturo torni alle sue consone dimensioni”
Non avevo ancora terminato di parlare, che s’era già fiondata con la bocca sulla cappella cominciando a succhiare, poi mi scappellò, se lo mise in bocca quasi tutto.
In pochi minuti tornai alle solite dimensioni, quindi la tirai su me, dicendole:
“Ora voglio, che sia tu a impalarti, poi devi essere sempre tu a dettare il ritmo io voglio solo limonarti, per il resto devi essere tu a fare tutto!”
Anche qui non finii la frase, che s’introdusse il cazzo in figa, muovendosi come un’indemoniata, Michela in quel momento aveva un viso e un sorriso soave, sembrava una bambina, non dimostrava i suoi 62 anni, ma sembrava una 25enne col suo primo fidanzatino.
Si scopò per almeno 40 minuti, al momento, che le venni dentro avevo contato almeno 6 suoi orgasmi.
A quel punto come si dice, la notte era ancora giovane, abbiamo fatto una pausa, poi dopo una doccia consumata insieme, tornammo a letto dove facemmo di nuovo l’amore.
Il mattino dopo m’alzai, andai in studio, dove Piera la mia segretaria m’attendeva, appena aperta la porta la trovai già nuda.
Per farmi una sorpresa Piera s’era depilata la figa, che risultava glabra, come quella d’una verginella.
Piera era una donna giovane di 24/25 anni, fulva di capelli che portava alle spalle, alta circa 160 cm, gambe lunghe e polpacci leggermente pronunciati, che si snellivano per causa dei tacchi da 12.
Aveva un viso fresco e sempre sorridente, la sua unica nota stonata, era un naso aquilino, che le ho promesso, le avrei pagato l’operazione quando avesse partorito il primo figlio come regalo.
“Dai Claudio chiavami subito, che fra poco arrivano i primi clienti e oggi non hai neanche il tempo di mangiare!”
Anche Piera era innamorata di me, ma ormai aveva un marito, anche se nei momenti d’intimità mi diceva:
“Voglio dei figli da te, che si terrà quel cornuto impotente di mio marito! Non è riuscito neanche a sverginarmi con quel modellino di pisellino in scala 1:1000”
La giornata passò tranquillamente, sentii, almeno dieci clienti, poi alle 17.30, chiudemmo lo studio, accompagnai Piera a casa, poi tornando passai a comprare un collier per Lorenza e una collanina per Elide, che le diedi appena arrivato a casa.
Parlai con le due della proposta di convivenza di Michela, mamma non la prese molto bene, mentre Elide fu più tollerante, dicendo:
“Beh visto, che Michela abita dall’altra parte della città, possiamo dire, che convivi con la tua donna e vieni solo a trovarci alcuni giorni della settimana. In questo modo tacciamo le malelingue, che incominciano a spettegolare”
Dopo due ore di chiacchiere, convincemmo anche Lorenza, che questa convivenza sarebbe stata una cosa opportuna per tutti.
Per me, che avevo una donna, per mamma e per la tata, visto, che nel nostro rione c’era qualcuno, che spettegolava sul nostro morboso rapporto.
A spettegolare erano solo 4/5 persone tutti uomini sposati, che in passato avevano provato a portarsi a letto sia Lorenza, che Elide.
Uno di questi proprio in quei giorni, era stato beccato dalla moglie a letto con una signora sposata, il problema della moglie, era, che lui non le dava mai un soldo, così al momento non sapeva a chi rivolgersi.
Incontro mamma in macelleria, si sfogò con lei, impietosita dalla signora e forse anche per una rivalsa nei confronti del fedifrago, consigliò alla signora Anna di venire al mio studio.
Visto la mancanza di liquidità d’Anna, le proposi come parcella il 20% dei beni di quel che si riusciva ad ottenere dal marito all’atto dalla separazione.
Mi diedi da fare, scoprii diversi immobili tenuti nascosti dall’uomo e quando arrivammo al divorzio ottenemmo oltre 500 milioni d’euro per Anna dei quali 100 erano destinati a me.
Intanto convivevo con Michela, la quale diventò amica di mamma e della tata, aveva anche capito, che scopavo con una certa frequenza la tata e immaginava, che io e mamma fossimo fautori dell’incesto, ma non osava interferire per paura di perdermi.


scritto il
2022-05-03
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