7 La mia matrigna Jolanda
di
Fiocinatore
genere
incesti
La mia matrigna Jolanda
Dopo circa un lustro, mio padre era stato lasciato dalla giovane segretaria, nel frattempo aveva conosciuto una signora separata, che aveva circa l’età di mamma.
La signora in questione aveva anche una figlia Rosa Maria d’unici anni, mentre la mamma si chiamava Jolanda.
Papà aveva perso la testa per Jolanda, tanto, che insistette con me per farmela conoscere.
Per me era una situazione imbarazzante, anche, perché non volevo fare dispiacere a mamma, perciò il week end lo passavo a casa con Fiorenza e Elide, la settimana ero impegnato con la scuola, ma soprattutto con Roberta, perciò era difficile trovare il momento giusto.
L’occasione si presento a Pasqua, quando la mia attività sessuale si tranquillizzò, perché Marina andò a vivere con Carola.
Papà ricominciò telefonicamente a parlare con mamma, alla quale confessò l’esistenza di Jolanda e di come ci tenesse a un mio giudizio su Jolanda e la figlia.
Così mamma quel week end mi dirottò a Verona, città dove ora viveva mio padre.
Arrivai alla stazione di Verona Porta Vescovo, dove ad attendermi c’era Ettore mio padre.
Ci scambiammo un saluto abbastanza gelido, poi salimmo in macchina e via verso l’abitazione, che condivideva con Jolanda e la figlia.
Giunti a destinazione mi presentò una mocciosa di nome Rosa Maria, di circa 10/11 anni, a prima vista una bella ragazzina, poi fu la volta della madre Jolanda.
Jolanda, era una donna matura sui 40 anni, altezza media corporatura leggermente robusta, viso tendente al tondo, naso piccolo con orecchie proporzionate, collo sottile e fronte alta, coperta da lunghi capelli scuri mossi, per ultima cosa notai le labbra sottili.
A primo impatto, m’è sembrata una persona, simpatica, solare, allegra, attiva e introversa, forte e sicura, cortese ed educata anche molto generosa ed espansiva nei miei confronti.
Nel week end trascorso con loro m’ha fatto una buonissima impressione, l’unica cosa stonata forse da parte mia era, che continuavo a considerare mio padre colpevole della separazione dei miei genitori.
Il tempo trascorso con la mia matrigna fu molto piacevole, lei aveva molte attenzioni nei miei riguardi.
La domenica organizzò un pranzo in un agriturismo appena fuori porta, dove si mangiò bene, inoltre c’era una bella atmosfera, mentre per il giorno di Pasquetta mi portò ai Portoni della Bra, con due grandi archi merlati, mi spiegò, che la torre Pentagona con l’orologio, fu un regalo del conte Antonio Nogarola nel 1871.
Poi da piazza Bra ammirammo Palazzo della Gran Guardia, Palazzo Barbieri, sede del Comune di Verona, l’anfiteatro Arena tempio della Musica Lirica, il monumento eretto in onore di Vittorio Emanuele II, poi la tappa fondamentale per chi visita Verona, la Casa di Giulietta.
Da sempre meta prediletta dagli innamorati, col celebre balcone, con sotto la statua in bronzo di Giulietta dove Giulietta s’affacciava per vedere l’amato.
Passai veramente una bella giornata, ma alla sera verso le 17:00 ero di nuovo in stazione questa volta a Porta Nuova l’altra stazione di Verona, per prendere il treno per far ritorno nel mio amatissimo Piemonte.
Alla stazione non c’era solo mio padre, ma anche la mia matrigna Jolanda e la mia sorellastra Rosa Maria.
Ettore mi salutò stringendomi la mano, Rosa Maria mi diede un bacino sulla guancia, la più affettuosa fu Jolanda, che dapprima mi baciò sulle guance come si bacia un figlio, poi mentre mio padre e sua figlia tornavano all’auto, m’abbracciò e mi schioccò un bacio sulle labbra, infine avvicinò le labbra all’orecchio e mi sussurrò:
“Claudio torna presto a trovarci! Ho notato, che hai una dotazione spaziale in mezzo alle gambe, mi piacerebbe provarla! Stai sicuro, che ti farò divertire!”
Poi s’allontanò, ma prima con la mano sinistra diede una palpatina ai paesi bassi.
Neanche il tempo di salire sul treno, che mi giunse un sms:
«Se come ho visto, ce tensione con tuo padre, ti prenoto una stanza in albergo, così ci vediamo noi! Stai tranquillo, che so come fare divertire un ragazzo dotato come te! Ricordati, che t’aspetto nel modo, che preferisci, con l’incontro con tuo padre o senza incontrarlo, l’importante è che tu mi voglia!»
«Certo sei una donna stupenda, ma non vorrei creare problemi alla vostra relazione, mi lusinga molto, che una donna come te, abbia attenzioni per me!» risposi quasi subito.
In quel momento il treno cominciò a muoversi, il cellulare vibrò, un altro messaggio di Jolanda:
«Dimmi solo quando puoi tornare e non preoccuparti di niente, organizzo tutto io in gran segreto, vedrai, che ci divertiremo molto. Ciao Claudio!»
«Ok!» fu la mia risposta.
Jolanda mi piaceva molto, oltretutto mi lusingava, che la donna di mio padre volesse tradirlo proprio con me, suo figlio.
Arrivato a casa feci i bagagli e tornai a scuola, ma non ero concentrato anche le scopate, che facevo con Roberta e quando tornavo a casa con Elide, non mi davano più le emozioni precedenti, per riuscire a godere dovevo pensare a quella gran donna e gran porca di Jolanda, così comunicai a mamma, che nel fine settimana successivo, mi sarei preso una vacanza per riposarmi, perché ero esaurito dallo studio.
Fiorenza si propose d’accompagnarmi, ma riuscii a convincerla, che da solo mi sarei riposato molto di più.
Che bugiardo, altro, che riposarmi già pregustavo l’entrata del mio randello dentro quel corpo da gran figa di Jolanda, difatti appena fui solo la chiamai, ma non rispose, allora le messaggiai tramite WhatApp:
«Cara la mia porcona, venerdì sera alle 17:00 sarò alla stazione Porta Vescovo, mi raccomando, mio padre non deve saperlo, per dormire trova tu dove alloggerò! Ciao mia bella puttanona!»
Neanche 30 secondi ed ecco la risposta:
«Scusa ma stavo parlando con Ettore, per non dare adito a cattivi pensieri non ho risposto. Per quanto riguarda il tuo arrivo alle 16:30 sarò li ad aspettarti, poi t’accompagnerò a Grezzana un paesino a una decina di km, li vive una mia anziana zia, che neanche tuo padre sa della sua esistenza, così staremo tranquilli. Per quanto riguarda la tua permanenza fin quando ti fermerai bel cazzone mio?»
«Bella gnoccolona mia, passo con te le notti di venerdi, sabato e domenica poi lunedi pomeriggio ritorno a casa!»
«Bellissimo, allora comunicherò a tuo padre, che ho una zia malata a Eraclea in provincia di Venezia e devo assisterla, perciò m’assenterò per alcuni giorni, gli chiederò di badare alla bambina»
«Benissimo non vedo l’ora d’entrarti nelle mutande! Sei una figa pazzesca! Sono giorni e notti, che sogno di trombarti, sognandoti tutta nuda!»
«Non vedo l’ora d’averti dentro me! Comunque ora smettiamola coi messaggi non vorrei, che tuo padre li scoprisse!»
«Un’ultima cosa mia bella maialina, se non vuoi, che Ettore li scopra, cancellali, ma ricordati di me venerdì»
«Amore come potrei dimenticarmi di te, dopo aver penato tutto questo tempo. Adesso chiudo e cancello tutti i tuoi messaggi, poi torno a casa e do la notizia a tuo padre! Ciao amore mio, riguardati, perché chissà quante porche vogliono il tuo bel serpentone con un occhio solo»
A questo punto chiudemmo e non massaggiammo più, ci vedemmo venerdì alla stazione.
Jolanda era uno splendore, appena scesi dal treno mi corse incontro, m’abbracciò stretto, stretto, poi mi baciò con un bacio a stampo, infine mi prese a braccetto, m’accompagnò alla sua auto.
Vestiva in modo classico, aveva un Tailleur blu, con gonna appena sopra il ginocchio, calze velate dello stesso colore, che davano risalto a gambe stupende, una camicetta bianca coi due bottoni in alto non chiusi, sotto portava un reggiseno a balconcino tendente a sollevare il seno, mettendo in risalto i seni prosperosi.
Non vedevo se portava il perizoma o degli slip, ai piedi calzava scarpe decollete, con un tacco da 12 cm, che le slanciava le gambe, evidenziando i polpacci, sul sedile posteriore, aveva una borsa bauletto, nel baule dell’auto quando posizionammo la mia valigia, notai un borsa tipo 24 ore.
Jolanda era senz’altro una donna benestante, questo lo dedussi dal modo di vestire e dall’auto, guidava una Mercedes-Benz Classe E430 un’auto molto costosa.
M’accomodai sul sedile anteriore di fianco a lei.
Partimmo velocemente dopo 10/15 minuti giungemmo a destinazione, salutò la vecchia zia, poi le porse una busta, quindi s’accomiatò, facendomi cenno con la mano andammo nella stanza allestita per noi.
La mia matrigna, mi disse, che quella stanza era sempre a sua disposizione, per lei e per i suoi occasionali amanti, visto, che era lei a provvedere al sostentamento della zia.
Mi disse anche di stare tranquillo, perché nessuno c’avrebbe disturbato, anche per il mangiare non c’erano problemi, nei giorni scorsi aveva portato proviste per una settimana e nel giro di un’ora la zia sarebbe partita per andare a Eraclea da sua sorella.
Così passammo un paio d’ore a parlare e limonare, poi alle 20:00 Jolanda preparò la cena, la zia era partita infatti mi disse:
“Amore mio adorato hai visto siamo soli! Adesso possiamo anche girare per casa nudi e fare l’amore in ogni posto! Dai spogliati, fammi vedere, ammirare, toccare, mangiare quel ben di dio, che hai in mezzo alle gambe!”
Mi spogliai dei pantaloni e degli boxer, a questo punto venne alla luce un maestoso membro, lei lanciò un urlo di stupore:
“Wow, che bestia stupenda, ho voglia d’averlo dentro me!”
Si piegò a 90°, mostrando due chiappe sode, che subito palpeggiai, mentre lei imboccò il cazzo, per una buona metà, poi dopo alcuni tentativi e diverse leccate se lo tolse di bocca, inginocchiandosi disse guardandomi negli occhi:
“Amore per quando tornerai a casa, sarò riuscita a prenderlo tutto fino in gola, imparerò, in modo, che le prossime volte non sia più goffa come ora”
“Non ti preoccupare Jolanda, se non riuscirai, fino adesso nessuna donna c’è riuscita” risposi.
“Come nessuna donna? Quali donne? Quante donne?”
“Beh le esperienze, che ho fatto con quattro o cinque donne!”
“Saranno state ragazzine senza esperienza!” disse con un sorriso come per sfidarmi.
“Beh ho perso la verginità con una quasi 60enne”
“Logico la prima esperienza si fa sempre con una nave scuola anziana!”
“Poi ho avuto una 30 enne amica di mamma, ho soddisfatto anche due professoresse una delle medie e una delle superiori, con la quale divido il letto ancora adesso, nel mentre mi sono fatto la preside e una mia compagna di scuola, che ho ingravidato tre volte, ma ha sempre abortito, con la complicità della preside”
“Claudio, perché non hai usato i preservativi?”
“Vedi cara, se una vuole chiavare con me, deve assumersi anche il rischio, che la irrori in figa, che l’evento possa portare a una gravidanza, visto, che godo molto di più trombare a pelle nuda, oppure, che sia la donna a prendere la pillola o mettersi la spirale”
“Perciò in questi giorni di scopate, tu non metterai preservativi?”
“No! Se non hai la spirale o non fai uso della pillola, sarai a rischio bebè, oppure non si fa niente!”
“Scherzi ho un prurito micidiale, non aspetto altro dalla prima volta che t’ho visto! E poi un figlio tuo, non mi dispiacerebbe! Ora amore scopami!”
Detto questo andammo sul letto, dove si tolse reggiseno e mutandine, subito dopo il
tailleur, ormai nuda le andai a cavallo, la trovai già bagnata, così entrai in lei dolcemente, poco dopo sembravo una furia, scopavamo come due, che non avessero un domani.
Dopo una mezzora Jolanda, cominciò a battere i pugni sul materasso ed agitarsi infine urlava parole senza senso:
“Aiuto, mamma mia, che cazzone, devi essere mio, rendimi la tua puttana, portami a battere, sarò la tua schiava, neanche tuo padre può competere, Rocco Siffredi al tuo confronto è un mini dotato, voglio figliare con te, tu devi essere il mio uomo”
Poi ad un certo punto mi venne lo stimolo di sborrare e le chiesi:
“Vuoi, che ti venga dentro o sulla faccia?”
“Dentro, dentro, d’ora in poi dentro la figa, voglio darti un figlio!”
Così senza ulteriori indugi le allagai la caverna, con una grossa quantità di sborra.
Jolanda alla fine svenne, quando si riprese mi domandò:
“Claudio cos’è successo? Mi ricordo solamente il momento, che m’hai penetrata e le prime pompate, poi la nebbia e tanto, tanto godimento!”
“Jolanda hai goduto come dici, ma prima straparlavi”
“Ok! Ora riposiamoci, facciamo uno spuntino, poi ricominciamo, tanto abbiamo più di due giorni e non voglio perdere tempo, voglio godere come mai in vita mia e poi m’hai promesso di darmi un figlio!”
“Guarda, che non ho promesso niente o solo detto, che se non usi precauzioni tu, c’è il rischio di rimanere incinta, visto, che io lo faccio pelle con pelle”
“Comunque sia, quando te ne andrai, voglio avere tuo figlio nella mia pancia”
Ci recammo a tavola nudi, dopo lo spuntino, io giovane adolescente, m’accorsi, che quella donna, con la promessa d’un figlio m’aveva sedotto, infatti l’erezione era evidente, così anche per vedere la sua reazione le dissi:
“Jo, che ne dici di riprovare a farmi un pompino?”
“Non aspetto altro!”
M’avvicinai a lei nuda, seduta al tavolo, io in piedi le posizionai il cazzo sulle labbra, che lei aprì, facendolo entrare, nel mentre cominciai con la mano sinistra a trastullarle il seno destro, in un momento il capezzolo s’enfirò, a quel punto posizionai la destra sulla figa, precisamente sul clitoride stimolandolo.
Jolanda cominciò a godere della stimolazione, questa volta inghiottì il membro per circa tre quarti, così dopo, che le sborrai in gola dei fiotti di crema, quando l’estrassi mi disse con tono dispiaciuto, ma anche raggiante:
“Hai visto, che stavolta il tuo cazzone è entrato già di più? Però speravo, che mi sborrassi in fica, perché come t’ho detto voglio un figlio tuo!”
“E con mio padre come la metti?”
“Ettore se vorrà continuare ad abitare con me e i miei figli, bene, se no pazienza, io ormai ho perso la testa per te, sono disposta ad affrontare tutte le critiche del caso e fra qualche anno appena sarai maggiorenne a sposarti”
“Calma Jo, adesso divertiamoci poi a tempo e ora ne parleremo, anche, perché io Fiorenza non la lascerò mai!”
“Chi è Fiorenza?”
“Mia mamma, la ex moglie d’Ettore”
Finita la conversazione ripresi a scopare con Jolanda la quale godeva, sveniva, appena si riprendeva voleva ricominciare, ormai le sue due ossessioni erano ingoiare il 100% del cazzo e rimanere incinta.
Passammo quei tre giorni a scopare ininterrottamente, le uniche pause erano il mangiare e qualche pisolino, per il resto Jo aveva il cazzo sempre in se, in bocca o in figa.
Il lunedì m’accompagnò alla stazione, prima di lasciarmi salire sul treno, mi baciò con un bacio alla francese, davanti a moltissime persone, che guardavano incuriosite di vedere una donna 42enne elegantissima e bellissima baciare con tanta foga un adolescente.
Stremato salii sul treno per recarmi da Roberta, ma poi cambiai meta, decisi di tornare da mamma Fiorenza.
Era molto più facile riposarmi nella casa materna, perché Elide non era invadente e vogliosa come Roberta.
Dopo circa un lustro, mio padre era stato lasciato dalla giovane segretaria, nel frattempo aveva conosciuto una signora separata, che aveva circa l’età di mamma.
La signora in questione aveva anche una figlia Rosa Maria d’unici anni, mentre la mamma si chiamava Jolanda.
Papà aveva perso la testa per Jolanda, tanto, che insistette con me per farmela conoscere.
Per me era una situazione imbarazzante, anche, perché non volevo fare dispiacere a mamma, perciò il week end lo passavo a casa con Fiorenza e Elide, la settimana ero impegnato con la scuola, ma soprattutto con Roberta, perciò era difficile trovare il momento giusto.
L’occasione si presento a Pasqua, quando la mia attività sessuale si tranquillizzò, perché Marina andò a vivere con Carola.
Papà ricominciò telefonicamente a parlare con mamma, alla quale confessò l’esistenza di Jolanda e di come ci tenesse a un mio giudizio su Jolanda e la figlia.
Così mamma quel week end mi dirottò a Verona, città dove ora viveva mio padre.
Arrivai alla stazione di Verona Porta Vescovo, dove ad attendermi c’era Ettore mio padre.
Ci scambiammo un saluto abbastanza gelido, poi salimmo in macchina e via verso l’abitazione, che condivideva con Jolanda e la figlia.
Giunti a destinazione mi presentò una mocciosa di nome Rosa Maria, di circa 10/11 anni, a prima vista una bella ragazzina, poi fu la volta della madre Jolanda.
Jolanda, era una donna matura sui 40 anni, altezza media corporatura leggermente robusta, viso tendente al tondo, naso piccolo con orecchie proporzionate, collo sottile e fronte alta, coperta da lunghi capelli scuri mossi, per ultima cosa notai le labbra sottili.
A primo impatto, m’è sembrata una persona, simpatica, solare, allegra, attiva e introversa, forte e sicura, cortese ed educata anche molto generosa ed espansiva nei miei confronti.
Nel week end trascorso con loro m’ha fatto una buonissima impressione, l’unica cosa stonata forse da parte mia era, che continuavo a considerare mio padre colpevole della separazione dei miei genitori.
Il tempo trascorso con la mia matrigna fu molto piacevole, lei aveva molte attenzioni nei miei riguardi.
La domenica organizzò un pranzo in un agriturismo appena fuori porta, dove si mangiò bene, inoltre c’era una bella atmosfera, mentre per il giorno di Pasquetta mi portò ai Portoni della Bra, con due grandi archi merlati, mi spiegò, che la torre Pentagona con l’orologio, fu un regalo del conte Antonio Nogarola nel 1871.
Poi da piazza Bra ammirammo Palazzo della Gran Guardia, Palazzo Barbieri, sede del Comune di Verona, l’anfiteatro Arena tempio della Musica Lirica, il monumento eretto in onore di Vittorio Emanuele II, poi la tappa fondamentale per chi visita Verona, la Casa di Giulietta.
Da sempre meta prediletta dagli innamorati, col celebre balcone, con sotto la statua in bronzo di Giulietta dove Giulietta s’affacciava per vedere l’amato.
Passai veramente una bella giornata, ma alla sera verso le 17:00 ero di nuovo in stazione questa volta a Porta Nuova l’altra stazione di Verona, per prendere il treno per far ritorno nel mio amatissimo Piemonte.
Alla stazione non c’era solo mio padre, ma anche la mia matrigna Jolanda e la mia sorellastra Rosa Maria.
Ettore mi salutò stringendomi la mano, Rosa Maria mi diede un bacino sulla guancia, la più affettuosa fu Jolanda, che dapprima mi baciò sulle guance come si bacia un figlio, poi mentre mio padre e sua figlia tornavano all’auto, m’abbracciò e mi schioccò un bacio sulle labbra, infine avvicinò le labbra all’orecchio e mi sussurrò:
“Claudio torna presto a trovarci! Ho notato, che hai una dotazione spaziale in mezzo alle gambe, mi piacerebbe provarla! Stai sicuro, che ti farò divertire!”
Poi s’allontanò, ma prima con la mano sinistra diede una palpatina ai paesi bassi.
Neanche il tempo di salire sul treno, che mi giunse un sms:
«Se come ho visto, ce tensione con tuo padre, ti prenoto una stanza in albergo, così ci vediamo noi! Stai tranquillo, che so come fare divertire un ragazzo dotato come te! Ricordati, che t’aspetto nel modo, che preferisci, con l’incontro con tuo padre o senza incontrarlo, l’importante è che tu mi voglia!»
«Certo sei una donna stupenda, ma non vorrei creare problemi alla vostra relazione, mi lusinga molto, che una donna come te, abbia attenzioni per me!» risposi quasi subito.
In quel momento il treno cominciò a muoversi, il cellulare vibrò, un altro messaggio di Jolanda:
«Dimmi solo quando puoi tornare e non preoccuparti di niente, organizzo tutto io in gran segreto, vedrai, che ci divertiremo molto. Ciao Claudio!»
«Ok!» fu la mia risposta.
Jolanda mi piaceva molto, oltretutto mi lusingava, che la donna di mio padre volesse tradirlo proprio con me, suo figlio.
Arrivato a casa feci i bagagli e tornai a scuola, ma non ero concentrato anche le scopate, che facevo con Roberta e quando tornavo a casa con Elide, non mi davano più le emozioni precedenti, per riuscire a godere dovevo pensare a quella gran donna e gran porca di Jolanda, così comunicai a mamma, che nel fine settimana successivo, mi sarei preso una vacanza per riposarmi, perché ero esaurito dallo studio.
Fiorenza si propose d’accompagnarmi, ma riuscii a convincerla, che da solo mi sarei riposato molto di più.
Che bugiardo, altro, che riposarmi già pregustavo l’entrata del mio randello dentro quel corpo da gran figa di Jolanda, difatti appena fui solo la chiamai, ma non rispose, allora le messaggiai tramite WhatApp:
«Cara la mia porcona, venerdì sera alle 17:00 sarò alla stazione Porta Vescovo, mi raccomando, mio padre non deve saperlo, per dormire trova tu dove alloggerò! Ciao mia bella puttanona!»
Neanche 30 secondi ed ecco la risposta:
«Scusa ma stavo parlando con Ettore, per non dare adito a cattivi pensieri non ho risposto. Per quanto riguarda il tuo arrivo alle 16:30 sarò li ad aspettarti, poi t’accompagnerò a Grezzana un paesino a una decina di km, li vive una mia anziana zia, che neanche tuo padre sa della sua esistenza, così staremo tranquilli. Per quanto riguarda la tua permanenza fin quando ti fermerai bel cazzone mio?»
«Bella gnoccolona mia, passo con te le notti di venerdi, sabato e domenica poi lunedi pomeriggio ritorno a casa!»
«Bellissimo, allora comunicherò a tuo padre, che ho una zia malata a Eraclea in provincia di Venezia e devo assisterla, perciò m’assenterò per alcuni giorni, gli chiederò di badare alla bambina»
«Benissimo non vedo l’ora d’entrarti nelle mutande! Sei una figa pazzesca! Sono giorni e notti, che sogno di trombarti, sognandoti tutta nuda!»
«Non vedo l’ora d’averti dentro me! Comunque ora smettiamola coi messaggi non vorrei, che tuo padre li scoprisse!»
«Un’ultima cosa mia bella maialina, se non vuoi, che Ettore li scopra, cancellali, ma ricordati di me venerdì»
«Amore come potrei dimenticarmi di te, dopo aver penato tutto questo tempo. Adesso chiudo e cancello tutti i tuoi messaggi, poi torno a casa e do la notizia a tuo padre! Ciao amore mio, riguardati, perché chissà quante porche vogliono il tuo bel serpentone con un occhio solo»
A questo punto chiudemmo e non massaggiammo più, ci vedemmo venerdì alla stazione.
Jolanda era uno splendore, appena scesi dal treno mi corse incontro, m’abbracciò stretto, stretto, poi mi baciò con un bacio a stampo, infine mi prese a braccetto, m’accompagnò alla sua auto.
Vestiva in modo classico, aveva un Tailleur blu, con gonna appena sopra il ginocchio, calze velate dello stesso colore, che davano risalto a gambe stupende, una camicetta bianca coi due bottoni in alto non chiusi, sotto portava un reggiseno a balconcino tendente a sollevare il seno, mettendo in risalto i seni prosperosi.
Non vedevo se portava il perizoma o degli slip, ai piedi calzava scarpe decollete, con un tacco da 12 cm, che le slanciava le gambe, evidenziando i polpacci, sul sedile posteriore, aveva una borsa bauletto, nel baule dell’auto quando posizionammo la mia valigia, notai un borsa tipo 24 ore.
Jolanda era senz’altro una donna benestante, questo lo dedussi dal modo di vestire e dall’auto, guidava una Mercedes-Benz Classe E430 un’auto molto costosa.
M’accomodai sul sedile anteriore di fianco a lei.
Partimmo velocemente dopo 10/15 minuti giungemmo a destinazione, salutò la vecchia zia, poi le porse una busta, quindi s’accomiatò, facendomi cenno con la mano andammo nella stanza allestita per noi.
La mia matrigna, mi disse, che quella stanza era sempre a sua disposizione, per lei e per i suoi occasionali amanti, visto, che era lei a provvedere al sostentamento della zia.
Mi disse anche di stare tranquillo, perché nessuno c’avrebbe disturbato, anche per il mangiare non c’erano problemi, nei giorni scorsi aveva portato proviste per una settimana e nel giro di un’ora la zia sarebbe partita per andare a Eraclea da sua sorella.
Così passammo un paio d’ore a parlare e limonare, poi alle 20:00 Jolanda preparò la cena, la zia era partita infatti mi disse:
“Amore mio adorato hai visto siamo soli! Adesso possiamo anche girare per casa nudi e fare l’amore in ogni posto! Dai spogliati, fammi vedere, ammirare, toccare, mangiare quel ben di dio, che hai in mezzo alle gambe!”
Mi spogliai dei pantaloni e degli boxer, a questo punto venne alla luce un maestoso membro, lei lanciò un urlo di stupore:
“Wow, che bestia stupenda, ho voglia d’averlo dentro me!”
Si piegò a 90°, mostrando due chiappe sode, che subito palpeggiai, mentre lei imboccò il cazzo, per una buona metà, poi dopo alcuni tentativi e diverse leccate se lo tolse di bocca, inginocchiandosi disse guardandomi negli occhi:
“Amore per quando tornerai a casa, sarò riuscita a prenderlo tutto fino in gola, imparerò, in modo, che le prossime volte non sia più goffa come ora”
“Non ti preoccupare Jolanda, se non riuscirai, fino adesso nessuna donna c’è riuscita” risposi.
“Come nessuna donna? Quali donne? Quante donne?”
“Beh le esperienze, che ho fatto con quattro o cinque donne!”
“Saranno state ragazzine senza esperienza!” disse con un sorriso come per sfidarmi.
“Beh ho perso la verginità con una quasi 60enne”
“Logico la prima esperienza si fa sempre con una nave scuola anziana!”
“Poi ho avuto una 30 enne amica di mamma, ho soddisfatto anche due professoresse una delle medie e una delle superiori, con la quale divido il letto ancora adesso, nel mentre mi sono fatto la preside e una mia compagna di scuola, che ho ingravidato tre volte, ma ha sempre abortito, con la complicità della preside”
“Claudio, perché non hai usato i preservativi?”
“Vedi cara, se una vuole chiavare con me, deve assumersi anche il rischio, che la irrori in figa, che l’evento possa portare a una gravidanza, visto, che godo molto di più trombare a pelle nuda, oppure, che sia la donna a prendere la pillola o mettersi la spirale”
“Perciò in questi giorni di scopate, tu non metterai preservativi?”
“No! Se non hai la spirale o non fai uso della pillola, sarai a rischio bebè, oppure non si fa niente!”
“Scherzi ho un prurito micidiale, non aspetto altro dalla prima volta che t’ho visto! E poi un figlio tuo, non mi dispiacerebbe! Ora amore scopami!”
Detto questo andammo sul letto, dove si tolse reggiseno e mutandine, subito dopo il
tailleur, ormai nuda le andai a cavallo, la trovai già bagnata, così entrai in lei dolcemente, poco dopo sembravo una furia, scopavamo come due, che non avessero un domani.
Dopo una mezzora Jolanda, cominciò a battere i pugni sul materasso ed agitarsi infine urlava parole senza senso:
“Aiuto, mamma mia, che cazzone, devi essere mio, rendimi la tua puttana, portami a battere, sarò la tua schiava, neanche tuo padre può competere, Rocco Siffredi al tuo confronto è un mini dotato, voglio figliare con te, tu devi essere il mio uomo”
Poi ad un certo punto mi venne lo stimolo di sborrare e le chiesi:
“Vuoi, che ti venga dentro o sulla faccia?”
“Dentro, dentro, d’ora in poi dentro la figa, voglio darti un figlio!”
Così senza ulteriori indugi le allagai la caverna, con una grossa quantità di sborra.
Jolanda alla fine svenne, quando si riprese mi domandò:
“Claudio cos’è successo? Mi ricordo solamente il momento, che m’hai penetrata e le prime pompate, poi la nebbia e tanto, tanto godimento!”
“Jolanda hai goduto come dici, ma prima straparlavi”
“Ok! Ora riposiamoci, facciamo uno spuntino, poi ricominciamo, tanto abbiamo più di due giorni e non voglio perdere tempo, voglio godere come mai in vita mia e poi m’hai promesso di darmi un figlio!”
“Guarda, che non ho promesso niente o solo detto, che se non usi precauzioni tu, c’è il rischio di rimanere incinta, visto, che io lo faccio pelle con pelle”
“Comunque sia, quando te ne andrai, voglio avere tuo figlio nella mia pancia”
Ci recammo a tavola nudi, dopo lo spuntino, io giovane adolescente, m’accorsi, che quella donna, con la promessa d’un figlio m’aveva sedotto, infatti l’erezione era evidente, così anche per vedere la sua reazione le dissi:
“Jo, che ne dici di riprovare a farmi un pompino?”
“Non aspetto altro!”
M’avvicinai a lei nuda, seduta al tavolo, io in piedi le posizionai il cazzo sulle labbra, che lei aprì, facendolo entrare, nel mentre cominciai con la mano sinistra a trastullarle il seno destro, in un momento il capezzolo s’enfirò, a quel punto posizionai la destra sulla figa, precisamente sul clitoride stimolandolo.
Jolanda cominciò a godere della stimolazione, questa volta inghiottì il membro per circa tre quarti, così dopo, che le sborrai in gola dei fiotti di crema, quando l’estrassi mi disse con tono dispiaciuto, ma anche raggiante:
“Hai visto, che stavolta il tuo cazzone è entrato già di più? Però speravo, che mi sborrassi in fica, perché come t’ho detto voglio un figlio tuo!”
“E con mio padre come la metti?”
“Ettore se vorrà continuare ad abitare con me e i miei figli, bene, se no pazienza, io ormai ho perso la testa per te, sono disposta ad affrontare tutte le critiche del caso e fra qualche anno appena sarai maggiorenne a sposarti”
“Calma Jo, adesso divertiamoci poi a tempo e ora ne parleremo, anche, perché io Fiorenza non la lascerò mai!”
“Chi è Fiorenza?”
“Mia mamma, la ex moglie d’Ettore”
Finita la conversazione ripresi a scopare con Jolanda la quale godeva, sveniva, appena si riprendeva voleva ricominciare, ormai le sue due ossessioni erano ingoiare il 100% del cazzo e rimanere incinta.
Passammo quei tre giorni a scopare ininterrottamente, le uniche pause erano il mangiare e qualche pisolino, per il resto Jo aveva il cazzo sempre in se, in bocca o in figa.
Il lunedì m’accompagnò alla stazione, prima di lasciarmi salire sul treno, mi baciò con un bacio alla francese, davanti a moltissime persone, che guardavano incuriosite di vedere una donna 42enne elegantissima e bellissima baciare con tanta foga un adolescente.
Stremato salii sul treno per recarmi da Roberta, ma poi cambiai meta, decisi di tornare da mamma Fiorenza.
Era molto più facile riposarmi nella casa materna, perché Elide non era invadente e vogliosa come Roberta.
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