Disperato erotico stomp

di
genere
masturbazione

Oggi è giorno di bucato, sì insomma ogni due giorni mi cambio la tuta con la quale lavoro in magazzino, polvere e sudore, e qualche macchia strana qua e là.

Mi cambio in ufficio, nell'antibagno, mi tolgo il vestito comodo con il quale arrivo e mi infilo la tuta blu con le scarpe di sicurezza al posto delle infradito che uso in questi giorni di caldone.

Ma oggi no, sono stanca e non mi cambio per tornare a casa, lascio i vestiti buoni nell'armadietto non faccio neppure la doccia e vado a casa così.

Arrivo sotto casa e parcheggio, scendo e mi precipitò nell'androne, chiamo l'ascensore e salgo su, dentro la cabina comincia lo spogliarello, niente di che in realtà, mi slaccio le scarpe e già respiro, allento un poco la zip della tuta e sono al piano.

Esco e sono davanti la porta di casa, non c'è nessuno e posso osare, slaccio tutta la tuta, i seni liberi dal reggiseno escono mentre cincischio nella borsa cercando le chiavi.

Entro e non perdo tempo, le scarpe rimangono all'ingresso per ora insieme alla borsa, cammino coi calzini sul pavimento lucido, si scivola.

Intanto che mi dirigo in bagno mi sfilo la giacca, mi massaggio i seni già liberi, slaccio la cintura e la patta e lasciò cadere ai piedi i pantaloni scalciando, poi via slip e calzini, infilo tutto in lavatrice e lancio il programma.

Nuda finalmente entro in doccia, acqua calda Dio che bello, mi lavo via tutto il sudore e la polvere accumulata tra pallets pieni di scatoloni, caldo e nervosismo.

Poi mi asciugo, esco sulla terrazza in accappatoio, apro lo stendino poi mi sfilo l'accappatoio e nuda mi crogiolo al sole mentre spazzolo i capelli, sono al muretto di protezione da sotto potrebbero vedermi, una donna nella sua intimità che si spazzola i capelli, i seni ondeggianti, sti cazzi.

Guardo giù e non c'è nessuno, me ne accendo una poi vado a sedermi, il sole è proprio bello, ci voleva finalmente è liberatorio, sbuffo il fumo e guardo il mio corpo che piano perde tonicità, devo stare più attenta al mangiare e decidermi di segnarmi in palestra.

Altro tiro alla sigaretta, chiudo gli occhi e poi come cantava il poeta bolognese "Ho chiuso un poco gli occhi
E con dolcezza è partita la mia mano". Stomp.
scritto il
2022-05-12
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