Suor Lucrezia, suor Serena e suor Margherita
di
Lucrezia
genere
orge
Anno del signore 1640 circa, zona alta Garfagnana confine con Lunigiana, convento delle Pie Anime Derelitte Consorelle dell'Espiazione.
Sera d'estate, compieta è passata da un po' e finalmente sono calate le tenebre quando si apre una porticina laterale dalla quale prima fanno capolino tre teste vestite col solo soggolo, senza il velo, poi visto che non appare anima veloci escono, chiudono la porta e fuggono non viste verso il vicino bosco.
Indossano solo brache, camiciola e soggolo che le copre per la gola e parte della testa.
A piedi nudi si avventurano pel bosco di castagni che ben conoscono di giorno, ma ora di notte e con la luna nuova è ben diverso.
Le tre percorrono veloci il sentiero che porta nel profondo del bosco, si sentono gli animali notturni cantare le loro canzoni ma alle tre non importa; raggiungono il ruscello e ne condividono il percorso fino ad arrivare in un punto dove si getta in una cascata e lì trovano la radura.
Lì altre consorelle di altri conventi, donne dei paesi intorno, stanno accendendo un grande falò.
Alla luce del fuoco danzano, una gironda fa sentire il suo suono rauco, le donne girano danzando intorno al fuoco invocando antichi canti, e ad ogni giro si denudano un poco alla fine della musica qualcuna è nuda, altre hanno tenuto un pezzo del vestito come un simbolo di appartenenza, le consorelle hanno mantenuto il soggolo bianco per il resto sono tutte nude.
La danza orgiastica è durata per un tempo indefinito, il danzare ha reso la testa di tutte le donne leggera, sono tutte felici, ma la musica è finita ed ora una figura vestita di rosso si staglia al bordo della radura.
Veloce si avvicina, poi si ferma accanto al fuoco, una megera che era con loro, la più vecchia della combriccola urla con voce stentorea, Lui è arrivato, si facciano avanti le tre novizie per l'iniziazione.
Ora le chiama per nome, Lucrezia, Serena e Margherita, chiamate le tre si fanno avanti, sono le stesse che erano scappate dalla porticina del convento poche ore prima.
Adesso le donne ricominciano a ballare girando intorno alle tre mentre la gironda ha ripreso il suo lamento, poi si allargano per far entrare l'uomo col mantello rosso.
Ora lo apre scoprendo la sua nudità ed una dotazione degna di un toro.
Le tre sorelle deglutiscono alla vista, sanno già cosa le aspetta, sono vergini però e digiune da questo aspetto del sesso, timorose si avvicinano all'uomo che ora si è tolto il mantello restando nudo.
Le tre lo toccano, toccano l'uomo e toccano il suo bastone di carne, lui le osserva compiaciuto, poi entra in scena la megera, ma sdraiare Serena e le chiede di aprire le cosce, subito le infila dentro un dito poi soddisfatta lo estrae, l'imene è integro, si può procedere.
L'uomo si inginocchia tra le gambe di Serena e subito spinge il suo cazzo per deflorarla, un urlo squarcia la notte, Serena ha le lacrime agli occhi, io ho paura e abbraccio Margherita.
L'uomo neppure accenna ad una copula e subito estrae il membro sporco di sangue, io ne ho paura, la megera chiama il mio nome, io tremo e cerco di sottrarmi ma mi bloccano e mi buttano a terra.
La procedura si ripete pari pari, compreso l'urlo finale, tocca a Margherita, lei non urla, si accomoda a cosce larghe e accoglie l'uomo che la deflora, lei neppure un lamento.
Poi la megera si staglia contro il falò gridando che il rito è stato eseguito, che il sabba abbia inizio.
Tutte le donne che prima giravano in tondo cantando, si fermano, si guardano e si lasciano cadere.
I corpi si contorcono gli uni con gli altri, e sono mugolii di piacere ora, e strilli e risate; le mani si toccano, e pure toccano i corpi caldo, e baci sempre più arditi, sempre più profondi.
Le bocche pure baciano altre bocche e fighe grondanti piacere, mentre noi attonite guardiamo tutto ciò la megera ci invita ancora a sdraiarci, e subito l'uomo è su di noi.
Vengo arpionata per prima, c'è sempre dolore ma meno, lui pompa con forza il suo cazzo nella mia figa che si sta adattando, una donna mi viene sopra e mi offre la sua figa colante da baciare ed io mi ci tuffo.
Lui termina grugnendo e riversando in me il suo seme, poi sento un altro corpo che si appoggia al mio tra le mie gambe, è Serena, neanche un attimo e già l'uomo inforna nella figa il suo cazzo e ricomincia l'andirivieni.
Questa volta Serena ha un orgasmo che io non avuto, la sento irrigidirsi e poi rilassarsi mentre l'uomo grugnisce di nuovo.
E due penso, poi è la volta di Margherita, lei la prende alla pecorina, lei ci gode da matta, urla bestemmie e parolacce, bè siamo sconvolte.
Lui finisce pure con lei al solito modo, poi si alza e si allontana.
Noi siamo lì a terra con le altre che in terra disegnano figure in movimento.
La megera però ci è sopra ferma la gironda e ci intima di andare, tra poco sarà mattutino e dobbiamo rientrare.
Ci laviamo veloci al ruscello poi indossati gli abiti corriamo nel bosco, arriviamo alla porticina, la varchiamo e veloci andiamo al dormitorio, lì nelle nostre cellette in silenzio ognuna di noi si riveste e si prepara per le orazioni.
Sera d'estate, compieta è passata da un po' e finalmente sono calate le tenebre quando si apre una porticina laterale dalla quale prima fanno capolino tre teste vestite col solo soggolo, senza il velo, poi visto che non appare anima veloci escono, chiudono la porta e fuggono non viste verso il vicino bosco.
Indossano solo brache, camiciola e soggolo che le copre per la gola e parte della testa.
A piedi nudi si avventurano pel bosco di castagni che ben conoscono di giorno, ma ora di notte e con la luna nuova è ben diverso.
Le tre percorrono veloci il sentiero che porta nel profondo del bosco, si sentono gli animali notturni cantare le loro canzoni ma alle tre non importa; raggiungono il ruscello e ne condividono il percorso fino ad arrivare in un punto dove si getta in una cascata e lì trovano la radura.
Lì altre consorelle di altri conventi, donne dei paesi intorno, stanno accendendo un grande falò.
Alla luce del fuoco danzano, una gironda fa sentire il suo suono rauco, le donne girano danzando intorno al fuoco invocando antichi canti, e ad ogni giro si denudano un poco alla fine della musica qualcuna è nuda, altre hanno tenuto un pezzo del vestito come un simbolo di appartenenza, le consorelle hanno mantenuto il soggolo bianco per il resto sono tutte nude.
La danza orgiastica è durata per un tempo indefinito, il danzare ha reso la testa di tutte le donne leggera, sono tutte felici, ma la musica è finita ed ora una figura vestita di rosso si staglia al bordo della radura.
Veloce si avvicina, poi si ferma accanto al fuoco, una megera che era con loro, la più vecchia della combriccola urla con voce stentorea, Lui è arrivato, si facciano avanti le tre novizie per l'iniziazione.
Ora le chiama per nome, Lucrezia, Serena e Margherita, chiamate le tre si fanno avanti, sono le stesse che erano scappate dalla porticina del convento poche ore prima.
Adesso le donne ricominciano a ballare girando intorno alle tre mentre la gironda ha ripreso il suo lamento, poi si allargano per far entrare l'uomo col mantello rosso.
Ora lo apre scoprendo la sua nudità ed una dotazione degna di un toro.
Le tre sorelle deglutiscono alla vista, sanno già cosa le aspetta, sono vergini però e digiune da questo aspetto del sesso, timorose si avvicinano all'uomo che ora si è tolto il mantello restando nudo.
Le tre lo toccano, toccano l'uomo e toccano il suo bastone di carne, lui le osserva compiaciuto, poi entra in scena la megera, ma sdraiare Serena e le chiede di aprire le cosce, subito le infila dentro un dito poi soddisfatta lo estrae, l'imene è integro, si può procedere.
L'uomo si inginocchia tra le gambe di Serena e subito spinge il suo cazzo per deflorarla, un urlo squarcia la notte, Serena ha le lacrime agli occhi, io ho paura e abbraccio Margherita.
L'uomo neppure accenna ad una copula e subito estrae il membro sporco di sangue, io ne ho paura, la megera chiama il mio nome, io tremo e cerco di sottrarmi ma mi bloccano e mi buttano a terra.
La procedura si ripete pari pari, compreso l'urlo finale, tocca a Margherita, lei non urla, si accomoda a cosce larghe e accoglie l'uomo che la deflora, lei neppure un lamento.
Poi la megera si staglia contro il falò gridando che il rito è stato eseguito, che il sabba abbia inizio.
Tutte le donne che prima giravano in tondo cantando, si fermano, si guardano e si lasciano cadere.
I corpi si contorcono gli uni con gli altri, e sono mugolii di piacere ora, e strilli e risate; le mani si toccano, e pure toccano i corpi caldo, e baci sempre più arditi, sempre più profondi.
Le bocche pure baciano altre bocche e fighe grondanti piacere, mentre noi attonite guardiamo tutto ciò la megera ci invita ancora a sdraiarci, e subito l'uomo è su di noi.
Vengo arpionata per prima, c'è sempre dolore ma meno, lui pompa con forza il suo cazzo nella mia figa che si sta adattando, una donna mi viene sopra e mi offre la sua figa colante da baciare ed io mi ci tuffo.
Lui termina grugnendo e riversando in me il suo seme, poi sento un altro corpo che si appoggia al mio tra le mie gambe, è Serena, neanche un attimo e già l'uomo inforna nella figa il suo cazzo e ricomincia l'andirivieni.
Questa volta Serena ha un orgasmo che io non avuto, la sento irrigidirsi e poi rilassarsi mentre l'uomo grugnisce di nuovo.
E due penso, poi è la volta di Margherita, lei la prende alla pecorina, lei ci gode da matta, urla bestemmie e parolacce, bè siamo sconvolte.
Lui finisce pure con lei al solito modo, poi si alza e si allontana.
Noi siamo lì a terra con le altre che in terra disegnano figure in movimento.
La megera però ci è sopra ferma la gironda e ci intima di andare, tra poco sarà mattutino e dobbiamo rientrare.
Ci laviamo veloci al ruscello poi indossati gli abiti corriamo nel bosco, arriviamo alla porticina, la varchiamo e veloci andiamo al dormitorio, lì nelle nostre cellette in silenzio ognuna di noi si riveste e si prepara per le orazioni.
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Una giornata particolare, molto particolare.racconto sucessivo
Come Corralejo ma anche no.
Commenti dei lettori al racconto erotico