Spero di non aver frainteso
di
Margie
genere
tradimenti
Entrare in casa propria e vedere che c'è una che a gambe dischiuse sta spompinando tuo marito non è un'esperienza rasserenante. È quello che sta accadendo davanti ai miei occhi. La presenza di un altro uomo che identifico come il di lei marito mi provoca una contrazione intensa nei dintorni del monte di venere. Ovviamente la mia passera si apre in un luccicante sorriso. Tanto più che fin dal primo istante avevo riconosciuto il sedere di Serena appropriatamente lasciato scoperto dall'abito attillato e seducente. Il mio profondo senso di giustizia mi suggerisce che due cazzi per una bocca siano un impegno appassionante ma poco rispettoso, nella fattispecie, nei miei confronti. A me niente? Ammetto che è vero: sono io che compaio all'improvviso a disturbare questa saporita attività. Diciamo pure che non mi è permesso sapere da quanto stia procedendo e adottare quindi strategie sensate. Comunque non disperdo energie fisiche o mentali ad indagare in questa direzione, travolta come sono dalle svariate opportunità che effettivamente mi si presentano davanti. Contrastanti ispirazioni confliggono dentro di me. Ci vorrebbero ore per esporle tutte, mentre il loro combattimento dura, per la verità pochi secondi, giusto il tempo di adeguarmi all'ambiente facendo scivolare ai miei piedi la gonna e sfilarmi la giacca che indosso a pelle. Sto tornando dal lavoro, mica sono stata a divertirmi. Il tailleur è quasi un obbligo; il resto no. Perciò non c'è. Sono cinque passi per raggiungere il terzetto di gorgoglii e mugolii. Una colonna sonora monumentale. Scelgo fra le mie voglie, fra le mie ispirazioni, fra le mie tentazioni. La mia testa compare alla vista dei due maschi fra le gambe di Serena, in attesa che se ne accorgano, distratti come sono dall'attività orale di lei. Da parte sua, lei s'accorge del mio arrivo e del mio provvido intervento quando inaspettatamente sente una lingua lavorarle la passera. Mica m'aveva sentito arrivare e avvicinarmi. Troppo presa dai piacevoli suoni emessi dai loro tre corpi gaudenti. Mi seggo per terra trovando un'ottima collocazione per dedicarmi all'ambita meta. Sono inebriata dall'afrore inguinale della mia partner. Perdo quasi subito il senso del limite e alla semplice lappata aggiungo piccoli morsi e frequenti suzioni. È appassionante, coinvolgente, quest'attività. Lei palesa gradimento. Vale la pena di prolungarla più possibile, quindi. Anche perché il succo secreto da questa passera inebrierebbe anche un battaglione di militi distrutti. Spalanco le gambe per masturbarmi. Voglio anch'io la mia parte, in un modo o nell'altro. Avendo fatto esperienze intense e frequenti di ciò, mi preparo a questo modo all'eventuale e sperato assalto di uno dei due maschi. Intanto impegno le dita sulla mia passera e la lingua su quella di Serena. Non so se lei sobbalzi per il semplice effetto della sorpresa o perché apprezzi le mie doti linguali. Con presunzione attribuisco al passaggio della mia lingua sul suo clitoride la brusca breve interruzione del pompino. Da parte sua, questa interruzione fa sì che io possa a mia volta apprezzare, oltre al sapore della sua passera, anche il brontolio di disappunto di mio marito. Ah, ecco, è suo il cazzo in bocca in questo momento. Non servono grandi capacità divinatorie: la voce meravigliata del marito di lei che esclama il mio nome ne dà piena conferma. Io continuo, Serena riprende. Dalla sua bocca ora non escono più soltanto le melodie frutto del pompino ma anche i gemiti, almeno altrettanto appassionati, provocati dalla mia goduriosa leccata. A questa aggiungo anche abbondanti succhiate al clitoride. Non capisco subito i movimenti che riscontro in Serena. Bastano ad ogni modo pochi secondi. Suo marito mi prende le caviglie e mi solleva le gambe. Per riprendere stabilità abbranco le attraenti chiappe di lei. Continuo i miei giochetti di lingua, lei procede col cazzo di mio marito in bocca e le di lui mani sulla testa. Il cazzo di suo marito, invece, ben lubrificato dalla bocca di lei, mi entra con poco rispetto e molto piacere nel culo. Il marito di Serena ce l'ha importante, l'uccello, un po' più lungo di mio marito, ma leggermente più sottile. È per la passione o per la scarsa propensione alla matematica che non riesco a calcolare se il volume complessivo che mi penetra pareggi quello di mio marito? Questo pensiero riesce a malapena a formularsi che svanisce fra le mie grida, cancellato da quelle di Serena, dagli sforzi di suo marito e dall'orgasmo del mio. Non che io capisca tutto alla perfezione: basterebbe il semplice sapore della figa di Serena per disabilitare le mie presunte doti descrittive. Basterebbe anche soltanto il cazzo che mi sta sfondando il culo per raggiungere il medesimo risultato. C'è troppo di tutto e non capisco più nulla: l'orgasmo che mi coglie si trasmette agli altri tre.
Serve una pausa. Suo marito (di Serena, non della pausa) mi spiega che hanno incontrato il mio all'autogrill e, sai com'è, una chiacchiera tira l'altra e Serena lo faceva tirare ad entrambi. Ma chi se ne frega? Sono troppo impegnata a continuare impietosamente a giocare con lei: lo sperma di mio marito passa dalla bocca di Serena alla mia. Carezze, baci, mani, lingue... tette, fighe, clitoridi... schiocchi, mugolii, implorazioni... orgasmi. Non riusciamo a smettere. Proprio non ne abbiamo voglia. Prendiamo in mano noi donne la situazione (non fraintendete): facciamo la gara a chi viene prima cavalcando i nostri mariti? Ovviamente scambiandoceli, se no tutti i trucchi dati dalla lunga esperienza possono falsare la gara. Siamo persone serie, noi!
Ceniamo fuori. Noi due femmine vestite da troie, anche meno, e con un plug a testa. Più esattamente a culo. Serena non è così abituata. Di tanto in tanto si nota qualche tentennamento deambulatorio, ma ha doti d'apprendimento notevoli e presto s'adatta alla piacevole invasione. La cena al Castello è ottima, come sempre e Luisa, la maitre, lesbica integralista, ammicca a noi due femmine come se non fossimo coi mariti... In un'altra occasione, tesoro! Adesso siamo impegnate e fra poco saremo impregnate, quindi...
Magari, se piace, vado avanti.
Serve una pausa. Suo marito (di Serena, non della pausa) mi spiega che hanno incontrato il mio all'autogrill e, sai com'è, una chiacchiera tira l'altra e Serena lo faceva tirare ad entrambi. Ma chi se ne frega? Sono troppo impegnata a continuare impietosamente a giocare con lei: lo sperma di mio marito passa dalla bocca di Serena alla mia. Carezze, baci, mani, lingue... tette, fighe, clitoridi... schiocchi, mugolii, implorazioni... orgasmi. Non riusciamo a smettere. Proprio non ne abbiamo voglia. Prendiamo in mano noi donne la situazione (non fraintendete): facciamo la gara a chi viene prima cavalcando i nostri mariti? Ovviamente scambiandoceli, se no tutti i trucchi dati dalla lunga esperienza possono falsare la gara. Siamo persone serie, noi!
Ceniamo fuori. Noi due femmine vestite da troie, anche meno, e con un plug a testa. Più esattamente a culo. Serena non è così abituata. Di tanto in tanto si nota qualche tentennamento deambulatorio, ma ha doti d'apprendimento notevoli e presto s'adatta alla piacevole invasione. La cena al Castello è ottima, come sempre e Luisa, la maitre, lesbica integralista, ammicca a noi due femmine come se non fossimo coi mariti... In un'altra occasione, tesoro! Adesso siamo impegnate e fra poco saremo impregnate, quindi...
Magari, se piace, vado avanti.
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