Un servizio come si deve
di
beast
genere
gay
Da qualche mese avevo un problema con la videocamera interna del mio I-Phone.
Avevo provato già a chiedere in due laboratori di assistenza specializzata, ma mi avevano chiesto troppo e senza garantirmi di riuscire a risolvere il problema, non parliamo poi dei costi del negozio ufficiale Apple.
Così l’altro giorno quando, nei pressi di piazza Benefica, mi sono imbattuto in questo questo piccolo negozio di ricambi per cellulari e assistenza, sono entrato senza e gli ho chiesto un preventivo.
Il ragazzo dietro il bancone mi ha stupito chiedendomi la metà degli altri due posti, specificando però che, probabilmente, a lungo andare il problema si sarebbe ripresentato.
La cifra contenuta e la sua cortesia mi hanno convinto a lasciargli il telefono per una mezz’ora, nonostante avessi un certo timore che ci curiosasse dentro e scoprisse i siti che frequento e che quindi, non disdegno quelli del mio stesso sesso, ma non avevo molte alternative, così gli lasciai il cellulare e, nell’attesa di riaverlo, me ne andai a farmi un giro tra i banchi della piazza.
Al mio ritorno il problema era brillantemente risolto e non solo, chiacchierando mentre pagavo, gli dissi che avevo anche dei problemi con il sistema di scrittura, perché il maledetto t9 mi sostituiva sempre alcune parole con altre, rischiando di farmi fare delle figuracce.
Lui gentilissimo riprese il telefono in mano, pasticciò ancora un po’ con la tastiera e me lo restituì con un simpatico sorriso.
Ringraziai e chiesi quanto dovessi per questo ulteriore intervento, non volle nulla, però mi suggerì di tornare a trovarlo e di fermarmi per fargli un po’ di compagnia, “sono sempre solo” aggiunse.
Al momento non ci feci caso, ma poi la sera, le sue parole mi tornarono in mente, suonandomi come un invito particolare.
Così il mattino dopo, poco prima di pranzo, mi ripresentai in negozio.
“Ho pensato alla tua richiesta, ed eccomi qui!” Gli dissi entrando.
Sembrò metterci un momento per capire a cosa mi stessi riferendo, ma poi evidentemente si ricordò e un bel sorriso gli illuminò il volto.
Devo dire che non è proprio un figo, abbastanza piccolo, una buffa barba ad incorniciargli il viso rotondo, un naso importante.
Però chi sono io per fare il difficile, nemmeno io sono un adone, parecchio sovrappeso, non particolarmente bello, anche se dicono che sia un tipo interessante.
Però era decisamente più giovane, decisamente!
Avrà avuto almeno trent’anni meno di me, e a me quelli molto più giovani sono sempre piaciuti.
Così eccomi nel suo negozio, curioso di vedere come sarebbe andata.
“Vieni nel retro” mi disse, “devo finire un lavoro, così mi tieni compagnia”
Ci spostammo nel laboratorio, ma prima chiuse la porta d’ingresso a chiave, “tanto è praticamente ora di chiudere” aggiunse con un sorrisetto.
Si sedette su uno sgabello e cominciò ad armeggiare con un tablet, “ci metto massimo dieci minuti” .
Mi posizionai alle sue spalle e appoggiai il mio corpo alla sua schiena, lui non sembrò infastidito, così cominciai ad accarezzargli le spalle e poi il petto, gli presi i piccoli capezzoli tra due dita sentendoli reagire e indurirsi eccitati.
Mi chinai su di lui e gli diedi un bacio leggero sul collo e poi sull’orecchio, sentii le sue braccia reagire coprendosi di pelle d’oca.
Fece per girarsi, forse per baciarmi, ma lo bloccai,
“Resta così” gli dissi ”continua a fare quello che stavi facendo”
Gli baciai ancora l’orecchio sentendolo gemere sottovoce e poi gli sfilai la t-shirt.
Scesi con i baci dal collo lungo la schiena, mentre con le dita gli facevo delle leggerissime carezze.
Poi con una certa forza lo feci voltare verso di me insieme al suo sgabello girevole.
Era assai più giovane di me ma per fortuna era dotato di una bella peluria.
L'uomo peloso mi piace assai e glielo feci capire accarezzandogli il petto e la pancia, passando le dita tra quei riccioli neri.
Gli sbottonai i pantaloni e abbassai la cerniera, lui si sollevò un po’ permettendomi di abbassargli le braghe e le mutande.
Il suo cazzo si erse immediatamente puntando in modo sfacciato verso di me.
Accolsi il suo invito e mi chinai per prenderlo in bocca.
Il ragazzo era piccolo ma la sua dotazione non era male per niente.
Non circonciso e con delle belle vene in rilievo, proprio come piace a me.
Una goccia di precum faceva capolino, la raccolsi con la punta della lingua gustandone il gusto vagamente salato.
Cominciai a leccargli delicatamente la pelle che ne proteggeva la punta, facendo dei minuscoli mulinelli con la lingua, abbassandogliela poi con le labbra in modo da mettere completamente a nudo la cappella e da lì partii col pompino vero e proprio.
Non doverti lavorare molto a lungo perché il ragazzo era veramente eccitato, un po’ dalla situazione un po’ dal mio saperci fare, infatti dopo poco più di un minuto lo sentii gemere e irrigidirsi, e in un attimo mi scaricò in gola una bella serie di potenti getti della sua crema calda.
Non avevo voglia di ingoiare la sua sborra, per cui la lasciai colare sul pavimento.
Mi sollevai, lui sembrava assai provato, gli occhi chiusi e la testa reclinata all'indietro.
"Porca vacca" disse, mentre cercava di riaversi.
"madonna che pompino meraviglioso" aggiunse, "tu sì che ci sai fare"
"Lo so" risposi "probabilmente devo essere bravo con la bocca, me lo dicono tutti".
"magari ripasso domani e ricambi la cortesia" dissi mentre uscivo salutandolo.
Probabilmente ci rimase un po' male, ma, nei giorni seguenti, avremmo avuto sicuramente il tempo di conoscerci meglio.
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