Amico ? (Capitolo 7 - Arturo e Camilla)
di
Moses
genere
dominazione
Dopo aver dormito per terra ai lati del nostro letto con Camilla beatamente sdraiata, la mattina della domenica, suonarono alla porta, mi alzai e andai ad aprire abbastanza assonnato, alla porta c'era Arturo con un pacco in mano aspettò che mi inginocchiassi e gli baciassi le scarpe prima di entrare, come ormai era consuetudine, poi come chiusi la porta, si voltò e mi diede uno schiaffo in faccia, secondo lui perché avevo tardato ad aprire, non cercai nemmeno di giustificarmi, dissi solo Si Padrone e rimasi in posizione a quattro zampe, lui mi girò intorno indeciso su come punirmi, poi da dietro mi colpi le palle con un calcio, caddi a faccia avanti, lui si avvicinò e mi posò in scarpa sulla testa, poi si accuccio vicino a me e disse quel tuo cazzetto sempre dritto mi infastidisce, devo farti diventare la donna sottomessa che desideri essere, e cominceremo subito, vai a svegliare l'altra cagna e di corsa, accompagnò queste parole con un calcetto leggero sul sedere, io terrorizzato di altri possibili colpi alle palle volai letteralmente da Chiara, la svegliai e la portai ai piedi di Arturo, che intanto aveva aperto la scatola tirato fuori un piccolo pacchetto che altro non era che una piccola gabbietta per il cazzo, lo consegnò a Chiara dicendogli di aprirlo e mettermela, che la mia carriera da uomo terminava oggi e inizava quella di troia da monta che dovrà godere solo con il culo e la bocca, con il tempo si abituerà e quando il cazzo non sarà più in grado di indurirsi vedrai che sarà anche lui più contento.
Chiara aveva le lacrime agli occhi, e anche io, in poco tempo avevamo perso tutto e non sapevamo dove ci avrebbero condotto i nostri Padroni, quando Chiara chiuse il lucchetto e consegnò le chiavi, fui preso dalla disperazione, e le lacrime colarono sul mio volto, Arturo mi guardava quasi con compassione, e anche Chiara, poi Arturo disse sai Massimo vederti qui ai miei piedi ormai senza nessuna volontà se non quella di obbedire ad ogni mio desiderio, anche quello più degradante e che ti annullerà completamente, è una fonte di goduria, quindi non credere che avrò la minima pietà per te o per voi perché una volta siamo stati amici, per me sei un animale un oggetto, e vedi adesso sei prostrato e non sarai piu un uomo, e dovrei avere pena per te, e invece ... Dicendo questo si tirò fuori il cazzo e disse è ora di colazione forza cagna vieni a mangiare, e mi inseri il cazzo in bocca, dai troia fammi godere e non sprecarne nemmeno una goccia, le lacrime scorrevano copiose adesso, ma la vergogna non impediva al mio cazzo ingabbiato di provare a gonfiarsi, quindi non c'erano dubbi godevo nella vergogna e nell'essere umiliato, mi scopò la bocca per un po' tenendomi per le orecchie e intanto si faceva leccare culo e palle da Chiara, poi esplose nella mia bocca, e io ingoiai tutto senza fiatare, poi si girò e disse a Chiara puliscimelo troia e lei eseguì con rassegnazione.
Un minuto dopo apparve sulla soglia Camilla, che disse ma che bel quadretto, il mio maritino con i nostri cani che giocano felici, posso prendere in prestito lei chiese ?
Certo amore rispose Arturo, lei prese Chiara per i capelli e la trascinò in bagno, fece i suoi bisogni e poi si girò e disse a Chiara da oggi sarai la mia carta igienica e il mio bidet personale, e bada che non voglio dirtelo unaltra volta, quando mi vedi andare in bagno mi trotterelli dietro e vieni a fare il tuo dovere sempre se non sarai inpegnata a prenderlo nei tuoi buchi di merda ahahaha e porse il culo a Chiara che non perse tempo e vincendo i conati di vomito ripulí per bene il culo della padrona, entrando ben dentro con la lingua, poi Camilla appoggiò il piede sulla fica di Chiara e inserì un dito nella sua fica e la trovò fradicia, la derise dicendo ma allora ti piace la mia merda, la girò a pecorina e gli mise piano un piede nella fica inserendolo praticamente tutto, la scopò con il piede fino a farla venire, sfilò il piede, ke diede un calcetto sul culo che fece cadere Chiara a terra, e poi le disse adesso vieni a ripulirmi il piede cagna che non sei altro e Chiara ripulí il piede di Camilla con devozione sempre più convinta del proprio ruolo e sempre piu eccitata di esserlo.
Il resto della domenica lo passammo a fare da mangiare, e servire Arturo e Camilla, e a soddisfarli, ad una certa ora, squillò il cellulare di Chiara, era Roberta, che ci preannunciava un suo imminente ritorno a casa per le vacanze estive, in anticipo rispetto al normale, mentre Chiara era al telefono Arturo se lo faceva succhiare e io leccavo la fica di Camilla, Arturo schizzò in faccia a Chiara e Camilla fece lo stesso con me, poi Arturo si fece ripulire da me e Camilla uso i capelli di chiara per asciugarsi la fica. Poi commentarono il ritorno di Roberta con dei sorrisetti, torna la piccola di casa dissero, chissà cosa penserà trovandovi così, io a questa idea mi ribellai, mi alzai in piedi e dissi una cosa è fare con noi quello che volete, unaltra è coinvolgere anche i nostri figli, Arturo si mosse con rapidità inusuale, mi prese per le palle strizzandomele con cattiveria, caddi in ginocchio, dolorante e lo supplicai di non coinvolgere nessuno dei nostri figli, sarei stato il suo cesso personale avrei fatto tutto , se ci avesse risparmiato questa degradazione, mi prostrai ai suoi piedi baciandoglieli, ci hai tolto tutto, non toglierci la dignità con i nostri figli, allora intervenne Camilla, vedremo, sempre con quel sorrisetto maligno, anche Chiara speranzosa si precipitò a baciare i piedi anche a lei, ma anche in questo caso i nostri Padroni giocavano al gatto e al topo con noi.
Chiara aveva le lacrime agli occhi, e anche io, in poco tempo avevamo perso tutto e non sapevamo dove ci avrebbero condotto i nostri Padroni, quando Chiara chiuse il lucchetto e consegnò le chiavi, fui preso dalla disperazione, e le lacrime colarono sul mio volto, Arturo mi guardava quasi con compassione, e anche Chiara, poi Arturo disse sai Massimo vederti qui ai miei piedi ormai senza nessuna volontà se non quella di obbedire ad ogni mio desiderio, anche quello più degradante e che ti annullerà completamente, è una fonte di goduria, quindi non credere che avrò la minima pietà per te o per voi perché una volta siamo stati amici, per me sei un animale un oggetto, e vedi adesso sei prostrato e non sarai piu un uomo, e dovrei avere pena per te, e invece ... Dicendo questo si tirò fuori il cazzo e disse è ora di colazione forza cagna vieni a mangiare, e mi inseri il cazzo in bocca, dai troia fammi godere e non sprecarne nemmeno una goccia, le lacrime scorrevano copiose adesso, ma la vergogna non impediva al mio cazzo ingabbiato di provare a gonfiarsi, quindi non c'erano dubbi godevo nella vergogna e nell'essere umiliato, mi scopò la bocca per un po' tenendomi per le orecchie e intanto si faceva leccare culo e palle da Chiara, poi esplose nella mia bocca, e io ingoiai tutto senza fiatare, poi si girò e disse a Chiara puliscimelo troia e lei eseguì con rassegnazione.
Un minuto dopo apparve sulla soglia Camilla, che disse ma che bel quadretto, il mio maritino con i nostri cani che giocano felici, posso prendere in prestito lei chiese ?
Certo amore rispose Arturo, lei prese Chiara per i capelli e la trascinò in bagno, fece i suoi bisogni e poi si girò e disse a Chiara da oggi sarai la mia carta igienica e il mio bidet personale, e bada che non voglio dirtelo unaltra volta, quando mi vedi andare in bagno mi trotterelli dietro e vieni a fare il tuo dovere sempre se non sarai inpegnata a prenderlo nei tuoi buchi di merda ahahaha e porse il culo a Chiara che non perse tempo e vincendo i conati di vomito ripulí per bene il culo della padrona, entrando ben dentro con la lingua, poi Camilla appoggiò il piede sulla fica di Chiara e inserì un dito nella sua fica e la trovò fradicia, la derise dicendo ma allora ti piace la mia merda, la girò a pecorina e gli mise piano un piede nella fica inserendolo praticamente tutto, la scopò con il piede fino a farla venire, sfilò il piede, ke diede un calcetto sul culo che fece cadere Chiara a terra, e poi le disse adesso vieni a ripulirmi il piede cagna che non sei altro e Chiara ripulí il piede di Camilla con devozione sempre più convinta del proprio ruolo e sempre piu eccitata di esserlo.
Il resto della domenica lo passammo a fare da mangiare, e servire Arturo e Camilla, e a soddisfarli, ad una certa ora, squillò il cellulare di Chiara, era Roberta, che ci preannunciava un suo imminente ritorno a casa per le vacanze estive, in anticipo rispetto al normale, mentre Chiara era al telefono Arturo se lo faceva succhiare e io leccavo la fica di Camilla, Arturo schizzò in faccia a Chiara e Camilla fece lo stesso con me, poi Arturo si fece ripulire da me e Camilla uso i capelli di chiara per asciugarsi la fica. Poi commentarono il ritorno di Roberta con dei sorrisetti, torna la piccola di casa dissero, chissà cosa penserà trovandovi così, io a questa idea mi ribellai, mi alzai in piedi e dissi una cosa è fare con noi quello che volete, unaltra è coinvolgere anche i nostri figli, Arturo si mosse con rapidità inusuale, mi prese per le palle strizzandomele con cattiveria, caddi in ginocchio, dolorante e lo supplicai di non coinvolgere nessuno dei nostri figli, sarei stato il suo cesso personale avrei fatto tutto , se ci avesse risparmiato questa degradazione, mi prostrai ai suoi piedi baciandoglieli, ci hai tolto tutto, non toglierci la dignità con i nostri figli, allora intervenne Camilla, vedremo, sempre con quel sorrisetto maligno, anche Chiara speranzosa si precipitò a baciare i piedi anche a lei, ma anche in questo caso i nostri Padroni giocavano al gatto e al topo con noi.
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