La Signora Claudia - Capitolo 2

di
genere
dominazione

Passarono pochi minuti e le sue mani, in perlustrazione su tutto il mio corpo, oltrepassarono gli shorts e si insinuarono dentro le mutandine arrivando ad accarezzare le grandi labbra. Immediatamente dopo mi penetrò la passera con il dito medio.
“Uhh cazzo! È come affondare le mani nel burro caldo. Stai colando come una cagna in calore! …hai voglia di scopare?”
“Oh sì!! mi stai facendo eccitare da morire!”
“È da molto che non prendi un vero cazzo nella fica?”
“Si, questa dannata astinenza sta durando da troppo tempo!!!”
Nel frattempo Loris aveva iniziato a masturbarmi penetrandomi con due dita e contemporaneamente giocando con il clitoride.
“Oddio!! non ce la faccio più … ti prego andiamo a letto!”
“Levati questi stracci da troia e mettiti a pecorina sul bordo del letto! Io intanto prendo un profilattico!”
Non appena rientrò in camera con indosso il preservativo, lo sentii sputare due volte sulla mia passera e poi mi penetrò senza troppa fatica. Mi scopò in modo deciso sbattendo le sue cosce sulle mie natiche: il rumore cadenzato riempiva tutta la stanza in sintonia con i miei forti sospiri. Godevo ogni centimetro del suo uccello che era decisamente più grosso di quello del mio ex.
“Oh sì, scopami più forte!”
Era da parecchio tempo che desideravo quel piacere, ma non mi bastava, volevo arrivare all’apice e godermi un vero orgasmo. Continuò per diversi minuti facendo sempre in modo di fermarsi quando capiva che stavo per venire, e sadicamente si fermò non appena riempì il preservativo.
Rimasi delusa: arrivare al limite e non raggiungere l’orgasmo era stato frustrante! Subito dopo mi rivelò che volontariamente mi aveva negato il raggiungimento del piacere totale:
“Se vuoi godere di più, devi darmi di più, devi guadagnarti il tuo orgasmo e io sono molto esigente!”
Rimasi sorpresa e confusa nel sentire le sue parole, e mentre stavo distesa nel letto per riprendermi da quella scopata che aveva interrotto una astinenza di oltre due anni, lui si rivestiva per andare via immediatamente dopo:
“Quando vorrai rivedermi e fare sesso alle mie condizioni, chiamami!”
“Quali sono le tue condizioni?”
“…lo saprai…”
Mi stavo godendo quel momento con il pensiero fisso di volerlo rivedere. Ma ovviamente morivo dalla voglia di soddisfarmi, così neanche dieci minuti dopo che Loris era uscito dall’appartamento, presi il mio vibratore preferito e andai nella vasca da bagno.
Quella notte feci un po’ di fatica a prendere sonno, mi sentivo come una zoccola, mi ero comportata in modo indecente e da irresponsabile, perché avevo sedotto quel ragazzo sapendo bene che si trattava dell’amico di mio figlio. Invece al mattino seguente in ufficio, il mio stato d’animo era diverso e, come se avessi già smaltito una sbornia, mi sentivo un po’ confusa e indecisa su quello che avrei fatto. Nei giorni successivi continuavo a fantasticare di fare sesso ovunque con Loris: immaginavo spesso di incontrarlo in un centro commerciale e di scopare in un camerino di prova.
Dopo neanche una settimana stava diventando un chiodo fisso e la tentazione di chiamare Loris divenne sempre più forte: combattuta tra il farlo e non, prendevo e lasciavo lo smartphone in continuazione, rinunciando poi a digitare il suo numero. Infine, mentalmente spossata dalla mia indecisione, decisi di inviare un messaggio, inutile dire che lo riformulai decine di volte prima di trovare le parole giuste:
“Ciao Loris, quanto successo è stato bellissimo e vorrei rivederti, quando puoi fatti sentire…”
Invio! Caspita! Alla fine lo avevo fatto! Mi ero levata un peso di dosso ma mi sentivo come una troietta di vent’anni…
Il giorno seguente rispose con un altro messaggio:
“Ciao Claudia, stasera vengo a trovarti, fatti trovare in ascensore non appena ti faccio uno squillo, prendi con te il cazzo di plastica che c’era sotto il letto…vestiti come vuoi, basta che la tua fica sia facilmente accessibile…se vuoi, puoi masturbarti prima del mio arrivo, ma sono sicuro che ti bagnerai anche senza farlo…”
Porca miseria! praticamente ero già bagnata alla fine della lettura del messaggio: quel ragazzo mi aveva scatenato delle voglie represse, che forse neanche quando ero più giovane avevo avuto il coraggio di tirare fuori.
A casa, nel pomeriggio, riflettei sul fatto di doverlo aspettare in ascensore con la forte probabilità di essere vista da qualche vicino, e chissà che cosa aveva in mente…forse voleva prendermi in ascensore…mi sarei lasciata fare sicuramente! e se si fossero aperte le porte all’improvviso? …merda quel terribile timore mi stava logorando, anche perché conoscevo tutti nel palazzo ed eravamo in ottimi rapporti: rischiavo di compromettere la mia moralità.
Non appena udii lo squillo andai quasi in panico, corsi in bagno mi bagnai il viso con dell’acqua fresca e poi mi precipitai sull’ascensore vestita con una camicetta e una gonna lunga fino alle ginocchia. Il sexy giocattolo era dentro una borsetta grande in misura sufficiente da contenerlo. Arrivata al piano terra, attesi almeno cinque minuti prima che Loris si facesse vivo. Non appena mi fu vicino, nell’atrio di ingresso del palazzo, mi mise una mano tra i capelli dietro la nuca e mi attirò a sé baciandomi intensamente. Santo cielo! Quel bacio mi aveva fatto sciogliere e in quegli attimi tutti i miei timori furono spazzati via.
“Hai preso quello che ti ho chiesto?”
“Si, è nella borsetta.”
“Fammelo vedere!”
“Si, però entriamo nell’ascensore, qui potrebbe entrare qualcuno e vederci…”
“No! Lo voglio vedere qui, adesso!”
Diavolo! Tutte le mie inquietudini ritornarono alla grande! Presi coraggio e tirai fuori dalla borsetta il fallo in silicone tenendolo nascosto tra il mio corpo e il suo.
“Leccalo!”
“Oddio!!!...ti prego…!”
Mentre lo supplicavo affinché ci appartassimo nell’ascensore e meglio, nel mio appartamento, leccai senza indugi il cazzo di plastica sperando di accontentarlo e di svanire da lì velocemente.
“Brava cagna! Ora che lo hai preparato entriamo nell’ascensore.”
Non appena si chiusero le porte e premette stop a metà tra un piano e l’altro, ordinò di penetrarmi con il dildo insalivato. In effetti non vedevo l’ora, quindi non persi tempo e mentre la plastica iniziava a viaggiare dentro, Loris riprendeva a baciarmi in modo sempre più sconcio
“Ti piace Claudia?”
“Oh sì! Si che mi piace!!!”
Mentre le nostre lingue lavoravano, la sua mano andava a cercare la mia accompagnando il movimento del fallo. Poi improvvisamente sentii una fitta provenire dal basso ventre: Loris aveva stritolato il clitoride e mi aveva fatto vedere le stelle.
“Uh è bello gonfio!!! Oggi mi divertirò parecchio a tormentarti e forse ti farò schizzare: queste sono le mie condizioni, io godrò di tutto ciò e tu godrai tra piacere e sofferenza”
Loris ci sapeva dannatamente fare, pur essendo ancora giovane si dimostrava già esperto in materia di sesso: con le dita stava levigando intensamente il clitoride, mentre con l’altra mano iniziava a spingere, facendosi strada nella mia passera, allargandola ed entrando insieme al dildo, prima con un dito, poi con due e infine con tre dita.
“Che cosa ne dici se infilo tutta la mia mano dentro la tua fica?”
Non riuscivo a rispondere, mi sentivo come un vulcano pronto ad esplodere. Poi Loris sbloccò l’ascensore che riprese a salire.
“Forza Troia, vieni prima di arrivare al piano!!!”
Contemporaneamente all’ordine impartito, iniziò a muovere mano e dildo dentro la mia passera provocando un violento orgasmo: riuscii a trattenere le urla soffocando i gemiti di piacere. Intanto le mie gambe si erano bagnate e il pavimento dell’ascensore era diventato a pois. Arrivati al piano, feci appena in tempo a ricompormi ed entrammo in appartamento: fortunatamente non incontrammo nessuno!
“Togliti tutto! Siediti sul tavolo e spalanca le gambe, voglio vedere quanto è larga la tua fogna!”
L’atteggiamento rude di Loris contrastava fortemente con il suo sguardo e i suoi baci appassionati, tuttavia mi piaceva anche questo suo atteggiamento rude e dominante. Sedutosi di fronte alla mia passera abbondantemente bagnata, Loris riprendeva a stringere il clitoride e continuava a spingere penetrandomi con quattro dita.
“Mi piace aprirti con le dita e …ora …facciamo entrare tutta la mano… vedrai che ti faccio sborrare a ripetizione… era questo che volevi cagna?”
Nel mentre che poneva la domanda, Loris faceva entrare anche il pollice e spingeva la mano dentro avanzando di altri centimetri.
“Oddio!!! Siii, mi stai sfondando!”
Pochi minuti e la mano di Loris era completamente dentro fino al polso. Loris girava il braccio prima in un senso e poi nell’altro levandomi ogni volta il respiro e facendomi raggiungere un livello di eccitazione da infarto; non appena si rendeva conto di aver raggiunto lo scopo stringeva il clitoride tra indice e pollice dell’altra mano, torturandomi e quindi impedendomi di continuare a godere. In quel momento lo guardavo con odio e lui ricambiava sogghignando e ribadendo la sua intenzione di dominarmi.
“Ti educherò a diventare una brava cagna ubbidiente… godrai solo quando te lo consentirò io: mi dovrai chiedere il permesso di poter sborrare!”
Loris proseguì per una lunghissima mezzora tenendomi sul filo dell’orgasmo, quando infine decise che era il momento di farmi scoppiare.
“Ora puoi venire troia!”
Entrava e usciva sempre più rapidamente con il pugno della mano e contemporaneamente mi stimolava il clitoride prima con le dita e poi succhiandolo con la bocca.
Schizzai ripetutamente come una fontana, anche perché Loris non fermò il suo martellante movimento continuando a masturbarmi magnificamente senza sosta. Ero sfinita!
“È fantastico vederti sborrare!!!”
Loris, in quel momento di pausa aveva nuovamente cambiato atteggiamento e mi baciava dolcemente.
“Ti piace essere la mia troia, Claudia?”
“Mmm siiii, mi hai fatto venire in un modo nuovo, diverso… più energico, più godurioso anche se sei un gran bastardo quando mi torturi…”
“…anche quello fa parte del pacchetto completo…! Ma ora basta parlare, vieni a succhiarmi il cazzo”
Io ero rimasta seduta sopra il tavolo, mentre Loris si era sollevato dalla sedia e mi aveva preso per i capelli tirandomi verso di sé, finché potessi avere il suo uccello a portata di bocca, così in un attimo mi ritrovai sdraiata prona sul tavolo, con i gomiti poggiati sul piano e la sua cappella in bocca. Cazzo quanto mi piaceva rotearci la lingua sopra…!
“Segalo con le labbra, stringi e muoviti con la testa!”
Lo stavo spompinando come voleva stringendo le labbra intorno al tronco e segandolo come stessi usando la mano.
“Brava! Che zoccola…vedo che ci sai fare!!!...più veloce, dai!!!”
Dopo un po’ di andirivieni provavo un principio di indolenzimento alle mascelle e man mano che continuavo nella mia azione diventava sempre più fastidioso, poi fortunatamente Loris pretese altro:
“Leccami i coglioni! Fammi riempire per bene le palle!”
Ora tira su la goccia e succhiala!
Continua… (per eventuali commenti o suggerimenti - dukeduke1069@yahoo.com)
di
scritto il
2022-09-23
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