Una tranquilla domenica mattina

di
genere
saffico

Ore 5 di domenica mattina, Black Jack decide che un vero gatto non dorme, un vero gatto deve svegliarsi presto.

Marianna lo manda immediatamente a fare un giro in posti esotici, ci sono gatti e gatti e lei non si sente affatto Rambo, sicché buonanotte.

Il richiamo della colazione è più forte di ogni buon proposito, quindi inizia il passeggio mattutino su mensole, e termosifoni caldi.

Black no, lui sa come svegliare una delle umane che casualmente vivono con lui; salta in groppa alla sottoscritta, casualmente sempre io, ogni mattina lui compie il rito di svegliarmi saltandomi sulla schiena.

Però non ha ben capito come fare, perché dopo il dirompente assalto si accoccola sulla preda e inizia a fare le fusa.

Ci pensa Marianna a risolvere la situazione, la passeggiatrice di mensole e davanzali casualmente passa sul telecomando dell'alza persiana e mette in moto la tapparella della finestra aprendola, tutta.

Fuori è notte, buio solo qualche lampione solitario illumina la strada.

Mi alzo sbuffando, tu emetti un mugolio per essere stata disturbata dal tuo sonno; sì bè mi spiace, io ho solo due gatti pasticcioni da rimettere in riga, che vuoi che sia.

Guardo fuori dalla finestra, il mondo dorme, beato lui; vado in bagno seguita da due codine vibranti e miagolanti, faccio pipì, vorrei dire qualcosa a quei due adorabili rompicoglioni ma ho la bocca impastata.

In cucina bevo poi prendo due scatolette di cibo per gatti. Tonno e carote, oggi vi va bene, li servo e poi li guardo finire il cibo con voracità felina, poi mi vengono fra le gambe a strusciarsi e a disegnare i loro otto di ringraziamento.

Dubbi se fare il caffè o tornare a letto, opto per il letto, torno in camera da letto e la trovo vuota, Giovanna si è alzata ed è andata in bagno.

Mi appoggio alla finestra intanto che l'aspetto, guardo fuori il giorno è ancora lontano, la palazzina davanti è buia, chi ci abita dorme ancora.

Sono con i miei pensieri mentre due braccia fredde mi cingono la vita, sento il tuo seno spingere sulla mia schiena, il pube aderire al mio sedere, mi godo la sensazione mentre tu fai scorrere le tue mani dalla pancia al seno.

Me lo sollevi e poi passi i palmi sui lati per poi ridiscendere sui capezzoli, una manovre circolare che ha per esito l'indurimento degli stessi.

Mi baci la schiena, mi ricoprì di baci, vorrei girarmi per dartene anch'io ma tu me lo impedisci, poi piano, lentamente scendi seguendo con i tuoi baci la mia spina dorsale fino a giù, fino alle mie chiappe, poi ancora giù fino ad impossessarti della mia intimità.

Ansimo piano mentre poggio i palme delle mani al vetro della finestra, tu non ti stacchi da me anzi continui a torturami, fino all'epilogo finale.

Godo leccando il vetro, poi mi stacco, ti rovescio sul tappeto e mi tuffo tra le tue gambe, tra i tuoi no che suonano come dei sì.
scritto il
2022-12-04
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