Una gran voglia che mi costò molto 2.
di
Manganello.
genere
etero
Mi ripresi dagli acciacchi del incidente stradale dentro Roma in un arco del tempo molto più breve dal previsto dei medici d'ospedale...sopratutto per le amorevoli cure prestatami dall'infermiera Isabella che nonostante avesse un viso quasi indisponente da osservare e...meglio dimenticare...il seno prorompente i fianchi che risaltavano il magnifico culo da sballo e le cosce da infarto, però non posso non parlare della parte decisamente ben salvabile del suo tanto criticato viso da me: la bocca dalle labbra carnose, sensuali e poi la lingua che sapeva serpeggiare intorno al mio dolcemente coccolato cazzo, in maniera da risvergliarmi subito e velocemente il mio batacchione assai indebolito dall'incidente ed infatti, solo con Isabella lui riprendeva la funzione decisamente bene e lei non era certo il tipo da avere paura delle mie mega-dimensioni penili. Ogni giorno Isabella mi spompinava fino all'ultimo spruzzo poi, specie gli ultimi giorni di degenza in Ospedale, mi si metteva a cavallo del mio viso accosciata a gambe larghe spalancate e la figona già grondolante di umori me la piazzava davanti alla mia bocca, incitandomi a slinguargliela, cosa che come potete immaginare, non certo la rifiutai, anzi, me la gustai come di norma si fà con una bevanda calda d'inverno oppure come una bibita fresca in estate! Poi venne la visita del Medico Primario che mi scrisse subito la lettera di dimissioni dall'Ospedale ed il mattino dopo lasciai l'Ospedale con poca gioia, dato che non incontrai Isabella che pensavo venisse a salutarmi ma mi fu lasciata la speranza di rivederla e adirittura a casa mia perchè sarebbe stata mandata da me per le medicazioni che dovevano essere ancora praticate, alternativamente con una sua collega che non avevo conosciuto. Salutai quindi Medici ed Infermieri e con un taxi raggiunsi casa. Mi ero appena sbragato sulla mia inseparabile poltrona in salotto, quando il telefonino squillò: " Ciao, sono Isabella, bentornato a casa, domani a che ora posso venire per medicarti? " Cribbio, la sua sensuale voce fu per me come una carica di Adrenalina e subito trovai l'ispirazione per escogitare un motivo valido per farla venire da me...subito...al di fuori dalla medicazione di rito. Conclusione mi rispose così: " ascoltami, se ti senti giù non ti devi preoccupare, è normale per non sentirsi subito in forma dopo una degenza ospedaliera...se vuoi posso venire anche subito ma solo per controllare tutte le tue funzioni...poi domattina si faranno solo medicazioni, che ne dici? " Tralascio il mio commento e la risposta che le diedi...dopo nenanche un quarto d'ora lei suonò il mio campanello ed il batacchione subito prese forma con la sua spaventosa erezione...eh sì, per fortuna per me è sempre così in certe situazioni che vengono a verificarsi! Andai ad aprie con molta lentezza ma altrettanta voglia di rivederla ed abbracciarla, affidendole poi il batacchio da prendere in cura. Lei mi abbracciò subito e si complimentò nel trovarmi più roseo di prima in Ospedale, dopo passò subito ad infilarmi la linguetta svettante in bocca e poi mi chiese se poteva un poco spupazzarmi e così finimmo sul mio lettone. Lei in un attimo fu completamente nuda e si sdraiò sul letto ad attendermi ed io la raggiunsi subito, andando subito a leccarle la fighina sempre viscida di umori dal sapore simile ad una prugna ancora aecrbotta ma quello sfondo di dolce che si sentiva dopo un certo tempo, mi dava la carica al batacchione che mi sembrava fosse come un cavallo da corsa che con un lieve colpo di sperone partiva come un razzo che poi fà anche rima, appunto, col cazzo! La sentii bagnarsi come una cascata di fiume e così, subito dopo la penetrai scopandola forsennatamente a ritmo accelerato che la scombussolò facendola godere, venire, per più volte. Ragazzi che penetrata, che gran scopata! Mi sentivo già fuori gioco, causa l'incidente ed infatti fu proprio Isabella a dirmi che non potevo galoppare a lungo altrimenti sarebbero state amare conseguenze ed allora fu lei a darmi l'ALT! Dovetti obbedirle ma il solo vedere a pochi centimetri dal mio viso il suo splendido culone, mi diede il colpo di coscienza a dirle che il suo bel culo sarebbe stato tutto mio all'indomani e lei ci rise sopra. Rimasti un poco abbracciati sul lettone, non avendo in cucina nulla da mettere sotto i denti per la cena, le proposi di andarcene in trattoria ma lei rifiutò l'invito avendo da prendersi cura di sua madre assai anziana e poi malata da tempo perciò, dopo un lungo bacio si rivestì ed uscì da casa mia in silenzio, di certo presa dai suoi pensieri, problemi. Però, mi dispiacque moltissimo il venire a sapere delle condizioni di sua madre e rimasi a pensare ad Isabella, intenta a dedicarsi alla sua mamma. Decisi di andarci da solo in trattoria, locale che frequentavo da anni spesse volte e lì mi sentivo a casa mia. Trovai lì una nuova cameriera, una biondina magrolina dalle forme rotondette molto carina e molto gentile con la clientela e mi seppe coccolare offrendomi varie portate squisitissime e, dopo la sontuosa cena, lasciai il locale con l'immagine della graziosa biondina e quel visetto grazioso, quel corpicino che era un incanto della natura, mi si stampò nella mente, ripensandola spesso mentre a casa, mi stavo preparando per andarmene a letto. Poi però il pensiero cambiò come quando si cambia programma nel televisore ed andai al programma su Isabella. Sul mio cervello apparivano speso due immagini: Isabella la rossa e Marina...la camerierina biondina...ad un certo punto m'immaginai di essere un centurione dell'antica Roma che si trovava alla guida di una biga trainata da due puledrine: Isabella e Marina...beato chi se le cavalcava pure! Poi il sonno ebbe il sopravvento e crollai quasi già russando
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