Ricordi di un incontro.
di
Manganello.
genere
etero
Era un mattino di Novembre ed il freddo mi portò ad entrare in un bar per riscaldarmi con un caffè. Entrò poco dopo una bella signora bionda che rimase per un istante ad osservarmi ed ordinò poi anche lei un caffè. Lo sorseggiava e si voltava spesso ad osservarmi poi ad un certo punto chiedendomi scusa, mi chiese se ero Checco. Improvvisamente, come una pellicola di film scorre nel proiettrore, nella mia mente scorse il viso angelico della bionda ma con un pò di anni in meno di quel momento, di quel giorno: capii subito che la bella bionda era Angela, la ragazza più bella della classe terza c, Liceo Classico. Le confermai di essere Checco e dopo ci lasciammo andare abbracciandosi cordialmente creando così uno spettacolo nel piccolo bar, poi decidemmo di andare nel vicino parco "Villa Borghese" (per i lettori non di Roma, chiarisco che quel parco è notissimo a tutti i romani ed anche a coloro che per ovvi motivi abitano in altre città italiane). Giunti appunto lì, passammo in rassegna i nostri anni di liceo, la nostra storia d'amore che durò per tutti i cinque anni di scuola e poi passammo al presente. Angela mi parlò di essere da poco separata dal marito e padre di Sabrina, sua figlia ventenne. Una ragazza molto carina ma fragile di costituzione, gracilina. Poi il tempo trascorreva così Angela, visto che era quasi ora di pranzo, mi propose di andare a casa sua per pranzare insieme, così avrei conosciuto Sabrina ed allora accettai il suo invito e, con la mia auto ci dirigemmo a casa sua. Lì conobbi Sabrina che già immaginavo bruttina, con i segni sul viso della sua sofferenza ma quando la vidi, quasi mi stava prendendo un colpo al cuore nel trovarmi difronte una strafighina, tutta curve, bella da morire d'infarto ed il muoversi con atteggiamento da felino, mi stava facendo veramente girare la testa, frase vecchia ma sempre valida. Lei volle abbracciarmi, baciare alle guance, stringendosi forte ed infine ringraziandomi per essere lì con loro due, notando lei quanto sua madre, sempre triste per il matrimonio fallito, in quel momento era così felice, raggiante. Io la ringraziai e poi ci sedemmo a prenderci un aperitivo. Tra i tanti discorsi, Angela mi chiese poi se conoscevo un od una infermiera brava, perchè Sabrina aveva bisogno di una cura ricostituente a base di iniezioni intramuscolari ed anche continui clisteri per ristabilire l'intestino. Dopo che mi parlò dei guai di sua figlia, dissi che potevo essere anch'io nei papabili infermieri in quanto avevo fatto esperienze in merito a cure di vario tipo, essendo stato per anni nella C.R.I., avevo una certa esperienza nel soccorso e nelle terapie varie per un vasto raggio; quindi per me, praticare intramuscolari, clisteri ed altro era di routine. Angela accettò sorridendo emozionatissima per la mia proposta...Sabrina con meno entusiasmo, al solo pensare, mi disse poi, al doloroso penetrante ago. Comunque, dopo il pranzo proposi di passare alla terapia da seguire giornalmente. Passammo alla camera di Sabrina ed io consigliai di cominciare con la puntura per "toglirsi il dente dolorante": Sabrina si sdraiò scoprendosi il meraviglioso culo dalle 7 bellezze del mondo ed io faticai a rimanere impassibile a tale spettacolo della natura ma poi mi diedi un contegno e, riempita la siringa, preparai poi il cotone imbevuto di alcool ed iniziai così il massaggio della natica da bucare, strofinando con energia tale da fare così assopire i nervi e muscoli del meraviglioso culetto, poi, con un colpo deciso ma leggerissimo, le infilai l'ago nella natica e spinsi lo stantuffo che iniettò il liquido dentro di lei e...miracolo, Sabrina poi mi confessò di non avere sentito alcun dolore e non aveva neanche sentito scorrere dentro il liquido dalla siringa, così subito lei mi promosse infermiere dell'anno dalla mano di velluto. Anche Angela chiaramente fu felicissima nel sapere che sua figlia si sarebbe fatta bucherellare solo e solamente da me. Io intanto continuavo a strofinare sulla natica bucata il cotone per massaggiare il più possibile il bel culetto e con la mano massaggiai poi ancora di più tastandole così quel sogno di culo femminile. Sabrina chiaramente aveva mangiato la foglia ma Angela era troppo felice di potere contare su di me. Poi venne il momento del clistere che preparai con acqua per scioglierci la bustina di polverina e chiesi poi ad Angela di darmi un guanto in lattice per potere ben lubrificare l'ano a Sabrina con il gel, favorendo così la penetrazione della cannula di dimensioni "molto generose". Cospargei così la cannula e unsi molto il dito protetto dal guanto e, con dolcezza ma fermezza insieme, lo infilai nell'ano che per spirito di conservazione Sabrina strinse molto favorendo solo un gran dolore per lei non certo per me ed io navigavo col pensiero che al posto dell'Indice ci poteva stare il mio cazzo già notevolmente martoriato nel palpeggiare le natiche sode, dure...da ventenne. Introdotto il dito lo feci rigirare su se stesso a lungo e sentii che Sabrina accennava gemiti con un filo di voce ed io m'eccitavo sempre di più. Poi tolsi il dito sostituendolo con la cannula che infilai con decisione senza esitare anche se lei lasciò andare dei gridolini di dolore ma io scavavo dentro di lei con su e giù a ritmo forzato, poi aprii il rubinetto scaricandole nel culetto due litri di acqua anche un bel pò tiepida. Il contenitore si svuotò velocemente così potei toglierle dall'ano la cannula e lei corse subito a svuotarsi il pancino in bagno. Poco dopo tornò tutta pulita e profumata avvicinandosi a me e stampandomi un bacio sulla guancia con riconoscenza. Io ero in Paradiso e non me ne rendevo neanche conto! Dopo un'ora stabilimmo che sarei venuto ad orari diversi ma ogni giorno fino alla fine della terapia da seguire. Mi congedai da loro andandomene via ed al mattino dopo telefonai per sapere se potevo venire subito in mattinata. Mi rispose sabrina che confermò di attendermi in casa ed arrivai da loro dopo mezz'ora di traffico romano.
1
voti
voti
valutazione
7
7
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Ricordi di gioventù , quando mi piacevano i soldi facili. 3racconto sucessivo
Ricodri di un incontro 2.
Commenti dei lettori al racconto erotico