Andai in pensione 2.

di
genere
etero

Il giorno dopo ero nuovamente a casa di Annalisa e trovaiad aprirmi sua MadreLuisa, anche lei pronta a ricevere l'iniezione. La praticai prima a Luisa ed in quel momento, sia pure occupato a preparare il necessario, mi misi ad osservare, giudicare, valutare l'aspetto fisico della quarantacinquenne ugualmente bella come sua figlia ed i capelli rosso fuoco le davano un aspetto di avvenentemente affascinante: una vera pantera rossa e le mani curatissime, poi con unghie ben lunghe ed assai eccitanti tanto da portare subito la mente a paragonarla, appunto, ad una aggressiva belva pronta ad aggredirti per poi sedurti...beato chi finiva sotto i suoi atrigli!! Lei si sdraiò sul suo lettone, si sollevò la gonna lunga da arrivare sotto le ginocchia, svelandomi gli slip sottilissimi che coprivano una piccola parte del suo culo degno di essere paragonato alla meraviglia posseduta da Annalisa. Quei slip scivolarono via tra le sinuose materne cosce ed io potei così valutare il patrimonio dermico veramente incantevole. Mi affrettai a scorrere con la mano aperta sul bel culo per massaggiarglielo facendole così allentare la tensione nel pensare al doloroso ago che poi, anche quel giorno, non glielo feci proprio sentire e lei infatti gongolò adulandomi ancora per la mia mano magica, così disse ed allora la controbattei dicendole che sarei stato anche più abile a sfiorare il bel fondoschiena facendolo scomparire. Lei rise seguita a ruota dalla figlia che invece, pur intuendo che neanche quel giorno non avrebbe provato alcun dolore, vedevo pensierosa ed agitata. Mentre Luisa stava rivestendosi, spostai lo sguardo sulle natiche rigogliose di Annalisa e dopo una rapida preparazione di siringa sterile, praticai la puntura con la sempre vellutata manina che al termine mi permise di sentire un lungo sospirone della bambolona bionda...ma quel giorno in casa c'era anche la madre, appunto, così non potei festeggiare quel bellissimo sedere ed allora con rassegnazione dovetti uscire da lì ma, mentre stavo per salire nella mia auto, squillò il telefono dove sentii poi una voce maschile molto risuonante come fosse il comportamento classico di un militare, infatti poi ebbi la conferma quando colui si presentò come Generale Bistozzi, comamdante dei paracadutisti Folgore, per poi farmi presente che aveva bisogno di me per sua nipote da curare per uno strappo muscolare alla gamba. In poco tempo lo raggiunsi e mi presentò la nipote interessata ad un mio intervento. Stabilimmo subito insieme che le avrei praticato massaggi idonei e subito passai ai fatti, frizionando la muscolosissima gamba e, per prevenire poi un altro strappo, feci altrettanto all'altra gamba. I massaggi durarono quindici giornie, constatando gli ottimi risultati, il Generale mi consegnò l'importo pattuito, aggiungendoci poi un ulteriore compenso assai gradito da me dato che la somma venne arrotondata con altri duecento euro! Quando lui volle offrirmi un liquore fatto da se stesso, la nipotina che anche lei era una bella fighina, mi sussurrò nell'orecchio che suo zio usciva tutte le mattine per andare al circolo militare e lei era sola in casa così m'invitò a venirla a trovare così mi avrebbe anche lei compensato a modo suo e mi fece l'occhiolino. Poi arrivò suo zio e lei se ne andò via stringendomi la mano. Dopo che lodai il Generale per l'ottimo liquore, mi congedai da lui andandomene subito a casa. Dopo nenanche un'ora che ero in casa ad attendere telefonate, sentii invece suonare il campanello ed andai alla porta che aprii facendomi trovare difronte a me due Suore che avevano letto un mio bigliettino così mi chiedevano di prendere in cura una loro consorella che era stata dolorosamente colpita dauna forma di sciatica impedendole di muoversi.Andai seguendole con la mia macchina al loro istituto e lì vidi la loro consorella, molto giovane, altrettanto molto affascinante anche perchè non indossava il saio castigatissimo, anzi, una camicia da notte che risaltava la sua bellezza. Pregai che la aiutassero a liberarsi della camicia e, dopo averle praticato una intramuscolare che lei non percepì neppure e mi ringraziò per la...mia mano...ecc., ecc., poi passai a frizionarle una crema molto untuosa che feci scorrere sui suoi fianchi ed in pratica ero in evidente agitazione in quanto il mio batacchio si era irrigidito assai e la Madre Superiore se ne era ben accorta ma io rimasi con espressione ferma, gelida...professionale
scritto il
2023-12-13
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