Marta

di
genere
saffico

Credo sia una nuova inquilina del mio palazzo.
Sicuramente sposata, un bambino sui 9-10 anni. A prima vista una donna giovane come se ne vedono tante.
Se la guardi bene vedi che non è così.
Io ho 41 anni, sono mamma, sono sposata, sono eterosessuale. Ma lei mi piace.
La incontro sempre, tutti i giorni. Nell’atrio, mentre aspetta l’ascensore, mentre esce di casa.
Una settimana fa l’ho incontrata e abbiamo scambiato qualche parola. Ha una voce profonda, un po’ roca, e un sorriso smagliante. Capelli castani, ricci, folti. Un collo da baciare.
Io sono eterosessuale ma avrei voluto baciare quel collo. Non ero io quella che la invitava per un caffè il giorno dopo, ma avrei voluto baciare quel collo.
Lei, si chiama Marta, mi ha guardata per qualche istante. Sembrava che stesse valutando la cosa. Poi con uno strano sorriso mi ha detto che era una buona idea e che il mattino dopo era sola e sarebbe venuta verso le 10.
Oggi mi sono alzata come al solito, ho preparato la colazione per marito e figli, ho rifatto i letti, lavato le tazze nel lavello e poi ho pensato a Marta, al suo collo che volevo baciare. Intanto mi facevo la doccia, soffermandomi più del lecito (ma qual è il limite del lecito?) con la mano insaponata tra le cosce.
Asciugata, vestita, pettinata, truccata. Aspetto Marta, le tazzine pronta, la moka pronta sul fuoco.
Marta è qui. Una maglia con lo scollo a barchetta, aderente, color cammello, una gonna nera morbida alla vista, ballerine ai piedi. Ma la maglia con lo scollo a barchetta sul collo nudo: ma lo fa apposta?
Parliamo di mariti, figli, scuola. Ci guardiamo, ha due occhi neri, magnifici, dei pozzi in cui annegare.
Io sono eterosessuale, però avvicinandole la tazzina del caffè le sfioro le dita della mano. Lei lascia le dita a contatto delle mie. Solleva la tazzina, beve e con la sua mano copre la mia.
Io sono eterosessuale, però prendo la sua mano nella mia.
C’è silenzio tra noi, in casa, nella strada. Le tazzine sono vuote, le dita delle nostre mani si incrociano, come vorrei baciare quel collo. Marta si alza, mi fa alzare, è alta come me più o meno.
Il suo profumo da vicino fa girare la testa, per fortuna che sono eterosessuale. Ma ora sto baciando quel collo nudo nel silenzio della casa. I figli a scuola, il marito al lavoro, lei nelle mie braccia.
Marta fa scivolare la mani sotto il mio golfino, io sono salita con le labbra dal collo alla sua bocca. Un timido bacio, lei risponde, la sua bocca si schiude e la mia lingua tocca la sua.
I suoi occhi nei miei. La sua mano mi accarezza la schiena, la pancia, il seno. Scivola sotto il reggiseno, stringe il capezzolo tra le dita. Mi sfugge un gemito.
Come può essere che ora Marta non indossa più la maglia con lo scollo a barchetta? Che i suoi seni sono nudi tra le mie mani? Come può essere che ora li sto divorando di baci?
Marta mi sfila il golfino, mi toglie quello stupido inutile reggiseno che ormai non copre più nulla.
Sempre silenzio tra noi, qualche gemito sommesso quando le ho preso un capezzolo tra le labbra.
Come siamo arrivate su questo divano? La sua mano in mezzo alle mie cosce, le sue dita spingono il tessuto delle mie mutandine bagnate. La bocca di Marta sui miei seni, le mie mani tra i suoi capelli.
Sono nuda sul divano, la bocca di Marta sul mio pube, la sua lingua dentro di me. Io sono eterosessuale ma vengo nella bocca di Marta e sono in paradiso.
Ora non c’è più silenzio tra noi, ci sono parole sussurrate sulle nostre pelli nude, ci sono mani che corrono, dita che esplorano, umori che si mescolano.
Marta è mia, io sono di Marta. Non ci sono figli, mariti, scuole.
Io sono eterosessuale?
scritto il
2023-01-23
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