La Signora Claudia - Capitolo 10
di
duke69
genere
dominazione
“Ben ritrovata troia! Levati quell’accappatoio, e mettiti questi…nel frattempo ti illustro quale sarà la tua giornatina di oggi!”
Gli indumenti erano stesi ordinatamente sopra un divano: perizoma nero aperto al centro, reggicalze e calze a rete nere, scarpe nere con tacco da dodici centimetri e un tubino bianco.
Il tubino era strettissimo, più piccolo almeno di una taglia, tale da mettere in evidenza i miei seni che premevano sulla stoffa e tale da renderlo trasparente al punto che il nero del perizoma spiccava sul bianco del vestito. Tanaka attese che indossai tutto, quindi mi chiamò a sé:
“Sei un po’ pallida cagna! Vieni qui che ti faccio prendere colorito…”
Aprì la finestra, che dava sul piazzale dove i due uomini continuavano a massacrare la povera Lory; mi fece affacciare rimanendo dietro di me e infilandomi una mano in bocca: l’effetto fu immediato, mi venne un conato di vomito e istintivamente afferrai la sua mano.
“Che cazzo fai troia!”
Immediatamente mi prese le mani, le portò dietro la mia schiena e in men che non si dica mi legò i polsi con una fascetta di plastica.
“Così terrai le mani ferme!”
Intanto che ero costretta a godermi lo straziante spettacolo di fustigazione, il Tanaka continuava a provocarmi i conati ficcandomi le dita in gola. Lacrimavo in abbondanza, ma lo stomaco e l’esofago erano scombussolati e mi dolevano.
“Hai visto che brava quella troia di Lory: neanche un lamento! Perché lei lo sa…se emette anche solo un gridolino non avrà cazzo per l’intero mese: astinenza completa in uno stato di continua eccitazione in assoluto controllo, 24/24! Lo ha provato solo una volta e stava per uscirne matta…”
Detto ciò, le mani del porco si erano spostate sulla mia fica penetrando con una facilità estrema e imbarazzante:
“UHH vedo che sei bella bagnata! Proprio da gran porcona! Ti eccita di più Lory bacchettata a sangue o la mia mano in gola?”
Ormai aveva constatato di persona il livello della mia eccitazione, non potevo negare o nascondermi, dovevo dare uno straccio di risposta e dovevo fare in modo di accontentarlo, mostrandogli il rispetto che merita un padrone.
“...tutto insieme…non mi piace vedere Lory punita in quel modo, così come non mi piace sentire una mano in bocca…ma è tutto l’insieme e… anche la sua voce che mi stimola, signore.”
Tanaka sorrise sadicamente apparentemente soddisfatto della mia risposta.
Nel silenzio generale che avvolgeva la campagna circostante la villa, era un susseguirsi di suoni che rendevano l’atmosfera incandescente, da una parte il lontano sibilo delle sferzate sul corpo di Lory e dall’altra i miei colpi di tosse indotti dalla mano di Tanaka che spingeva in gola con brutalità.
“Brava cagna, ti lavorerò duramente ogni giorno e siccome sarà solo una misera settimana intensificherò la tua preparazione a troia succhiacazzi e rotta in culo!”
Immediatamente una sua manata potente sulla mia natica interruppe la sinfonia di suoni e diede inizio ad una nuova sessione di lavoro: due tizi all’apparenza nordafricani fecero il loro ingresso nella sala.
Saranno stati alti 1.80, entrambi snelli, con capelli cortissimi e con il tipico aspetto mulatto caratterizzante tunisini o algerini. Indossavano la medesima t-shirt bianca e dei pantaloni jeans con scarpe da lavoro: probabilmente erano dipendenti di Tanaka, forse giardinieri.
“Cagna! Questi sono i miei fedeli uomini, Jelani e Kiros; si prenderanno cura di te sfondandoti a dovere!”
Tanaka sollevò il tubino masturbandomi di fronte ai due uomini e provocando in loro una evidente erezione che i pantaloni facevano fatica a trattenere.
“Forza! fatele vedere i cazzoni!”
I due si abbassarono la zip mostrando i loro uccelli. Nel frattempo il Signor Tanaka si stava prendendo cura dei miei capezzoli che, da sopra il tessuto bianco del tubino, stringeva e torceva tra indice e pollice strappandomi grida di dolore: io soffrivo, senza la possibilità di muovere le mani bloccate dietro la schiena. Poco dopo Tanaka mi spinse verso i due:
“Fatele capire che è solo una lurida cagna!”
Uno dei due mi prese per i capelli e mi trascinò con violenza fuori da quella sala conducendomi in una saletta vicina, mentre l’altro si sfilava la cintura e seguiva a poca distanza; era presente solo un letto e il pochissimo spazio che lo separava dalle pareti faceva capire l’utilizzo di quella camera.
Jelani mi scaraventò sul letto iniziando a sbottonarsi i pantaloni, mentre Kiros mi dava una cinghiata sulle cosce intimandomi di mettermi a pecora. Impresa assai ardua visto che avevo ancora i polsi legati, tuttavia mi sosteneva Jelani, che sistematosi dietro di me, mi aveva afferrato per i polsi come fossero state le redini di un cavallo.
Pochi secondi dopo sentii il suo uccello che entrava dentro la mia passera, penetrandomi attraverso l’apertura del perizoma, fino a far sbattere le sue palle sulle mie natiche: l’ingresso fu un po’ doloroso, perché non ero sufficientemente lubrificata, tuttavia dopo due/tre andirivieni a ritmo abbastanza lento il dolore svanì lasciando spazio al piacere che cominciava a montare. Nel frattempo anche Kiros si era spogliato: aveva un fisico scolpito e un pene lungo ma non troppo grosso. Mentre Jelani procedeva con una scopata da urlo, Kiros pompava la mia bocca con il suo cazzo, privo di opposizione visto che le mie braccia erano rimaste legate e tenute da Jelani, che comandava i miei movimenti spingendo ritmicamente la mia testa sull’uccello dell’amico.
Nel frattempo, Kiros aveva entrambe le mani libere, con una iniziava a penetrare il mio sedere spingendo il suo dito medio all’interno fino alla prima nocca e con l’altra mano pestava le mie chiappe arroventandole in breve tempo.
Quella penetrazione aveva intensificato il mio piacere al punto che Jelani aumentò la velocità del suo movimento portandomi in pochi minuti ad un passo dall’orgasmo. Quando si rese conto di ciò, Jelani si fermò di colpo, Kiros levò il dito dal mio sedere e mi diede tre forti frustate, che andarono a colpire il ventre e i seni bloccando ogni mia idea di poter schizzare: cazzo!!! Quanto avrei voluto venire in quel momento!
“Cagna! Tu sborri solo quando lo decidiamo noi! Ora fai godere noi due, lo faremo a modo nostro e molto lentamente. Forse alla fine ti concederemo il lusso di una sborrata!”
Jelani aveva messo in chiaro le modalità di quel rapporto a tre, quindi aveva ripreso a muoversi mentre Kiros mi aveva messo in bocca il dito medio appena estratto dal mio culo.
“Lecca bene perché adesso continuiamo con due dita!”
Nonostante tutto, compreso il dolore procurato dalla fascetta che mi stava tagliando i polsi, furono due ore di goduria, di sofferenza da cinghiate e di stress da orgasmo mancato. I due si erano avvicendati più volte, ma mai fermandosi, se non per il tempo di far morire il mio orgasmo. Le dita in culo alla fine dei giochi erano diventate tre: me lo avevano aperto per bene preparandolo a quello che sarebbe capitato di lì a poco.
Ogni volta che uscivano dalla mia passera per metterlo in bocca, mi facevano sentire una gran troia! leccavo e succhiavo come una posseduta chiedendo pietà affinché mi facessero venire. Dopo tutto quel tempo ero sfiancata e non ce la facevo più, mentre quei due tori non erano ancora venuti…
Rimasi esterrefatta quando dopo forse un quarto d’ora di tregua ripresero a martellarmi, uno in bocca e l’altro in fica, ma questa volta più velocemente e più rudemente: mi stavano demolendo! Godevo ma la frustrazione di non poter schizzare mi stava ammazzando!
Il Signor Tanaka si affacciò sulla stanza e diede l’ordine ai due ragazzi:
“Riempite di sborra questa cagna!”
Kiros che in quel momento mi stava scopando si avvicinò al mio orecchio e sussurrò:
“Adesso vaccona ti sborro dentro e voglio che anche tu schizzi contemporaneamente, e quando lo farai allargherai la bocca più che puoi, così anche Jelani ti piscerà la sua sborra in gola!”
Lo trattenni a stento e quando le bordate di Kiros si fecero più veloci e profonde schizzai sul letto tutti i miei umori, quasi contemporaneamente sentii i fiotti di sperma che riempivano la mia fica. Gettai un urlo di liberazione che presto si tramutò in rantolo soffocato dallo sperma di Jelani che si depositava sul mio viso e dentro la mia bocca. Poco dopo mi ritrovai sola su quel letto bagnato da sperma e sudore; mi avevano usata come fossi stata un oggetto e questa cosa mi eccitava tantissimo. Nonostante mi sentissi esausta ero soddisfatta di come mi avessero letteralmente sbattuto e di come finalmente avessi goduto di un orgasmo che desideravo da tempo.
Ribollivo di una forte eccitazione visibile dai miei capezzoli duri e appuntiti, dalle mie labbra gonfie e lucide e dal mio clitoride eretto, quando sentii la grossa mano di Tanaka che nuovamente si abbatteva violenta sulle mie natiche:
“Alzati cagna!!! Hai ancora molti cazzi da soddisfare prima che faccia buio e anche dopo… e stai tranquilla che in queste notti dormirai poco…!”
Tanaka mi aveva preso per i capelli, mi aveva fatto mettere in ginocchio sopra il letto e si era levato la cintura dei pantaloni ficcandomi in bocca il suo cazzo ancora moscio. Lo sentii crescere in breve tempo, man mano che colpiva duramente le mie natiche con la sua cinta, più batteva e più urlavo: era evidente che la sua erezione fosse indotta dalla mia sofferenza. Le sue mani bloccavano la mia testa in quell’unica posizione possibile dove le mie labbra erano schiacciate sul suo ventre e il suo cazzo pulsava nella mia gola. Dopo qualche minuto avevo gli occhi che mi bruciavano, Tanaka mollava la presa e infieriva sulle mie chiappe arrossate utilizzando la sua grossa mano che si abbatteva a peso morto sulla mia carne.
“Non c’è storia…schiaffeggiare a mani nude ti da un appagamento formidabile!!”
Dopo il terrificante inizio, durante il quale soffocavo perché il suo membro mi chiudeva la gola, Tanaka aveva cominciato a scoparmi la bocca, quindi estraeva l’uccello, si segava recuperando nella mano la saliva presente in tutta l’asta e la riponeva nel mio sedere, proprio nel buco del culo.
“Il tuo culone è mio!! Oggi ti inculerò avviando un lavoro di apertura del tuo buco del culo!”
Mi penetrava con le sue grosse dita che sentivo con maggiore dolore rispetto a quelle di Kiros. Tutta la saliva prodotta dal pompino finiva dentro il mio ano che diveniva sempre più scivoloso e pronto ad accogliere il suo uccello, il cazzo del padrone, che sarebbe inevitabilmente stato il primo a conquistare il mio culo.
Continua… … (per eventuali commenti o suggerimenti - dukeduke1069@yahoo.com)
Gli indumenti erano stesi ordinatamente sopra un divano: perizoma nero aperto al centro, reggicalze e calze a rete nere, scarpe nere con tacco da dodici centimetri e un tubino bianco.
Il tubino era strettissimo, più piccolo almeno di una taglia, tale da mettere in evidenza i miei seni che premevano sulla stoffa e tale da renderlo trasparente al punto che il nero del perizoma spiccava sul bianco del vestito. Tanaka attese che indossai tutto, quindi mi chiamò a sé:
“Sei un po’ pallida cagna! Vieni qui che ti faccio prendere colorito…”
Aprì la finestra, che dava sul piazzale dove i due uomini continuavano a massacrare la povera Lory; mi fece affacciare rimanendo dietro di me e infilandomi una mano in bocca: l’effetto fu immediato, mi venne un conato di vomito e istintivamente afferrai la sua mano.
“Che cazzo fai troia!”
Immediatamente mi prese le mani, le portò dietro la mia schiena e in men che non si dica mi legò i polsi con una fascetta di plastica.
“Così terrai le mani ferme!”
Intanto che ero costretta a godermi lo straziante spettacolo di fustigazione, il Tanaka continuava a provocarmi i conati ficcandomi le dita in gola. Lacrimavo in abbondanza, ma lo stomaco e l’esofago erano scombussolati e mi dolevano.
“Hai visto che brava quella troia di Lory: neanche un lamento! Perché lei lo sa…se emette anche solo un gridolino non avrà cazzo per l’intero mese: astinenza completa in uno stato di continua eccitazione in assoluto controllo, 24/24! Lo ha provato solo una volta e stava per uscirne matta…”
Detto ciò, le mani del porco si erano spostate sulla mia fica penetrando con una facilità estrema e imbarazzante:
“UHH vedo che sei bella bagnata! Proprio da gran porcona! Ti eccita di più Lory bacchettata a sangue o la mia mano in gola?”
Ormai aveva constatato di persona il livello della mia eccitazione, non potevo negare o nascondermi, dovevo dare uno straccio di risposta e dovevo fare in modo di accontentarlo, mostrandogli il rispetto che merita un padrone.
“...tutto insieme…non mi piace vedere Lory punita in quel modo, così come non mi piace sentire una mano in bocca…ma è tutto l’insieme e… anche la sua voce che mi stimola, signore.”
Tanaka sorrise sadicamente apparentemente soddisfatto della mia risposta.
Nel silenzio generale che avvolgeva la campagna circostante la villa, era un susseguirsi di suoni che rendevano l’atmosfera incandescente, da una parte il lontano sibilo delle sferzate sul corpo di Lory e dall’altra i miei colpi di tosse indotti dalla mano di Tanaka che spingeva in gola con brutalità.
“Brava cagna, ti lavorerò duramente ogni giorno e siccome sarà solo una misera settimana intensificherò la tua preparazione a troia succhiacazzi e rotta in culo!”
Immediatamente una sua manata potente sulla mia natica interruppe la sinfonia di suoni e diede inizio ad una nuova sessione di lavoro: due tizi all’apparenza nordafricani fecero il loro ingresso nella sala.
Saranno stati alti 1.80, entrambi snelli, con capelli cortissimi e con il tipico aspetto mulatto caratterizzante tunisini o algerini. Indossavano la medesima t-shirt bianca e dei pantaloni jeans con scarpe da lavoro: probabilmente erano dipendenti di Tanaka, forse giardinieri.
“Cagna! Questi sono i miei fedeli uomini, Jelani e Kiros; si prenderanno cura di te sfondandoti a dovere!”
Tanaka sollevò il tubino masturbandomi di fronte ai due uomini e provocando in loro una evidente erezione che i pantaloni facevano fatica a trattenere.
“Forza! fatele vedere i cazzoni!”
I due si abbassarono la zip mostrando i loro uccelli. Nel frattempo il Signor Tanaka si stava prendendo cura dei miei capezzoli che, da sopra il tessuto bianco del tubino, stringeva e torceva tra indice e pollice strappandomi grida di dolore: io soffrivo, senza la possibilità di muovere le mani bloccate dietro la schiena. Poco dopo Tanaka mi spinse verso i due:
“Fatele capire che è solo una lurida cagna!”
Uno dei due mi prese per i capelli e mi trascinò con violenza fuori da quella sala conducendomi in una saletta vicina, mentre l’altro si sfilava la cintura e seguiva a poca distanza; era presente solo un letto e il pochissimo spazio che lo separava dalle pareti faceva capire l’utilizzo di quella camera.
Jelani mi scaraventò sul letto iniziando a sbottonarsi i pantaloni, mentre Kiros mi dava una cinghiata sulle cosce intimandomi di mettermi a pecora. Impresa assai ardua visto che avevo ancora i polsi legati, tuttavia mi sosteneva Jelani, che sistematosi dietro di me, mi aveva afferrato per i polsi come fossero state le redini di un cavallo.
Pochi secondi dopo sentii il suo uccello che entrava dentro la mia passera, penetrandomi attraverso l’apertura del perizoma, fino a far sbattere le sue palle sulle mie natiche: l’ingresso fu un po’ doloroso, perché non ero sufficientemente lubrificata, tuttavia dopo due/tre andirivieni a ritmo abbastanza lento il dolore svanì lasciando spazio al piacere che cominciava a montare. Nel frattempo anche Kiros si era spogliato: aveva un fisico scolpito e un pene lungo ma non troppo grosso. Mentre Jelani procedeva con una scopata da urlo, Kiros pompava la mia bocca con il suo cazzo, privo di opposizione visto che le mie braccia erano rimaste legate e tenute da Jelani, che comandava i miei movimenti spingendo ritmicamente la mia testa sull’uccello dell’amico.
Nel frattempo, Kiros aveva entrambe le mani libere, con una iniziava a penetrare il mio sedere spingendo il suo dito medio all’interno fino alla prima nocca e con l’altra mano pestava le mie chiappe arroventandole in breve tempo.
Quella penetrazione aveva intensificato il mio piacere al punto che Jelani aumentò la velocità del suo movimento portandomi in pochi minuti ad un passo dall’orgasmo. Quando si rese conto di ciò, Jelani si fermò di colpo, Kiros levò il dito dal mio sedere e mi diede tre forti frustate, che andarono a colpire il ventre e i seni bloccando ogni mia idea di poter schizzare: cazzo!!! Quanto avrei voluto venire in quel momento!
“Cagna! Tu sborri solo quando lo decidiamo noi! Ora fai godere noi due, lo faremo a modo nostro e molto lentamente. Forse alla fine ti concederemo il lusso di una sborrata!”
Jelani aveva messo in chiaro le modalità di quel rapporto a tre, quindi aveva ripreso a muoversi mentre Kiros mi aveva messo in bocca il dito medio appena estratto dal mio culo.
“Lecca bene perché adesso continuiamo con due dita!”
Nonostante tutto, compreso il dolore procurato dalla fascetta che mi stava tagliando i polsi, furono due ore di goduria, di sofferenza da cinghiate e di stress da orgasmo mancato. I due si erano avvicendati più volte, ma mai fermandosi, se non per il tempo di far morire il mio orgasmo. Le dita in culo alla fine dei giochi erano diventate tre: me lo avevano aperto per bene preparandolo a quello che sarebbe capitato di lì a poco.
Ogni volta che uscivano dalla mia passera per metterlo in bocca, mi facevano sentire una gran troia! leccavo e succhiavo come una posseduta chiedendo pietà affinché mi facessero venire. Dopo tutto quel tempo ero sfiancata e non ce la facevo più, mentre quei due tori non erano ancora venuti…
Rimasi esterrefatta quando dopo forse un quarto d’ora di tregua ripresero a martellarmi, uno in bocca e l’altro in fica, ma questa volta più velocemente e più rudemente: mi stavano demolendo! Godevo ma la frustrazione di non poter schizzare mi stava ammazzando!
Il Signor Tanaka si affacciò sulla stanza e diede l’ordine ai due ragazzi:
“Riempite di sborra questa cagna!”
Kiros che in quel momento mi stava scopando si avvicinò al mio orecchio e sussurrò:
“Adesso vaccona ti sborro dentro e voglio che anche tu schizzi contemporaneamente, e quando lo farai allargherai la bocca più che puoi, così anche Jelani ti piscerà la sua sborra in gola!”
Lo trattenni a stento e quando le bordate di Kiros si fecero più veloci e profonde schizzai sul letto tutti i miei umori, quasi contemporaneamente sentii i fiotti di sperma che riempivano la mia fica. Gettai un urlo di liberazione che presto si tramutò in rantolo soffocato dallo sperma di Jelani che si depositava sul mio viso e dentro la mia bocca. Poco dopo mi ritrovai sola su quel letto bagnato da sperma e sudore; mi avevano usata come fossi stata un oggetto e questa cosa mi eccitava tantissimo. Nonostante mi sentissi esausta ero soddisfatta di come mi avessero letteralmente sbattuto e di come finalmente avessi goduto di un orgasmo che desideravo da tempo.
Ribollivo di una forte eccitazione visibile dai miei capezzoli duri e appuntiti, dalle mie labbra gonfie e lucide e dal mio clitoride eretto, quando sentii la grossa mano di Tanaka che nuovamente si abbatteva violenta sulle mie natiche:
“Alzati cagna!!! Hai ancora molti cazzi da soddisfare prima che faccia buio e anche dopo… e stai tranquilla che in queste notti dormirai poco…!”
Tanaka mi aveva preso per i capelli, mi aveva fatto mettere in ginocchio sopra il letto e si era levato la cintura dei pantaloni ficcandomi in bocca il suo cazzo ancora moscio. Lo sentii crescere in breve tempo, man mano che colpiva duramente le mie natiche con la sua cinta, più batteva e più urlavo: era evidente che la sua erezione fosse indotta dalla mia sofferenza. Le sue mani bloccavano la mia testa in quell’unica posizione possibile dove le mie labbra erano schiacciate sul suo ventre e il suo cazzo pulsava nella mia gola. Dopo qualche minuto avevo gli occhi che mi bruciavano, Tanaka mollava la presa e infieriva sulle mie chiappe arrossate utilizzando la sua grossa mano che si abbatteva a peso morto sulla mia carne.
“Non c’è storia…schiaffeggiare a mani nude ti da un appagamento formidabile!!”
Dopo il terrificante inizio, durante il quale soffocavo perché il suo membro mi chiudeva la gola, Tanaka aveva cominciato a scoparmi la bocca, quindi estraeva l’uccello, si segava recuperando nella mano la saliva presente in tutta l’asta e la riponeva nel mio sedere, proprio nel buco del culo.
“Il tuo culone è mio!! Oggi ti inculerò avviando un lavoro di apertura del tuo buco del culo!”
Mi penetrava con le sue grosse dita che sentivo con maggiore dolore rispetto a quelle di Kiros. Tutta la saliva prodotta dal pompino finiva dentro il mio ano che diveniva sempre più scivoloso e pronto ad accogliere il suo uccello, il cazzo del padrone, che sarebbe inevitabilmente stato il primo a conquistare il mio culo.
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