La luce dell'alba

di
genere
saffico

Semplicemente ripubblico, correggendo il nome dell'autrice, un racconto già pubblicato tempo fa. Nella mia pignoleria letteraria mi dava noia che fosse riportato come se l'autrice fosse un'altra. Chiedo scusa...


Albeggia, il silenzio della notte lascia spazio ai primi rumori della città che si sveglia in un giorno d’estate…
Tutta la mia casa dorme ancora in realtà, dorme lui nel letto ancora caldo, profondamente addormentato dopo la festa per il mio quarantesimo compleanno, dormono i miei figli ormai quasi adolescenti…
Solo io sono sveglia, nervosa, agitata, incapace di accettare di aver varcato questa soglia che nella mia mente è l’ingresso nella maturità…
Accendo la macchina del caffè, inserisco la cialda e aspetto che la spia si illumini… Indosso sul corpo nudo la nuova vestaglia bianca di seta, il regalo di mio marito che forse l’ha comperata per il suo divertimento quando la lascio sfilare e cadere a terra per rimanere nuda davanti a lui….
Solo io sono sveglia, nervosa, agitata per qualche pensiero di troppo… nella casa di fronte, pochi metri di distanza dalla mia, le serrande di una porta-finestra sono alzate e lasciano vagare il mio sguardo in una cucina così simile alla mia…
Una giovane donna sta iniziando la sua giornata, più giovane di me, forse 30 anni, lunghi lisci capelli neri sciolti sulle spalle. Il pigiama chiaro, giacca e pantalone, che indossa evidenzia senza ombra di dubbio l’assenza di biancheria intima.
Lascio vagare senza pensieri lo sguardo sul suo corpo… vedo i suoi seni alti e pieni, le cosce tornite, il sedere rotondo e tonico, una ragazza che di certo frequenta una palestra…
La spia si è illuminata, mi preparo il solito caffè lungo….americano, come in famiglia piace solo a me, chissà perché…
Lei si gratta la testa mentre spegne il fuoco sotto la moka. Si versa una grossa tazza di caffè e ….si gira…
Mi guarda, sembra accennare un sorriso mentre comincia a sorseggiare la sua tazza. La imito, la guardo e sorrido…
Restiamo ferme così in quella luce che non è più notte e non è ancora giorno.
I suoi seni giovani e pieni tendono la stoffa leggera del pigiama, mi accorgo che la cintura della mia vestaglia di seta si è allentata e lascia alla vista del mondo, di lei in realtà, una striscia di pelle che scende dalla morbida curva del collo, al solco tra i seni e giù fino al lucido vello del pube…
Lo so che mi guarda, lo so che mi vede come ogni donna vorrebbe essere guardata. Non so come né quando, la mia mano ora è scesa e allenta fino a scioglierlo il nodo di seta che tiene chiusa la vestaglia che si apre fino ad appoggiarsi ai capezzoli eretti, ultima barriera a mostrare il mio corpo di donna matura a una giovane sconosciuta.
La vedo passarsi la lingua sulle labbra ancora calde di letto, e la sua mano, finalmente, scende ad aprire il primo, il secondo, il terzo, l’ultimo bottone della giacca.. a mostrare anche a me quella dolce pelle bianca.
E così nella penombra che precede il giorno e lo svegliarsi della città apro e lascio scivolare a terra il leggero schermo di seta.
Mi mostro nuda a lei che ora mi mostra i suoi seni eretti e le loro brune areole strette tra le dita delle mani.
La mia mano scende rapida ad accarezzare il mio pube umido di desiderio… No, mai con una donna, mai per una donna…
Ma in questa luce dell’alba oggi tutto succede, mi penetro con le dita, il clitoride già gonfio… vorrei la sua lingua, la sua bocca.
L’orgasmo mi travolge improvviso, lungo e intenso quando lei è già scesa con la mano nei pantaloni del pigiama a imitare i gesti della mia mano.
Vedo la sua cintura scivolare lenta sulla pelle dei fianchi, vedo apparire la dolce curva che precede l’origine del mondo… sto per vederla, i miei occhi stanno per possederla come già lei fa con il mio corpo esposto…
Ma la città si sveglia improvvisa, lo sciacquone del bagno mi riporta volgarmente al presente. MI rivesto, scorgo un rimpianto nei suoi occhi che dolcemente mi salutano.
scritto il
2023-02-13
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