Una nuona conoscenza

di
genere
saffico

Mi perdo nel profumo del suo collo…mi sembra Roma di Biagiotti… E’ così morbida la sua pelle sotto le mie labbra, alla carezza della mia lingua…
Ma non è stato il profumo o la morbidezza della sua pelle che mi hanno sedotta…
Mi hanno sedotto da subito la sua espressione dolce e serena, quei suoi occhi luminosi e quella morbida e mossa cascata di capelli dai riflessi rossi… no, non il solito rosso acceso che talvolta vedo per strada…un rosso più scuro, un rosso morbido, come lei..
Certo quando abbiamo cominciato a parlare, sedute in un affollato ufficio postale, non pensavo che nel giro di poche settimane mi sarei trovata qui, su un letto matrimoniale che non è il mio, nuda e con le braccia allacciate dietro la sua schiena…
Le solite chiacchiere… che barba queste file… ma non potrebbero mettere più impiegati.. lei dove abita?...
Per poi scoprire di essere quasi vicine di casa, poche centinaia di metri l’una dall’altra… io al civico 54, 3° piano, dove abito da 20 anni con marito e due figli, lei al civico 98, 2° piano, marito e un figlio già grande..
Poi, quel giorno, uscita dalla posta me la sono ritrovata davanti…”E se le offro un caffè?”
Mi ha fatto piacere trovarla che mi aspettava e mi sono subito un po’ persa nel suo sguardo… Ha solo qualche anno più di me ma certo non li dimostra…sembra così giovane…
Al caffè di quel lunedì ne sono seguiti altri, ormai ci si dava appuntamento come vecchie amiche… ma tutte e due sapevamo che c’era qualcosa che ci spingeva l’una verso l’altra…
I caffè sono diventati un appuntamento quotidiano, dopo le 9, quando mariti e figli non erano più a casa.. bastava un messaggio sul telefono, il messaggio che io o lei, quasi facendo a gara, ci scambiavamo appena sole…un messaggio segreto per l’invito atteso…
D’un tratto gli appuntamenti al bar sotto casa sono diventati inviti in una delle due case… o la mia o la sua…quando non c’era nessuno o nel giorno libero delle colf…
Perché quando non c’era nessuno? Non ce lo dicevamo ma sapevamo il perché…il perché era nel desiderio che cresceva dentro di noi… sapevamo quello che poteva succedere, sarebbe bastata una piccola scintilla per far esplodere l’incendio inarrestabile…
Oggi, stamattina, c’è stata la scintilla…
Nella sua casa luminosa e vuota stiamo bevendo il nostro caffè… lei non usa macchine tipo Nespresso, preferisce mettere sul fuoco la vecchia moka, dice che il profumo è incomparabile, tutto dipende dalla freschezza della macinatura e dalla qualità del prodotto… Mi sto perdendo nel ricordo delle sue parole e della nostra discussione sul caffè mentre sto baciando il suo seno nudo e sto mordendo il suo capezzolo eccitato…
E’ bastato un gesto sbadato e mi sono rovesciata il caffè sulla camicetta chiara… non so, forse non è stato un gesto sbadato, forse volevo quello che sarebbe successo…
Lei si è alzata sena indugio… “Il caffè va smacchiato subito, se no resta l’alone…” e ha preso a strofinarmi con una spugnetta bagnata la macchia..
Mi sono messa ridere per la mia sbadataggine ma intanto le sue dita sono scivolate sotto la tela della camicia per cercare di sollevare meglio il tessuto per cercare di porre rimedio al danno..
Nel silenzio che ci circondava ho smesso di ridere e ho incollato i miei occhi nei suoi che, morbidi e caldi, hanno cominciato a scrutarmi nell’anima… e hanno visto quello che entrambe nascondevamo anche a noi stesse..
Le sue labbra hanno cercato le mie, dapprima con timidezza, timorose forse di un rifiuto, poi con insistita tenerezza fino a quando le mie labbra si sono dischiuse alle sue, le lingue si sono sfiorate mescolando le calde salive che sapevano di caffè e di desiderio…
Poi mi ha preso per mano, una mano un po’ sudata per l’emozione, e mi ha portato nella sua camera matrimoniale piena di luce…
Mi ha guardato ancora negli occhi e mi ha sussurrato “E’ questo che vuoi? Io ti aspetto già da un po’ di tempo… ma se tu vuoi il tempo dell’attesa è finito…”
Non le ho risposto con le parole ma con un altro bacio mentre già le mie mani slacciavano nervose e impacciate la sua camicia rossa, la facevano cadere sulla poltroncina lì accanto… i suoi seni meravigliosi, pieni e pesanti, erano lì, coperti da un leggero reggiseno nero che ho sfiorato e che lei ha slacciato con la grazia del suo sorriso sulle labbra..
Da quanto tempo desideravo baciarli quei seni, prendere tra le labbra i capezzoli, morderli con delicatezza fino a farla gemere di piacere e di gioia.. non so, dal primo momento che l’ho vista forse? So che lo volevo, quel desiderio era nascosto dentro di me, segreto anche a me…
Poi sono scesa accarezzando lenta con le dita, le labbra e la lingua tutta la sua morbida pelle, ho giocato come una ragazzina con il suo ombelico perfetto strappandole una risata, ho giocato con il suo ventre di donna matura… ho abbassato la cerniera lampo che, sul fianco, chiudeva la gonna e, quando anch’essa è rimasta uno straccio scalciato lontano, sono rimasta in silenzio a sfiorare il piccolo slip che chiedeva di essere tolto…
Si è distesa sulla coperta scura del letto, splendido contrasto con la sua pelle chiara e luminosa…
Eccola, è lei, la mia amante impossibile, il suo pube liscio e depilato si offre al mio sguardo e già le sue mani mi invitano… salgo in ginocchio sul morbido letto e lascio che le sue dita emozionate ed incerte mi tolgano quella camicia che è stata originaria scintilla di questo fuoco che brucia…
Febbrili diventano le sue mani nella furia che ora ci coglie… Mi adagio al suo fianco, supina… ora vestita solo della luce del mattino che entra dalla finestra…
Rimaniamo così per lunghi secondi, le mani nelle mani, gli occhi che corrono insaziabili dagli occhi alle bocche, ai seni morbidi e caldi, al nido dei nostri reciproci desideri…
La sua bocca si china sui miei piccoli seni, sui miei duri capezzoli che chiedono solo di essere amati… I suoi denti mi strappano un gemito che non posso né voglio trattenere… “Non smettere, continua.. fallo di nuovo…” la imploro con gli occhi chiusi e con le mie mani ora padrone dei suoi seni pesanti e del suo desiderio..
Il suo corpo ora copre il mio, la bocca mi cerca… disegna nuove strade sulla mia pelle, strade sconosciute alla lussuria di un maschio, strade che solo una donna riesce a percorrere..
Trattengo il respiro quando lei affonda dentro di me, le dita giocano con il mio vello chiaro e bagnato mentre la lingua, sapiente, separa con forza le grandi labbra del mio fiore e prende a giocare con il clitoride eretto che vuole essere sedotto…
“Ti voglio…vieni da me…” sussurro con voce rotta dal piacere non più contenibile che monta…
E lei scivola sul letto e mi offre il suo monte di Venere intriso dai suoi dolci umori e illuminato dal sole che entra…
Siamo due donne che si amano.. i respiri accarezzano caldi i nostri sessi, le bocche e le lingue cercano di placare la loro insaziabile sete alla fonte del reciproco piacere… E’ così dolce il suo nettare che si stende su tutto il mio viso, mi scivola sul collo… mi riempie la mente di un profumo a me sconosciuto…
Poi, finalmente, la sento tremare, la sento percorsa da brividi che trasmettono piccole scariche elettriche alla mia pelle sudata, la sento gemere nella mia vulva, quasi un pianto di gioia…
E vengo nella sua bocca…un inarrestabile piacere dilaga dentro e fuori di me.. le stringo con forza i glutei, li divarico, le unghie afferrano la sua pelle morbia e liscia… la sento contrarre i muscoli per lunghi interminabili istanti mentre io imprigiono tra le mie cosce quei rossi capelli che ho desiderato dal primo momento…
I rumori della strada ci trovano ancora vicine, le dita intrecciate… ci guardiamo negli occhi stupefatte e consapevoli della strada intrapresa di cui non vediamo la fine e nemmeno il percorso… Si, è così dolce il suo profumo e la pelle del suo collo che non riesco a smettere di sfiorare…

scritto il
2023-02-26
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